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Josh Tonsfeldt
Prima personale dell’artista Josh Tonsfeldt presso Raucci/Santamaria Studio Project
Comunicato stampa
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(Independence, 1979 – vive e lavora a Brooklyn) propone una serie di nuovi lavori in cui si serve dello strumento fotografico per indagare in maniera generalizzata gli effetti della mediazione degli schermi all’interno della vita quotidiana. Ad aprire e chiudere la mostra, l’esposizione di due congegni elettronici.
Da una parte, un Baby Shusher, una piccola macchina che simula suoni rassicuranti che dovrebbero indurre gli infanti al sonno. Da quella opposta, invece, una serie di schermi televisivi in forma scultorea installativa. Secondo recenti studi le luci degli schermi inibiscono la produzione di melatonina, inducendo negli osservatori uno stato di veglia. La presenza di diversi congegni elettronici nelle nostre vite quindi interferisce con il tempo della veglia e con il tempo del sonno. Lo schermo, dunque, non è solo il mezzo attraverso cui l’artista conduce la sua ricerca ma è anche oggetto stesso dell’indagine, che si spiega lungo tutto il procedimento fotografico, dalla fase dello scatto a quella della stampa.
I soggetti sono molteplici, in alcuni casi estremamente intimi. Tuttavia, la specificità dell’immagine è in qualche modo sospesa attraverso la stampa ad inchiostro su gesso. La natura di questo fragile materiale, normalmente utilizzato nelle sculture, la sua profondità e stratificazione, genera una rottura tra immagine supportata e supporto, conferendo ai lavori un duplice carattere, in parte fotografico e in parte scultoreo. L’immagine stessa assume un aspetto sfocato, irreale , quasi atemporale, sembra sul punto di dissolversi così come il gesso stesso sembra sul punto di sfaldarsi. In altri lavori, in forma di vassoi-cornici sempre realizzati in gesso, Tonsfeldt posiziona uno schermo polimerico davanti a degli oggetti, tra cui alcuni componenti tecnologici. In questi casi, la mediazione dello schermo si fa letterale, manifesta. Paradossalmente, lo strumento deputato alla rappresentazione, oggi ossessivamente in alta definizione, nasconde gli oggetti sotto uno schermo lenticolare trasformandoli in un’ immagine resa invisibile o cangiante a seconda della luce o della posizione dell’osservatore. La tridimensionalità della scultura viene tradotta in forma bidimensionale tipica della visione televisiva. L’artista, attraverso la proposizione di un catalogo variegato di immagini fragili, irreali e, in qualche modo ermetiche, riesce a trasformare con la mediazione di uno strumento tecnologico l’opera in una dimensione legata alla memoria di un vissuto più intimo e familiare.
Da una parte, un Baby Shusher, una piccola macchina che simula suoni rassicuranti che dovrebbero indurre gli infanti al sonno. Da quella opposta, invece, una serie di schermi televisivi in forma scultorea installativa. Secondo recenti studi le luci degli schermi inibiscono la produzione di melatonina, inducendo negli osservatori uno stato di veglia. La presenza di diversi congegni elettronici nelle nostre vite quindi interferisce con il tempo della veglia e con il tempo del sonno. Lo schermo, dunque, non è solo il mezzo attraverso cui l’artista conduce la sua ricerca ma è anche oggetto stesso dell’indagine, che si spiega lungo tutto il procedimento fotografico, dalla fase dello scatto a quella della stampa.
I soggetti sono molteplici, in alcuni casi estremamente intimi. Tuttavia, la specificità dell’immagine è in qualche modo sospesa attraverso la stampa ad inchiostro su gesso. La natura di questo fragile materiale, normalmente utilizzato nelle sculture, la sua profondità e stratificazione, genera una rottura tra immagine supportata e supporto, conferendo ai lavori un duplice carattere, in parte fotografico e in parte scultoreo. L’immagine stessa assume un aspetto sfocato, irreale , quasi atemporale, sembra sul punto di dissolversi così come il gesso stesso sembra sul punto di sfaldarsi. In altri lavori, in forma di vassoi-cornici sempre realizzati in gesso, Tonsfeldt posiziona uno schermo polimerico davanti a degli oggetti, tra cui alcuni componenti tecnologici. In questi casi, la mediazione dello schermo si fa letterale, manifesta. Paradossalmente, lo strumento deputato alla rappresentazione, oggi ossessivamente in alta definizione, nasconde gli oggetti sotto uno schermo lenticolare trasformandoli in un’ immagine resa invisibile o cangiante a seconda della luce o della posizione dell’osservatore. La tridimensionalità della scultura viene tradotta in forma bidimensionale tipica della visione televisiva. L’artista, attraverso la proposizione di un catalogo variegato di immagini fragili, irreali e, in qualche modo ermetiche, riesce a trasformare con la mediazione di uno strumento tecnologico l’opera in una dimensione legata alla memoria di un vissuto più intimo e familiare.
26
novembre 2016
Josh Tonsfeldt
Dal 26 novembre al 30 dicembre 2016
arte contemporanea
Location
RAUCCI/SANTAMARIA STUDIO PROJECT
Milano, Via Francesco Redi, 23, (Milano)
Milano, Via Francesco Redi, 23, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 15,00 alle 18,30
Vernissage
26 Novembre 2016, dalle 18,00 alle 21,30
Autore