Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
KARIN SCHMUCK – FINIS TERRAE (WORLD’S ENDS)
Karin Schmuck presenta opere fotografiche scattate lungo la costa della Galizia, nell’estremo nord-ovest della Spagna, dove mitologia e storia contemporanea si in-contrano e dove la fine segna l’inizio di qualcosa di nuovo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La 00A Gallery, propone dal 10 al 28 maggio 2023 presso il suo spazio espositivo in via della Malvasia 53 a Trento il progetto fotografico “FINIS TERRAE (WORLD’S ENDS)” di Karin Schmuck. L’inaugurazione si terrà mercoledì 10 maggio alle ore 18.30.
La mostra, a entrata libera, sarà visitabile dal mercoledì al venerdì dalle 15.00 alle18.30 (oppure su prenotazione telefonando al +39 335 7733760) ed è stata realizzata grazie al sostegno del Comune di Merano e della Provincia di Autonoma di Bolzano.
Karin Schmuck presenta opere fotografiche scattate lungo la costa della Galizia, nell’estremo nord-ovest della Spagna, dove mitologia e storia contemporanea si in-contrano e dove la fine segna l’inizio di qualcosa di nuovo.
Si narra che quando, nel 1492, Cristoforo Colombo raggiunse il “nuovo mondo”, gli sia venuto incontro un galego dicendo: “Ti do una mano ad attraccare?” Questa barzelletta, molto nota in Galizia, affronta in modo umoristico una triste realtà, cioè il fatto che gran parte della popolazione sia stata costretta a lasciare la propria terra natia in cerca di un futuro migliore. Si tratta di un territorio rurale, scarsamente popolato, povero. Negli ultimi 200 anni la Galizia ha perso più di 2,5 milioni dei suoi abitanti, emigrati soprattutto in America Latina.
Tra la vecchia e la nuova patria si distende l’oceano atlantico. Numerose imbarcazioni sono affondate davanti a questo brullo tratto costiero, nelle pericolose acque che bagna-no la costa da morte tra Malpica, a nord, e Capo Finisterre. Finis terrae, la fine del mon-do, così i romani chiamavano questa punta rocciosa. Già i celti, stabilitisi in Galizia nel VII secolo a.C., erano convinti che il promontorio segnasse il punto più occidentale della ter-ra. Ma il capo non era solamente la fine del (loro) mondo – rappresentava anche il punto di partenza per l’aldilà, un viaggio che i morti intraprendevano a bordo di navi di pietra.
Anche Karin Schmuck si è messa in viaggio. Dal 2018, con la sua macchina fotografica visita quei luoghi che tempo addietro erano considerati essere i “confini del mondo”, zo-ne che già nell’antichità hanno inspirato miti e racconti di ogni tipo, tra cui lo stretto di Gi-bilterra con le cosiddette colonne di Eracle, e lo stretto di Messina, dimora di Scilla e Ca-riddi, i mostri marini descritti da Omero. Ne derivano Hercules’ Pillars e Between Scylla and Charybdis, due cicli fotografici indipendenti che, sebbene esposti separatamente, sono parte integrante dello stesso progetto. Il confine, la sua artificialità, il limes immagi-nario, la frontiera che superiamo – questo il filo conduttore della sua ricerca, per la quale percorre centinaia di chilometri, sempre rigorosamente a piedi. Camminare e guardare: due azioni che nella loro lentezza permettono di interiorizzare il genius loci in modo sia fisiologico che esperienziale. L’artista crea opere fotografiche tra la realtà e il mito, cattu-rando ciò che vede e intravede nei ricordi delle persone che in passato hanno affrontato questi luoghi.
La paura, la traversata, l’incertezza, gli abissi. In Galizia l’artista si è confrontata col mo-mento dell’attesa e con le esperienze di coloro che da qui hanno preso la via per il mare, ignari di ciò che li avrebbe accolti dall’altra parte. Hanno visto lo stesso mare schiumoso, udito lo stesso fragore, sentito gli stessi schizzi sulla pelle. Karin Schmuck scorge uno scoglio che, solido, emerge dalle onde. Dopo un po’ i contorni si dissolvono, la roccia inizia a muoversi sull’acqua, come una nave di pietra che affronta l’immensità dell’oceano.
________________________________________________________________________
L’associazione culturale 00A, nata nel 2016 a Merano da un’idea di Christian Martinelli e Andrea Salvà, come spazio temporaneo per eventi espositivi legati alla valorizzazione della fotografia analogica, ha come vocazione quella di favorire il dialogo intorno alla cultura fotografica contemporanea. L’ambizione è quella di implementare la circuitazione nazionale e internazionale di progetti e produzioni locali e non, per favorire, consolidare e integrare in un contesto più ampio possibile, realtà e soggetti emergenti sul territorio. Dopo la prematura scomparsa di Christian Martinelli, affermato artista e fotografo mera-nese, il “nuovo” Direttivo - composto da Andrea Salvà, Nicola Morandini e Massimo Gio-vannini -, ha messo a punto una fitta programmazione espositiva proseguendo gli intenti condivisi con l’amico e collega Christian.
Il mese di maggio 2023 si prospetta ricco di eventi. Oltre alla mostra di Karin Schmuck a Trento, la 00A Gallery organizza a Merano, presso il Centro per la cultura in via Cavour 1, tre incontri dal titolo “Storie di fotografia – Riflessioni sul linguaggio fotografico” a cura di Anna Zinelli, laureata in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli studi di Parma e assistente alla direzione presso Kunst Merano Arte.
Esposizioni e talk culturali veicolano la mission dell’Associazione, creando così una si-nergia virtuosa in luoghi e spazi diversi, mettendo in connessione artisti e fotografi con la cittadinanza interessata alla fotografia contemporanea.
________________________________________________________________________
Karin Schmuck studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino e fotografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Da alcuni anni si dedica a progetti che la portano a confini e posti remoti, rigorosamente a piedi e in solitudine. Attualmente le sue opere sono in mostra a Torino al Museo Nazionale della Montagna e alla Galleria Crag e a set-tembre 2023 le sarà dedicata una mostra personale a Wörgl, Austria, dove verrà espo-sta, per la prima volta, una selezione di opere del progetto Limitis. A giugno di quest’anno compirà un viaggio sul Bosforo, prossima tappa di World’s Ends.
Vive e lavora a Siusi (Bz).
________________________________________________________________________
Sito web 00A Gallery: https://www.00agallery.com/
Sito web Karin Schmuck: https://www.karinschmuck.com/
La mostra, a entrata libera, sarà visitabile dal mercoledì al venerdì dalle 15.00 alle18.30 (oppure su prenotazione telefonando al +39 335 7733760) ed è stata realizzata grazie al sostegno del Comune di Merano e della Provincia di Autonoma di Bolzano.
Karin Schmuck presenta opere fotografiche scattate lungo la costa della Galizia, nell’estremo nord-ovest della Spagna, dove mitologia e storia contemporanea si in-contrano e dove la fine segna l’inizio di qualcosa di nuovo.
Si narra che quando, nel 1492, Cristoforo Colombo raggiunse il “nuovo mondo”, gli sia venuto incontro un galego dicendo: “Ti do una mano ad attraccare?” Questa barzelletta, molto nota in Galizia, affronta in modo umoristico una triste realtà, cioè il fatto che gran parte della popolazione sia stata costretta a lasciare la propria terra natia in cerca di un futuro migliore. Si tratta di un territorio rurale, scarsamente popolato, povero. Negli ultimi 200 anni la Galizia ha perso più di 2,5 milioni dei suoi abitanti, emigrati soprattutto in America Latina.
Tra la vecchia e la nuova patria si distende l’oceano atlantico. Numerose imbarcazioni sono affondate davanti a questo brullo tratto costiero, nelle pericolose acque che bagna-no la costa da morte tra Malpica, a nord, e Capo Finisterre. Finis terrae, la fine del mon-do, così i romani chiamavano questa punta rocciosa. Già i celti, stabilitisi in Galizia nel VII secolo a.C., erano convinti che il promontorio segnasse il punto più occidentale della ter-ra. Ma il capo non era solamente la fine del (loro) mondo – rappresentava anche il punto di partenza per l’aldilà, un viaggio che i morti intraprendevano a bordo di navi di pietra.
Anche Karin Schmuck si è messa in viaggio. Dal 2018, con la sua macchina fotografica visita quei luoghi che tempo addietro erano considerati essere i “confini del mondo”, zo-ne che già nell’antichità hanno inspirato miti e racconti di ogni tipo, tra cui lo stretto di Gi-bilterra con le cosiddette colonne di Eracle, e lo stretto di Messina, dimora di Scilla e Ca-riddi, i mostri marini descritti da Omero. Ne derivano Hercules’ Pillars e Between Scylla and Charybdis, due cicli fotografici indipendenti che, sebbene esposti separatamente, sono parte integrante dello stesso progetto. Il confine, la sua artificialità, il limes immagi-nario, la frontiera che superiamo – questo il filo conduttore della sua ricerca, per la quale percorre centinaia di chilometri, sempre rigorosamente a piedi. Camminare e guardare: due azioni che nella loro lentezza permettono di interiorizzare il genius loci in modo sia fisiologico che esperienziale. L’artista crea opere fotografiche tra la realtà e il mito, cattu-rando ciò che vede e intravede nei ricordi delle persone che in passato hanno affrontato questi luoghi.
La paura, la traversata, l’incertezza, gli abissi. In Galizia l’artista si è confrontata col mo-mento dell’attesa e con le esperienze di coloro che da qui hanno preso la via per il mare, ignari di ciò che li avrebbe accolti dall’altra parte. Hanno visto lo stesso mare schiumoso, udito lo stesso fragore, sentito gli stessi schizzi sulla pelle. Karin Schmuck scorge uno scoglio che, solido, emerge dalle onde. Dopo un po’ i contorni si dissolvono, la roccia inizia a muoversi sull’acqua, come una nave di pietra che affronta l’immensità dell’oceano.
________________________________________________________________________
L’associazione culturale 00A, nata nel 2016 a Merano da un’idea di Christian Martinelli e Andrea Salvà, come spazio temporaneo per eventi espositivi legati alla valorizzazione della fotografia analogica, ha come vocazione quella di favorire il dialogo intorno alla cultura fotografica contemporanea. L’ambizione è quella di implementare la circuitazione nazionale e internazionale di progetti e produzioni locali e non, per favorire, consolidare e integrare in un contesto più ampio possibile, realtà e soggetti emergenti sul territorio. Dopo la prematura scomparsa di Christian Martinelli, affermato artista e fotografo mera-nese, il “nuovo” Direttivo - composto da Andrea Salvà, Nicola Morandini e Massimo Gio-vannini -, ha messo a punto una fitta programmazione espositiva proseguendo gli intenti condivisi con l’amico e collega Christian.
Il mese di maggio 2023 si prospetta ricco di eventi. Oltre alla mostra di Karin Schmuck a Trento, la 00A Gallery organizza a Merano, presso il Centro per la cultura in via Cavour 1, tre incontri dal titolo “Storie di fotografia – Riflessioni sul linguaggio fotografico” a cura di Anna Zinelli, laureata in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli studi di Parma e assistente alla direzione presso Kunst Merano Arte.
Esposizioni e talk culturali veicolano la mission dell’Associazione, creando così una si-nergia virtuosa in luoghi e spazi diversi, mettendo in connessione artisti e fotografi con la cittadinanza interessata alla fotografia contemporanea.
________________________________________________________________________
Karin Schmuck studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino e fotografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Da alcuni anni si dedica a progetti che la portano a confini e posti remoti, rigorosamente a piedi e in solitudine. Attualmente le sue opere sono in mostra a Torino al Museo Nazionale della Montagna e alla Galleria Crag e a set-tembre 2023 le sarà dedicata una mostra personale a Wörgl, Austria, dove verrà espo-sta, per la prima volta, una selezione di opere del progetto Limitis. A giugno di quest’anno compirà un viaggio sul Bosforo, prossima tappa di World’s Ends.
Vive e lavora a Siusi (Bz).
________________________________________________________________________
Sito web 00A Gallery: https://www.00agallery.com/
Sito web Karin Schmuck: https://www.karinschmuck.com/
10
maggio 2023
KARIN SCHMUCK – FINIS TERRAE (WORLD’S ENDS)
Dal 10 al 28 maggio 2023
fotografia
Location
00A Gallery
Trento, Via della Malvasia, 53, (TN)
Trento, Via della Malvasia, 53, (TN)
Orario di apertura
dal mercoledì al venerdì dalle15.00 alle18.30
in altri orari (o al sabato e alla domenica) su prenotazione
Info: +39 335 7733760
Vernissage
10 Maggio 2023, ore 18.30
Sito web
Autore
Curatore
Patrocini