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Kiki Fleming / Angela Pellicanò
L’originale formula del “confronto”, adottata con successo in diverse precedenti esposizioni, è una delle linee-guida che connotano la programmazione del Museo d’Arte delle Generazioni italiane del ’900 “G. Bargellini”
Comunicato stampa
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L’originale formula del "confronto", adottata con successo in diverse precedenti esposizioni, è una delle linee-guida che connotano la programmazione del Museo d’Arte delle Generazioni italiane del ’900 "G. Bargellini" di Pieve di Cento (BO) che intende così creare momenti dialettici nell’ambito dello stesso contesto espositivo tra esperienze creative diverse per tematiche, centri d’ispirazione e soluzioni linguistiche. È una formula che appare tanto più stimolante quando coinvolge artisti di forte personalità, lontani per storia personale ed artistica; com’è il caso del nuovo ed inedito capitolo dei "confronti da museo" che interessa questa volta due artiste, sicuramente lontane per origine e back-ground geografici e culturali, modo di interpretare e realizzare la pittura, per poetica e soluzioni estetiche: Kiki Fleming, nata in Cina da padre danese e madre inglese (vive e lavora da oltre dieci anni in Umbria) e Angela Pellicanò, nata e residente a Reggio Calabria.
La mostra, corredata da un catalogo pubblicato dalle Edizioni Bora, propone una scelta di opere delle artiste, interpreti di due mondi, interiori ed esteriori, tra loro certamente diversi (anche se entrambi si muovono tra figurazione e astrazione), ma capaci di creare suggestivi momenti di "confronto", ponendo così il visitatore in una situazione estremamente stimolante di contestuale fruizione critica di specificità espressive che si collocano in versanti immaginativi e universi culturali tra loro distanti, con il risultato di produrre un irripetibile momento di comunicazione complessiva.
Da una parte l’arte della Fleming, in cui agli echi della lontana cultura visiva orientale, peraltro mai spenti, si vanno ad aggiungere le seduzioni del paesaggio e della forte tradizione pittorica dell’Umbria, in cui natura, storia e arte si fondono mirabilmente. E’ in questa "condizione", che coniuga cosmopolitismo con forti radicamenti nella terra di elezione, che si ravvisa la personalità artistica della Fleming, che – come sottolinea nella sua presentazione Gabriele Simongini – "non facendosi più condizionare dalla barriera fittizia fra astrazione e figurazione, si è immersa nelle profondità atmosferiche di campi di colore che sono veramente porte aperte verso l’infinito, non casualmente nate in una terra dalla forte vocazione mistica, qual è l’Umbria". La pittrice, in una costante ricerca che la porta ad esplorare le innumerevoli dimensioni fisiche e spirituali del colore, "partecipa" fortemente al mondo che descrive; essa, infatti, "non si pone davanti alle cose o non si limita a collocarle in uno spazio scenico, ma entra a far parte degli oggetti e della natura, creando una spazialità viva e vitale. In questo senso Kiki Fleming dà immagine a spazi atmosferici e vaporosi eppur mai naturalistici, utilizzando magistralmente le trasparenze".
A "confronto" con questo mondo poetico e con questa pittura sono esposte le opere di Angela Pellicanò, così immerse nel Mediterraneo, per memoria, profondità di legame con un universo geografico e culturale culla di antichissime civiltà, che ha vasta eco nei suoi quadri. Anche la Pellicanò si muove tra ricerca astratta e versante figurativo; anzi, come sottolinea in catalogo Martina Corgnati, "non decide mai definitivamente, e non ci lascia mai decidere, se le sue opere siano effettivamente figurative o non piuttosto astratte".
Simboliche, esse possono essere meglio definite, "intendendo con questo termine che media fra le esigenze della significazione e quelle della rappresentazione, un modo per dire mostrando, e per far vedere enunciando. Ad un altro livello ancora, i dipinti della Pellicanò sono interpretabili come paesaggi, interni ed esteriori insieme, sono spazi antichissimi (Mediterraneo, non a caso, ancora), dove si consumano riti eternamente attuali d’amore, d’incontro, ma anche di violenza e di sopraffazione". In diverse opere, di forte intensità comunicativa, l’artista calabrese, mai incline a soluzioni facili e scontate (sia sul piano linguistico che dei contenuti), mostra una sorta di indifferenza, se non di insofferenza, verso le convenzioni e le piacevolezze della pittura, intendendo e praticando il lavoro pittorico come processo mentale, che deve parlarci di noi, della nostra condizione e del nostro mondo, pur senza abdicare alla sensualità dei suoi materiali e della sua specifica lingua.
Kiki Fleming
È nata a Guangzhou (Cina) nel 1942 da padre danese e madre inglese. Negli anni Sessanta sviluppa un’intensa carriera come "event organiser" occupandosi dell’organizzazione di convegni, sfilate di moda e balletti. Ha realizzato varie scenografie per i più grandi stilisti del mondo (fra i quali Hermes, Chanel, Karl Lagerfeld, Renato Balestra, Gian Franco Ferrè ed altri). Nel 1994 lascia Hong Kong, dove è quasi sempre vissuta, per stabilirsi in Umbria. Fin dal 1968 ha esposto le sue opere, in mostre personali e collettive, in Cina, in Svizzera e in Italia. I suoi quadri sono presenti in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Vive e lavora a Città di Castello (PG).
Angela Pellicanò
È nata nel 1963 a Reggio Calabria, dove vive e lavora. Collabora con il gruppo Technè producendo ceramiche d’arte; come ceramista è stata quest’anno selezionata per rappresentare l’Italia al "Carrousel des arts" - Biennale delle arti applicate del Museo Louvre di Parigi. Art Director di "Bovarchè", evento internazionale d’Arte da lei ideato provocatoriamente nel cuore dell’Aspromonte, fuori dai grandi circuiti. Le sue opere, in permanenza presso la Galleria Monogramma di Roma, sono state esposte in numerose personali e collettive in Italia e all’estero. Vive e lavora a Reggio Calabria.
Il catalogo:
in mostra. Presentazione di Giulio Bargellini, premessa di Guglielmo Gigliotti, testo critico su Kiki Fleming di Gabriele Simongini, testo critico su Angela Pellicanò di Martina Corgnati; note biografiche e bibliografiche delle artiste. Formato cm. 21x29,7, pagg. 96, ill. 79 (77 col. - 2 b.n.) - Edizioni Bora, Bologna 2005 - € 12,92.
La mostra, corredata da un catalogo pubblicato dalle Edizioni Bora, propone una scelta di opere delle artiste, interpreti di due mondi, interiori ed esteriori, tra loro certamente diversi (anche se entrambi si muovono tra figurazione e astrazione), ma capaci di creare suggestivi momenti di "confronto", ponendo così il visitatore in una situazione estremamente stimolante di contestuale fruizione critica di specificità espressive che si collocano in versanti immaginativi e universi culturali tra loro distanti, con il risultato di produrre un irripetibile momento di comunicazione complessiva.
Da una parte l’arte della Fleming, in cui agli echi della lontana cultura visiva orientale, peraltro mai spenti, si vanno ad aggiungere le seduzioni del paesaggio e della forte tradizione pittorica dell’Umbria, in cui natura, storia e arte si fondono mirabilmente. E’ in questa "condizione", che coniuga cosmopolitismo con forti radicamenti nella terra di elezione, che si ravvisa la personalità artistica della Fleming, che – come sottolinea nella sua presentazione Gabriele Simongini – "non facendosi più condizionare dalla barriera fittizia fra astrazione e figurazione, si è immersa nelle profondità atmosferiche di campi di colore che sono veramente porte aperte verso l’infinito, non casualmente nate in una terra dalla forte vocazione mistica, qual è l’Umbria". La pittrice, in una costante ricerca che la porta ad esplorare le innumerevoli dimensioni fisiche e spirituali del colore, "partecipa" fortemente al mondo che descrive; essa, infatti, "non si pone davanti alle cose o non si limita a collocarle in uno spazio scenico, ma entra a far parte degli oggetti e della natura, creando una spazialità viva e vitale. In questo senso Kiki Fleming dà immagine a spazi atmosferici e vaporosi eppur mai naturalistici, utilizzando magistralmente le trasparenze".
A "confronto" con questo mondo poetico e con questa pittura sono esposte le opere di Angela Pellicanò, così immerse nel Mediterraneo, per memoria, profondità di legame con un universo geografico e culturale culla di antichissime civiltà, che ha vasta eco nei suoi quadri. Anche la Pellicanò si muove tra ricerca astratta e versante figurativo; anzi, come sottolinea in catalogo Martina Corgnati, "non decide mai definitivamente, e non ci lascia mai decidere, se le sue opere siano effettivamente figurative o non piuttosto astratte".
Simboliche, esse possono essere meglio definite, "intendendo con questo termine che media fra le esigenze della significazione e quelle della rappresentazione, un modo per dire mostrando, e per far vedere enunciando. Ad un altro livello ancora, i dipinti della Pellicanò sono interpretabili come paesaggi, interni ed esteriori insieme, sono spazi antichissimi (Mediterraneo, non a caso, ancora), dove si consumano riti eternamente attuali d’amore, d’incontro, ma anche di violenza e di sopraffazione". In diverse opere, di forte intensità comunicativa, l’artista calabrese, mai incline a soluzioni facili e scontate (sia sul piano linguistico che dei contenuti), mostra una sorta di indifferenza, se non di insofferenza, verso le convenzioni e le piacevolezze della pittura, intendendo e praticando il lavoro pittorico come processo mentale, che deve parlarci di noi, della nostra condizione e del nostro mondo, pur senza abdicare alla sensualità dei suoi materiali e della sua specifica lingua.
Kiki Fleming
È nata a Guangzhou (Cina) nel 1942 da padre danese e madre inglese. Negli anni Sessanta sviluppa un’intensa carriera come "event organiser" occupandosi dell’organizzazione di convegni, sfilate di moda e balletti. Ha realizzato varie scenografie per i più grandi stilisti del mondo (fra i quali Hermes, Chanel, Karl Lagerfeld, Renato Balestra, Gian Franco Ferrè ed altri). Nel 1994 lascia Hong Kong, dove è quasi sempre vissuta, per stabilirsi in Umbria. Fin dal 1968 ha esposto le sue opere, in mostre personali e collettive, in Cina, in Svizzera e in Italia. I suoi quadri sono presenti in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Vive e lavora a Città di Castello (PG).
Angela Pellicanò
È nata nel 1963 a Reggio Calabria, dove vive e lavora. Collabora con il gruppo Technè producendo ceramiche d’arte; come ceramista è stata quest’anno selezionata per rappresentare l’Italia al "Carrousel des arts" - Biennale delle arti applicate del Museo Louvre di Parigi. Art Director di "Bovarchè", evento internazionale d’Arte da lei ideato provocatoriamente nel cuore dell’Aspromonte, fuori dai grandi circuiti. Le sue opere, in permanenza presso la Galleria Monogramma di Roma, sono state esposte in numerose personali e collettive in Italia e all’estero. Vive e lavora a Reggio Calabria.
Il catalogo:
in mostra. Presentazione di Giulio Bargellini, premessa di Guglielmo Gigliotti, testo critico su Kiki Fleming di Gabriele Simongini, testo critico su Angela Pellicanò di Martina Corgnati; note biografiche e bibliografiche delle artiste. Formato cm. 21x29,7, pagg. 96, ill. 79 (77 col. - 2 b.n.) - Edizioni Bora, Bologna 2005 - € 12,92.
16
aprile 2005
Kiki Fleming / Angela Pellicanò
Dal 16 aprile al 19 giugno 2005
arte contemporanea
Location
MAGI 900
Pieve Di Cento, Via Rusticana, 1, (Bologna)
Pieve Di Cento, Via Rusticana, 1, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica 10-18 fino al 31 maggio 2005; dalle 10,00 alle 13,30 - dalle 14,30 alle 19,00, fino al 19 giugno
Vernissage
16 Aprile 2005, ore 18
Ufficio stampa
DE LUCA
Autore