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Josh George – La nostra cultura non è ancora pronta per il prosecco
La mostra presenta le opere più recenti dell’artista americano, alcune delle quali inedite, riprodotte nel catalogo introdotto dal critico Mauro Corradini
Comunicato stampa
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Sabato 13 gennaio 2007 alle ore 17:30 presso lo spazio Entroterra in Via dei Biancospini, 2 – Milano, si inaugura la personale di Josh George dal titolo “La nostra cultura non ancora è pronta al prosecco”.
La mostra presenta le opere più recenti dell’artista americano, alcune delle quali inedite, riprodotte nel catalogo introdotto dal critico Mauro Corradini.
“Il prosecco e in generale il vino unito alla geniale commistione della tecnica mista sono i temi che animano la nuova personale del giovane artista americano Josh George, pittore che ha già esposto in Italia e profondamente legato sia alla cultura artistica italiana che al live in Italian ( il cibo, il caffé con le moka, il vino, ecc.). Ed è proprio il vino un elemento importante nella sua ricerca artistica, visto come momento di rituale e ritrovamento collettivo, non un puro dettaglio, ma simbolo di qualità e della tradizione che lui ama citare e inserirli nei suoi dipinti graffianti e speziati.
Sull’altra sponda dell’oceano Giovanni Cottini, un giovane produttore bresciano della zona del Garda, si appassiona all’arte, e la sua curiosità viene attratta specialmente dal mix di nuova e vecchia cultura che viene dagli States. Cottini ha invitato Josh George a lavorare sul tema del vino, con l’intenzione di sorpassare la semplice idea di un prodotto da bere: ne è nata una mostra dal titolo provocatorio ma anche ironico “La nostra cultura non è pronta per il prosecco”: così i collage di George diventano il fondale dove le due culture quella italiana e quella statunitense si rincontrano tra loro.
Si parte dal vino, quindi, ma il vino diventa un microcosmo del vivere quotidiano, che ci catapulta direttamente negli interni americani, animati spesso da solitari ed assorti personaggi, sospesi in altri mondi e di mura con carta da parati che trasudano umori e speranze umane. Si staglia in queste creature un forte lirismo espressivo e quasi una vibrante sensazione e desiderio di conoscerli, coccolarli e magari di bere in compagnia un buon prosecco per allietare l’animo. Così come in Tartar Traducer, dove una giovinetta timida e introversa, beve tutta raccolta nel suo rito collettivo del week-end il suo drink alcolico senza neppure sentire o provare gusto della bevanda, quasi viene voglia di incitarla alla scoperta della vita. Ed anche in una scena di compleanno, quella di Mr Adventurer, in un frastornante silenzio si appresta a festeggiare con un calice pieno di un rosso infuocato, una aspra e desolante metafora del suo tramonto esistenziale.
In altre opere il paesaggio urbano è visto come un vino torbido e o in piena fermentazione, cieli plumbei e bituminosi si aprono sulle vie newyorkesi, con macchine che guizzano velocemente, mentre la sua folla ha fretta di rinchiudersi in casa nell’attesa di bere e cancellare le fatiche del giorno (Substantial structure, Land louping).
In ogni quadro, mille quadri che parlano, pezzi di carta, pezzi di stoffa, francobolli, etichette di vino, biglietti di tram, colori, olii, tutto una miscela promiscua per scandagliare l’anima e restituirla nella celebrazione di un’arte che vuole ancora riflettere sull’esistere.” Angelo Lo Massaro
Mostra in collaborazione con: Hallar Gallery (Kansas City, USA),
Biografia dell’artista
Josh George è nato nel 1973 a Kansas City, dopo aver frequentato il Kansas City Art Institute e gli studi accademici presso l’università del Missouri si è trasferito a Brooklyn.
Utilizza una sua particolarissima tecnica mista usando carta, stoffe incollate, olio ed acrilici.
La sua attenzione si incentra soprattutto su un magistrale gioco di composizione della scena a della prospettiva, che rimanda sia ai grandi maestri del passato (Caravaggio e Rembrandt) sia ai contemporanei (Wayne Thiebaud, Stanley Spencer).
Le sue opere sono presenti in importanti gallerie americane, in spazi prestigiosi come la catena degli Hotel Sheraton ed in altre collezioni di importanti compagnie. Dal 2003 il suo lavoro viene esposto in Italia da Entroterra. Grande appassionato di vini ha preparato per la sua ultima mostra dedicandola proprio al rapporto tra la società moderna e la cultura del bere.
Partner: Azienda Agricola Le Gaine. Da quattro generazioni c’è sempre stato almeno un membro della famiglia Cottini ad occuparsi della cantina. Oggi, Paolo e Giovanni continuano la tradizione di famiglia in una struttura nuova, moderna ed efficiente, che risponde a tutti i requisiti di qualità e tecnologia. In un'ottica di costante razionalizzazione e miglioramento della qualità dei prodotti, il progetto “Azienda Agricola Le Gaine” è diventato lo strumento per perpetuare la memoria di una secolare passione.
In occasione della mostra viene presentato ufficialmente al pubblico l’ultimo nato della cantina, il Varà, vino ottenuto dopo molti anni di lavoro per far rinascere la tradizione di un vitigno autoctono, tipico delle colline moreniche della valtenesi, il Rebo. Vino importante, dal colore rosso intenso ottenuto da uve di rebo, marzemino e barbera successivamente affinato in barrique, è la testimonianza che la cura e la passione dei vigneti si possono trasformare in vini di altissima qualità.
La mostra presenta le opere più recenti dell’artista americano, alcune delle quali inedite, riprodotte nel catalogo introdotto dal critico Mauro Corradini.
“Il prosecco e in generale il vino unito alla geniale commistione della tecnica mista sono i temi che animano la nuova personale del giovane artista americano Josh George, pittore che ha già esposto in Italia e profondamente legato sia alla cultura artistica italiana che al live in Italian ( il cibo, il caffé con le moka, il vino, ecc.). Ed è proprio il vino un elemento importante nella sua ricerca artistica, visto come momento di rituale e ritrovamento collettivo, non un puro dettaglio, ma simbolo di qualità e della tradizione che lui ama citare e inserirli nei suoi dipinti graffianti e speziati.
Sull’altra sponda dell’oceano Giovanni Cottini, un giovane produttore bresciano della zona del Garda, si appassiona all’arte, e la sua curiosità viene attratta specialmente dal mix di nuova e vecchia cultura che viene dagli States. Cottini ha invitato Josh George a lavorare sul tema del vino, con l’intenzione di sorpassare la semplice idea di un prodotto da bere: ne è nata una mostra dal titolo provocatorio ma anche ironico “La nostra cultura non è pronta per il prosecco”: così i collage di George diventano il fondale dove le due culture quella italiana e quella statunitense si rincontrano tra loro.
Si parte dal vino, quindi, ma il vino diventa un microcosmo del vivere quotidiano, che ci catapulta direttamente negli interni americani, animati spesso da solitari ed assorti personaggi, sospesi in altri mondi e di mura con carta da parati che trasudano umori e speranze umane. Si staglia in queste creature un forte lirismo espressivo e quasi una vibrante sensazione e desiderio di conoscerli, coccolarli e magari di bere in compagnia un buon prosecco per allietare l’animo. Così come in Tartar Traducer, dove una giovinetta timida e introversa, beve tutta raccolta nel suo rito collettivo del week-end il suo drink alcolico senza neppure sentire o provare gusto della bevanda, quasi viene voglia di incitarla alla scoperta della vita. Ed anche in una scena di compleanno, quella di Mr Adventurer, in un frastornante silenzio si appresta a festeggiare con un calice pieno di un rosso infuocato, una aspra e desolante metafora del suo tramonto esistenziale.
In altre opere il paesaggio urbano è visto come un vino torbido e o in piena fermentazione, cieli plumbei e bituminosi si aprono sulle vie newyorkesi, con macchine che guizzano velocemente, mentre la sua folla ha fretta di rinchiudersi in casa nell’attesa di bere e cancellare le fatiche del giorno (Substantial structure, Land louping).
In ogni quadro, mille quadri che parlano, pezzi di carta, pezzi di stoffa, francobolli, etichette di vino, biglietti di tram, colori, olii, tutto una miscela promiscua per scandagliare l’anima e restituirla nella celebrazione di un’arte che vuole ancora riflettere sull’esistere.” Angelo Lo Massaro
Mostra in collaborazione con: Hallar Gallery (Kansas City, USA),
Biografia dell’artista
Josh George è nato nel 1973 a Kansas City, dopo aver frequentato il Kansas City Art Institute e gli studi accademici presso l’università del Missouri si è trasferito a Brooklyn.
Utilizza una sua particolarissima tecnica mista usando carta, stoffe incollate, olio ed acrilici.
La sua attenzione si incentra soprattutto su un magistrale gioco di composizione della scena a della prospettiva, che rimanda sia ai grandi maestri del passato (Caravaggio e Rembrandt) sia ai contemporanei (Wayne Thiebaud, Stanley Spencer).
Le sue opere sono presenti in importanti gallerie americane, in spazi prestigiosi come la catena degli Hotel Sheraton ed in altre collezioni di importanti compagnie. Dal 2003 il suo lavoro viene esposto in Italia da Entroterra. Grande appassionato di vini ha preparato per la sua ultima mostra dedicandola proprio al rapporto tra la società moderna e la cultura del bere.
Partner: Azienda Agricola Le Gaine. Da quattro generazioni c’è sempre stato almeno un membro della famiglia Cottini ad occuparsi della cantina. Oggi, Paolo e Giovanni continuano la tradizione di famiglia in una struttura nuova, moderna ed efficiente, che risponde a tutti i requisiti di qualità e tecnologia. In un'ottica di costante razionalizzazione e miglioramento della qualità dei prodotti, il progetto “Azienda Agricola Le Gaine” è diventato lo strumento per perpetuare la memoria di una secolare passione.
In occasione della mostra viene presentato ufficialmente al pubblico l’ultimo nato della cantina, il Varà, vino ottenuto dopo molti anni di lavoro per far rinascere la tradizione di un vitigno autoctono, tipico delle colline moreniche della valtenesi, il Rebo. Vino importante, dal colore rosso intenso ottenuto da uve di rebo, marzemino e barbera successivamente affinato in barrique, è la testimonianza che la cura e la passione dei vigneti si possono trasformare in vini di altissima qualità.
13
gennaio 2007
Josh George – La nostra cultura non è ancora pronta per il prosecco
Dal 13 gennaio al 14 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENTROTERRA
Brescia, Viale Della Bornata, 43 – ed. 13, (Brescia)
Brescia, Viale Della Bornata, 43 – ed. 13, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19
Vernissage
13 Gennaio 2007, ore 17.30-21
Autore