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José Parlá – Memory documents
La mostra segna contemporaneamente il debutto de “Il Trifoglio Nero” come Galleria e la prima mostra in Italia dell’artista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria il Trifoglio Nero annuncia l’apertura di una mostra che segna il debutto in
Italia di José Parlá.
Il fulcro della produzione di questo artista è rappresentato dal modo in cui la città
costruisce se stessa, funzionando da ‘palinsesto’ sul quale sono materialmente iscritte,
sopra muri in rovina, le esperienze di quanti la attraversano. L’artista vede la città come
una griglia verticale, che va dai ponti alle strade, fino alle sotterranee intersezioni di
gallerie, tubi e fili collegati alle vite che si svolgono nelle case. La costruzione della città
e lo scorrere del tempo trovano il loro equivalente nel modo in cui Parlá ‘assale’ il
quadro, ovvero nell’esigenza di stratificarne le superfici riproducendo così la struttura
interna della città. Molto significativa, al riguardo, è una dichiarazione dell’artista stesso, tratta da una conversazione con il fratello Rey: “Definisco le mie opere ‘documenti della memoria’ perché esse diventano frammenti di luoghi che ho attraversato. Quando creo
non mi limito ad usare la pittura, ma raccolgo anche pezzi di carta strappati dai muri,
vecchi giornali, parti di oggetti trovate per strada o nelle stazioni della metropolitana,
che poi riutilizzo a mo’ di collage nelle mie composizioni, lavorandoli fino a quando i
colori prodotti dalla muffa, dalla ruggine e dal deterioramento non raggiungono la
gradazione adeguata. Questo processo può durare settimane o mesi.
Nel 2005 ho avuto l’opportunità di partecipare ad una mostra curata da Manon Slome
al Chelsea Art Museum insieme a Mimmo Rotella. In quell’occasione, ho installato alle
pareti due quadri che in totale coprono un’area di circa 23 metri quadri ed hanno come
titolo complessivo Conversations with Rotella. Un quadro s’intitola Tremont Ave e l’altro
Canal Street. Il primo è ispirato a muri del Bronx situati, appunto, a Tremont Avenue: è
costituito da poster, raccolti in quell’area, coperti da nomi e firme che riproducono lo
stile di persone ormai defunte o di artisti che hanno rappresentato un modello durante
la mia formazione. L’idea è quella di rendere loro omaggio.”
Ogni opera di Parlá è contrassegnata dal nome o dall’esperienza da cui ha avuto
origine.
José Parlá è nato nel 1973 a Miami da una famiglia di esuli cubani e ha vissuto a
Puerto Rico fino all’età di nove anni, quando ha fatto ritorno nella città natale.
Attualmente vive e lavora a New York e solo di recente ha visitato Cuba per la prima
volta. Le sue opere sono state al centro di numerose mostre personali e collettive:
all’Art Basel Miami Beach, a Londra con Futura all’Elms Lesters Painting Rooms, a
Hong Kong come membro del New Grand Tour con RoStarr, Deanne Cheuk e
Suitman, a Parigi alla Galerie du Jour e a New York con Mimmo Rotella.
Alla mostra sarà disponibile un catalogo illustrato, contenente interventi di Franco
Sborgi e Greg Tate.
Italia di José Parlá.
Il fulcro della produzione di questo artista è rappresentato dal modo in cui la città
costruisce se stessa, funzionando da ‘palinsesto’ sul quale sono materialmente iscritte,
sopra muri in rovina, le esperienze di quanti la attraversano. L’artista vede la città come
una griglia verticale, che va dai ponti alle strade, fino alle sotterranee intersezioni di
gallerie, tubi e fili collegati alle vite che si svolgono nelle case. La costruzione della città
e lo scorrere del tempo trovano il loro equivalente nel modo in cui Parlá ‘assale’ il
quadro, ovvero nell’esigenza di stratificarne le superfici riproducendo così la struttura
interna della città. Molto significativa, al riguardo, è una dichiarazione dell’artista stesso, tratta da una conversazione con il fratello Rey: “Definisco le mie opere ‘documenti della memoria’ perché esse diventano frammenti di luoghi che ho attraversato. Quando creo
non mi limito ad usare la pittura, ma raccolgo anche pezzi di carta strappati dai muri,
vecchi giornali, parti di oggetti trovate per strada o nelle stazioni della metropolitana,
che poi riutilizzo a mo’ di collage nelle mie composizioni, lavorandoli fino a quando i
colori prodotti dalla muffa, dalla ruggine e dal deterioramento non raggiungono la
gradazione adeguata. Questo processo può durare settimane o mesi.
Nel 2005 ho avuto l’opportunità di partecipare ad una mostra curata da Manon Slome
al Chelsea Art Museum insieme a Mimmo Rotella. In quell’occasione, ho installato alle
pareti due quadri che in totale coprono un’area di circa 23 metri quadri ed hanno come
titolo complessivo Conversations with Rotella. Un quadro s’intitola Tremont Ave e l’altro
Canal Street. Il primo è ispirato a muri del Bronx situati, appunto, a Tremont Avenue: è
costituito da poster, raccolti in quell’area, coperti da nomi e firme che riproducono lo
stile di persone ormai defunte o di artisti che hanno rappresentato un modello durante
la mia formazione. L’idea è quella di rendere loro omaggio.”
Ogni opera di Parlá è contrassegnata dal nome o dall’esperienza da cui ha avuto
origine.
José Parlá è nato nel 1973 a Miami da una famiglia di esuli cubani e ha vissuto a
Puerto Rico fino all’età di nove anni, quando ha fatto ritorno nella città natale.
Attualmente vive e lavora a New York e solo di recente ha visitato Cuba per la prima
volta. Le sue opere sono state al centro di numerose mostre personali e collettive:
all’Art Basel Miami Beach, a Londra con Futura all’Elms Lesters Painting Rooms, a
Hong Kong come membro del New Grand Tour con RoStarr, Deanne Cheuk e
Suitman, a Parigi alla Galerie du Jour e a New York con Mimmo Rotella.
Alla mostra sarà disponibile un catalogo illustrato, contenente interventi di Franco
Sborgi e Greg Tate.
29
marzo 2008
José Parlá – Memory documents
Dal 29 marzo al 10 maggio 2008
arte contemporanea
Location
IL TRIFOGLIO NERO
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 80r, (Genova)
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 80r, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle ore 14,30 alle 19,30.
Vernissage
29 Marzo 2008, alle ore 18
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