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Kent Iwemyr – Welcome to Paradise
La mostra, nella quale sono presentati venticinque lavori in acrilico su tela, è la prima occasione per l’artista svedese di esporre i suoi lavori a Milano
Comunicato stampa
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Nel testo It's not that damned easy! [Non e' cosi' facile!], il critico d'arte svedese Anders Olofsson, a proposito del lavoro di Kent Iwemyr, afferma: «La sua musa nasce dal microcosmo dove ha sempre vissuto, il paese industriale di Hallstahammar. La campagna, la gente e i dintorni che incontriamo nei quadri di Iwemyr hanno in comune un legame con questa tessera del mosaico del provincialismo svedese che ne ricorda il folklore. [-] L'influenza del mondo delle fiabe e delle leggende nel suo lavoro e' forte quanto quella della letteratura popolare, le canzoni e i racconti religiosi. [-] Nell'universo di Kent Iwemyr non esistono leggi assolute tese a regolamentare cosa sia meritevole scegliere come soggetto per una creazione artistica. A volte le scene di vita di provincia sono centrali, altre volte sembrano situazioni archetipiche vincolate alle condizioni di un ambiente spesso indifferente o ostile.
Se guardiamo il lavoro di Kent Iwemyr in quest'ottica, vediamo un poeta in grado di conferire pathos alle vite di personaggi disadattati e oppressi. Sono qualità che dalle nostre parti possono essere interpretate come esotismi; cose -non-svedesi- e forse distruttive. Ci vuole tempo per capire che i personaggi di Iwemyr e i drammi quotidiani di cui sono protagonisti ci sono vicini, proprio come gli zingari balcanici nei film di Emir Kusturika, le tempeste familiari di Federico Fellini, o gli esseri volatili di Aki Kaurismäki. Sarebbe facile relegarli sui gradini piu' bassi della scala sociale, ma e' un obiettivo quasi impossibile per via della resistenza che oppongono. Spesso Iwemyr dispone le figure nei suoi quadri come se fossero i protagonisti di una commedia o di una foto di gruppo.
Non importa cosa stiano facendo o quanto imbarazzante possa essere la situazione, cercano il nostro sguardo con dignità e calma ed e' un sentimento prevalente anche quando sono immersi nelle difficoltà della vita quotidiana. Sembra che sappiano di essere osservati, ma a loro non importa. Iwemyr, Kusturika, Fellini e Kaurismäki hanno in comune una visione della vita che e' un conglomerato insolubile di tristezza, gioia, luce e oscurità. L'umorismo e' sempre presente, anche se macabro. Non dovremmo mai liquidare Iwemyr come un semplice, anche se i suoi quadri sono diretti come la cronaca di una partita di calcio, perche' essi contengono punti di vista sottili caratterizzati da un umanesimo che non punta ne' in alto ne' in basso e che ci lascia invece una visione dell'arte diversa a cui e' difficile sottrarsi.»
Se guardiamo il lavoro di Kent Iwemyr in quest'ottica, vediamo un poeta in grado di conferire pathos alle vite di personaggi disadattati e oppressi. Sono qualità che dalle nostre parti possono essere interpretate come esotismi; cose -non-svedesi- e forse distruttive. Ci vuole tempo per capire che i personaggi di Iwemyr e i drammi quotidiani di cui sono protagonisti ci sono vicini, proprio come gli zingari balcanici nei film di Emir Kusturika, le tempeste familiari di Federico Fellini, o gli esseri volatili di Aki Kaurismäki. Sarebbe facile relegarli sui gradini piu' bassi della scala sociale, ma e' un obiettivo quasi impossibile per via della resistenza che oppongono. Spesso Iwemyr dispone le figure nei suoi quadri come se fossero i protagonisti di una commedia o di una foto di gruppo.
Non importa cosa stiano facendo o quanto imbarazzante possa essere la situazione, cercano il nostro sguardo con dignità e calma ed e' un sentimento prevalente anche quando sono immersi nelle difficoltà della vita quotidiana. Sembra che sappiano di essere osservati, ma a loro non importa. Iwemyr, Kusturika, Fellini e Kaurismäki hanno in comune una visione della vita che e' un conglomerato insolubile di tristezza, gioia, luce e oscurità. L'umorismo e' sempre presente, anche se macabro. Non dovremmo mai liquidare Iwemyr come un semplice, anche se i suoi quadri sono diretti come la cronaca di una partita di calcio, perche' essi contengono punti di vista sottili caratterizzati da un umanesimo che non punta ne' in alto ne' in basso e che ci lascia invece una visione dell'arte diversa a cui e' difficile sottrarsi.»
14
febbraio 2008
Kent Iwemyr – Welcome to Paradise
Dal 14 febbraio al 29 marzo 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA SALVATORE + CAROLINE ALA
Milano, Via Monte Di Pietà, (Milano)
Milano, Via Monte Di Pietà, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 10 alle 19. Chiuso domenica e lunedì
Vernissage
14 Febbraio 2008, ore 18-21
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