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Jules Spinatsch – Temporary Discomfort vs Revolution Marketing
Temporary Discomfort documenta le città in uno stato transitorio di sbarramento d’emergenza nel corso dei vertici economici globali e delle proteste contro la globalizzazione.
Comunicato stampa
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In occasione della 5° edizione di FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma, la galleria VM21artecontemporanea è lieta di presentare il progetto di Jules Spinatsch (vincitore del I° premio a ParisPhoto 2004), ampiamente conosciuto in Svizzera, nel Regno Unito nei Paesi Bassi, e ora per la prima volta con una personale in Italia.
Temporary Discomfort documenta le città in uno stato transitorio di sbarramento d'emergenza nel corso dei vertici economici globali e delle proteste contro la globalizzazione. La mostra coniuga diversi generi fotografici: il foto-giornalismo, la fotografia paesaggistica e poliziesca grazie all'uso di varie tecnologie.
Dopo un primo utilizzo delle normali videocamere, che richiedevano la presenza costante dell'artista accanto ai punti di particolare interesse, Jules Spinatsch ha successivamente optato per l'installazione di un gruppo di videocamere per la videosorveglianza controllate da un server per trasmettere immagini da zone dove gli era stato negato l'accesso. Tale strategia gli ha permesso di sorvegliare le videocamere da una biblioteca situata nei dintorni, creando immagini panoramiche ad alta risoluzione con prospettive dall'alto di un deposito di sicurezza nello scenario alpino di Davos, in Svizzera.
La raccolta video e fotografica analizza l'uso e le attese della fotografia documentaristica sollevando questioni circa le attuali condizioni in cui la fotografia versa e può essere prodotta.
In via definitiva, come può un fotografo mostrare la realtà storica in circostanze sempre più complesse?
Scrive in catalogo Martin Jaeggi: "Temporary Discomfort fornisce una possibile risposta agli interrogativi posti. Fin dallo svolgimento del vertice di Seattle del WTO nel 1999, una colorata alleanza eterogenea di attivisti del movimento antiglobalizzazione ha organizzato dimostrazioni ai vertici del WTO, dell'IMF e della WEF conclusesi con quasi rituale certezza in scontri e tumulti nelle strade cittadine. Le immagini di tali conferenze e scontri riprese e mandate in onda dai media sono familiari e prevedibili e perpetuano l'iconografia di protesta sviluppatasi fin dalla guerra in Vietnam e il diffuso malcontento della fine degli anni 60, oppure raffigurano le immagini statuarie dell'arte di governare, rimaste sempre le stesse dal periodo tra le due guerre e dalla fine della seconda guerra mondiale. Di conseguenza possiamo solo osservare delle riproduzioni sbiadite di immagini già familiari.
Spinatsch esamina l'attesa per il grande evento che sembra accuratamente pianificato fino all'ultimo dettaglio. Qualunque cosa accada è già scritta nella sua architettura di certezze. La coreografia di forza e di opposizione è evidente fin dal primo momento.
Anche le fotografie di Jules Spinatsch documentano tali eventi ma invece di mettere in primo piano i disordini nelle strade e le strette di mano, testimoniano le notti invernali a Davos, una località nelle Alpi svizzere, in occasione del World Economic Forum (WEF), caratterizzate da labirinti di filo spinato illuminati con i riflettori e dalla veglia assonnata degli agenti di sorveglianza privata.
Ci propone inquadrature di Genova, una fortezza deserta come il cielo mediterraneo di mezzogiorno, i container per le merci, simboli del commercio globale, utilizzati come barricate. Oppure ci invita a scrutare le strade di New York di notte, dove si intravedono blocchi stradali, tende e unità mobili di trasmissione, che appaiono surrealmente deserte.
"Spinatsch crea paesaggi che potrebbero fungere da antitesi alla tradizione romantica di questa forma di espressione mostrando inquadrature di paesaggi naturali e cittadini sotto lo sguardo distaccato e calcolato degli incaricati alla pianificazione in materia di sicurezza. Le immagini costituiscono un manifesto silenzioso contro la tradizione del foto-giornalismo eroico, giacché l'autore non incarna un eroe foto-giornalista bensì una spia dietro le linee nemiche. L'autore coniuga con accortezza le fotografie inanimate e dense di eventi con le immagini video come per rammentarci, grazie a un tale contrasto che, in definitiva, si tratta di un'esposizione di immagini, dietro le quali esiste una realtà che il pubblico deve ricomporre. L'atteggiamento antieroico di Spinatsch condiziona anche i colori delle altre sue produzioni. Forse solo un abile antistratega è in grado di cogliere lo sguardo distaccato e imperioso del potere in modo così evidente e persistente. "
Jules Spinatsch ha creato appositamente per la galleria V.M.21 un'area panoramica che si estende da parete a parete congiuntamente a un'installazione di molteplici DVD per ammirare la raccolta Revolution Marketing e, nel retrocamera, alcune istantanee della precedente raccolta di Temporary Discomfort.
La galleria V.M.21 desidera ringraziare il dottor Domenico Lucchini Direttore dell’Istituto Svizzero a Roma e la Luciano Fasciati Gallery di Coira per il prezioso contributo.
Temporary Discomfort documenta le città in uno stato transitorio di sbarramento d'emergenza nel corso dei vertici economici globali e delle proteste contro la globalizzazione. La mostra coniuga diversi generi fotografici: il foto-giornalismo, la fotografia paesaggistica e poliziesca grazie all'uso di varie tecnologie.
Dopo un primo utilizzo delle normali videocamere, che richiedevano la presenza costante dell'artista accanto ai punti di particolare interesse, Jules Spinatsch ha successivamente optato per l'installazione di un gruppo di videocamere per la videosorveglianza controllate da un server per trasmettere immagini da zone dove gli era stato negato l'accesso. Tale strategia gli ha permesso di sorvegliare le videocamere da una biblioteca situata nei dintorni, creando immagini panoramiche ad alta risoluzione con prospettive dall'alto di un deposito di sicurezza nello scenario alpino di Davos, in Svizzera.
La raccolta video e fotografica analizza l'uso e le attese della fotografia documentaristica sollevando questioni circa le attuali condizioni in cui la fotografia versa e può essere prodotta.
In via definitiva, come può un fotografo mostrare la realtà storica in circostanze sempre più complesse?
Scrive in catalogo Martin Jaeggi: "Temporary Discomfort fornisce una possibile risposta agli interrogativi posti. Fin dallo svolgimento del vertice di Seattle del WTO nel 1999, una colorata alleanza eterogenea di attivisti del movimento antiglobalizzazione ha organizzato dimostrazioni ai vertici del WTO, dell'IMF e della WEF conclusesi con quasi rituale certezza in scontri e tumulti nelle strade cittadine. Le immagini di tali conferenze e scontri riprese e mandate in onda dai media sono familiari e prevedibili e perpetuano l'iconografia di protesta sviluppatasi fin dalla guerra in Vietnam e il diffuso malcontento della fine degli anni 60, oppure raffigurano le immagini statuarie dell'arte di governare, rimaste sempre le stesse dal periodo tra le due guerre e dalla fine della seconda guerra mondiale. Di conseguenza possiamo solo osservare delle riproduzioni sbiadite di immagini già familiari.
Spinatsch esamina l'attesa per il grande evento che sembra accuratamente pianificato fino all'ultimo dettaglio. Qualunque cosa accada è già scritta nella sua architettura di certezze. La coreografia di forza e di opposizione è evidente fin dal primo momento.
Anche le fotografie di Jules Spinatsch documentano tali eventi ma invece di mettere in primo piano i disordini nelle strade e le strette di mano, testimoniano le notti invernali a Davos, una località nelle Alpi svizzere, in occasione del World Economic Forum (WEF), caratterizzate da labirinti di filo spinato illuminati con i riflettori e dalla veglia assonnata degli agenti di sorveglianza privata.
Ci propone inquadrature di Genova, una fortezza deserta come il cielo mediterraneo di mezzogiorno, i container per le merci, simboli del commercio globale, utilizzati come barricate. Oppure ci invita a scrutare le strade di New York di notte, dove si intravedono blocchi stradali, tende e unità mobili di trasmissione, che appaiono surrealmente deserte.
"Spinatsch crea paesaggi che potrebbero fungere da antitesi alla tradizione romantica di questa forma di espressione mostrando inquadrature di paesaggi naturali e cittadini sotto lo sguardo distaccato e calcolato degli incaricati alla pianificazione in materia di sicurezza. Le immagini costituiscono un manifesto silenzioso contro la tradizione del foto-giornalismo eroico, giacché l'autore non incarna un eroe foto-giornalista bensì una spia dietro le linee nemiche. L'autore coniuga con accortezza le fotografie inanimate e dense di eventi con le immagini video come per rammentarci, grazie a un tale contrasto che, in definitiva, si tratta di un'esposizione di immagini, dietro le quali esiste una realtà che il pubblico deve ricomporre. L'atteggiamento antieroico di Spinatsch condiziona anche i colori delle altre sue produzioni. Forse solo un abile antistratega è in grado di cogliere lo sguardo distaccato e imperioso del potere in modo così evidente e persistente. "
Jules Spinatsch ha creato appositamente per la galleria V.M.21 un'area panoramica che si estende da parete a parete congiuntamente a un'installazione di molteplici DVD per ammirare la raccolta Revolution Marketing e, nel retrocamera, alcune istantanee della precedente raccolta di Temporary Discomfort.
La galleria V.M.21 desidera ringraziare il dottor Domenico Lucchini Direttore dell’Istituto Svizzero a Roma e la Luciano Fasciati Gallery di Coira per il prezioso contributo.
07
aprile 2006
Jules Spinatsch – Temporary Discomfort vs Revolution Marketing
Dal 07 aprile al 09 maggio 2006
fotografia
Location
VM21ARTECONTEMPORANEA
Roma, Via Della Vetrina, 21, (Roma)
Roma, Via Della Vetrina, 21, (Roma)
Orario di apertura
lunedì- venerdì 11,00- 19,30 sabato 16,30- 19,30
Vernissage
7 Aprile 2006, ore 18,30
Autore