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Kumai – Musubi, dentro il nodo
Mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il titolo scelto per la mostra di Kumai riassume una ricerca che ha inizio verso
la fine degli anni Sessanta e che continua tutt’ora. “Musubi” significa "legare,
allacciare, unire, collegare", ma anche, semplicemente, "nodo". L’essenza
dell'arte di Kumai pensiamo possa essere avvertita soprattutto attraverso
l’ascolto in silenzio delle sensazioni che scaturiscono dall'incontro con essa.
Essendo ogni espressione artistica un “risultato” che dà forma soprattutto ad
una conoscenza intuitiva, è in effetti un prodotto non del tutto afferrabile dalla
sola ragione analitica. Consapevole di questa difficoltà, una volta Kumai
descrisse il suo lavoro aiutandosi con dei gesti: aprì sui fianchi le braccia e le
alzò lentamente verso l’alto, poi, con calma, le abbassò davanti a sé
ritorcendole, terminando in un intreccio congiunto dalle mani: un nodo. «Il mio
lavoro è stato questo», disse, «qualcosa che da aperto, poi si è richiuso».
Grazie alla nostra frequentazione, sappiamo come il fine principale della sua
indagine sia la rappresentazione dell’infinito, dell’eternità espressa in forma
visiva. C’è però una seconda attività che ha polarizzato sin da giovane
l'interesse di Kumai: la pratica e l’insegnamento della disciplina dello Iaidô,
termine traducibile con: “la Via dell’unità dell’essere (tramite la spada)”.
L'origine storica e culturale dello Iaidô affonda nella più classica tradizione
marziale giapponese della quale rappresenta, secondo molti esperti, uno dei
vertici più alti. Illustrare la corrispondenza che accomuna questi due poli,
scultura e Iaidô, richiederebbe un approfondimento che va ben oltre lo spazio
a nostra disposizione, ma vorremmo almeno evidenziare la sostanziale
identità del punto di arrivo: oltrepassare i criteri di limitazione e separazione.
Anche lo Iaidô è ispirato infatti dalla continua ricerca di connessione tra
interno ed esterno; tra sé e l’altro, come nei Nodi di Kumai, il praticante studia
l'armonico sviluppo di forme che, attraverso il movimento, interagiscono col
Vuoto. E’ quest’ultimo un concetto basilare che si incontra in tutta la cultura
giapponese tradizionale: il Vuoto come capacità, e per ciò stesso,
collegamento. Vuoto che, nel pensiero orientale, non è affatto una privazione
di qualità, ma è invece potenzialità infinita da cui origina la forza creatrice.
Tuttavia, poiché le parole appartengono più all’azione del "pieno", di fatto, il
“vuoto” ci sfugge. In tal senso siamo dentro il Nodo, che appare insolubile,
non esprimibile; la sua essenza non è nominabile. Possiamo semplicemente
sperimentarlo direttamente, viverlo. Musubi dunque unisce, stabilisce la
relazione; essere dentro il Nodo significa anche essere all'interno di un
legame. A noi, suoi allievi, appare sempre più chiara l’importanza di Kumai;
aprendoci orizzonti altrimenti inaccessibili, ci ha incoraggiato col suo esempio
a perseguire tenacemente un obiettivo. Ricordiamo una sua esortazione, fatta
col suo stile essenziale durante una recente lezione: “sentire.”, non,
“pensare…” Nel parlarne, affetto e riconoscenza sono ogni volta i nostri primi
sentimenti, motivando l’abitudine di chiamarlo, con naturalezza, maestro.
la mostra proseguirà fino al 29 APRILE con il seguente orario: sabato e domenica dalle ore 10.00
alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 18.30. Ingresso libero.
la fine degli anni Sessanta e che continua tutt’ora. “Musubi” significa "legare,
allacciare, unire, collegare", ma anche, semplicemente, "nodo". L’essenza
dell'arte di Kumai pensiamo possa essere avvertita soprattutto attraverso
l’ascolto in silenzio delle sensazioni che scaturiscono dall'incontro con essa.
Essendo ogni espressione artistica un “risultato” che dà forma soprattutto ad
una conoscenza intuitiva, è in effetti un prodotto non del tutto afferrabile dalla
sola ragione analitica. Consapevole di questa difficoltà, una volta Kumai
descrisse il suo lavoro aiutandosi con dei gesti: aprì sui fianchi le braccia e le
alzò lentamente verso l’alto, poi, con calma, le abbassò davanti a sé
ritorcendole, terminando in un intreccio congiunto dalle mani: un nodo. «Il mio
lavoro è stato questo», disse, «qualcosa che da aperto, poi si è richiuso».
Grazie alla nostra frequentazione, sappiamo come il fine principale della sua
indagine sia la rappresentazione dell’infinito, dell’eternità espressa in forma
visiva. C’è però una seconda attività che ha polarizzato sin da giovane
l'interesse di Kumai: la pratica e l’insegnamento della disciplina dello Iaidô,
termine traducibile con: “la Via dell’unità dell’essere (tramite la spada)”.
L'origine storica e culturale dello Iaidô affonda nella più classica tradizione
marziale giapponese della quale rappresenta, secondo molti esperti, uno dei
vertici più alti. Illustrare la corrispondenza che accomuna questi due poli,
scultura e Iaidô, richiederebbe un approfondimento che va ben oltre lo spazio
a nostra disposizione, ma vorremmo almeno evidenziare la sostanziale
identità del punto di arrivo: oltrepassare i criteri di limitazione e separazione.
Anche lo Iaidô è ispirato infatti dalla continua ricerca di connessione tra
interno ed esterno; tra sé e l’altro, come nei Nodi di Kumai, il praticante studia
l'armonico sviluppo di forme che, attraverso il movimento, interagiscono col
Vuoto. E’ quest’ultimo un concetto basilare che si incontra in tutta la cultura
giapponese tradizionale: il Vuoto come capacità, e per ciò stesso,
collegamento. Vuoto che, nel pensiero orientale, non è affatto una privazione
di qualità, ma è invece potenzialità infinita da cui origina la forza creatrice.
Tuttavia, poiché le parole appartengono più all’azione del "pieno", di fatto, il
“vuoto” ci sfugge. In tal senso siamo dentro il Nodo, che appare insolubile,
non esprimibile; la sua essenza non è nominabile. Possiamo semplicemente
sperimentarlo direttamente, viverlo. Musubi dunque unisce, stabilisce la
relazione; essere dentro il Nodo significa anche essere all'interno di un
legame. A noi, suoi allievi, appare sempre più chiara l’importanza di Kumai;
aprendoci orizzonti altrimenti inaccessibili, ci ha incoraggiato col suo esempio
a perseguire tenacemente un obiettivo. Ricordiamo una sua esortazione, fatta
col suo stile essenziale durante una recente lezione: “sentire.”, non,
“pensare…” Nel parlarne, affetto e riconoscenza sono ogni volta i nostri primi
sentimenti, motivando l’abitudine di chiamarlo, con naturalezza, maestro.
la mostra proseguirà fino al 29 APRILE con il seguente orario: sabato e domenica dalle ore 10.00
alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 18.30. Ingresso libero.
14
aprile 2018
Kumai – Musubi, dentro il nodo
Dal 14 al 29 aprile 2018
arte contemporanea
Location
SALA LUCIO FONTANA
Comabbio, Via Giuseppe Garibaldi, 560, (Varese)
Comabbio, Via Giuseppe Garibaldi, 560, (Varese)
Orario di apertura
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 18.30
Vernissage
14 Aprile 2018, h 18
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