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Karel Zlin – Allegorie metafisiche
La mostra del pittore e scultore moravo Karel Zlin è realizzata in collaborazione con la Orenda Art International di Parigi e con il patrocinio dell’Istituto di Cultura della Repubblica Ceca. Trasferitosi nel 1976 a Parigi, ha avuto importanti commissioni pubbliche dal governo francese.
Comunicato stampa
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Dal testo in catalogo di Luca Pietro Nicoletti, PER UN RITRATTO DI KAREL ZLIN PITTORE:
[…] di fronte a quest’ uomo così mite, che pare adatto solo a tenere in mano la penna, bisogna ricordarsi che in passato è stato autore anche di opere monumentali e commesse pubbliche di rilievo. Basta ricordare il grande bronzo della Barque solaire, eseguita nel 1993 su commissione del Ministero della Cultura, sotto la presidenza di Mitterand, e collocato nel parco del Castello di Rambouillet. Accanto alle grandi opere, però, nella sua pittura si ritrova una dimensione più intima e contenuta, che pare rifuggire da eccessi di monumentalità. Restano immutate le stesse passioni, i medesimi referenti. Si può dire che quella di Karel Zlin sia un’arte “senza tempo”, che ha attraversato la seconda metà del Novecento tenendo dei punti di riferimento costanti: anche all’interno del mutamento di stile da una fase all’altra della sua produzione, si riconosce un debito continuo verso la tradizione del Surrealismo e della Metafisica. Credo oltretutto che Karel Zlin non avrebbe potuto dipingere opere di questo genere se dalla natia Moravia non si fosse trasferito a Parigi. Quella pittura nitida e tersa, fatta di elementi geometrici, ovoidi, compassi e una selva di squadre fluttuanti, organizzate con grafica eleganza paratattica non si spiegherebbe senza quel modello, pure trasformato in un motivo che aspira all’astrazione geometrica: è un mondo di forme e di oggetti a sé stante, collocato in una sua propria dimensione in assenza di forza di gravità.
[…] di fronte a quest’ uomo così mite, che pare adatto solo a tenere in mano la penna, bisogna ricordarsi che in passato è stato autore anche di opere monumentali e commesse pubbliche di rilievo. Basta ricordare il grande bronzo della Barque solaire, eseguita nel 1993 su commissione del Ministero della Cultura, sotto la presidenza di Mitterand, e collocato nel parco del Castello di Rambouillet. Accanto alle grandi opere, però, nella sua pittura si ritrova una dimensione più intima e contenuta, che pare rifuggire da eccessi di monumentalità. Restano immutate le stesse passioni, i medesimi referenti. Si può dire che quella di Karel Zlin sia un’arte “senza tempo”, che ha attraversato la seconda metà del Novecento tenendo dei punti di riferimento costanti: anche all’interno del mutamento di stile da una fase all’altra della sua produzione, si riconosce un debito continuo verso la tradizione del Surrealismo e della Metafisica. Credo oltretutto che Karel Zlin non avrebbe potuto dipingere opere di questo genere se dalla natia Moravia non si fosse trasferito a Parigi. Quella pittura nitida e tersa, fatta di elementi geometrici, ovoidi, compassi e una selva di squadre fluttuanti, organizzate con grafica eleganza paratattica non si spiegherebbe senza quel modello, pure trasformato in un motivo che aspira all’astrazione geometrica: è un mondo di forme e di oggetti a sé stante, collocato in una sua propria dimensione in assenza di forza di gravità.
09
febbraio 2010
Karel Zlin – Allegorie metafisiche
Dal 09 al 27 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE RENZO CORTINA
Milano, Via Mac Mahon, 14, (Milano)
Milano, Via Mac Mahon, 14, (Milano)
Orario di apertura
Da martedì a sabato ore 10-12.30 e 16.30-19.30. Chiuso domenica e lunedì mattina.
Vernissage
9 Febbraio 2010, ore 18:30
Autore
Curatore