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Justine Kurland – SCUMB Manifesto nella città che non c’è
Justine Kurland
SCUMB Manifesto nella città che non c’è
Una mostra di affissioni a via Marin Sanudo, un filo fra le librerie Leporello e Risma
A cura di Chiara Capodici
Comunicato stampa
Segnala l'evento
SCUMB Manifesto (Society for cutting up men’s books) è l’ultimo libro di Justine Kurland, in cui l’autrice presenta una serie di collage realizzati tagliando e dando un nuovo significato ad alcune delle immagini più iconiche tratte da libri di artisti che hanno monopolizzato il canone visivo ed estetico del mondo della fotografia.
SCUMB Manifesto è un omaggio allo SCUM Manifesto di Valerie Solanas, che auspicava la fine degli uomini e del potere patriarcale basato sulla dominazione, sullo sfruttamento e la morte in favore di una società superiore, completamente al femminile.
Tra humor e attivismo, critica e parodia, leggerezza e incisività, Justine Kurland mette in discussione il circo delle rappresentazioni e relazioni sociali, usando un linguaggio visivo che traccia un filo matrilineare a partire dai collage anticonformisti di Hannah Höch e dai riassemblaggi della Pop Art, con fotomontaggi che ne evidenziano i punti di tensione, di frizione e contraddizione, dove la decostruzione si mischia sarcasmo e spirito di apertura e il libro stesso si fa mezzo di liberazione per dare nuova forma al nostro immaginario visivo e sociale.
Attraverso la riproduzione di alcuni dei collage del volume, abbiamo creato lungo via Marin Sanudo un percorso che lega Leporello e Risma, due librerie di ricerca fondate da due donne: un invito ad attivare ulteriormente un dialogo su temi e dinamiche legate ad atteggiamenti machisti e maschilisti che ancora persistono nelle strade delle nostre città, un gesto per ricordare che non amiamo né i commenti né gli sguardi inopportuni, ma anche un modo per riflettere sul fatto che
non molto è cambiato nonostante i gesti, le parole, le tante piccole e grandi rivoluzioni che si sono susseguite da molto prima di quando Simone De Beauvoir ne Il secondo sesso ci ricordava che il mondo in cui viveva, e in cui ancora viviamo, è un mondo maschile, un mondo diciamo dove spesso è l’uomo ad avere il coltello dalla parte del manico.
I caleidoscopici collage di Justine Kurland sollevano il fondo fangoso di acque apparentemente cristalline, l’impulso violento diventa gesto trasformativo, in un atto di riappropriazione la lama qui non si fa simbolo di una minaccia di aggressione ma diventa uno strumento di decostruzione attiva e positiva.
Justine Kurland è una fotografa americana che ha a lungo documentato le comunità ai margini della società, con una particolare attenzione all’esperienza femminile, mettendo in evidenza una realtà distante dal sogno americano, in cui utopia e distopia si intrecciano e coesistono piuttosto che manifestarsi come polarità opposte.
Justine Kurland ci ha generosamente permesso di lavorare al materiale del suo libro senza chiedere niente in cambio, supportandoci in quello che può sembrare un piccolo gesto a livello locale, in una Roma che ci auguriamo non stia per diventare fetida come ogni estate, dove l’immobilismo di una città viene riconosciuto dai suoi stessi amministratori, e superati i balletti degli spazi istituzionali si ritrova la possibilità comunicativa e politica dell’arte in semplici affissioni di quartiere.
La città che non c’è è un festival di quartiere dove i libri incontrano la comunità.
Dalle pagine di un libro alla piazza, per recuperare lo spazio di una socialità smarrita che pure resiste nelle periferie storiche di una metropoli inafferrabile e indefinibile come Roma.
Piazza Perestrello è lo spazio di una aggregazione spontanea che parla le più disparate lingue del mondo, è il teatro di un festival che nasce da un collettivo di lettrici ed è organizzato in collaborazione con la libreria indipendente Risma.
In questa piazza che non è ancora piazza, in un quartiere che è terra d’approdo di migrazioni antiche e contemporanee, dove dialetti e accenti regionali si mescolano con lingue asiatiche, mediorientali, africane, sudamericane, La città che non c’è innesta radici aeree che trovano nella letteratura linfa e terre fertili andando ad incontrare le tante iniziative culturali dal basso che il quartiere alimenta da anni.
SCUMB Manifesto è un omaggio allo SCUM Manifesto di Valerie Solanas, che auspicava la fine degli uomini e del potere patriarcale basato sulla dominazione, sullo sfruttamento e la morte in favore di una società superiore, completamente al femminile.
Tra humor e attivismo, critica e parodia, leggerezza e incisività, Justine Kurland mette in discussione il circo delle rappresentazioni e relazioni sociali, usando un linguaggio visivo che traccia un filo matrilineare a partire dai collage anticonformisti di Hannah Höch e dai riassemblaggi della Pop Art, con fotomontaggi che ne evidenziano i punti di tensione, di frizione e contraddizione, dove la decostruzione si mischia sarcasmo e spirito di apertura e il libro stesso si fa mezzo di liberazione per dare nuova forma al nostro immaginario visivo e sociale.
Attraverso la riproduzione di alcuni dei collage del volume, abbiamo creato lungo via Marin Sanudo un percorso che lega Leporello e Risma, due librerie di ricerca fondate da due donne: un invito ad attivare ulteriormente un dialogo su temi e dinamiche legate ad atteggiamenti machisti e maschilisti che ancora persistono nelle strade delle nostre città, un gesto per ricordare che non amiamo né i commenti né gli sguardi inopportuni, ma anche un modo per riflettere sul fatto che
non molto è cambiato nonostante i gesti, le parole, le tante piccole e grandi rivoluzioni che si sono susseguite da molto prima di quando Simone De Beauvoir ne Il secondo sesso ci ricordava che il mondo in cui viveva, e in cui ancora viviamo, è un mondo maschile, un mondo diciamo dove spesso è l’uomo ad avere il coltello dalla parte del manico.
I caleidoscopici collage di Justine Kurland sollevano il fondo fangoso di acque apparentemente cristalline, l’impulso violento diventa gesto trasformativo, in un atto di riappropriazione la lama qui non si fa simbolo di una minaccia di aggressione ma diventa uno strumento di decostruzione attiva e positiva.
Justine Kurland è una fotografa americana che ha a lungo documentato le comunità ai margini della società, con una particolare attenzione all’esperienza femminile, mettendo in evidenza una realtà distante dal sogno americano, in cui utopia e distopia si intrecciano e coesistono piuttosto che manifestarsi come polarità opposte.
Justine Kurland ci ha generosamente permesso di lavorare al materiale del suo libro senza chiedere niente in cambio, supportandoci in quello che può sembrare un piccolo gesto a livello locale, in una Roma che ci auguriamo non stia per diventare fetida come ogni estate, dove l’immobilismo di una città viene riconosciuto dai suoi stessi amministratori, e superati i balletti degli spazi istituzionali si ritrova la possibilità comunicativa e politica dell’arte in semplici affissioni di quartiere.
La città che non c’è è un festival di quartiere dove i libri incontrano la comunità.
Dalle pagine di un libro alla piazza, per recuperare lo spazio di una socialità smarrita che pure resiste nelle periferie storiche di una metropoli inafferrabile e indefinibile come Roma.
Piazza Perestrello è lo spazio di una aggregazione spontanea che parla le più disparate lingue del mondo, è il teatro di un festival che nasce da un collettivo di lettrici ed è organizzato in collaborazione con la libreria indipendente Risma.
In questa piazza che non è ancora piazza, in un quartiere che è terra d’approdo di migrazioni antiche e contemporanee, dove dialetti e accenti regionali si mescolano con lingue asiatiche, mediorientali, africane, sudamericane, La città che non c’è innesta radici aeree che trovano nella letteratura linfa e terre fertili andando ad incontrare le tante iniziative culturali dal basso che il quartiere alimenta da anni.
16
giugno 2023
Justine Kurland – SCUMB Manifesto nella città che non c’è
16 giugno 2023
arte contemporanea
fotografia
incontri e conferenze
fotografia
incontri e conferenze
Location
LEPORELLO
Roma, via del Pigneto, 162/e, (Roma)
Roma, via del Pigneto, 162/e, (Roma)
Orario di apertura
venerdì 16 giugno, ore 18
partiremo da Leporello per arrivare a Risma
Sito web
Editore
Mack
Autore