Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
KAREL THOLE – CREATORE DI UNIVERSI
Karel Thole ha vissuto i suoi tempi con una contemporaneità che va ben oltre l’arte contemporanea
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Karel Thole ha vissuto i suoi tempi con una contemporaneità che va ben oltre l’arte contemporanea
pur provenendo da una cultura dell’immagine sostanzialmente e “naturalisticamente” figurativa. Una chiara visione del progetto grafico editoriale, un progetto che nasceva da poche indicazioni esterne ma da una innata capacità di connettere la sapienza stilistica, un bagaglio enorme di conoscenze artistiche che vanno dal Trecento nordico sino alla Pop Art, un atto di comunicazione immediata tipica del cartellonismo che diventa packaging per il prodotto culturale di massa: queste le cifre dell’artista. Tuttavia, Thole non si è mai dichiarato tale, ha sempre negato il suo essere artista, affermando di essere un tramite tra l’arte e il suo destinatario, il pubblico. Vive la Pop Art, l’Optical Art e la Psichedelia; usa il Surrealismo, il Cubismo, Escher; ha anticipato il post-moderno,
il neo-barocco e la Trash Art, comunicando serialmente e facendo convivere il Seicento Olandese con Cassandre, Bosch con Dalì, Hannes Bok con Milton Glaser. «Il foglio bianco mi spaventa, e per
questo motivo spesso uso la carta nera: è come una stanza buia di cui non so niente, non so se sia piccola o grande, non so cosa ci sia dentro, così è piena di misteri, che tocca a me scoprire e illustrare, perchè sono un illustratore e non un pittore».
Karel Thole ha costruito non solo l’immaginario fantastico delle generazioni che hanno avuto la fortuna di incontrare le sue immagini ma anche il corredo iconografico di una mostra d’arte contemporanea per niente virtuale che ha viaggiato nel tempo e nello spazio e non solo in Italia. La sua opera, pur ampiamente conosciuta e diffusa in Europa e negli Stati Uniti, non viene mai confusa in quei paesi all’illustrazione di genere. Thole, lo sanno bene, è un’altra cosa.
Questa mostra costituisce un’occasione unica per (ri)scoprire il raffinato immaginario costruito da Thole in oltre 40 anni di attività. Si parte dalle opere “alla maniera nera” (come le suggestive copertine per “Fantômas” di Souvestre e Allain, per la collana edita da Mondadori nei primi anni ’60), per proseguire con le copertine per le opere di Agatha Christie ed Alfred Hitchcock, pubblicate nella collana Oscar Gialli. Nucleo della mostra un excursus tra le copertine dei romanzi di Urania, la più celebre e longeva collana di fantascienza europea, frutto della collaborazione con Fruttero e Lucentini, che celebrarono l’artista nel loro Manuale dell’ignoto (Mondadori, Milano, 1981).
Le opere, che spaziano tra il 1963 ed il 2000, sono state realizzate per autori cult del fantastico come Anderson, Asimov, Pohl, Sheckley e costituiscono il più ampio repertorio di immagini fantastiche mai realizzato da un artista europeo. Completano la mostra le copertine per i romanzi dell’orrore pubblicati dall’editore tedesco Heine negli anni ’70, che costituiscono uno dei topoi dell’artista olandese. Le piccole ed accuratissime tempere (la tecnica prescelta da Thole per “illuminare” i suoi mondi fantastici) costituiscono una sorprendente rassegna di quadri pop, rimescolando influssi pittorici e culturali antichi per produrre un’arte nuova e di grande impatto emotivo.
Le opere di Thole sono state esposte in centinaia di mostre in tutto il mondo:
Amsterdam (1948, 1949, 1950, 1974); Maastricht (1949); Leuuwarden (1949); Losanna (1968); Trieste (1969, 1972, 1974); Milano (1970 ,1978, 1994, 1998); Verona (1970, 1977, 1990); Ferrara (1972, 1977); Sunderland (1973); Boston (1971); Los Angeles (1972); Gand (1973, 1978); Toronto (1973); Washington (1974); Manchester (1974); Coventry (1975); Newcastle (1975); Londra (1976); Melbourne (1976); Bruges (1976); Phoenix (1977); Genova (1977); Bologna (1977); Lucca (1978); Brighton (1979); Parigi (1979); Prato (1979, 1981, 1988); Sassari (1979); Monaco di Baviera (1980); Trento (1981); Modena (1981); Helsinki (1982); Pesaro (1982); Torino (1984, 1995); Alessandria (1984); Pontremoli (1986); Napoli (1988); San Marino (1993); Cannobio (1993, 1996); Palermo (1998); Milano (2009).
Cenni biografici
Carolus Adrianus Maria Thole (in arte Karel Thole) nasce a Bussum, città a sud-est di Amsterdam, il 20 aprile 1914. Karel segue la sua vocazione artistica e frequenta la facoltà di disegno presso il Rijksmuseum di Amsterdam. I suoi inizi sono indirizzati al campo pubblicitario e “cartellonistico”; i primi successi arrivano però dal mondo editoriale, nel dopoguerra. Oltre ad illustrare numerosi libri e periodici olandesi - si ricordino le illustrazioni al pennino per due opere olandesi molto popolari, Danza intorno al patibolo e La camera oscura, Thole collabora in quel periodo con più di cinquanta editori differenti. Sono sue le illustrazioni per la versione olandese della sagra di Giovanni Guareschi “Don Camillo”. Pur essendo diventato un illustratore affermato, i limiti della scena editoriale olandese non permettono a Thole di esprimere il suo talento: si trasferisce così a Milano con la moglie Elizabeth, le tre figlie e il figlio Ernst nel 1958, periodo in cui il mercato era in grande espansione. Si può indicare questa data come il raggiungimento della sua consacrazione artistica. Dopo aver collaborato con alcune case editrici, tra cui Rizzoli, ottiene il successo con Mondadori: Anita Klinz, il direttore artistico, gli affida le copertine della collana di fantascienza “Urania”. «La verità è che Thole arrivò a Urania già completo, assemblato, con tutte le sue tecniche di lavoro perfezionate, i suoi colori calibrati, il suo gusto, la sua cultura pittorica, la sua fantasia formale già pienamente stabilizzate». Disegna la sua prima copertina per il numero 233, L’impossibile ritorno di J.B. Dexter, pubblicato il 3 luglio 1960. I suoi tondi con bordo rosso hanno illustrato le storie fantastico-surreali della collana per oltre trent’anni: i suoi erano disegni di fantascienza segnati da humor e sfumature horror, abilmente eseguiti grazie a una tecnica notevole e raffinata. Contemporaneamente, Karel Thole continua a lavorare per altri editori europei, tra cui la casa editrice Heine. Si dedica anche ai fumetti, realizzando copertine per la Edifumetto di Renzo Barbieri. Nella seconda metà degli anni ottanta, costretto da un peggioramento alla vista, l’attività di Thole si riduce notevolmente; l’artista riesce però a trovare una nuova maturità nell’insegnamento del disegno. Nel 1993 si trasferisce con la moglie a Cannobio, sul Lago Maggiore. Nonostante la progressiva perdita della vista, Thole non abbandona completamente la sua attività di illustratore, continuando a lavorare per alcune copertine - l’ultima per Urania è quella del numero 1330, Picatrix la scala per l’inferno, pubblicato l’1/03/1998, per alcuni libri, ed esponendo mostre personali. Karel Thole muore a Cannobio la notte del 26 marzo 2000. Thole aveva scelto l’illustrazione editoriale popolare come mezzo espressivo. Tuttavia le sue creazioni, nate per essere il richiamo emotivo alla vendita dell’industria culturale italiana ed europea, si sono affrancate presto dal testo di riferimento per divenire una sequenza di immagini significative per la rappresentazione dell’inquietudine psicologica e sociale di buona parte della seconda parte del Novecento occidentale. Lo stile di Thole è inconfondibile; pochissimi autori possono vantare la capacità di affrontare temi diversi ma prossimi dal punto di vista del “genere” popolare: ogni sua illustrazione, nata per essere riprodotta e mercificata, è concepita come un’opera unica, irripetibile nel suo essere straordinaria, intesa come sintesi narrante e come progetto di design grafico applicato alla narrativa di consumo – la collana Urania negli anni Sessanta tirava oltre centomila copie al mese. Il lettore spesso rimaneva estraniato e affascinato da quelle copertine composte da grafica e illustrazione, dove spesso titolo e disegno non si rispecchiavano, anzi si eludevano. L’artista non ha mai letto i romanzi che illustrava, non era un patito del genere; lo alienava e lo ibridava con l’ironia e il senso della macabra inquietudine.
Bibliografia essenziale:
Le primavere del mostro, a cura di C. Della Pietà, Quadragono Libri, 1976
Manuale dell’ignoto. La pittura fantascientifica di Karel Thole, Mondadori, Milano, 1981
Mosaico. Karel Thole, Nuages, Torino, 1988
Universo Thole, Multidea, Torino, 1995
LIPPI G., Il genio di Karel Thole, in Science+Fiction zerouno, catalogo del Festival Internazionale della Fantascienza, 2001
ANDERSEN H. CHRISTIAN, Karel Thole racconta Andersen, Edicolors, Genova, 2000
ERIK BALZARETTI (a cura di), Le città della mente – tempere di Karel Thole per i romanzi di Urania, Little Nemo, Torino, 2009
AA.VV., Gli illustratori di Urania. Karel Thole, pittore di fantascienza, Fondazione Rosellini per la letteratura popolare, Senigallia, 2012
pur provenendo da una cultura dell’immagine sostanzialmente e “naturalisticamente” figurativa. Una chiara visione del progetto grafico editoriale, un progetto che nasceva da poche indicazioni esterne ma da una innata capacità di connettere la sapienza stilistica, un bagaglio enorme di conoscenze artistiche che vanno dal Trecento nordico sino alla Pop Art, un atto di comunicazione immediata tipica del cartellonismo che diventa packaging per il prodotto culturale di massa: queste le cifre dell’artista. Tuttavia, Thole non si è mai dichiarato tale, ha sempre negato il suo essere artista, affermando di essere un tramite tra l’arte e il suo destinatario, il pubblico. Vive la Pop Art, l’Optical Art e la Psichedelia; usa il Surrealismo, il Cubismo, Escher; ha anticipato il post-moderno,
il neo-barocco e la Trash Art, comunicando serialmente e facendo convivere il Seicento Olandese con Cassandre, Bosch con Dalì, Hannes Bok con Milton Glaser. «Il foglio bianco mi spaventa, e per
questo motivo spesso uso la carta nera: è come una stanza buia di cui non so niente, non so se sia piccola o grande, non so cosa ci sia dentro, così è piena di misteri, che tocca a me scoprire e illustrare, perchè sono un illustratore e non un pittore».
Karel Thole ha costruito non solo l’immaginario fantastico delle generazioni che hanno avuto la fortuna di incontrare le sue immagini ma anche il corredo iconografico di una mostra d’arte contemporanea per niente virtuale che ha viaggiato nel tempo e nello spazio e non solo in Italia. La sua opera, pur ampiamente conosciuta e diffusa in Europa e negli Stati Uniti, non viene mai confusa in quei paesi all’illustrazione di genere. Thole, lo sanno bene, è un’altra cosa.
Questa mostra costituisce un’occasione unica per (ri)scoprire il raffinato immaginario costruito da Thole in oltre 40 anni di attività. Si parte dalle opere “alla maniera nera” (come le suggestive copertine per “Fantômas” di Souvestre e Allain, per la collana edita da Mondadori nei primi anni ’60), per proseguire con le copertine per le opere di Agatha Christie ed Alfred Hitchcock, pubblicate nella collana Oscar Gialli. Nucleo della mostra un excursus tra le copertine dei romanzi di Urania, la più celebre e longeva collana di fantascienza europea, frutto della collaborazione con Fruttero e Lucentini, che celebrarono l’artista nel loro Manuale dell’ignoto (Mondadori, Milano, 1981).
Le opere, che spaziano tra il 1963 ed il 2000, sono state realizzate per autori cult del fantastico come Anderson, Asimov, Pohl, Sheckley e costituiscono il più ampio repertorio di immagini fantastiche mai realizzato da un artista europeo. Completano la mostra le copertine per i romanzi dell’orrore pubblicati dall’editore tedesco Heine negli anni ’70, che costituiscono uno dei topoi dell’artista olandese. Le piccole ed accuratissime tempere (la tecnica prescelta da Thole per “illuminare” i suoi mondi fantastici) costituiscono una sorprendente rassegna di quadri pop, rimescolando influssi pittorici e culturali antichi per produrre un’arte nuova e di grande impatto emotivo.
Le opere di Thole sono state esposte in centinaia di mostre in tutto il mondo:
Amsterdam (1948, 1949, 1950, 1974); Maastricht (1949); Leuuwarden (1949); Losanna (1968); Trieste (1969, 1972, 1974); Milano (1970 ,1978, 1994, 1998); Verona (1970, 1977, 1990); Ferrara (1972, 1977); Sunderland (1973); Boston (1971); Los Angeles (1972); Gand (1973, 1978); Toronto (1973); Washington (1974); Manchester (1974); Coventry (1975); Newcastle (1975); Londra (1976); Melbourne (1976); Bruges (1976); Phoenix (1977); Genova (1977); Bologna (1977); Lucca (1978); Brighton (1979); Parigi (1979); Prato (1979, 1981, 1988); Sassari (1979); Monaco di Baviera (1980); Trento (1981); Modena (1981); Helsinki (1982); Pesaro (1982); Torino (1984, 1995); Alessandria (1984); Pontremoli (1986); Napoli (1988); San Marino (1993); Cannobio (1993, 1996); Palermo (1998); Milano (2009).
Cenni biografici
Carolus Adrianus Maria Thole (in arte Karel Thole) nasce a Bussum, città a sud-est di Amsterdam, il 20 aprile 1914. Karel segue la sua vocazione artistica e frequenta la facoltà di disegno presso il Rijksmuseum di Amsterdam. I suoi inizi sono indirizzati al campo pubblicitario e “cartellonistico”; i primi successi arrivano però dal mondo editoriale, nel dopoguerra. Oltre ad illustrare numerosi libri e periodici olandesi - si ricordino le illustrazioni al pennino per due opere olandesi molto popolari, Danza intorno al patibolo e La camera oscura, Thole collabora in quel periodo con più di cinquanta editori differenti. Sono sue le illustrazioni per la versione olandese della sagra di Giovanni Guareschi “Don Camillo”. Pur essendo diventato un illustratore affermato, i limiti della scena editoriale olandese non permettono a Thole di esprimere il suo talento: si trasferisce così a Milano con la moglie Elizabeth, le tre figlie e il figlio Ernst nel 1958, periodo in cui il mercato era in grande espansione. Si può indicare questa data come il raggiungimento della sua consacrazione artistica. Dopo aver collaborato con alcune case editrici, tra cui Rizzoli, ottiene il successo con Mondadori: Anita Klinz, il direttore artistico, gli affida le copertine della collana di fantascienza “Urania”. «La verità è che Thole arrivò a Urania già completo, assemblato, con tutte le sue tecniche di lavoro perfezionate, i suoi colori calibrati, il suo gusto, la sua cultura pittorica, la sua fantasia formale già pienamente stabilizzate». Disegna la sua prima copertina per il numero 233, L’impossibile ritorno di J.B. Dexter, pubblicato il 3 luglio 1960. I suoi tondi con bordo rosso hanno illustrato le storie fantastico-surreali della collana per oltre trent’anni: i suoi erano disegni di fantascienza segnati da humor e sfumature horror, abilmente eseguiti grazie a una tecnica notevole e raffinata. Contemporaneamente, Karel Thole continua a lavorare per altri editori europei, tra cui la casa editrice Heine. Si dedica anche ai fumetti, realizzando copertine per la Edifumetto di Renzo Barbieri. Nella seconda metà degli anni ottanta, costretto da un peggioramento alla vista, l’attività di Thole si riduce notevolmente; l’artista riesce però a trovare una nuova maturità nell’insegnamento del disegno. Nel 1993 si trasferisce con la moglie a Cannobio, sul Lago Maggiore. Nonostante la progressiva perdita della vista, Thole non abbandona completamente la sua attività di illustratore, continuando a lavorare per alcune copertine - l’ultima per Urania è quella del numero 1330, Picatrix la scala per l’inferno, pubblicato l’1/03/1998, per alcuni libri, ed esponendo mostre personali. Karel Thole muore a Cannobio la notte del 26 marzo 2000. Thole aveva scelto l’illustrazione editoriale popolare come mezzo espressivo. Tuttavia le sue creazioni, nate per essere il richiamo emotivo alla vendita dell’industria culturale italiana ed europea, si sono affrancate presto dal testo di riferimento per divenire una sequenza di immagini significative per la rappresentazione dell’inquietudine psicologica e sociale di buona parte della seconda parte del Novecento occidentale. Lo stile di Thole è inconfondibile; pochissimi autori possono vantare la capacità di affrontare temi diversi ma prossimi dal punto di vista del “genere” popolare: ogni sua illustrazione, nata per essere riprodotta e mercificata, è concepita come un’opera unica, irripetibile nel suo essere straordinaria, intesa come sintesi narrante e come progetto di design grafico applicato alla narrativa di consumo – la collana Urania negli anni Sessanta tirava oltre centomila copie al mese. Il lettore spesso rimaneva estraniato e affascinato da quelle copertine composte da grafica e illustrazione, dove spesso titolo e disegno non si rispecchiavano, anzi si eludevano. L’artista non ha mai letto i romanzi che illustrava, non era un patito del genere; lo alienava e lo ibridava con l’ironia e il senso della macabra inquietudine.
Bibliografia essenziale:
Le primavere del mostro, a cura di C. Della Pietà, Quadragono Libri, 1976
Manuale dell’ignoto. La pittura fantascientifica di Karel Thole, Mondadori, Milano, 1981
Mosaico. Karel Thole, Nuages, Torino, 1988
Universo Thole, Multidea, Torino, 1995
LIPPI G., Il genio di Karel Thole, in Science+Fiction zerouno, catalogo del Festival Internazionale della Fantascienza, 2001
ANDERSEN H. CHRISTIAN, Karel Thole racconta Andersen, Edicolors, Genova, 2000
ERIK BALZARETTI (a cura di), Le città della mente – tempere di Karel Thole per i romanzi di Urania, Little Nemo, Torino, 2009
AA.VV., Gli illustratori di Urania. Karel Thole, pittore di fantascienza, Fondazione Rosellini per la letteratura popolare, Senigallia, 2012
14
marzo 2013
KAREL THOLE – CREATORE DI UNIVERSI
Dal 14 al 24 marzo 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARNALDO PAVESI
Milano, Via Guido D'arezzo, 17, (Milano)
Milano, Via Guido D'arezzo, 17, (Milano)
Orario di apertura
Dal lunedì alla domenica Ore 10-13 15-19
Vernissage
14 Marzo 2013, h 18
Sito web
www.littlenemo.it
Autore