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KERAMIKOS Un nuovo corso / A new wave
Keramikos registra l’estrema vitalità dell’attuale produzione di opere in ceramica con la presenza
di 20+1 artisti internazionali contemporanei. I punti di partenza sono ‘T42’ di Mona Hatoum e ‘Coppette’ di Fausto Melotti, opere diametralmente opposte per poetica e ricerca.
Comunicato stampa
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Keramikos registra l’estrema vitalità dell’attuale produzione di opere in ceramica con la presenza
di 20+1 artisti internazionali contemporanei. I punti di partenza sono 'T42' di Mona Hatoum e 'Coppette' di Fausto Melotti, opere diametralmente opposte per poetica e ricerca. Gli artisti invitati, partendo da assunti divergenti, operano tra produzione concettuale e manualità lirica.
Antica, contemporanea, sgargiante, eccentrica, emancipatrice e differente, la ceramica gioca con la scultura, come nell’antichità, i Greci giocavano col marmo, decorandolo, dipingendolo e rendendolo multicolore e variopinto. Ciò che noi abbiamo sempre pensato della monocromia e dell’algida bellezza di una statua incolore, è stato un inganno perpetrato dalla pioggia sui monumenti e sulle statue antiche che, dilavate dall’acqua piovana, perdevano i colori e venivano portate a un candore mai immaginato da chi le aveva scolpite.
La ceramica no. Nasce iridescente e allegra, nasce morbida e diventa rigida, nasce plasmata dalle mani e dagli stampi, nasce unica e multipla. È in queste infinite possibilità che gli artisti contemporanei si sono riappropriati di un mezzo atto alla definizione e al riappropriarsi della libertà. Giuseppe Penone, Johan Creten, Miquel Barcelo, Barthélémy Toguo, Fabrice Hyber e moltissimi altri, come il vincitore del Turner Prize, Greyson Perry, hanno ritrovato nella ceramica il luogo ideale per sentire, attraverso le mani, la materia farsi opera. Questa mostra non è che un frammento della vitalità dell’uso della ceramica oggi.
Gli artisti invitati appartengono tutti alle nuove generazioni internazionali che, utilizzando questo mezzo, si riappropriano del fare manuale, del reinventare lo spazio e il Mondo, a “propria immagine”, e ridefinire i confini dall’infanzia, del poetico e del fantastico. Da molto tempo seguo l’evolversi in arte di questo medium collezionandolo, studiandolo e partecipando alla sua produzione attraverso la frequentazione degli studi, dei forni e dei laboratori ceramici italiani e internazionali,
Da Sevres a Faenza, da Albisola a Vietri. Solo oggi, però, mi trovo di fronte a un sentire comune fra gli artisti invitati che, pur non volendolo e appartenendo a latitudini così differenti, potrei affermare che stanno dando vita a una nuova scuola di pensiero estetico. Sarà evidente che molti di essi toccano temi dell’infanzia, del sogno e del fantastico, dove però si scorgono anche problematiche personali, sociali e generazionali. Un desiderio li accomuna: quello di creare nuovamente una scuola di pensiero in cui la persona, l’Uomo, si confronta con altri Uomini per ridefinire l’esistenza di tutti.
di 20+1 artisti internazionali contemporanei. I punti di partenza sono 'T42' di Mona Hatoum e 'Coppette' di Fausto Melotti, opere diametralmente opposte per poetica e ricerca. Gli artisti invitati, partendo da assunti divergenti, operano tra produzione concettuale e manualità lirica.
Antica, contemporanea, sgargiante, eccentrica, emancipatrice e differente, la ceramica gioca con la scultura, come nell’antichità, i Greci giocavano col marmo, decorandolo, dipingendolo e rendendolo multicolore e variopinto. Ciò che noi abbiamo sempre pensato della monocromia e dell’algida bellezza di una statua incolore, è stato un inganno perpetrato dalla pioggia sui monumenti e sulle statue antiche che, dilavate dall’acqua piovana, perdevano i colori e venivano portate a un candore mai immaginato da chi le aveva scolpite.
La ceramica no. Nasce iridescente e allegra, nasce morbida e diventa rigida, nasce plasmata dalle mani e dagli stampi, nasce unica e multipla. È in queste infinite possibilità che gli artisti contemporanei si sono riappropriati di un mezzo atto alla definizione e al riappropriarsi della libertà. Giuseppe Penone, Johan Creten, Miquel Barcelo, Barthélémy Toguo, Fabrice Hyber e moltissimi altri, come il vincitore del Turner Prize, Greyson Perry, hanno ritrovato nella ceramica il luogo ideale per sentire, attraverso le mani, la materia farsi opera. Questa mostra non è che un frammento della vitalità dell’uso della ceramica oggi.
Gli artisti invitati appartengono tutti alle nuove generazioni internazionali che, utilizzando questo mezzo, si riappropriano del fare manuale, del reinventare lo spazio e il Mondo, a “propria immagine”, e ridefinire i confini dall’infanzia, del poetico e del fantastico. Da molto tempo seguo l’evolversi in arte di questo medium collezionandolo, studiandolo e partecipando alla sua produzione attraverso la frequentazione degli studi, dei forni e dei laboratori ceramici italiani e internazionali,
Da Sevres a Faenza, da Albisola a Vietri. Solo oggi, però, mi trovo di fronte a un sentire comune fra gli artisti invitati che, pur non volendolo e appartenendo a latitudini così differenti, potrei affermare che stanno dando vita a una nuova scuola di pensiero estetico. Sarà evidente che molti di essi toccano temi dell’infanzia, del sogno e del fantastico, dove però si scorgono anche problematiche personali, sociali e generazionali. Un desiderio li accomuna: quello di creare nuovamente una scuola di pensiero in cui la persona, l’Uomo, si confronta con altri Uomini per ridefinire l’esistenza di tutti.
22
giugno 2023
KERAMIKOS Un nuovo corso / A new wave
Dal 22 giugno al 09 settembre 2023
arte contemporanea
Location
CAR DRDE
Bologna, Via Azzo Gardino, 14a, (Bologna)
Bologna, Via Azzo Gardino, 14a, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10.30-13 e 15-19.30
Vernissage
22 Giugno 2023, H 15-21
Sito web
Autore
Curatore