Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Kiluanji Kia Henda – Self-portrait as a white man
La Galleria Fonti presenta la seconda personale del fotografo angolano Kiluanji Kia Henda. La mostra propone un progetto sviluppato dall’artista tra Venezia e Luanda all’interno del programma di residenze internazionali Art Enclosures promosso e realizzato dalla Fondazione Venezia ed organizzato in collaborazione con Polymnia e la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Fonti presenta la seconda personale del fotografo angolano Kiluanji Kia Henda.
La mostra propone un progetto sviluppato dall’artista tra Venezia e Luanda all’interno del programma di residenze internazionali Art Enclosures promosso e realizzato dalla Fondazione Venezia ed organizzato in collaborazione con Polymnia e la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia
Kiluanji Kia Henda concentra la propria ricerca sulla complessa vicenda postcoloniale dell’Angola contemporanea che, sin dall’anno dell’indipendenza politica dal Portogallo (1975), venne contesa per le sue risorse petrolifere dalle superpotenze mondiali nel corso della Guerra Fredda e immediatamente schiacciata da una pesante guerra civile (1975-2002). Il perenne conflitto tra la storia dell'umanità e l'attuale stato in cui si ritrovano le diverse società del mondo contemporaneo è dunque un tema centrale su cui riflette Kia Henda. Nei suoi lavori l'artista si impegna a rimettere in discussione la finzione generata dalle ideologie connesse alla nascita delle nazioni europee e dalle politiche razziali nei confronti dei “mori”, che hanno massivamente imposto il modello coloniale europeo estesosi in ogni angolo del globo, contribuendo così anche alla creazione di un'estetica ibrida, in cui la cultura tribale è deformata dall'immaginario della cultura di massa. É sullo sfondo di queste osservazioni che vanno visti i lavori realizzati da Kia Henda durante il soggiorno veneziano.
Nel lavoro The Great Italian Nude, per esempio, l'artista, ispirandosi alla pittura tradizionale e alla rappresentazione dell'altro, riflette sull'idea del nudo maschile di colore, che nella storia dell'arte occidentale non è stato quasi mai rappresentato. Raffigurato in una posa classica, il soggetto di Kia Henda richiama immediatamente alla mente la famosissima Olympia di Édouard Manet che, quando fu esposta al Salon di Parigi nel 1865, venne accusata di immoralità perché proponeva per la prima volta il nudo femminile nella figura di una prostituta sul posto di lavoro. Oltre ad essere ironicamente provocatorio, il lavoro di Henda sollecita qui una riflessione sull'arte come documento storico.
The Merchant of Venice rende omaggio all’opera teatrale di William Shakespeare ambientata nella Venezia del tardo Cinquecento. Il soggetto fotografato negli spazi interni dell'Istituto Veneto per le Scienze, Lettere ed Arti, è un musicista senegalese che, per sopravvivere, anche a costo di cedere “una libbra di carne”, così come tanti altri immigrati, è costretto ad accettare, di giorno in giorno, nuovi mestieri.
Il tema del profondo isolamento dell'essere umano attraversa gli autoritratti Self-Portrait as White Man e l'opera video Fluxus, dove osserviamo un uomo di colore che, in preda ad una corsa vertiginosa tra le calli veneziane e quelle della capitale dell’Angola, è intento a spogliarsi della propria apparenza per poi sparire definitivamente nel mare. Questa scomparsa sembra il presagio di un'ineluttabile verità. Ad accompagnare questa sensazione il sonoro, appositamente realizzato per questo video dal musicista Emanuele Wiltsch Barberio, dove udiamo una commistione di campionamenti di musica sacra cristiana e di ritmi ciclici animisti, tipici dell'Angola.
Mara Ambrozic (Independent curator / Art Enclosures Curatorship)
Kiluanji Kia Henda è nato a Luanda (Angola) nel 1979, vive e lavora tra Luanda e Lisbona
Mostre Personali Selezionate: 2010: SOSO Gallery Sao Paulo; 2008: Estórias e Diligências, SOSO Gallery, Luanda, Angola; Portraits from a Slippery Look, Goethe Institute, Nairobi, Kenya; Expired Trading Products, Blank Projects, Cape Town, South Africa; 2007: Between the two red telephones, galleria Fonti, Naples; Ngola Bar, Centro de Arte de Sines, Sines, Portugal.
Mostre Collettive Selezionate: 2010: There is always a cup of sea to sail in, 29a Bienal de Sao Paulo, Brazil; Self-Portrait As White Man, Bevilacqua La Masa Foundation, Venice; Wild is the Wind, Savannah College for Art and Design, Atlanta, USA; 2009: Black Atlantic, ar/ge kunst Galerie Museum, Bozen; Luanda: Smooth and Rave, Grand Theatre, Evento Bienal, Bordeux, France; Museu Solar do Ferrão, Bahia, Brasil; Luanda: Anatomia da Velocidade, Experimenta Design Bienal, Braamcamp Palace, Lisboa, Portugal; 2008: Farewell to post-colonialism, 3rd Guangzhou Triennal, Guandong Museum of Art, Guangzhou, China; 2007: Luanda Triennial, Luanda, Angola; Luanda Pop_Check List, 52ª Bienalle of Venice, African pavilion, Venice; Jene va travailler, Rosa Lux Gallery, Berlin, Alemanha; 2006: SD OBSERVATORIO, IVAM, Valencia, Spain; 2005: Dipanda Forever, SOSO arte Contemporânea, Luanda, Angola.
La mostra propone un progetto sviluppato dall’artista tra Venezia e Luanda all’interno del programma di residenze internazionali Art Enclosures promosso e realizzato dalla Fondazione Venezia ed organizzato in collaborazione con Polymnia e la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia
Kiluanji Kia Henda concentra la propria ricerca sulla complessa vicenda postcoloniale dell’Angola contemporanea che, sin dall’anno dell’indipendenza politica dal Portogallo (1975), venne contesa per le sue risorse petrolifere dalle superpotenze mondiali nel corso della Guerra Fredda e immediatamente schiacciata da una pesante guerra civile (1975-2002). Il perenne conflitto tra la storia dell'umanità e l'attuale stato in cui si ritrovano le diverse società del mondo contemporaneo è dunque un tema centrale su cui riflette Kia Henda. Nei suoi lavori l'artista si impegna a rimettere in discussione la finzione generata dalle ideologie connesse alla nascita delle nazioni europee e dalle politiche razziali nei confronti dei “mori”, che hanno massivamente imposto il modello coloniale europeo estesosi in ogni angolo del globo, contribuendo così anche alla creazione di un'estetica ibrida, in cui la cultura tribale è deformata dall'immaginario della cultura di massa. É sullo sfondo di queste osservazioni che vanno visti i lavori realizzati da Kia Henda durante il soggiorno veneziano.
Nel lavoro The Great Italian Nude, per esempio, l'artista, ispirandosi alla pittura tradizionale e alla rappresentazione dell'altro, riflette sull'idea del nudo maschile di colore, che nella storia dell'arte occidentale non è stato quasi mai rappresentato. Raffigurato in una posa classica, il soggetto di Kia Henda richiama immediatamente alla mente la famosissima Olympia di Édouard Manet che, quando fu esposta al Salon di Parigi nel 1865, venne accusata di immoralità perché proponeva per la prima volta il nudo femminile nella figura di una prostituta sul posto di lavoro. Oltre ad essere ironicamente provocatorio, il lavoro di Henda sollecita qui una riflessione sull'arte come documento storico.
The Merchant of Venice rende omaggio all’opera teatrale di William Shakespeare ambientata nella Venezia del tardo Cinquecento. Il soggetto fotografato negli spazi interni dell'Istituto Veneto per le Scienze, Lettere ed Arti, è un musicista senegalese che, per sopravvivere, anche a costo di cedere “una libbra di carne”, così come tanti altri immigrati, è costretto ad accettare, di giorno in giorno, nuovi mestieri.
Il tema del profondo isolamento dell'essere umano attraversa gli autoritratti Self-Portrait as White Man e l'opera video Fluxus, dove osserviamo un uomo di colore che, in preda ad una corsa vertiginosa tra le calli veneziane e quelle della capitale dell’Angola, è intento a spogliarsi della propria apparenza per poi sparire definitivamente nel mare. Questa scomparsa sembra il presagio di un'ineluttabile verità. Ad accompagnare questa sensazione il sonoro, appositamente realizzato per questo video dal musicista Emanuele Wiltsch Barberio, dove udiamo una commistione di campionamenti di musica sacra cristiana e di ritmi ciclici animisti, tipici dell'Angola.
Mara Ambrozic (Independent curator / Art Enclosures Curatorship)
Kiluanji Kia Henda è nato a Luanda (Angola) nel 1979, vive e lavora tra Luanda e Lisbona
Mostre Personali Selezionate: 2010: SOSO Gallery Sao Paulo; 2008: Estórias e Diligências, SOSO Gallery, Luanda, Angola; Portraits from a Slippery Look, Goethe Institute, Nairobi, Kenya; Expired Trading Products, Blank Projects, Cape Town, South Africa; 2007: Between the two red telephones, galleria Fonti, Naples; Ngola Bar, Centro de Arte de Sines, Sines, Portugal.
Mostre Collettive Selezionate: 2010: There is always a cup of sea to sail in, 29a Bienal de Sao Paulo, Brazil; Self-Portrait As White Man, Bevilacqua La Masa Foundation, Venice; Wild is the Wind, Savannah College for Art and Design, Atlanta, USA; 2009: Black Atlantic, ar/ge kunst Galerie Museum, Bozen; Luanda: Smooth and Rave, Grand Theatre, Evento Bienal, Bordeux, France; Museu Solar do Ferrão, Bahia, Brasil; Luanda: Anatomia da Velocidade, Experimenta Design Bienal, Braamcamp Palace, Lisboa, Portugal; 2008: Farewell to post-colonialism, 3rd Guangzhou Triennal, Guandong Museum of Art, Guangzhou, China; 2007: Luanda Triennial, Luanda, Angola; Luanda Pop_Check List, 52ª Bienalle of Venice, African pavilion, Venice; Jene va travailler, Rosa Lux Gallery, Berlin, Alemanha; 2006: SD OBSERVATORIO, IVAM, Valencia, Spain; 2005: Dipanda Forever, SOSO arte Contemporânea, Luanda, Angola.
22
ottobre 2010
Kiluanji Kia Henda – Self-portrait as a white man
Dal 22 ottobre al 04 dicembre 2010
fotografia
Location
GALLERIA FONTI
Napoli, Via Chiaia, 229, (Napoli)
Napoli, Via Chiaia, 229, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11-14 / 16-20
Vernissage
22 Ottobre 2010, ore 19.30
Autore