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Kai Noramies
Viene presentata per la prima volta in Italia l’opera dello scultore finlandese Kai Noramies (1918-1976), con 27 piccoli bronzi che per soggetto hanno lo sviluppo della personalità umana
Comunicato stampa
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Viene presentata per la prima volta in Italia l’opera dello scultore finlandese Kai Noramies (1918-1976), con 27 piccoli bronzi che per soggetto hanno lo sviluppo della personalità umana: la nascita, la scoperta del mondo, il movimento creativo, la formazione dell’identità all’ombra del pericolo atomico, la maturità, la conclusione del ciclo e un nuovo inizio.
Sette fasi racchiuse in 27 opere, realizzate tra il 1965 e il 1973, simbolicamente rappresentate da un bambino e da una bambina, tema caro allo scultore che invocava un mondo migliore, più vivibile e pacifico, proprio a partire dalla tutela dell’infanzia e della sua libertà di espressione.
I bambini per Noramies sono infatti messaggeri e punto d’incontro fra cielo e terra, pieni di gioia di vivere ma presto repressi nella loro creatività e potenzialità dentro schemi predefiniti e controllabili, concetto che emerge bene nell’opera “All’ombra del potere atomico”.
Ad ogni modo, in tutte queste opere resta viva e forte la speranza del cambiamento, grazie a un nuovo sguardo sul mondo. In “Il momento della verità”, ad esempio, un angelo custode accompagna e guida il bambino nella sua crescita. Il messaggio, forse, è di continuare ad ascoltare il bambino che è dentro di noi.
Nel 1975 Noramies ha donato questa serie di bronzi all’organizzazione umanitaria finlandese Väestöliitto, perché dalla vendita ne ricavasse fondi per aiutare i bambini e le loro famiglie, ma quella ha fatto di più. All’inizio di ogni nuovo anno, a partire dal 1979 (Anno Internazionale del Bambino) ha regalato una riproduzione della statuetta “Bambina” a un neonato e in maggio “La madre e il bambino” alle madri esemplari.
Rimasta per vent’anni di proprietà della Väestöliitto, a scadenza del contratto nel 1995 la serie è tornata di proprietà della famiglia, che ora la porta in Italia con questa esposizione a Milano.
Alla Väestöliitto sono rimaste un paio di statuette, “Bambina” e “Sbirciando il futuro”, una cui riproduzione viene donata ogni anno a un personaggio prodigatosi e distintosi in campo pedagogico. Nel 1999 è stata premiata Eeva Ahtisaari, moglie dell’ex presidente finlandese.
Un’opera di Kai Noramies si trova nel parco di Helsinki Hollola (“Il gioco delle ragazze”), altre sono conservate nelle sedi di aziende come Tradeka (già OTK) e IBM, in chiese, ospedali, enti pubblici e collezioni private.
Note biografiche
Laureato in chimica e chimico di professione, Kai Noramies sviluppò per tutta la vita la sua originaria vocazione artistica come scultore. Studiò alla “Scuola dell’Arte libera” e alla “Sala del Disegno” dell’Università di Helsinki negli anni 1946-48. Rappresentò l’Associazione Scultori Finlandesi presso l’Associazione Culturale dei Lavoratori e fu membro della Commissione delle Belle Arti finlandese dal 1958 al 1961, nonché membro della Società Artisti Finlandesi e dei Senior delle Belle Arti. Oltre a scolpire fece anche alcuni dipinti, disegni, illustrazioni per bambini e compose poesie, radiodrammi e favole.
Partecipò a numerose esposizioni in patria e nel 1970 con successo al “Salon International Automne 1970” di Biarriz in Francia e alla galleria Mouffe di Parigi. Anche in quell’occasiose espose una serie di sette statuette in bronzo raffiguranti bambini, la cosiddetta serie “Biarriz” che anticipa la Serie “Trovateci”.
Principali riconoscimenti pubblici alla sua opera:
nel 1959 1° Premio al Concorso di scultura organizzato dalla città di Helsinki con “Il gioco delle ragazze”;
nel 1970 medaglia “Tommaso Campanella” da parte dell’Accademia d’Arte di Roma;
nel 1977 medaglia postuma al “Concorso di caricatura” a Gabrovo in Bulgaria.
Sposato con due figlie, Anita e Irina, nate dopo la seconda guerra mondiale, Kai Noramies è morto nel 1976 a soli 58 anni.
Il pensiero di Kai Noramies
La filosofia dell’arte di Kai Noramies è stata profondamente influenzata dalla lettura di alcuni filosofi della tradizione occidentale: Platone, Giordano Bruno, Spinoza, Leibniz, Kant e Kierkegaard.
La visione del mondo di Noramies, per l’appunto chimico e artista insieme, è quella di una unità indissolubile fra uomo e natura, appartenenti a un medesimo spazio vivente come campo di analogie dal più semplice al più complesso e viceversa, nonostante le forme e le reazioni diverse. Il tutto come semplice riflesso della bellezza interiore di Dio. Egli ricerca l’armonia asimettrica dei rapporti spazio-temporali, che aprono a una lettura più profonda e più ricca della vita. Scultura e chimica sarebbero solo due forme d’espressione dello stesso spazio vivente. Come la chimica si basa sulla forma e la molecole hanno una struttura tridimensionale (Noramies paragona il chimico all’architetto), così la scultura ricerca lo spazio vivente, il volume, cui si unisce la quarta dimensione del tempo.
“Alla percezione dell’unità tempo-spazio non basta un occhio esercitato.”, scrive Kai Noramies, “Occorre percepire la vita in modo nuovo e più dal profondo, cosa di per sé non automatica. Tutta la grande arte ne è stata una premessa. E questa, ora, di qui in avanti. Davvero l’uomo non è solo, per quanto possa essere lupo verso l’altro… L’arte è come uno strumento di misura che rivela quando qualcosa accade e che cosa…Sempre più si manifesta l’unità pulsativa elicoide asimmetrica tempo-spazio. Come è nel macrocosmo, così nel microcosmo ci stiamo avvicinando, mi pare, alla stessa cosa, perché le leggi sono le stesse… Un’unità indivisibile, che potrebbe essere rappresentata partendo dalla dinamica tempo-spazio. L’essere umano è l’unico a poter accrescere, con i suoi propri mezzi e in modo nuovo, questa informazione. Deve quindi essere aiutato, a partire dal bambino e dal suo ambiente di crescita. Osservando da vicino i prodotti creativi dei bambini si trova un linguaggio universale, primitivo, al di là delle nazionalità... Il loro studio potrebbe dare informazioni fondamentali (come il ritmo) nell’osservazione di macromolecole che trasmettono dati alla loro fonte primigenia nel microcosmo.”
Sette fasi racchiuse in 27 opere, realizzate tra il 1965 e il 1973, simbolicamente rappresentate da un bambino e da una bambina, tema caro allo scultore che invocava un mondo migliore, più vivibile e pacifico, proprio a partire dalla tutela dell’infanzia e della sua libertà di espressione.
I bambini per Noramies sono infatti messaggeri e punto d’incontro fra cielo e terra, pieni di gioia di vivere ma presto repressi nella loro creatività e potenzialità dentro schemi predefiniti e controllabili, concetto che emerge bene nell’opera “All’ombra del potere atomico”.
Ad ogni modo, in tutte queste opere resta viva e forte la speranza del cambiamento, grazie a un nuovo sguardo sul mondo. In “Il momento della verità”, ad esempio, un angelo custode accompagna e guida il bambino nella sua crescita. Il messaggio, forse, è di continuare ad ascoltare il bambino che è dentro di noi.
Nel 1975 Noramies ha donato questa serie di bronzi all’organizzazione umanitaria finlandese Väestöliitto, perché dalla vendita ne ricavasse fondi per aiutare i bambini e le loro famiglie, ma quella ha fatto di più. All’inizio di ogni nuovo anno, a partire dal 1979 (Anno Internazionale del Bambino) ha regalato una riproduzione della statuetta “Bambina” a un neonato e in maggio “La madre e il bambino” alle madri esemplari.
Rimasta per vent’anni di proprietà della Väestöliitto, a scadenza del contratto nel 1995 la serie è tornata di proprietà della famiglia, che ora la porta in Italia con questa esposizione a Milano.
Alla Väestöliitto sono rimaste un paio di statuette, “Bambina” e “Sbirciando il futuro”, una cui riproduzione viene donata ogni anno a un personaggio prodigatosi e distintosi in campo pedagogico. Nel 1999 è stata premiata Eeva Ahtisaari, moglie dell’ex presidente finlandese.
Un’opera di Kai Noramies si trova nel parco di Helsinki Hollola (“Il gioco delle ragazze”), altre sono conservate nelle sedi di aziende come Tradeka (già OTK) e IBM, in chiese, ospedali, enti pubblici e collezioni private.
Note biografiche
Laureato in chimica e chimico di professione, Kai Noramies sviluppò per tutta la vita la sua originaria vocazione artistica come scultore. Studiò alla “Scuola dell’Arte libera” e alla “Sala del Disegno” dell’Università di Helsinki negli anni 1946-48. Rappresentò l’Associazione Scultori Finlandesi presso l’Associazione Culturale dei Lavoratori e fu membro della Commissione delle Belle Arti finlandese dal 1958 al 1961, nonché membro della Società Artisti Finlandesi e dei Senior delle Belle Arti. Oltre a scolpire fece anche alcuni dipinti, disegni, illustrazioni per bambini e compose poesie, radiodrammi e favole.
Partecipò a numerose esposizioni in patria e nel 1970 con successo al “Salon International Automne 1970” di Biarriz in Francia e alla galleria Mouffe di Parigi. Anche in quell’occasiose espose una serie di sette statuette in bronzo raffiguranti bambini, la cosiddetta serie “Biarriz” che anticipa la Serie “Trovateci”.
Principali riconoscimenti pubblici alla sua opera:
nel 1959 1° Premio al Concorso di scultura organizzato dalla città di Helsinki con “Il gioco delle ragazze”;
nel 1970 medaglia “Tommaso Campanella” da parte dell’Accademia d’Arte di Roma;
nel 1977 medaglia postuma al “Concorso di caricatura” a Gabrovo in Bulgaria.
Sposato con due figlie, Anita e Irina, nate dopo la seconda guerra mondiale, Kai Noramies è morto nel 1976 a soli 58 anni.
Il pensiero di Kai Noramies
La filosofia dell’arte di Kai Noramies è stata profondamente influenzata dalla lettura di alcuni filosofi della tradizione occidentale: Platone, Giordano Bruno, Spinoza, Leibniz, Kant e Kierkegaard.
La visione del mondo di Noramies, per l’appunto chimico e artista insieme, è quella di una unità indissolubile fra uomo e natura, appartenenti a un medesimo spazio vivente come campo di analogie dal più semplice al più complesso e viceversa, nonostante le forme e le reazioni diverse. Il tutto come semplice riflesso della bellezza interiore di Dio. Egli ricerca l’armonia asimettrica dei rapporti spazio-temporali, che aprono a una lettura più profonda e più ricca della vita. Scultura e chimica sarebbero solo due forme d’espressione dello stesso spazio vivente. Come la chimica si basa sulla forma e la molecole hanno una struttura tridimensionale (Noramies paragona il chimico all’architetto), così la scultura ricerca lo spazio vivente, il volume, cui si unisce la quarta dimensione del tempo.
“Alla percezione dell’unità tempo-spazio non basta un occhio esercitato.”, scrive Kai Noramies, “Occorre percepire la vita in modo nuovo e più dal profondo, cosa di per sé non automatica. Tutta la grande arte ne è stata una premessa. E questa, ora, di qui in avanti. Davvero l’uomo non è solo, per quanto possa essere lupo verso l’altro… L’arte è come uno strumento di misura che rivela quando qualcosa accade e che cosa…Sempre più si manifesta l’unità pulsativa elicoide asimmetrica tempo-spazio. Come è nel macrocosmo, così nel microcosmo ci stiamo avvicinando, mi pare, alla stessa cosa, perché le leggi sono le stesse… Un’unità indivisibile, che potrebbe essere rappresentata partendo dalla dinamica tempo-spazio. L’essere umano è l’unico a poter accrescere, con i suoi propri mezzi e in modo nuovo, questa informazione. Deve quindi essere aiutato, a partire dal bambino e dal suo ambiente di crescita. Osservando da vicino i prodotti creativi dei bambini si trova un linguaggio universale, primitivo, al di là delle nazionalità... Il loro studio potrebbe dare informazioni fondamentali (come il ritmo) nell’osservazione di macromolecole che trasmettono dati alla loro fonte primigenia nel microcosmo.”
07
febbraio 2005
Kai Noramies
Dal 07 febbraio al 05 marzo 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTESANTERASMO
Milano, Via Sansovino, 5, (Milano)
Milano, Via Sansovino, 5, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì pomeriggio al sabato 10-13 e 15.30-19
Vernissage
7 Febbraio 2005, ore 18
Autore