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Komu | Panda | Upadhyay – Midnight’s Children
Sotto il titolo di “Midnight’s Children” Studio la Città presenta l’opera di tre artisti indiani tra i più importanti della loro generazione di trenta/quarantenni
Comunicato stampa
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Sotto il titolo di “Midnight's Children” Studio la Città presenta l'opera di tre artisti indiani tra i più importanti della loro generazione di trenta/quarantenni: Riyas Komu, Jagannath Panda e Hema Upadhyay.
“Midnight's Children”, cioè “Figli della mezzanotte” è il titolo mutuato dal primo e più bel libro dello scrittore indiano Salman Rushdie, che racconta di bambini nati attorno al momento della proclamazione dell'indipendenza indiana, e che per questo sarebbero “sensitivi” e legati indissolubilmente da qualcosa di segreto e profondo, indipendente da ogni elemento visibilmente esteriore come la classe sociale, la religione, la ricchezza, il sesso, l'intelligenza: questo legame peculiare, nel nostro caso, va inteso come la metafora del linguaggio artistico.
Nel corso degli ultimi anni Studio la Città ha indagato sul campo la produzione artistica indiana (attraverso numerosi viaggi di studio della gallerista e del curatore, e gli stretti legami con le migliori gallerie indiane) producendo una mostra collettiva “India Crossing” , nel 2008 - e numerose personali. Oggi, ritenendo che la globalizzazione in atto debba costituire un sfida positiva e non semplicemente un'etichetta di comodo che sostituisce “l'internazionalità”, tipica dell'era Modena, Studio la Città ha deciso di insistere su alcune generazioni dell'arte indiana, per sgomberare il campo da ogni facile esotismo da ogni etnicità e da ogni categorizzazione come l'essere semplicemente indiani… - troppo vasta per non essere banale.
Così, la scelta caduta su Komu, Panda e Upadhyay risponde a criteri più profondi che non quelli della semplice appartenenza nazionale (che comunque ha un suo peso): le peculiarità di questi tre artisti, infatti, compendiano in sé da un lato un feedback culturale comune, riferibile alle stesse radici (tra l'altro, vivono tutti a Mumbai), dall'altro una ricerca che interpreta i nuovi linguaggi globalizzati, primo fra tutti la tendenza spiccata alla “narrazione” di storie attraverso immagini e costruzioni fortemente evocative. Tutti e tre, di fatto, lavorano sul concetto di scultura/installazione con un potente sostrato mitopoietico, come si potrà vedere nei lavori pensati espressamente per questa mostra: in maniera dichiaratamente storica e ideologico/ideale per Komu, attraverso la forza di contrasti dialettici venati di sottile ironia nelle sculture e nei quadri di Panda, poetico e individuale, probabilmente non scevro da considerazioni sulla condizione femminile nelle aeree installazioni di Upadhyay.
Marco Meneguzzo, 2010
“Midnight's Children”, cioè “Figli della mezzanotte” è il titolo mutuato dal primo e più bel libro dello scrittore indiano Salman Rushdie, che racconta di bambini nati attorno al momento della proclamazione dell'indipendenza indiana, e che per questo sarebbero “sensitivi” e legati indissolubilmente da qualcosa di segreto e profondo, indipendente da ogni elemento visibilmente esteriore come la classe sociale, la religione, la ricchezza, il sesso, l'intelligenza: questo legame peculiare, nel nostro caso, va inteso come la metafora del linguaggio artistico.
Nel corso degli ultimi anni Studio la Città ha indagato sul campo la produzione artistica indiana (attraverso numerosi viaggi di studio della gallerista e del curatore, e gli stretti legami con le migliori gallerie indiane) producendo una mostra collettiva “India Crossing” , nel 2008 - e numerose personali. Oggi, ritenendo che la globalizzazione in atto debba costituire un sfida positiva e non semplicemente un'etichetta di comodo che sostituisce “l'internazionalità”, tipica dell'era Modena, Studio la Città ha deciso di insistere su alcune generazioni dell'arte indiana, per sgomberare il campo da ogni facile esotismo da ogni etnicità e da ogni categorizzazione come l'essere semplicemente indiani… - troppo vasta per non essere banale.
Così, la scelta caduta su Komu, Panda e Upadhyay risponde a criteri più profondi che non quelli della semplice appartenenza nazionale (che comunque ha un suo peso): le peculiarità di questi tre artisti, infatti, compendiano in sé da un lato un feedback culturale comune, riferibile alle stesse radici (tra l'altro, vivono tutti a Mumbai), dall'altro una ricerca che interpreta i nuovi linguaggi globalizzati, primo fra tutti la tendenza spiccata alla “narrazione” di storie attraverso immagini e costruzioni fortemente evocative. Tutti e tre, di fatto, lavorano sul concetto di scultura/installazione con un potente sostrato mitopoietico, come si potrà vedere nei lavori pensati espressamente per questa mostra: in maniera dichiaratamente storica e ideologico/ideale per Komu, attraverso la forza di contrasti dialettici venati di sottile ironia nelle sculture e nei quadri di Panda, poetico e individuale, probabilmente non scevro da considerazioni sulla condizione femminile nelle aeree installazioni di Upadhyay.
Marco Meneguzzo, 2010
25
settembre 2010
Komu | Panda | Upadhyay – Midnight’s Children
Dal 25 settembre al 20 novembre 2010
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
STUDIO LA CITTA’
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato 9-13 e 15.30-19.30
Vernissage
25 Settembre 2010, ore 11.30
Autore
Curatore