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Kyle Thompson – Open stage
Prima italiana, alla Reggia di Caserta, per Kyle Thompson, giovane star della fotografia statunitense. La mostra è promossa dalla Reggia di Caserta in collaborazione con la galleria aA29 Project Room, Milano/Caserta e gode del patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e del Comune di Caserta. La mostra è corredata da un catalogo bilingue.
Comunicato stampa
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Prima italiana, alla Reggia di Caserta, per Kyle Thompson, giovane star della fotografia statunitense. La mostra è promossa dalla Reggia di Caserta in collaborazione con la galleria aA29 Project Room, Milano/Caserta e gode del patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e del Comune di Caserta. La mostra è corredata da un catalogo bilingue.
Ventiseienne, Kyle Thompson ha allattivo mostre in molti Paesi, pubblicazioni e Premi, tra cui due edizioni del Photo of the Day di Vogue Italia.
La sua è una fotografia concettuale dove persone, spesso lui stesso, e luoghi concorrono a mettere in scena storie, situazioni apparenti, surreali, oniriche.
Giovanissimo si allontana dai sobborghi di Chicago, dovè cresciuto, per andare alla scoperta di luoghi dove lumano non è, o non è più, presente: case abbandonate, foreste vuote, fiumi, laghi. Popola questi luoghi di sé, traendone spesso autoritratti surreali e bizzarri, ambientati in atmosfere e luoghi pregnanti, talvolta incombenti e allo stesso tempo effimeri. In questi contesti lartista esplora, senza influenze esterne, le proprie emozioni e le sensazioni che quelle ambientazioni gli suscitano. Interviene sulla scena con acqua, fumo, effetti di luce e con oggetti della sua quotidianità o della sua storia. Per rafforzare il racconto o guidare losservatore.
Parlando di questi suoi autoritratti dinizio, lartista ricorda: Necessitavo di un modo per incanalare le mie emozioni. Sentivo che gli autoritratti le esprimevano. Senza dover ricorrere alle parole. Avevo una terribile difficoltà nel rapportarmi con le persone, quindi ho finito per usarmi in quasi tutte le mie foto, passando parecchie ore ogni giorno nel girovagare da solo attraverso foreste vuote facendomi autoritratti grazie al timer delle mie fotocamere
"Music, emotions, anything happening in my life, and other art. I try to get inspired by everything. I rarely remember my dreams, but I've taken photos based on dreams a few times. I like to make my images seem dream-like either way though.""Musica, emozioni, qualsiasi cosa accada nella mia vita, cerco di ispirarmi a tutto, raramente ricordo i miei sogni, ma ho scattato alcune foto basandomi sui sogni alcune volte", egli dichiara.
E gli scatti di Kyle ci parlano di sogni, a volte incubi, ricordi e traumi infantili, sensazioni ed emozioni dal gusto malinconico e nostalgico, che vanno a sollecitare la parte più intima del nostro inconscio.
La ricerca di ambienti e di sensazioni lo ha poi spinto in molti altri contesti, sino a condurlo nellest Europa, alla ricerca dei luoghi dei suoi antenati.
Nellultima serie di foto Ghost Town (2015) Kyle esplora una città abbandonate e inondate; frammenti di vita e ricordi dinfanzia si fondono in scatti malinconici e introspettivi in cui lacqua, che avvolge la città, rappresenta la depressione infantile del giovane e rappresentano lunico mezzo in grado di alterare e deformare la realtà fino a farci riconoscere in essa. Come in un viaggio onirico Kyle ci guida tra le ombre, le luci e l'anima di questi luoghi, apparentemente vuoti ma ricchi di ricordi di chi li ha vissuti e di chi per la prima volta li esplora.
Delicate ma forti allo stesso tempo, le fotografie di Kyle sono in grado di lasciarci senza fiato. Nonostante la loro natura surreale, queste immagini raccolte nel suo Somewhere Else - ci parlano di emozioni vicine e reali in cui è facile rivedersi, e così conoscersi e capirsi di più.
Per Caserta, Kyle Thomson ha dato vita ad un progetto specifico. La mostra ideata per la Reggia esplora afferma la curatrice - il contesto e lambiente che circondano le sue immagini.
Lartista è interessato al rapporto tra ambiente urbano e natura: abitando in una grande metropoli americana, avverte lurgenza di ricercare spazi naturali, non-antropizzati per creare il suo lavoro.
Thompson considera lo spazio naturale come una sorta di palcoscenico in cui un leggero spostamento dellobiettivo della camera distruggerebbe lillusione creata e metterebbe in luce il vero contesto della scena. Il progetto da lui ideato per questa esposizione mira a dare un altro sguardo sul rapporto tra spazio urbano e natura.
Di conseguenza, le immagini sono concepite in dittici: una di maggiori dimensioni sarà sempre un autoritratto dellartista immerso in questi spazi naturali allinterno di aree urbane, limmagine più piccola invece sarà quella che romperà lillusione e farà vedere il vero ambiente in cui questa natura è immersa. Linteresse è quello di mettere in evidenza non solo come la città cambia la natura, ma anche come alcune, anche se piccole, porzioni di natura riescono a mantenersi immutabili.
È così bello essere in grado di creare un momento che non è mai esistito. Qualcosa che è così reale, ma inventato. Puoi creare un momento che non è mai accaduto, ma che continua a vivere nel suo stesso stato immutabile, ed è una sensazione creativa che adoro, dice Thompson.
Ventiseienne, Kyle Thompson ha allattivo mostre in molti Paesi, pubblicazioni e Premi, tra cui due edizioni del Photo of the Day di Vogue Italia.
La sua è una fotografia concettuale dove persone, spesso lui stesso, e luoghi concorrono a mettere in scena storie, situazioni apparenti, surreali, oniriche.
Giovanissimo si allontana dai sobborghi di Chicago, dovè cresciuto, per andare alla scoperta di luoghi dove lumano non è, o non è più, presente: case abbandonate, foreste vuote, fiumi, laghi. Popola questi luoghi di sé, traendone spesso autoritratti surreali e bizzarri, ambientati in atmosfere e luoghi pregnanti, talvolta incombenti e allo stesso tempo effimeri. In questi contesti lartista esplora, senza influenze esterne, le proprie emozioni e le sensazioni che quelle ambientazioni gli suscitano. Interviene sulla scena con acqua, fumo, effetti di luce e con oggetti della sua quotidianità o della sua storia. Per rafforzare il racconto o guidare losservatore.
Parlando di questi suoi autoritratti dinizio, lartista ricorda: Necessitavo di un modo per incanalare le mie emozioni. Sentivo che gli autoritratti le esprimevano. Senza dover ricorrere alle parole. Avevo una terribile difficoltà nel rapportarmi con le persone, quindi ho finito per usarmi in quasi tutte le mie foto, passando parecchie ore ogni giorno nel girovagare da solo attraverso foreste vuote facendomi autoritratti grazie al timer delle mie fotocamere
"Music, emotions, anything happening in my life, and other art. I try to get inspired by everything. I rarely remember my dreams, but I've taken photos based on dreams a few times. I like to make my images seem dream-like either way though.""Musica, emozioni, qualsiasi cosa accada nella mia vita, cerco di ispirarmi a tutto, raramente ricordo i miei sogni, ma ho scattato alcune foto basandomi sui sogni alcune volte", egli dichiara.
E gli scatti di Kyle ci parlano di sogni, a volte incubi, ricordi e traumi infantili, sensazioni ed emozioni dal gusto malinconico e nostalgico, che vanno a sollecitare la parte più intima del nostro inconscio.
La ricerca di ambienti e di sensazioni lo ha poi spinto in molti altri contesti, sino a condurlo nellest Europa, alla ricerca dei luoghi dei suoi antenati.
Nellultima serie di foto Ghost Town (2015) Kyle esplora una città abbandonate e inondate; frammenti di vita e ricordi dinfanzia si fondono in scatti malinconici e introspettivi in cui lacqua, che avvolge la città, rappresenta la depressione infantile del giovane e rappresentano lunico mezzo in grado di alterare e deformare la realtà fino a farci riconoscere in essa. Come in un viaggio onirico Kyle ci guida tra le ombre, le luci e l'anima di questi luoghi, apparentemente vuoti ma ricchi di ricordi di chi li ha vissuti e di chi per la prima volta li esplora.
Delicate ma forti allo stesso tempo, le fotografie di Kyle sono in grado di lasciarci senza fiato. Nonostante la loro natura surreale, queste immagini raccolte nel suo Somewhere Else - ci parlano di emozioni vicine e reali in cui è facile rivedersi, e così conoscersi e capirsi di più.
Per Caserta, Kyle Thomson ha dato vita ad un progetto specifico. La mostra ideata per la Reggia esplora afferma la curatrice - il contesto e lambiente che circondano le sue immagini.
Lartista è interessato al rapporto tra ambiente urbano e natura: abitando in una grande metropoli americana, avverte lurgenza di ricercare spazi naturali, non-antropizzati per creare il suo lavoro.
Thompson considera lo spazio naturale come una sorta di palcoscenico in cui un leggero spostamento dellobiettivo della camera distruggerebbe lillusione creata e metterebbe in luce il vero contesto della scena. Il progetto da lui ideato per questa esposizione mira a dare un altro sguardo sul rapporto tra spazio urbano e natura.
Di conseguenza, le immagini sono concepite in dittici: una di maggiori dimensioni sarà sempre un autoritratto dellartista immerso in questi spazi naturali allinterno di aree urbane, limmagine più piccola invece sarà quella che romperà lillusione e farà vedere il vero ambiente in cui questa natura è immersa. Linteresse è quello di mettere in evidenza non solo come la città cambia la natura, ma anche come alcune, anche se piccole, porzioni di natura riescono a mantenersi immutabili.
È così bello essere in grado di creare un momento che non è mai esistito. Qualcosa che è così reale, ma inventato. Puoi creare un momento che non è mai accaduto, ma che continua a vivere nel suo stesso stato immutabile, ed è una sensazione creativa che adoro, dice Thompson.
27
marzo 2018
Kyle Thompson – Open stage
Dal 27 marzo al 04 giugno 2018
fotografia
Location
REGGIA DI CASERTA
Caserta, Viale Douhet, 22, (Caserta)
Caserta, Viale Douhet, 22, (Caserta)
Vernissage
27 Marzo 2018, ore 17 su invito
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore