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Karl Klaus Mehrkens
In questa produzione recente, visibile in galleria, Mehkens mette in scena le opere degli uomini, le cose, i paesaggi e i ritratti ma con una pasta cromatica che fa perdere loro la propria specificità
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 14 ottobre al 26 novembre la galleria d’arte contemporanea Next Art di AREZZO ospita una mostra personale dell’artista tedesco Karl Kraus Merhkens, nato a Brema nel 1955, apprezzato e conosciuto anche in Italia.
Il programma prevede un incontro preliminare al CAFFÈ della TORRE, alle h.18,00 con i curatori (Antonio e Pasquale Macrì) e Matilde Puleo, storico dell’arte, per proseguire l’abitudine di fare due chiacchiere sul contemporaneo.
Alle h.19,00, il cocktail d'apertura in galleria.
L’incontro intende analizzare la situazione artistica in Germania a partire dalla caduta del muro di Berlino ed affrontare alcune delle problematiche sorte in quel periodo, avvalendosi della presenza di un artista che nel 1981 aprì ad Hannover una galleria d’arte: la Galerie Weisses Pferd (Cavallo Bianco).
In questa produzione recente, visibile in galleria, Mehkens mette in scena le opere degli uomini, le cose, i paesaggi e i ritratti ma con una pasta cromatica che fa perdere loro la propria specificità. Tutto quanto appartenga al mondo percepito è soggetto alla trasformazione in qualcosa d'altro. Una materia liquida e colorata ordina le variazioni climatiche, quelle fisiche della roccia e quelle delle sedimentazioni, alla ricerca delle forme del terreno e dei processi che modellano il paesaggio. Ne nascono immagini di ciò che precede ed è accaduto prima che piante, uomini e animali vi trovassero spazio. Ogni passaggio cromatico sembra avere lo scopo di conferire significato e valore agli aspetti geologici meno appariscenti e sotterranei.
Karl Klaus Mehrkens ha una conoscenza profonda - commossa e amara – della natura e degli uomini. Il colore ed il segno graffiante del carboncino, che conferisce forza dando corpo alle masse, sono la sintesi di una ricerca che mette in gioco l'artista in prima persona e il suo rapporto con gli altri e la realtà.
In questa prospettiva si situano le porzioni di paesaggio, gli scorci abbacinati di luce o immersi nella nebbia e i ritratti di giovani imberbi circondati da materie colorate prodotte dai loro stessi corpi. Questo sacrificare la nitidezza delle cose ha due declinazioni possibili: da un lato l’analisi del ‘prima’ di ogni creazione e dall’altro, il tentativo di allontanare questo mondo dall’azione distruttiva dell’uomo. Non più alleati, il paesaggio e l’uomo stabiliscono interazioni che l’artista sembra giudicare negativamente: nei confronti dei propri simili, non vi è più né compiacimento né fiducia.
Nei ritratti invece viene messa in atto una presa di possesso della materia. Un'invasione di giovani uomini dal corpo atletico con lo sguardo rivolto all’infinito cerca spazio fra luci e colori. Uomini catturati nel loro privato, in momenti di libertà antieroica, che espongono se stessi senza alcuna sfrontatezza, lasciando fuori ogni devastazione. L'artista qui procede alla ricostruzione del visibile, necessariamente parziale, producendo sui volti delicati lo stesso esito romantico e alienato di un paesaggio di rovine. L'oggetto della rappresentazione è ancora integro: esprime l'immagine che lo rende riconoscibile ma solo per lasciarlo in balia della propria carica autodistruttiva.
Il programma prevede un incontro preliminare al CAFFÈ della TORRE, alle h.18,00 con i curatori (Antonio e Pasquale Macrì) e Matilde Puleo, storico dell’arte, per proseguire l’abitudine di fare due chiacchiere sul contemporaneo.
Alle h.19,00, il cocktail d'apertura in galleria.
L’incontro intende analizzare la situazione artistica in Germania a partire dalla caduta del muro di Berlino ed affrontare alcune delle problematiche sorte in quel periodo, avvalendosi della presenza di un artista che nel 1981 aprì ad Hannover una galleria d’arte: la Galerie Weisses Pferd (Cavallo Bianco).
In questa produzione recente, visibile in galleria, Mehkens mette in scena le opere degli uomini, le cose, i paesaggi e i ritratti ma con una pasta cromatica che fa perdere loro la propria specificità. Tutto quanto appartenga al mondo percepito è soggetto alla trasformazione in qualcosa d'altro. Una materia liquida e colorata ordina le variazioni climatiche, quelle fisiche della roccia e quelle delle sedimentazioni, alla ricerca delle forme del terreno e dei processi che modellano il paesaggio. Ne nascono immagini di ciò che precede ed è accaduto prima che piante, uomini e animali vi trovassero spazio. Ogni passaggio cromatico sembra avere lo scopo di conferire significato e valore agli aspetti geologici meno appariscenti e sotterranei.
Karl Klaus Mehrkens ha una conoscenza profonda - commossa e amara – della natura e degli uomini. Il colore ed il segno graffiante del carboncino, che conferisce forza dando corpo alle masse, sono la sintesi di una ricerca che mette in gioco l'artista in prima persona e il suo rapporto con gli altri e la realtà.
In questa prospettiva si situano le porzioni di paesaggio, gli scorci abbacinati di luce o immersi nella nebbia e i ritratti di giovani imberbi circondati da materie colorate prodotte dai loro stessi corpi. Questo sacrificare la nitidezza delle cose ha due declinazioni possibili: da un lato l’analisi del ‘prima’ di ogni creazione e dall’altro, il tentativo di allontanare questo mondo dall’azione distruttiva dell’uomo. Non più alleati, il paesaggio e l’uomo stabiliscono interazioni che l’artista sembra giudicare negativamente: nei confronti dei propri simili, non vi è più né compiacimento né fiducia.
Nei ritratti invece viene messa in atto una presa di possesso della materia. Un'invasione di giovani uomini dal corpo atletico con lo sguardo rivolto all’infinito cerca spazio fra luci e colori. Uomini catturati nel loro privato, in momenti di libertà antieroica, che espongono se stessi senza alcuna sfrontatezza, lasciando fuori ogni devastazione. L'artista qui procede alla ricostruzione del visibile, necessariamente parziale, producendo sui volti delicati lo stesso esito romantico e alienato di un paesaggio di rovine. L'oggetto della rappresentazione è ancora integro: esprime l'immagine che lo rende riconoscibile ma solo per lasciarlo in balia della propria carica autodistruttiva.
14
ottobre 2006
Karl Klaus Mehrkens
Dal 14 ottobre al 26 novembre 2006
arte contemporanea
Location
NAG 1
Arezzo, Via Bicchieraia, 20, (Arezzo)
Arezzo, Via Bicchieraia, 20, (Arezzo)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle ore 16 alle 19,30.
Sabato e domenica aperto anche al mattino dalle 10 alle 12,30
Mattino feriali su appuntamento
Vernissage
14 Ottobre 2006, ore 18
Autore
Curatore