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Katja Loher
Dopo una formazione di carattere accademico Katja Loher ha iniziato a dedicarsi alla sperimentazione tecnologica, associandovi l’utilizzo di diversi materiali, nell’intento di indagare le relazioni tra l’essere umano e l’universo che lo circonda.
Comunicato stampa
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Il video è il filo conduttore tra tutte le opere, ma non è quasi mai inteso come lavoro fine a se stesso, bensì è associato a strutture complesse ed articolate, come sculture o installazioni, dando vita a serie di opere che l'artista ha definito "Miniverse" e "Videoplanet", che sono i due nuclei intorno ai quali si costruisce questa mostra.
Il percorso espositivo si apre con un'installazione intitolata Red Planet (della serie Videoplanet), un video proiettato su un grande pallone di gomma che fluttua nello spazio. Il video è costruito attraverso un sistema di comunicazione che Loher chiama "videoalphabet", che rappresenta la sintesi della continua esplorazione del linguaggio, presente nella gran parte dei suoi lavori. Il "videoalphabet" è un vero e proprio codice, in cui figure umane, eseguendo studiate coreografie, riproducono una serie di simboli che, assemblati in fase di post produzione, diventano lettere dell'alfabeto, da cui l'artista fa derivare parole, quindi domande. Tali domande sono concise ed essenziali, restituite visivamente attraverso brillanti cromatismi e sobrie strutture metaforiche, e nonostante un'apparente leggerezza, rivelano una drammatica denuncia nei confronti dell'uomo e del mondo che egli ha costruito.
Opere come Where is the centre of the sea, oppure Sculpting in time, realizzate in esclusiva per la mostra, fanno parte della produzione dei Miniverse, elementi di forma sferica caratterizzati da fori, che dalla superficie si sviluppano verso il centro. Guardandovi attraverso lo spettatore ha accesso a dei messaggi, trasmessi, come di consueto, attraverso il video. Per la realizzazione di queste opere Loher si è ispirata ai quattro elementi della natura, acqua, terra, fuoco, e aria, associandovi diversi materiali, come la plastica, il vetro, il legno o l'alluminio. Queste opere risultano amplificare la visione microscopica e al contempo offrono una prospettiva inconsueta allo spettatore, la visione dall'alto di un mondo quasi invisibile, denso di accezioni e messaggi.
La mostra si completa con un'installazione interattiva del 2006, Peephole, "spioncino", attraverso cui lo spettatore è invitato a guardare. Questi però non riceve alcuno stimolo, in quanto non vi è nulla da vedere, l'unico segnale è dato da un leggero suono. Nel frattempo il ritratto dell'osservatore sarà proiettato su un pallone di gomma. Colui il quale vorrà guardare attraverso, perché stimolato dalla curiosità, sarà invece riflesso su un pallone visibile a tutti i presenti, ribaltando completamente il concetto più tradizionale del "voyeur".
Tutte le opere di Katja Loher sono accompagnate da musiche composte in esclusiva da Asako Fujimoto.
Il percorso espositivo si apre con un'installazione intitolata Red Planet (della serie Videoplanet), un video proiettato su un grande pallone di gomma che fluttua nello spazio. Il video è costruito attraverso un sistema di comunicazione che Loher chiama "videoalphabet", che rappresenta la sintesi della continua esplorazione del linguaggio, presente nella gran parte dei suoi lavori. Il "videoalphabet" è un vero e proprio codice, in cui figure umane, eseguendo studiate coreografie, riproducono una serie di simboli che, assemblati in fase di post produzione, diventano lettere dell'alfabeto, da cui l'artista fa derivare parole, quindi domande. Tali domande sono concise ed essenziali, restituite visivamente attraverso brillanti cromatismi e sobrie strutture metaforiche, e nonostante un'apparente leggerezza, rivelano una drammatica denuncia nei confronti dell'uomo e del mondo che egli ha costruito.
Opere come Where is the centre of the sea, oppure Sculpting in time, realizzate in esclusiva per la mostra, fanno parte della produzione dei Miniverse, elementi di forma sferica caratterizzati da fori, che dalla superficie si sviluppano verso il centro. Guardandovi attraverso lo spettatore ha accesso a dei messaggi, trasmessi, come di consueto, attraverso il video. Per la realizzazione di queste opere Loher si è ispirata ai quattro elementi della natura, acqua, terra, fuoco, e aria, associandovi diversi materiali, come la plastica, il vetro, il legno o l'alluminio. Queste opere risultano amplificare la visione microscopica e al contempo offrono una prospettiva inconsueta allo spettatore, la visione dall'alto di un mondo quasi invisibile, denso di accezioni e messaggi.
La mostra si completa con un'installazione interattiva del 2006, Peephole, "spioncino", attraverso cui lo spettatore è invitato a guardare. Questi però non riceve alcuno stimolo, in quanto non vi è nulla da vedere, l'unico segnale è dato da un leggero suono. Nel frattempo il ritratto dell'osservatore sarà proiettato su un pallone di gomma. Colui il quale vorrà guardare attraverso, perché stimolato dalla curiosità, sarà invece riflesso su un pallone visibile a tutti i presenti, ribaltando completamente il concetto più tradizionale del "voyeur".
Tutte le opere di Katja Loher sono accompagnate da musiche composte in esclusiva da Asako Fujimoto.
26
settembre 2009
Katja Loher
Dal 26 settembre al 05 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA TIZIANA DI CARO
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15:30 - 20:30
Vernissage
26 Settembre 2009, ore 19:00
Autore