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Kim Sang Lan – Installazioni
Le installazioni di Kim Sang Lan al Ferrara Art Festival
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura alle ore 18,30 a Palazzo della Racchetta, via Vaspergolo 4, 6, 6a la mostra di Kim Sang Lan. La mostra proseguirà fino al 24 luglio, tutti i giorni dalle 15.00 alle 19.00
Tre appuntamenti nell’arco di quattro ore, in due luoghi diversi della città: alla Galleria del Rivellino e a Palazzo Racchetta, per cinque mostre e un concerto che caratterizzeranno un altro sabato ricco di contenuti e denso di appuntamenti per il Ferrara Art Festival.
Si comincia alle 17,30 alla Galleria del Rivellino, in via Baruffaldi 6, accanto al Castello Estense, con la mostra di fotografa intitolata “Rifrazioni”, mostra personale della fotografa di Finale Ligure Anna Maria Angelini. Si prosegue al Palazzo della Racchetta, in via Vaspergolo 6, a 100 metri dal Listone, con il vernissage di ben quattro mostre personali: le “Installazioni” dell’artista coreana Kim Sang Lan nel salone Isabella D’Este, all’ultimo piano del palazzo storico, i quadri astratti della pittrice canadese Catherine Schmid con la mostra “Between Structure and Spontaneity” al piano terra nel salone Girolamo Savonarola, le tecniche miste del canturino Giuseppe Orsenigo con la mostra “La vita che vorrei” sempre al piano terra nelle sale Olimpia Morata e Cosmè Tura, e i quadri di maschere e figure grottesche del milanese Gianmaria Battiato al piano nobile (sale Ludovico Ariosto e Messisbugo). Tutte e cinque le mostre sono curate da Virgilio Patarini e ci presentano un ampio spettro delle possibilità espressive dell’arte contemporanea nazionale ed internazionale, dalla fotografia astratta della Angelini alle installazioni di Madame Kim, degne di una Biennale di Venezia, dall’astrazione rigorosa della Schmid, alla figurazione grottesca di Battiato, fino alla contaminazione di fotografia e pittura e tecniche miste di Orsenigo.
Una fotografia astratta fatta solo di luce, quella di Annamaria Angelini. “Luce allo stato puro. Luce – colore. Laddove il colore e la luce sono colti con tale sapienza tecnica e di composizione da sembrare altro da sé. Da sembrare pittura su tela: luce dipinta, stesa velatura dopo velatura sulla tela. Una luce calda, leggera, a tratti friabile, impalpabile. Una luce pulsante, che si irradia dal centro della fotografia, che si irradia e conquista, con fluidità, ogni centimetro quadrato della superficie, con vibrazioni fitte e modulate, inquiete, che sembrano vivere di un afflato vitale, che a tratti si sfaldano, si addensano, si distendono”. Mentre “le installazioni pensate da Kim Sang Lan per il Ferrara Art Festival affrontano uno dei temi prediletti dall’artista coreana degli ultimi anni: la presenza-assenza della figura femminile, evocata da queste silhouettes di abiti femminili fatti di carta intrecciata a amano e la sua moltiplicazione, come in una sorta di riverbero in cui l’immagine femminile viene ripetuta all’infinito, in un gioco di ripetizione differente, di estenuante variazione su tema che ci racconta l’inquieto rapporto tra l’Uno e il Molteplice, nello scorrere immobile e allo stesso momento inquieto del Tempo”. Le opere dell’artista canadese Catherine Schmid invece nascono e si sviluppano “da un’osservazione attenta di elementi della natura o da scorci architettonici, elementi che vengono progressivamente stilizzati e ridotti ai minimi termini, in un processo di astrazione nel senso etimologico del termine che ha lo scopo di trovare nella sintesi la maggior efficacia possibile di espressione. Attraverso questo approccio, per usare una terminologia cara ad Aristotele, il «fenomenon» si trasforma in «noumeno»”… Ogni opera di Giuseppe Orsenigo invece è “l’esplosione di un mondo. Ogni volta un nuovo mondo, in un gioco differente di razionalità ed emozione, di sogni affastellati, scomposti e ricomposti e di concreti, puntuali riferimenti alla realtà. Con colpi di scena e alzate di ingegno uniche e spiazzanti. Come ad esempio nell’opera intitolata «Psicanalisi»: una lastra quadrata di metallo nero, un metallo cangiante alla luce, lucido e opaco allo tempo stesso, con al centro un buco, e dentro quel buco, in profondità di qualche centimetro nel buio, una minuscola superficie di specchio infranto e ricomposto, in cui, non chiunque, ma solo il fruitore più curioso e impertinente, o forse semplicemente più attento, può scorgere se stesso: il proprio volto, il proprio occhio infranto e ricomposto. Un’opera così, che coniuga Fontana e Pistoletto (e che li supera, almeno in sense of humour), basta sola a sancire la statura di un artista”. Infine “le maschere di Gianmaria Battiato sono facce grottesche, come di idoli africani rivisitati in chiave pop, o teste di pupazzi antropomorfi come sculture votive di qualche religione in cui alla seriosità dei riti è stata sostituita una verve dissacrante e sbeffeggiante, volti stilizzati in smorfie di sberleffo: gli occhi appallati, non è chiaro se spiritati o stralunati o strabuzzati di meraviglia, la lingua cacciata fuori forse per affanno, oppure per una libido di ascendenza fantozziana oppure ancora per scherno di lontana reminescenza apotropaica o di più probabile licenziosità infantile. E ci ricordano che spesso anche la vita è un gioco grottesco”.
Sempre a Palazzo Racchetta si conclude la serata, alle 21,30 col concerto dei “Ni-Na” giovane e neonata formazione ferrarese che così descrive Andrea Barbaglia: “ Due voci. Due esseri umani alle spalle. Giacomo Tebaldi. Luca Rizzo. Poi è tutto un tripudio di synth, cavi e processori per quella che nelle intenzioni del nuovo dinamico duo pare essere un lungo viaggio verso luoghi fantastici e irreali che solo un processo di ricostruzione mentale consente di visualizzare nella realtà. Un loop continuo e incessante che si abbatte sull'ascoltatore viziandolo e stuzzicando la sua fantasia. Qualche chitarrina qua e là, giusto per inseguire la linea del basso al solito usato alla perfezione per confezionare ed amalgamare il tutto." Il concerto si inserisce nell’ambito del Racket Festival organizzato da Zamenhof Art di Milano in collaborazione col Cafè degli artisti di Ferrara.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero.
Le Inquiete epifanie dell’Eterno Femminino nell’opera di Kim Sang Lan
La principale delle installazioni pensate da Kim Sang Lan per il Ferrara Art Festival affronta uno dei temi prediletti dall’artista coreana degli ultimi anni: la presenza-assenza della figura femminile, evocata da queste silhouettes di abiti femminili fatti di carta intrecciata a amano e la sua moltiplicazione, come in una sorta di riverbero in cui l’immagine femminile viene ripetuta all’infinito, in un gioco di ripetizione differente, di estenuante variazione su tema che ci racconta l’inquieto rapporto tra l’Uno e il Molteplice, nello scorrere immobile e allo stesso momento inquieto del Tempo.
Virgilio Patarini
Kim Sang Lan
Kim Sang Lan è nata nel 1952 a Séoul. Nel 1975 si diploma in Arti Applicate all’Università di Hong-lk; nel 1977 in Disegno di Tessuti sempre all’Università di Hong-lk. Dal 1978 al 1982 insegna all’Università di Won-Kwang. Nel 1982 approda in Francia, all’Ecole d’Art Américaine, al Castello di Fontainebleau. Nel 1984 D.E.A. d’Arti Plastiche, all’Università di Parigi. Nel 1987 diviene assistente all’Ecole d’Art Américaine. Dal 1989 al 1991 è incaricata di un corso all’Università di Hong-lk e nel 1997 al Centro Culturale Coreano di Parigi. Dal 1998 è membro del Salon «Comparaisons». Dal 2002 è professore all’Ecole d’Art Américaine, di Fontainebleau. Dal 2002 al 2004 è formatore esterno al Museo Nazionale di Arti Asiatiche di Guimet. Dal 2012 è a capo del Gruppo «Installazioni Libere» del Salon Comparaisons. Dal 1976 espone in numerose mostre in Corea. Si reca a Parigi per la prima volta nel 1982. Dal 1992 risiede stabilmente a Parigi. Ha esposto in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Belgio, in Svizzera, in Bulgaria, in Giappone e negli Stati Uniti. Tra le esposizioni personali più rilevanti ricordiamo: 1991 Centre Culturel Français, Séoul; 1992 Centre Culturel Coréen, Tokyo; 1993 Galerie Lehalle, Paris; Installazione al Castello di Senlis,»Rendez-Vous de Septembre»; 1994 Centre Culturel Coréen, Paris; 1997 Galerie de l’A.D.A.C, Paris; 1998, Espace de l’I.E.S.A., Paris; 2000 Galerie de l’A.D.A.C, Paris; 2001 La Maison de la Chine, Paris, Installation «Entre le ciel et la terre», Château d’O, Montpellier, Scénographie de l’exposition «Nostalgies Coréennes»,Musée Guimet, Paris; 2005 Scénographie de l’exposition «La poésie de l’encre», Musée Guimet, Paris; 2006 Hôtel de ville de Saint-Mandé; 2011 Galerie Lemniscate, Toulouse; 2012 Centre Cuturel Coreen, Paris, «KIM Sang lan et ses eleves». Opere in collezioni pubbliche e private: Museo della Città di Séoul, Séoul, Corea; Galleria Meegun, Séoul, Corée; Galleria Lehalle, Parigi, Francia; Galleria Kiroj, Saint-Germain-en-Laye, France; Fondazione Betonac, Hasseit, Belgio; Fondazione Yavorov Tchirpan, Bulgarie; Galleria Orie, Tokyo, Japon; Museo d’Arte di St Louis Missouri, U.S.A. Onorificenze e premi: nel 2009 è nominata Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere (Ministero della Cultura e della Comunicazione, Repubblica Francese); .ha vinto il Primo Premio per la Scultura al Salone di Primavera di Chavenay, nel 1995, e il Premio d’argento alla Biennale de La Dentelle di Bruxelles nel 1998.
Tre appuntamenti nell’arco di quattro ore, in due luoghi diversi della città: alla Galleria del Rivellino e a Palazzo Racchetta, per cinque mostre e un concerto che caratterizzeranno un altro sabato ricco di contenuti e denso di appuntamenti per il Ferrara Art Festival.
Si comincia alle 17,30 alla Galleria del Rivellino, in via Baruffaldi 6, accanto al Castello Estense, con la mostra di fotografa intitolata “Rifrazioni”, mostra personale della fotografa di Finale Ligure Anna Maria Angelini. Si prosegue al Palazzo della Racchetta, in via Vaspergolo 6, a 100 metri dal Listone, con il vernissage di ben quattro mostre personali: le “Installazioni” dell’artista coreana Kim Sang Lan nel salone Isabella D’Este, all’ultimo piano del palazzo storico, i quadri astratti della pittrice canadese Catherine Schmid con la mostra “Between Structure and Spontaneity” al piano terra nel salone Girolamo Savonarola, le tecniche miste del canturino Giuseppe Orsenigo con la mostra “La vita che vorrei” sempre al piano terra nelle sale Olimpia Morata e Cosmè Tura, e i quadri di maschere e figure grottesche del milanese Gianmaria Battiato al piano nobile (sale Ludovico Ariosto e Messisbugo). Tutte e cinque le mostre sono curate da Virgilio Patarini e ci presentano un ampio spettro delle possibilità espressive dell’arte contemporanea nazionale ed internazionale, dalla fotografia astratta della Angelini alle installazioni di Madame Kim, degne di una Biennale di Venezia, dall’astrazione rigorosa della Schmid, alla figurazione grottesca di Battiato, fino alla contaminazione di fotografia e pittura e tecniche miste di Orsenigo.
Una fotografia astratta fatta solo di luce, quella di Annamaria Angelini. “Luce allo stato puro. Luce – colore. Laddove il colore e la luce sono colti con tale sapienza tecnica e di composizione da sembrare altro da sé. Da sembrare pittura su tela: luce dipinta, stesa velatura dopo velatura sulla tela. Una luce calda, leggera, a tratti friabile, impalpabile. Una luce pulsante, che si irradia dal centro della fotografia, che si irradia e conquista, con fluidità, ogni centimetro quadrato della superficie, con vibrazioni fitte e modulate, inquiete, che sembrano vivere di un afflato vitale, che a tratti si sfaldano, si addensano, si distendono”. Mentre “le installazioni pensate da Kim Sang Lan per il Ferrara Art Festival affrontano uno dei temi prediletti dall’artista coreana degli ultimi anni: la presenza-assenza della figura femminile, evocata da queste silhouettes di abiti femminili fatti di carta intrecciata a amano e la sua moltiplicazione, come in una sorta di riverbero in cui l’immagine femminile viene ripetuta all’infinito, in un gioco di ripetizione differente, di estenuante variazione su tema che ci racconta l’inquieto rapporto tra l’Uno e il Molteplice, nello scorrere immobile e allo stesso momento inquieto del Tempo”. Le opere dell’artista canadese Catherine Schmid invece nascono e si sviluppano “da un’osservazione attenta di elementi della natura o da scorci architettonici, elementi che vengono progressivamente stilizzati e ridotti ai minimi termini, in un processo di astrazione nel senso etimologico del termine che ha lo scopo di trovare nella sintesi la maggior efficacia possibile di espressione. Attraverso questo approccio, per usare una terminologia cara ad Aristotele, il «fenomenon» si trasforma in «noumeno»”… Ogni opera di Giuseppe Orsenigo invece è “l’esplosione di un mondo. Ogni volta un nuovo mondo, in un gioco differente di razionalità ed emozione, di sogni affastellati, scomposti e ricomposti e di concreti, puntuali riferimenti alla realtà. Con colpi di scena e alzate di ingegno uniche e spiazzanti. Come ad esempio nell’opera intitolata «Psicanalisi»: una lastra quadrata di metallo nero, un metallo cangiante alla luce, lucido e opaco allo tempo stesso, con al centro un buco, e dentro quel buco, in profondità di qualche centimetro nel buio, una minuscola superficie di specchio infranto e ricomposto, in cui, non chiunque, ma solo il fruitore più curioso e impertinente, o forse semplicemente più attento, può scorgere se stesso: il proprio volto, il proprio occhio infranto e ricomposto. Un’opera così, che coniuga Fontana e Pistoletto (e che li supera, almeno in sense of humour), basta sola a sancire la statura di un artista”. Infine “le maschere di Gianmaria Battiato sono facce grottesche, come di idoli africani rivisitati in chiave pop, o teste di pupazzi antropomorfi come sculture votive di qualche religione in cui alla seriosità dei riti è stata sostituita una verve dissacrante e sbeffeggiante, volti stilizzati in smorfie di sberleffo: gli occhi appallati, non è chiaro se spiritati o stralunati o strabuzzati di meraviglia, la lingua cacciata fuori forse per affanno, oppure per una libido di ascendenza fantozziana oppure ancora per scherno di lontana reminescenza apotropaica o di più probabile licenziosità infantile. E ci ricordano che spesso anche la vita è un gioco grottesco”.
Sempre a Palazzo Racchetta si conclude la serata, alle 21,30 col concerto dei “Ni-Na” giovane e neonata formazione ferrarese che così descrive Andrea Barbaglia: “ Due voci. Due esseri umani alle spalle. Giacomo Tebaldi. Luca Rizzo. Poi è tutto un tripudio di synth, cavi e processori per quella che nelle intenzioni del nuovo dinamico duo pare essere un lungo viaggio verso luoghi fantastici e irreali che solo un processo di ricostruzione mentale consente di visualizzare nella realtà. Un loop continuo e incessante che si abbatte sull'ascoltatore viziandolo e stuzzicando la sua fantasia. Qualche chitarrina qua e là, giusto per inseguire la linea del basso al solito usato alla perfezione per confezionare ed amalgamare il tutto." Il concerto si inserisce nell’ambito del Racket Festival organizzato da Zamenhof Art di Milano in collaborazione col Cafè degli artisti di Ferrara.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero.
Le Inquiete epifanie dell’Eterno Femminino nell’opera di Kim Sang Lan
La principale delle installazioni pensate da Kim Sang Lan per il Ferrara Art Festival affronta uno dei temi prediletti dall’artista coreana degli ultimi anni: la presenza-assenza della figura femminile, evocata da queste silhouettes di abiti femminili fatti di carta intrecciata a amano e la sua moltiplicazione, come in una sorta di riverbero in cui l’immagine femminile viene ripetuta all’infinito, in un gioco di ripetizione differente, di estenuante variazione su tema che ci racconta l’inquieto rapporto tra l’Uno e il Molteplice, nello scorrere immobile e allo stesso momento inquieto del Tempo.
Virgilio Patarini
Kim Sang Lan
Kim Sang Lan è nata nel 1952 a Séoul. Nel 1975 si diploma in Arti Applicate all’Università di Hong-lk; nel 1977 in Disegno di Tessuti sempre all’Università di Hong-lk. Dal 1978 al 1982 insegna all’Università di Won-Kwang. Nel 1982 approda in Francia, all’Ecole d’Art Américaine, al Castello di Fontainebleau. Nel 1984 D.E.A. d’Arti Plastiche, all’Università di Parigi. Nel 1987 diviene assistente all’Ecole d’Art Américaine. Dal 1989 al 1991 è incaricata di un corso all’Università di Hong-lk e nel 1997 al Centro Culturale Coreano di Parigi. Dal 1998 è membro del Salon «Comparaisons». Dal 2002 è professore all’Ecole d’Art Américaine, di Fontainebleau. Dal 2002 al 2004 è formatore esterno al Museo Nazionale di Arti Asiatiche di Guimet. Dal 2012 è a capo del Gruppo «Installazioni Libere» del Salon Comparaisons. Dal 1976 espone in numerose mostre in Corea. Si reca a Parigi per la prima volta nel 1982. Dal 1992 risiede stabilmente a Parigi. Ha esposto in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Belgio, in Svizzera, in Bulgaria, in Giappone e negli Stati Uniti. Tra le esposizioni personali più rilevanti ricordiamo: 1991 Centre Culturel Français, Séoul; 1992 Centre Culturel Coréen, Tokyo; 1993 Galerie Lehalle, Paris; Installazione al Castello di Senlis,»Rendez-Vous de Septembre»; 1994 Centre Culturel Coréen, Paris; 1997 Galerie de l’A.D.A.C, Paris; 1998, Espace de l’I.E.S.A., Paris; 2000 Galerie de l’A.D.A.C, Paris; 2001 La Maison de la Chine, Paris, Installation «Entre le ciel et la terre», Château d’O, Montpellier, Scénographie de l’exposition «Nostalgies Coréennes»,Musée Guimet, Paris; 2005 Scénographie de l’exposition «La poésie de l’encre», Musée Guimet, Paris; 2006 Hôtel de ville de Saint-Mandé; 2011 Galerie Lemniscate, Toulouse; 2012 Centre Cuturel Coreen, Paris, «KIM Sang lan et ses eleves». Opere in collezioni pubbliche e private: Museo della Città di Séoul, Séoul, Corea; Galleria Meegun, Séoul, Corée; Galleria Lehalle, Parigi, Francia; Galleria Kiroj, Saint-Germain-en-Laye, France; Fondazione Betonac, Hasseit, Belgio; Fondazione Yavorov Tchirpan, Bulgarie; Galleria Orie, Tokyo, Japon; Museo d’Arte di St Louis Missouri, U.S.A. Onorificenze e premi: nel 2009 è nominata Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere (Ministero della Cultura e della Comunicazione, Repubblica Francese); .ha vinto il Primo Premio per la Scultura al Salone di Primavera di Chavenay, nel 1995, e il Premio d’argento alla Biennale de La Dentelle di Bruxelles nel 1998.
05
luglio 2014
Kim Sang Lan – Installazioni
Dal 05 al 24 luglio 2014
arte contemporanea
Location
PALAZZO RACCHETTA
Ferrara, Via Vaspergolo, 3, (Ferrara)
Ferrara, Via Vaspergolo, 3, (Ferrara)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 15 alle 19
Vernissage
5 Luglio 2014, ore 18,30
Autore
Curatore