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Khaled Hafez
Apprezzato e abilissimo film maker, nei video così come sulla tela, l’artista egiziano si nutre con scaltra ironia di incessanti metamorfosi in una continua ricerca di ricorrenze simboliche, di nuove-antiche icone ibride capaci di svelare il segreto di un’epoca – la nostra – contraddittoria e in apparenza priva di senso
Comunicato stampa
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“Un giorno - racconta Khaled - stavo guardando una piccola copia in pietra di una statua raffigurante Anubi e un modellino di Batman prodotto dalla Warner Brothers più o meno delle stesse dimensioni: ho notato che queste figure sono del tutto identiche sia viste di fronte che di schiena. L’unica differenza sta nel profilo. E’ un po’ sconcertante che entrambi questi super-eroi del passato e del presente, al di là delle rassomiglianze morfologiche, svolgano un’identica funzione di protezione dalle forze del male”.
Ed ecco che, come scrive Martina Corgnati, diventa possibile ed auspicabile individuare nei rilievi delle tombe egizie, stereotipati e ripetitivi, i veri antenati dei comics moderni. Khaled Hafez, classe 1963, nato e cresciuto in Egitto - paese soggetto a continui cambiamenti e contaminazioni culturali - trova, in un linguaggio pop molto personale, il punto d’incontro tra passato e presente, tra mistico e consumistico, tra oriente e occidente; individua una zona franca ove confessare le medesime ansie esistenziali ed estetiche senza trincerarsi dietro una presunta ma fasulla incomunicabilità.
Apprezzato e abilissimo film maker, nei video così come sulla tela, l’artista egiziano si nutre con scaltra ironia di incessanti metamorfosi in una continua ricerca di ricorrenze simboliche, di nuove-antiche icone ibride capaci di svelare il segreto di un’epoca - la nostra - contraddittoria e in apparenza priva di senso. Ma il senso c’è. E Khaled lo dispiega attraverso il taglio e il montaggio sapiente, mutando geroglifici essenziali in stilizzati soldati armati, dissolvendo ancestrali divinità nei corpi seminudi di ragazze copertina, oppure nei panni di arroganti-commoventi eroi moderni. O addirittura trasformando il pantheon dei faraoni in un disegno preparatorio per super-eroi dei fumetti, ammantati di nero ma, nello stesso tempo, avvolti da intensi colori, in un gioco intelligente e complesso che rende fruibile il significato senza però semplificarlo.
Ed ecco che, come scrive Martina Corgnati, diventa possibile ed auspicabile individuare nei rilievi delle tombe egizie, stereotipati e ripetitivi, i veri antenati dei comics moderni. Khaled Hafez, classe 1963, nato e cresciuto in Egitto - paese soggetto a continui cambiamenti e contaminazioni culturali - trova, in un linguaggio pop molto personale, il punto d’incontro tra passato e presente, tra mistico e consumistico, tra oriente e occidente; individua una zona franca ove confessare le medesime ansie esistenziali ed estetiche senza trincerarsi dietro una presunta ma fasulla incomunicabilità.
Apprezzato e abilissimo film maker, nei video così come sulla tela, l’artista egiziano si nutre con scaltra ironia di incessanti metamorfosi in una continua ricerca di ricorrenze simboliche, di nuove-antiche icone ibride capaci di svelare il segreto di un’epoca - la nostra - contraddittoria e in apparenza priva di senso. Ma il senso c’è. E Khaled lo dispiega attraverso il taglio e il montaggio sapiente, mutando geroglifici essenziali in stilizzati soldati armati, dissolvendo ancestrali divinità nei corpi seminudi di ragazze copertina, oppure nei panni di arroganti-commoventi eroi moderni. O addirittura trasformando il pantheon dei faraoni in un disegno preparatorio per super-eroi dei fumetti, ammantati di nero ma, nello stesso tempo, avvolti da intensi colori, in un gioco intelligente e complesso che rende fruibile il significato senza però semplificarlo.
05
maggio 2007
Khaled Hafez
Dal 05 maggio al 05 giugno 2007
arte contemporanea
Location
IL DIVANO DI GEORGE
Modena, Via Bonacorsa, 8A, (Modena)
Modena, Via Bonacorsa, 8A, (Modena)
Vernissage
5 Maggio 2007, ore 18-21
Autore