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Kawita Vatanajyankur – Performing Textiles
Di nuovo a Venezia in occasione della Biennale Arte, la performer thailandese porta le sue ultime provocazioni in cui esplora la vulnerabile condizione femminile, interrogandosi sui luoghi dell’identità culturale, sul femminismo, il lavoro delle donne, il consumismo, le esperienze vissute
Comunicato stampa
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"PERFORMING TEXTILES" dell'artista thailandese KAWITA VATANAJYANKUR, è la mostra personale con cui il Concilio Europeo dell'Arte inaugura la sua nuova sede e galleria espositiva - InParadiso 3030 - in concomitanza con l'inaugurazione della 58. Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia.
Non a caso il Concilio Europeo dell'Arte ha scelto come protagonista della mostra d'apertura la videoartista e performer Kawita Vatanajyankur, che porta a Venezia le sue ultime provocazioni interrogandosi sui luoghi dell'identità culturale, sul femminismo, il lavoro delle donne, il consumismo, le esperienze vissute, e classificandoli attraverso la lente di un realismo iper- colorato e l'intensità della composizione fisica rispetto a quella materiale.
Protagonista della scena artistica contemporanea asiatica e australiana, Kawita con i suoi lavori indaga la vulnerabile condizione femminile e le restrizioni a cui è sottoposta la donna nella società attraverso video di forte impatto, in cui corpi femminili sono impegnati in equilibrismi quasi impossibili, in una sfida che è contemporaneamente coinvolgente e squilibrante sia per l’artista che per l’osservatore. I colori accattivanti e luminosi caratterizzano una ricerca estetica che attinge al linguaggio visivo della rete, sarcastica allusione al consumismo che pretende di dare una gratificazione istantanea.
La serie "Performing Textiles" - creata viaggiando in Nuova Zelanda – nasce da un percorso in Thailandia che l'artista ha intrapreso per esplorare le varie tecniche di produzione tessile esistenti all'interno di piccoli villaggi, adottate dalle donne lavoratrici del luogo: qui la produzione spesso richiedeva molto tempo, ma la qualità dei tessuti realizzati da queste donne era superiore. Ed è il corpo di Kawita che nelle sue performances dà voce al lavoro di queste donne, mette in discussione il modo in cui il lavoro è organizzato e, a sua volta, la posizione delle donne nella società.
Cesteria, tessitura a telaio, maglia, uncinetto e lavorazione del merletto sono tutte abilità materiali femminili. In quanto tale, la pratica di Vatanajyankur "si concentra sulla valutazione del lavoro quotidiano delle donne, offrendo allo stesso tempo un esame approfondito dei modi sociali e culturali di osservare il lavoro delle donne". Lo sfruttamento del lavoro è una questione importante e di grande attualità nella società consumistica, che blocca l'accesso all'emancipazione femminile e all'uguaglianza di genere.
Nelle sue performances, Vatanajyankur trasforma il suo corpo in vari strumenti di processo tessile. La sua forma fisica diventa l'incarnazione di una ruota che gira o di una navetta per tessere. Mentre i lavori procedono, il suo corpo lotta per competere come strumento materiale e subisce metamorfosi sia psicologica, sia fisica, ripetendo infinitamente gli stessi movimenti.
I tessuti sono anche collegati simbolicamente alla nascita, alla fertilità e alla riproduzione. La pratica di lavorare con i materiali collega i corpi delle donne alla terra. È un simbolo di vita e potere. Esiste un parallelo poetico tra la creazione di un nuovo filo e una nuova vita.
KAWITA VATANAJYANKUR ha ottenuto un riconoscimento significativo da quando si è laureata alla RMIT University (BA, Fine Art) nel 2011. Nel 2015 è stata finalista al Jaguar Asia Pacific Tech Art Prize e curata nella prestigiosa mostra Thailand Eye alla Saatchi Gallery di Londra. Nel 2017, la sua opera è stata curata da Alamak!project e Concilio Europeo dell'Arte alla mostra 'Islands in the Stream' alla 57. Biennale di Venezia e invitata ad esporre all'Asia Triennale di Performing Arts al Melbourne Arts Center, così come all'Asian Art Biennial Taiwan 'Negotiating the Future'. Il 2018 l'ha vista protagonista alla BAB – Bangkok Art Biennale esponendo i suoi video su grandi schermi installati ovunque nella metropoli asiatica. Vatanajyankur ha esposto ovunque in Australia, Asia, Stati Uniti ed Europa. I suoi lavori sono esposti presso la National Collection of Thailand così come nelle collezioni museali tra cui Singapore Art Museum, Dunedin Public Art Gallery (Dunedin Art Museum), Maiiam Contemporary Art Museum, nonché in collezioni universitarie e collezioni private in Australia, Nuova Zelanda, Asia, Europa e America. Attualmente è rappresentata da Nova Contemporary, Bangkok / Alamak!project / Clear Edition & Gallery, Tokyo e Antidote Organization, Australia.
InPARADISO 3030 è il nuovo spazio espositivo contemporaneo, galleria e store del Concilio Europeo dell'Arte, aperto nel centro storico di Venezia a fianco della monumentale Basilica dei Frari. Rinnovata sede del CEA, si affianca alle attività che il Concilio promuove ed organizza alla InParadiso Art Gallery ai Giardini della Biennale.
Il CONCILIO EUROPEO DELL'ARTE - organizzatore e curatore di Performing Textiles - nasce nel 2006 per promuovere e diffondere l’arte contemporanea stimolando e sostenendo il talento degli artisti, in una prospettiva europea e internazionale. Protagonista della scena artistica nelle sue principali sedi a Venezia, Firenze, Parigi e Labin, nel 2016 all’Associazione si affianca la Fondazione del Concilio per continuare a perseguire la sua mission di promotore culturale.
Non a caso il Concilio Europeo dell'Arte ha scelto come protagonista della mostra d'apertura la videoartista e performer Kawita Vatanajyankur, che porta a Venezia le sue ultime provocazioni interrogandosi sui luoghi dell'identità culturale, sul femminismo, il lavoro delle donne, il consumismo, le esperienze vissute, e classificandoli attraverso la lente di un realismo iper- colorato e l'intensità della composizione fisica rispetto a quella materiale.
Protagonista della scena artistica contemporanea asiatica e australiana, Kawita con i suoi lavori indaga la vulnerabile condizione femminile e le restrizioni a cui è sottoposta la donna nella società attraverso video di forte impatto, in cui corpi femminili sono impegnati in equilibrismi quasi impossibili, in una sfida che è contemporaneamente coinvolgente e squilibrante sia per l’artista che per l’osservatore. I colori accattivanti e luminosi caratterizzano una ricerca estetica che attinge al linguaggio visivo della rete, sarcastica allusione al consumismo che pretende di dare una gratificazione istantanea.
La serie "Performing Textiles" - creata viaggiando in Nuova Zelanda – nasce da un percorso in Thailandia che l'artista ha intrapreso per esplorare le varie tecniche di produzione tessile esistenti all'interno di piccoli villaggi, adottate dalle donne lavoratrici del luogo: qui la produzione spesso richiedeva molto tempo, ma la qualità dei tessuti realizzati da queste donne era superiore. Ed è il corpo di Kawita che nelle sue performances dà voce al lavoro di queste donne, mette in discussione il modo in cui il lavoro è organizzato e, a sua volta, la posizione delle donne nella società.
Cesteria, tessitura a telaio, maglia, uncinetto e lavorazione del merletto sono tutte abilità materiali femminili. In quanto tale, la pratica di Vatanajyankur "si concentra sulla valutazione del lavoro quotidiano delle donne, offrendo allo stesso tempo un esame approfondito dei modi sociali e culturali di osservare il lavoro delle donne". Lo sfruttamento del lavoro è una questione importante e di grande attualità nella società consumistica, che blocca l'accesso all'emancipazione femminile e all'uguaglianza di genere.
Nelle sue performances, Vatanajyankur trasforma il suo corpo in vari strumenti di processo tessile. La sua forma fisica diventa l'incarnazione di una ruota che gira o di una navetta per tessere. Mentre i lavori procedono, il suo corpo lotta per competere come strumento materiale e subisce metamorfosi sia psicologica, sia fisica, ripetendo infinitamente gli stessi movimenti.
I tessuti sono anche collegati simbolicamente alla nascita, alla fertilità e alla riproduzione. La pratica di lavorare con i materiali collega i corpi delle donne alla terra. È un simbolo di vita e potere. Esiste un parallelo poetico tra la creazione di un nuovo filo e una nuova vita.
KAWITA VATANAJYANKUR ha ottenuto un riconoscimento significativo da quando si è laureata alla RMIT University (BA, Fine Art) nel 2011. Nel 2015 è stata finalista al Jaguar Asia Pacific Tech Art Prize e curata nella prestigiosa mostra Thailand Eye alla Saatchi Gallery di Londra. Nel 2017, la sua opera è stata curata da Alamak!project e Concilio Europeo dell'Arte alla mostra 'Islands in the Stream' alla 57. Biennale di Venezia e invitata ad esporre all'Asia Triennale di Performing Arts al Melbourne Arts Center, così come all'Asian Art Biennial Taiwan 'Negotiating the Future'. Il 2018 l'ha vista protagonista alla BAB – Bangkok Art Biennale esponendo i suoi video su grandi schermi installati ovunque nella metropoli asiatica. Vatanajyankur ha esposto ovunque in Australia, Asia, Stati Uniti ed Europa. I suoi lavori sono esposti presso la National Collection of Thailand così come nelle collezioni museali tra cui Singapore Art Museum, Dunedin Public Art Gallery (Dunedin Art Museum), Maiiam Contemporary Art Museum, nonché in collezioni universitarie e collezioni private in Australia, Nuova Zelanda, Asia, Europa e America. Attualmente è rappresentata da Nova Contemporary, Bangkok / Alamak!project / Clear Edition & Gallery, Tokyo e Antidote Organization, Australia.
InPARADISO 3030 è il nuovo spazio espositivo contemporaneo, galleria e store del Concilio Europeo dell'Arte, aperto nel centro storico di Venezia a fianco della monumentale Basilica dei Frari. Rinnovata sede del CEA, si affianca alle attività che il Concilio promuove ed organizza alla InParadiso Art Gallery ai Giardini della Biennale.
Il CONCILIO EUROPEO DELL'ARTE - organizzatore e curatore di Performing Textiles - nasce nel 2006 per promuovere e diffondere l’arte contemporanea stimolando e sostenendo il talento degli artisti, in una prospettiva europea e internazionale. Protagonista della scena artistica nelle sue principali sedi a Venezia, Firenze, Parigi e Labin, nel 2016 all’Associazione si affianca la Fondazione del Concilio per continuare a perseguire la sua mission di promotore culturale.
09
maggio 2019
Kawita Vatanajyankur – Performing Textiles
Dal 09 maggio al 30 giugno 2019
arte contemporanea
performance - happening
giovane arte
performance - happening
giovane arte
Location
INPARADISO 3030
Venezia, San Polo, 3030, (Venezia)
Venezia, San Polo, 3030, (Venezia)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 10-19
Vernissage
9 Maggio 2019, ore 11.00
Autore