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Keiji Ito / Kazuhito Nagasawa – Shibui
Galleria Monopoli e Officine Saffi presentano una doppia mostra dedicata ai lavori di Keiji Ito e Kazuhito Nagasawa. Gli artisti attualizzano il tradizionale medium ceramico in sculture e opere a parete dal fascino discreto.
Comunicato stampa
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Galleria Monopoli e Officine Saffi sono liete di presentare una doppia mostra - due artisti in due sedi – dedicata ai lavori di Keiji Ito (Toki, 1935) e Kazuhito Nagasawa (Osaka, 1968). Gli artisti, entrambi giapponesi, attualizzano il tradizionale medium ceramico in sculture e opere a parete dal fascino discreto.
Il titolo della mostra - Shibui - si riferisce infatti ad un particolare principio estetico giapponese che coniuga le caratteristiche contrastanti di ruvidità e raffinatezza. Il termine Shibui venne utilizzato a partire dal periodo Muromachi (1336-1573) per descrivere il gusto astringente dei cachi acerbi. Più tardi, lo stesso termine venne associato a un particolare canone estetico usato per riferirsi a qualsiasi cosa bella per essere sottovalutata e priva di particolari elaborazioni. Il fascino di un oggetto shibui sta proprio in questo suo essere una forza trattenuta, una bellezza nascosta, da scoprire poco a poco, su cui soffermarsi per lungo tempo anche se basta un attimo per intuirla.
Una generazione piena, più di trent’anni, separa anagraficamente Keiji Ito e Kazuhito Nagasawa, e consente, oltre all’apprezzamento specifico di due straordinarie individualità espressive, di svolgere riflessioni utili sul ruolo di riferimento svolto dalla ceramica giapponese contemporanea sul piano internazionale. Nel processo non lineare di apertura e scambio con l’arte occidentale l’arte giapponese moderna ha potuto contare sulla ricerca ceramica come su un’area di tale radicata identità da non subire fascinazioni eteronome: il che ha significato che ha potuto decantare i propri retaggi di tradizione, il proprio localismo, alimentandosi di nuovi pensieri ma non assumendo necessariamente nuovi modi e nuove forme.
Non cita, non evoca il primitivo, Keiji Ito, lo rivive e lo rigenera. In questo processo reincontra le ragioni dell’avanguardia novecentesca quando per vie diverse affronta la questione essenziale della figura e sono le versioni di Hito (dialoganti, senza sudditanze, con vicende come quelle di Brancusi, Modigliani, il primo Giacometti), e del suo apparire esteriore, in Omote (per cui basti pensare, utile confronto, alle Masks di Tzara o Man Ray, per non dire delle plurime mode d’art nègre).
Durante l'inaugurazione presso la Galleria Monopoli, martedì 19 settembre, Alberto Moro e Kazuhito Nagasawa dimostreranno la tradizionale Cerimonia del Tè.
Il titolo della mostra - Shibui - si riferisce infatti ad un particolare principio estetico giapponese che coniuga le caratteristiche contrastanti di ruvidità e raffinatezza. Il termine Shibui venne utilizzato a partire dal periodo Muromachi (1336-1573) per descrivere il gusto astringente dei cachi acerbi. Più tardi, lo stesso termine venne associato a un particolare canone estetico usato per riferirsi a qualsiasi cosa bella per essere sottovalutata e priva di particolari elaborazioni. Il fascino di un oggetto shibui sta proprio in questo suo essere una forza trattenuta, una bellezza nascosta, da scoprire poco a poco, su cui soffermarsi per lungo tempo anche se basta un attimo per intuirla.
Una generazione piena, più di trent’anni, separa anagraficamente Keiji Ito e Kazuhito Nagasawa, e consente, oltre all’apprezzamento specifico di due straordinarie individualità espressive, di svolgere riflessioni utili sul ruolo di riferimento svolto dalla ceramica giapponese contemporanea sul piano internazionale. Nel processo non lineare di apertura e scambio con l’arte occidentale l’arte giapponese moderna ha potuto contare sulla ricerca ceramica come su un’area di tale radicata identità da non subire fascinazioni eteronome: il che ha significato che ha potuto decantare i propri retaggi di tradizione, il proprio localismo, alimentandosi di nuovi pensieri ma non assumendo necessariamente nuovi modi e nuove forme.
Non cita, non evoca il primitivo, Keiji Ito, lo rivive e lo rigenera. In questo processo reincontra le ragioni dell’avanguardia novecentesca quando per vie diverse affronta la questione essenziale della figura e sono le versioni di Hito (dialoganti, senza sudditanze, con vicende come quelle di Brancusi, Modigliani, il primo Giacometti), e del suo apparire esteriore, in Omote (per cui basti pensare, utile confronto, alle Masks di Tzara o Man Ray, per non dire delle plurime mode d’art nègre).
Durante l'inaugurazione presso la Galleria Monopoli, martedì 19 settembre, Alberto Moro e Kazuhito Nagasawa dimostreranno la tradizionale Cerimonia del Tè.
19
settembre 2017
Keiji Ito / Kazuhito Nagasawa – Shibui
Dal 19 settembre al 31 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA MONOPOLI
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedí a sabato 14-19
Vernissage
19 Settembre 2017, ore 18.30
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