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Juan Esperanza
pittore e scultore nato a Città del Messico ma naturalizzato siciliano
Comunicato stampa
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Un viaggio fantastico tra il realismo magico latino-americano e la cultura popolare mediterranea. E’ il viaggio di Juan Esperanza, classe ’59, pittore e scultore nato a Città del Messico ma naturalizzato siciliano (vive a Sutera, nel nisseno), protagonista della mostra “Lo specchio di Gulliver”, promossa dalla Provincia regionale di Palermo e dall’Assessorato alla Cultura del Comune e allestita nella sede della Fondazione culturale “Lauro Chiazzese”, a palazzo Branciforte (via Bara all’Olivella 2) dal 16 al 30 ottobre.
La personale, curata da Giusi Diana, terzo appuntamento del ciclo “Ierofanie Contemporanee”, verrà inaugurata questo pomeriggio, alle 17, nello spazio “Arte in pegno” (al I piano). Sarà presente l’artista.
In mostra 25 opere, tra installazioni e sculture in terracotta dipinta, spesso assemblate ad oggetti di uso quotidiano, che Esperanza interpreta e reinventa con piglio giocoso e surreale, creando una sorta di mondo “parallelo” illogico ma a suo modo “organizzato”.
Fiaschi di vetro, bummari, quartare, vecchi ferri da stiro, grattugie, diventano i personaggi di una storia senza tempo e si arricchiscono di dettagli “irriverenti”, vere e proprie cifre peculiari dello stile di Juan, come le teste umane piccolissime o giganti - spesso assemblate in grappoli - che incarnano la sua ossessione per le membra del corpo, declinate in tutte le possibili variazioni compositive.
Ma non mancano i riferimenti all’arte classica, che in Sicilia l’artista ha trovato più che mai viva. Ricorrono così il motivo dell’ “uovo cosmico” e le fattezze della statuaria greca arcaica, immancabilmente dissacrate da un particolare inedito, come un secchio rovesciato che fa da piedistallo alla testa dal profilo ellenico.
“Leggende indigene e mitologie domestiche, memorie primitive e magie quotidiane – spiega la curatrice – si intrecciano in opere surreali ed oniriche perfettamente in linea con gli esiti più interessanti dell’arte contemporanea messicana, rappresentata da Demian Flores, Guillermo Olguin, Filemon Santiago, Maximinio Javier. Il risultato è un’arte lirica e fantastica dalla grande capacità affabulatoria”.
Per Esperanza si tratta della prima personale promossa da un’istituzione pubblica nel capoluogo: l’artista messicano infatti - che ha esposto anche alla Biennale di Venezia, nel ’90, e in Francia, Germania, Belgio, Emirati Arabi, Stati Uniti, Australia, Venezuela, Ecuador, nel suo paese d’origine e molte volte a Roma, dove ha vissuto per alcuni anni - è stato protagonista lo scorso anno di una mostra nello spazio “Garage”, ma la sua presenza sul territorio si è concentrata soprattutto in provincia, a Bagheria, grazie alla collaborazione con “Museum”.
La personale, curata da Giusi Diana, terzo appuntamento del ciclo “Ierofanie Contemporanee”, verrà inaugurata questo pomeriggio, alle 17, nello spazio “Arte in pegno” (al I piano). Sarà presente l’artista.
In mostra 25 opere, tra installazioni e sculture in terracotta dipinta, spesso assemblate ad oggetti di uso quotidiano, che Esperanza interpreta e reinventa con piglio giocoso e surreale, creando una sorta di mondo “parallelo” illogico ma a suo modo “organizzato”.
Fiaschi di vetro, bummari, quartare, vecchi ferri da stiro, grattugie, diventano i personaggi di una storia senza tempo e si arricchiscono di dettagli “irriverenti”, vere e proprie cifre peculiari dello stile di Juan, come le teste umane piccolissime o giganti - spesso assemblate in grappoli - che incarnano la sua ossessione per le membra del corpo, declinate in tutte le possibili variazioni compositive.
Ma non mancano i riferimenti all’arte classica, che in Sicilia l’artista ha trovato più che mai viva. Ricorrono così il motivo dell’ “uovo cosmico” e le fattezze della statuaria greca arcaica, immancabilmente dissacrate da un particolare inedito, come un secchio rovesciato che fa da piedistallo alla testa dal profilo ellenico.
“Leggende indigene e mitologie domestiche, memorie primitive e magie quotidiane – spiega la curatrice – si intrecciano in opere surreali ed oniriche perfettamente in linea con gli esiti più interessanti dell’arte contemporanea messicana, rappresentata da Demian Flores, Guillermo Olguin, Filemon Santiago, Maximinio Javier. Il risultato è un’arte lirica e fantastica dalla grande capacità affabulatoria”.
Per Esperanza si tratta della prima personale promossa da un’istituzione pubblica nel capoluogo: l’artista messicano infatti - che ha esposto anche alla Biennale di Venezia, nel ’90, e in Francia, Germania, Belgio, Emirati Arabi, Stati Uniti, Australia, Venezuela, Ecuador, nel suo paese d’origine e molte volte a Roma, dove ha vissuto per alcuni anni - è stato protagonista lo scorso anno di una mostra nello spazio “Garage”, ma la sua presenza sul territorio si è concentrata soprattutto in provincia, a Bagheria, grazie alla collaborazione con “Museum”.
16
ottobre 2006
Juan Esperanza
Dal 16 al 30 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
SPAZIO ARTE INPEGNO – PALAZZO BRANCIFORTE
Palermo, Via Bara All'olivella, 2, (Palermo)
Palermo, Via Bara All'olivella, 2, (Palermo)
Orario di apertura
lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17
Vernissage
16 Ottobre 2006, ore 17
Autore
Curatore