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Julian Schnabel
Per quest’esposizione sono stati riuniti all’incirca una cinquantina di dipinti di tecnica mista e di grande formato appartenenti a collezioni private e alla collezione personale dell’artista, che offrono una visione esaustiva della carriera di Julian Schnabel.
Comunicato stampa
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A partire dal prossimo 21 novembre fino al 16 gennaio 2005 - la Mostra d’Oltremare di Napoli ospiterà una grande retrospettiva dell’artista e cineasta statunitense Julian Schnabel (New York, 1965), unica tappa italiana di un tour europeo (Schirn Kunsthalle di Francoforte e Reina Sofia di Madrid), salutato da un grande successo di pubblico e critica. La mostra napoletana, promossa dalla Presidenza della Regione Campania in collaborazione con la Mostra d’Oltremare, è curata da Eduardo Cicelyn.
Per quest’esposizione sono stati riuniti all’incirca una cinquantina di dipinti di tecnica mista e di grande formato appartenenti a collezioni private e alla collezione personale dell’artista, che offrono una visione esaustiva della carriera di Julian Schnabel.
Verso gli anni 70 Schnabel comincia ad utilizzare pezzi di piatti incollati ad un supporto come sfondo dei suoi dipinti. Nel suo tentativo di rompere con la bidimensionalità della tela usa parti di oggetti come se si trattasse di frammenti del mondo, riorganizzandoli in uno spazio proprio. L’artista non si limita alla semplice appropriazione e utilizzo dei materiali, ma cerca anzi, che tutti gli elementi che accumula si integrino nella sua pittura creando delle immagini realizzate con un nuovo grado di complessità, densità, sicurezza e ambizione.
Julian Schnabel fa scorrere, lungo la sua opera, immagini e segni mitici, religiosi e privati legati alla sua storia individuale, ma anche alla storia dell’arte. Le sue opere oscillano fra l’astratto ed il figurativo, fra passaggi di pittura frenetici ed altri sereni, tra opacità e visibilità.
“Julian Schnabel – scrive nell’introduzione al catalogo Eduardo Cicelyn - è un artista americano a tutto tondo per come concepisce lo spazio, grande e “vero”, dei suoi lavori e per l’energia fisica che la sua pittura imprime e comunica. Sempre gestuale, ma anche istintivamente seriale, l’opera di Schnabel si presenta in modo frontale e si organizza per cicli: cioè afferra insieme sensazioni e concetti, li manipola, li mette in circolo e li abbandona a se stessi, perché guarda oltre, cerca nuovo spazio, altre possibilità. La sua pittura può esplodere d’immagini, di oggetti o semplicemente di parole, ma non indugia nello sguardo, nel tatto, nel pensiero. Non conosce e non ama la profondità del linguaggio, corre in superficie, di scossa in scossa
La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Max Hollein, che si presenta come una grande opera di riferimento per lo studio dell’artista. Vi si riproducono i lavori esposti e sono inclusi i testi di Max Hollein, Eduardo Cicelyn, Robert Fleck, Kevin Power e Maria del Corral una biografia fatta da Ingrid Pfeiffer e una prefazione del Presidente della Regione Campania Antonio Sassolino.
Per quest’esposizione sono stati riuniti all’incirca una cinquantina di dipinti di tecnica mista e di grande formato appartenenti a collezioni private e alla collezione personale dell’artista, che offrono una visione esaustiva della carriera di Julian Schnabel.
Verso gli anni 70 Schnabel comincia ad utilizzare pezzi di piatti incollati ad un supporto come sfondo dei suoi dipinti. Nel suo tentativo di rompere con la bidimensionalità della tela usa parti di oggetti come se si trattasse di frammenti del mondo, riorganizzandoli in uno spazio proprio. L’artista non si limita alla semplice appropriazione e utilizzo dei materiali, ma cerca anzi, che tutti gli elementi che accumula si integrino nella sua pittura creando delle immagini realizzate con un nuovo grado di complessità, densità, sicurezza e ambizione.
Julian Schnabel fa scorrere, lungo la sua opera, immagini e segni mitici, religiosi e privati legati alla sua storia individuale, ma anche alla storia dell’arte. Le sue opere oscillano fra l’astratto ed il figurativo, fra passaggi di pittura frenetici ed altri sereni, tra opacità e visibilità.
“Julian Schnabel – scrive nell’introduzione al catalogo Eduardo Cicelyn - è un artista americano a tutto tondo per come concepisce lo spazio, grande e “vero”, dei suoi lavori e per l’energia fisica che la sua pittura imprime e comunica. Sempre gestuale, ma anche istintivamente seriale, l’opera di Schnabel si presenta in modo frontale e si organizza per cicli: cioè afferra insieme sensazioni e concetti, li manipola, li mette in circolo e li abbandona a se stessi, perché guarda oltre, cerca nuovo spazio, altre possibilità. La sua pittura può esplodere d’immagini, di oggetti o semplicemente di parole, ma non indugia nello sguardo, nel tatto, nel pensiero. Non conosce e non ama la profondità del linguaggio, corre in superficie, di scossa in scossa
La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Max Hollein, che si presenta come una grande opera di riferimento per lo studio dell’artista. Vi si riproducono i lavori esposti e sono inclusi i testi di Max Hollein, Eduardo Cicelyn, Robert Fleck, Kevin Power e Maria del Corral una biografia fatta da Ingrid Pfeiffer e una prefazione del Presidente della Regione Campania Antonio Sassolino.
21
novembre 2004
Julian Schnabel
Dal 21 novembre 2004 al 16 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
MOSTRA D’OLTREMARE
Napoli, Via John Fitzgerald Kennedy, 54, (Napoli)
Napoli, Via John Fitzgerald Kennedy, 54, (Napoli)
Orario di apertura
10-19
Autore
Curatore