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Juan Araujo – When They Come Alive
In mostra un gruppo di nuovi dipinti ad olio, narrazioni raffinate che descrivono un percorso ispirato all’opera di Cy Twombly
Comunicato stampa
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La ricerca del pittore venezuelano Juan Araujo (1971, Caracas) indaga la storia della cultura occidentale e della storia dell’arte attraverso una riproduzione iperrealistica di immagini trovate su libri, riviste, fotografie e online. Il lavoro dell’artista, non una mera citazione, si sofferma sulla storia, sulle immagini e sulla loro indelebile permanenza nel tempo, attraverso diverse modalità di replicazione, adattamento e diffusione.
In occasione di questa mostra, Juan Araujo presenta un nucleo di opere che nasce da un attento studio di alcune fotografie scattate nel 1966 da Horst P. Horst per il numero di novembre di Vogue, che accompagnavano un articolo sul pittore americano Cy Twombly. Le fotografie ritraggono gli interni della residenza di Twombly a Roma, spazi immersi in una luce bianca e intensa che rivela un perfetto equilibrio tra le grandi tele del pittore, sculture di epoca romana e decorazioni settecentesche.
I lavori di Araujo nascono da un’immagine fotografica, dove una piccola porzione, messa a fuoco e ritagliata, diventa un nuovo frammento pittorico. Della splendida decorazione di quegli spazi domestici, Araujo conserva e inquadra alcuni dettagli significativi; quello che lo interessa principalmente è il montaggio di certi oggetti e ciò che questo montaggio rivela, ovvero l’antica rivalità estetica tra pittura e scultura.
Il titolo della mostra, “When They Come Alive”, è un verso di Constantin Kavafis (Alessandria d’Egitto 1863-1933), poeta greco molto amato da Twombly, con il quale condivide la propensione per i grandi temi universali di amore, arte, bellezza e morte.
Nel saggio critico che Leopoldo Iribarren dedica alla mostra di Araujo a San Gimignano leggiamo: “(…) Non c’è da sorprendersi se Juan Araujo esplori oggi l'immagine della malinconia in alcuni dei suoi possibili sdoppiamenti. Il principale correlato di questa indagine è offerto da una costellazione di immagini relative a Cy Twombly (…) Poesia e mitologia greca, imperatori romani, figure rinascimentali, architetture monumentali: gli oggetti rappresentati in queste immagini sono per Twombly intermediari memoriali e, al contempo, testimoni dell'erosione della materia e dei suoi significati. Recuperare il passato in chiave contemporanea passando da una forma di “linguaggio” all’altra, da un mezzo all'altro, al fine di catturare significati complessi, è un tratto fondamentale del lavoro di Twombly con cui Araujo ha da tempo instaurato una fertile sintonia riflessiva. (…) In questa mostra la sua attenzione si focalizza su tre temi centrali: il rapporto tra testo e immagine, il rapporto tra scultura e pittura e l'evanescenza dell'immagine. Tre antichi problemi della storia e della teoria dell'arte che Araujo esplora trasversalmente, attraverso la figura dell'artista malinconico”.
Juan Araujo è nato nel 1971 a Caracas, Venezuela. Vive e lavora a Lisbona, Portogallo. Juan Ha esposto ampiamente a livello internazionale, incluse mostre personali come “Measurable distances of space and air”, PEER, Londra, Regno Unito (2019); “Mineirianas”, Inhotim Center for Contemporary Art, Belo Horizonte, Brasile (2013); “A Través”, Centro Gallego de Arte Contemporánea, Santiago de Compostela, Spagna (2008).
Il suo lavoro è anche apparso in numerose mostre collettive e biennali tra cui “Southern Geometries, from Mexico to Patagonia”, Fondation Cartier pour l'art contemporain, Parigi, Francia (2018); "Healing and Repairing", Bienal de arte contemporânea de Coimbra, Coimbra, Portogallo (2017); “Roberto Burle Marx: Brazilian Modernist”, Jewish Museum, New York, USA (2016); "Stati Uniti d'America Latina", Museum of Contemporary Art, Detroit, Michigan, USA (2015); “Gli interni sono all'esterno”, a cura di Hans-Ulrich Obrist, Casa de Vidrio, San Paolo, Brasile (2013); la Triennale di Aichi, Nagoya, Giappone (2010), Museu de Arte Moderna de São Paulo, São Paulo (2009); la Biennale di Sharjah, Emirati Arabi Uniti (2009); la Biennale del Mercosul, Porto Alegre, Brasile (2007); la Biennale di San Paolo (2006); il San Diego Museum of Art (2005) e l'American National Society, New York (2005). Araujo è stato recentemente incluso nella mostra collettiva "25 Years" alla Stephen Freedman Gallery di Londra, Inghilterra (2020).
Il suo lavoro si trova in collezioni pubbliche tra cui Tate, Londra, Inghilterra; Museum of Modern Art of New York, New York, USA; Jumex Collection, Mexico City, Messico; Inhotim Center for Contemporary Art, Belo Horizonte, Brasile; Galería de Arte Nacional, Caracas, Venezuela; Museu de Arte Contemporáneo de Caracas, Caracas, Venezuela; Centro Gallego de Arte Contemporánea, Santiago de Compostela, Spagna; Museo de Bellas Artes, Caracas; Art Now International Collection, San Francisco; Fundación Mercantil, Caracas; Cisneros Collection, Caracas and the Berezdivin Collection, San Juan.
In occasione di questa mostra, Juan Araujo presenta un nucleo di opere che nasce da un attento studio di alcune fotografie scattate nel 1966 da Horst P. Horst per il numero di novembre di Vogue, che accompagnavano un articolo sul pittore americano Cy Twombly. Le fotografie ritraggono gli interni della residenza di Twombly a Roma, spazi immersi in una luce bianca e intensa che rivela un perfetto equilibrio tra le grandi tele del pittore, sculture di epoca romana e decorazioni settecentesche.
I lavori di Araujo nascono da un’immagine fotografica, dove una piccola porzione, messa a fuoco e ritagliata, diventa un nuovo frammento pittorico. Della splendida decorazione di quegli spazi domestici, Araujo conserva e inquadra alcuni dettagli significativi; quello che lo interessa principalmente è il montaggio di certi oggetti e ciò che questo montaggio rivela, ovvero l’antica rivalità estetica tra pittura e scultura.
Il titolo della mostra, “When They Come Alive”, è un verso di Constantin Kavafis (Alessandria d’Egitto 1863-1933), poeta greco molto amato da Twombly, con il quale condivide la propensione per i grandi temi universali di amore, arte, bellezza e morte.
Nel saggio critico che Leopoldo Iribarren dedica alla mostra di Araujo a San Gimignano leggiamo: “(…) Non c’è da sorprendersi se Juan Araujo esplori oggi l'immagine della malinconia in alcuni dei suoi possibili sdoppiamenti. Il principale correlato di questa indagine è offerto da una costellazione di immagini relative a Cy Twombly (…) Poesia e mitologia greca, imperatori romani, figure rinascimentali, architetture monumentali: gli oggetti rappresentati in queste immagini sono per Twombly intermediari memoriali e, al contempo, testimoni dell'erosione della materia e dei suoi significati. Recuperare il passato in chiave contemporanea passando da una forma di “linguaggio” all’altra, da un mezzo all'altro, al fine di catturare significati complessi, è un tratto fondamentale del lavoro di Twombly con cui Araujo ha da tempo instaurato una fertile sintonia riflessiva. (…) In questa mostra la sua attenzione si focalizza su tre temi centrali: il rapporto tra testo e immagine, il rapporto tra scultura e pittura e l'evanescenza dell'immagine. Tre antichi problemi della storia e della teoria dell'arte che Araujo esplora trasversalmente, attraverso la figura dell'artista malinconico”.
Juan Araujo è nato nel 1971 a Caracas, Venezuela. Vive e lavora a Lisbona, Portogallo. Juan Ha esposto ampiamente a livello internazionale, incluse mostre personali come “Measurable distances of space and air”, PEER, Londra, Regno Unito (2019); “Mineirianas”, Inhotim Center for Contemporary Art, Belo Horizonte, Brasile (2013); “A Través”, Centro Gallego de Arte Contemporánea, Santiago de Compostela, Spagna (2008).
Il suo lavoro è anche apparso in numerose mostre collettive e biennali tra cui “Southern Geometries, from Mexico to Patagonia”, Fondation Cartier pour l'art contemporain, Parigi, Francia (2018); "Healing and Repairing", Bienal de arte contemporânea de Coimbra, Coimbra, Portogallo (2017); “Roberto Burle Marx: Brazilian Modernist”, Jewish Museum, New York, USA (2016); "Stati Uniti d'America Latina", Museum of Contemporary Art, Detroit, Michigan, USA (2015); “Gli interni sono all'esterno”, a cura di Hans-Ulrich Obrist, Casa de Vidrio, San Paolo, Brasile (2013); la Triennale di Aichi, Nagoya, Giappone (2010), Museu de Arte Moderna de São Paulo, São Paulo (2009); la Biennale di Sharjah, Emirati Arabi Uniti (2009); la Biennale del Mercosul, Porto Alegre, Brasile (2007); la Biennale di San Paolo (2006); il San Diego Museum of Art (2005) e l'American National Society, New York (2005). Araujo è stato recentemente incluso nella mostra collettiva "25 Years" alla Stephen Freedman Gallery di Londra, Inghilterra (2020).
Il suo lavoro si trova in collezioni pubbliche tra cui Tate, Londra, Inghilterra; Museum of Modern Art of New York, New York, USA; Jumex Collection, Mexico City, Messico; Inhotim Center for Contemporary Art, Belo Horizonte, Brasile; Galería de Arte Nacional, Caracas, Venezuela; Museu de Arte Contemporáneo de Caracas, Caracas, Venezuela; Centro Gallego de Arte Contemporánea, Santiago de Compostela, Spagna; Museo de Bellas Artes, Caracas; Art Now International Collection, San Francisco; Fundación Mercantil, Caracas; Cisneros Collection, Caracas and the Berezdivin Collection, San Juan.
11
settembre 2021
Juan Araujo – When They Come Alive
Dall'undici settembre al 14 novembre 2021
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
da lunedì a domenica, 10-13 e 14-19, su appuntamento
Vernissage
11 Settembre 2021, 18-20.30
Sito web
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore