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José Luis Fuentetaja – Pasaje en India
Una selezione di opere dell’artista spagnolo Jose Luis Fuentetaja che ripercorrono il periodo del suo viaggio in India, una delle tappe più significative della sua vita personale ed artistica.
Comunicato stampa
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Lo si potrebbe definire un viaggiatore dell’anima. Oppure un esploratore dell’umanità. Più che altro José Luis Fuentetaja coltiva il suo approccio all’arte come fosse un missionario laico, lo spirito aperto al nuovo, con un’unica religione; la conoscenza e la divulgazione del suo messaggio di purezza.
Per raggiungere l’obiettivo l’artista ha affinato la tecnica iperrealista prima e realista poi, tanto da consentirgli una resa fotografica della realtà funzionale alla sua missione. «Volevo trasmettere agli altri il senso della vita semplice. Volevo raccontare la gente umile del mondo». Così si è messo in movimento per catturare lo spirito originario delle campagne, dei villaggi, dei visi e dei corpi capaci di parlare una lingua sincera, mai artefatta. Prima però, così come scrive il poeta Lopez Julià, si è calato nei paesi dai volti tristi, dove l’angoscia ha preso il posto dell’allegria e i colori si sono fatti grigi. Ha ascoltato quei rumori, soprattutto quell’assenza di suoni. Poi è andato altrove dando al viaggio un significato salvifico.
Fuentetaja già nel 1969 aveva capito che a catturarlo era la gente vera della strada e cominciò a ritrarla proprio nelle vie della sua città che dava sul mare. Da lì, il passaggio naturale alla vita bohémienne. Spende inverni interi alle Canarie, nel parco di Santa Catalina lavora e impara rubando alla gente di strada gli strumenti per creare la personalissima linea pittorica. Espone in giro per il mondo, Toronto, Parigi, Londra, illustra una nuova edizione di un romanzo gitano di Garçia Lorca, a Barcellona produce una splendida collezione di disegni, soggetto i nudi. Riscuote un successo enorme e con la vendita dei disegni foraggia la sua pittura che attraversa varie fasi di qualità passando dalla rettilinea alla cubista, dall’espressionista alla iperrealista fino al realismo attuale.
Tutto questo lo forgia, tanto che di lui si scrive: «E’ un artista di carattere e formazione eccezionale con una conoscenza magistrale della tecnica e una personalità non comune per sensibilità, per ricchezza e per il suo profondo e intenso lirismo». Marcia per tappe con grande fatica. Tutto in Occidente non gli corrisponde più; è il momento del suo primo viaggio in India. Una folgorazione, una festa di umori e colori che per lui sono una nuova iniezione di linfa vitale. Più di venticinque volte attraverserà quei luoghi magici per la sua arte: Bombay, Catmandù e poi una fuga a Benares e il ritorno in Nepal. Ispirato dalla bellezza, coglie i cromatismi magici partoriti nella festa permanente di luci e di colori anche quando lo splendore dei monumenti e la ricchezza della natura si scontrano con le terribili miserie umane. Ma anche queste fanno parte del quotidiano, dunque rientrano di diritto nei suoi quadri. Donne, uomini, soprattutto bambini, mercati, stupefacenti vestiti, riti secolari, liturgie, tutto si traduce in opere fulminanti, tsunami di colori, tutto documenta il suo peregrinaggio pittorico.
Ed è proprio il bisogno urgente di documentare la realtà che appare davanti ai suoi occhi assetati di vita, lo spirito portante dell’esistenza artistica di Fuentetaja. «La storia della bellezza è nel senso più puro della gente umile - sostiene - quello che voglio è trasmettere un messaggio di umanità. L’uso del colore significa vita, l’uso della luce mi arriva dall’Oriente perché è lì che la gente abita. Colore e luce, un’unica positività». Il feeling spirituale con i luoghi visitati e con le persone conosciute, lo porta a ritrarre la loro cultura di base. «Tanta semplicità mi ricorda la mia gioventù, quando l’Europa non era costruita e finta».
Del suo passato remoto nel mondo della pubblicità che cosa dice il nostro? «Che è stato un lavoro e che mi ha aiutato molto. Ora ho deciso, mai più mi sveglierò presto in vita mia. Adoro la notte, quando sono solo con i miei pensieri, con la pittura e con il silenzio. E la sola luce che penetra è quella dei miei quadri».
Michela Tamburrino
Per raggiungere l’obiettivo l’artista ha affinato la tecnica iperrealista prima e realista poi, tanto da consentirgli una resa fotografica della realtà funzionale alla sua missione. «Volevo trasmettere agli altri il senso della vita semplice. Volevo raccontare la gente umile del mondo». Così si è messo in movimento per catturare lo spirito originario delle campagne, dei villaggi, dei visi e dei corpi capaci di parlare una lingua sincera, mai artefatta. Prima però, così come scrive il poeta Lopez Julià, si è calato nei paesi dai volti tristi, dove l’angoscia ha preso il posto dell’allegria e i colori si sono fatti grigi. Ha ascoltato quei rumori, soprattutto quell’assenza di suoni. Poi è andato altrove dando al viaggio un significato salvifico.
Fuentetaja già nel 1969 aveva capito che a catturarlo era la gente vera della strada e cominciò a ritrarla proprio nelle vie della sua città che dava sul mare. Da lì, il passaggio naturale alla vita bohémienne. Spende inverni interi alle Canarie, nel parco di Santa Catalina lavora e impara rubando alla gente di strada gli strumenti per creare la personalissima linea pittorica. Espone in giro per il mondo, Toronto, Parigi, Londra, illustra una nuova edizione di un romanzo gitano di Garçia Lorca, a Barcellona produce una splendida collezione di disegni, soggetto i nudi. Riscuote un successo enorme e con la vendita dei disegni foraggia la sua pittura che attraversa varie fasi di qualità passando dalla rettilinea alla cubista, dall’espressionista alla iperrealista fino al realismo attuale.
Tutto questo lo forgia, tanto che di lui si scrive: «E’ un artista di carattere e formazione eccezionale con una conoscenza magistrale della tecnica e una personalità non comune per sensibilità, per ricchezza e per il suo profondo e intenso lirismo». Marcia per tappe con grande fatica. Tutto in Occidente non gli corrisponde più; è il momento del suo primo viaggio in India. Una folgorazione, una festa di umori e colori che per lui sono una nuova iniezione di linfa vitale. Più di venticinque volte attraverserà quei luoghi magici per la sua arte: Bombay, Catmandù e poi una fuga a Benares e il ritorno in Nepal. Ispirato dalla bellezza, coglie i cromatismi magici partoriti nella festa permanente di luci e di colori anche quando lo splendore dei monumenti e la ricchezza della natura si scontrano con le terribili miserie umane. Ma anche queste fanno parte del quotidiano, dunque rientrano di diritto nei suoi quadri. Donne, uomini, soprattutto bambini, mercati, stupefacenti vestiti, riti secolari, liturgie, tutto si traduce in opere fulminanti, tsunami di colori, tutto documenta il suo peregrinaggio pittorico.
Ed è proprio il bisogno urgente di documentare la realtà che appare davanti ai suoi occhi assetati di vita, lo spirito portante dell’esistenza artistica di Fuentetaja. «La storia della bellezza è nel senso più puro della gente umile - sostiene - quello che voglio è trasmettere un messaggio di umanità. L’uso del colore significa vita, l’uso della luce mi arriva dall’Oriente perché è lì che la gente abita. Colore e luce, un’unica positività». Il feeling spirituale con i luoghi visitati e con le persone conosciute, lo porta a ritrarre la loro cultura di base. «Tanta semplicità mi ricorda la mia gioventù, quando l’Europa non era costruita e finta».
Del suo passato remoto nel mondo della pubblicità che cosa dice il nostro? «Che è stato un lavoro e che mi ha aiutato molto. Ora ho deciso, mai più mi sveglierò presto in vita mia. Adoro la notte, quando sono solo con i miei pensieri, con la pittura e con il silenzio. E la sola luce che penetra è quella dei miei quadri».
Michela Tamburrino
18
aprile 2009
José Luis Fuentetaja – Pasaje en India
Dal 18 aprile al 18 maggio 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO’
Milano, Via Carlo Poerio, 2, (Milano)
Milano, Via Carlo Poerio, 2, (Milano)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 11 alle 19. Sabato e Domenica su appuntamento
Vernissage
18 Aprile 2009, dalle ore 18. Sarà presente l'artista
Ufficio stampa
STEMAX
Autore
Curatore