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La Bella Italia. Arte e identità delle città capitali
I grandi maestri dell’arte italiana dall’antichità all’Unità d’Italia: oltre 350 opere negli straordinari scenari della Citroniera e della Scuderia Grande di Filippo Juvarra.
Comunicato stampa
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L’arte italiana come non è stata mai vista.
Nell’imponente cornice delle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria, oltre 350 opere tracciano un percorso che va dall’antichità alla vigilia del 1861 attraverso le principali "capitali culturali" pre-unitarie: Torino, Firenze, Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Parma, Modena, Napoli e Palermo. La mostra propone l’immagine delle diverse città -culture, tradizioni e ricchezze storico-artistiche- viste da grandi artisti che hanno fatto la storia: Giotto, Beato Angelico, Donatello, Botticelli, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Correggio, Bronzino, Tiziano, Veronese, Rubens, Tiepolo, Canova, Hayez, Parmigianino, Velazquez, Bernini e tanti altri. Dal percorso emerge e si afferma il profilo di un’arte e di uno stile italiano.
LA MOSTRA
Torino, Firenze, Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Parma, Modena, Napoli e Palermo: ognuna delle principali “capitali culturali” preunitarie è stata ed è in diverso modo rappresentativa dei differenti destini e delle particolari identità delle corti e delle città italiane. Chiunque abbia anche solo sfogliato un manuale di storia o di storia dell’arte sa che tali città hanno conosciuto vicende antiche e gloriose, ognuna segnata da specifici caratteri distintivi che hanno poi contribuito alla formazione culturale e artistica nazionale. Alla vigilia del 1861 si erano date un'auto-rappresentazione che univa vicende storiche, fenomeni letterari ed artistici, temperamenti dei popoli, destini, attese e speranze che sarebbero poi scaturiti all’appuntamento dell’Unità nazionale.
La mostra, allestita alle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria, vuole dare immagine alle Italie che la Storia chiamò a diventare Italia. Il nostro è il Paese delle “differenze”. Oggi, nel tempo della globalizzazione, ci accorgiamo che le “differenze” sono una ricchezza, un moltiplicatore di energie, di suggestioni, di risorse. La mostra ci porterà indietro nel tempo a rappresentare l’orgogliosa consapevolezza delle “differenze” che i popoli d’Italia avevano di se stessi alla vigilia del 1861.
Oltre 350 opere d’arte provenienti dai musei d’Italia, del mondo nonché da collezioni private racconteranno alla Venaria Reale l’identità delle principali "capitali culturali" italiane. Ogni capitale sarà rappresentata da opere d’arte, documenti ed oggetti in un certo senso identitari, in grado cioè di significare e di ricostruire il profilo storico e i termini delle auto-rappresentazioni.
Torino è l’Armata, la Metallurgia, la Corte.
Firenze è la fondatrice della lingua e delle arti con Dante, Giotto, Donatello, Botticelli, Michelangelo.
Roma è la gloria dell’Antichità classica e dell’Autorità religiosa: due elementi unificanti destinati a tenere insieme la nuova Italia.
Milano è Leonardo da Vinci, è la religiosità dei Borromeo, è l’Illuminismo, è il dialogo costante e fecondo con l’Europa.
Venezia è la grande pittura di Tiziano e di Veronese, è il profumo d’Oriente, è il mito del Buongoverno e della città inimitabile.
C’è poi Genova, ricchissima e bellissima, capitale finanziaria nell’Europa della Controriforma e degli Assolutismi, la città che ha saputo trasformare il profitto bancario nei Rubens, nei Van Dyck, nei palazzi più belli della Cristianità.
Bologna, la seconda città dello Stato Pontificio, è il prestigio della sua Università ed è l’ideale classico che da Raffaello arriva a Guido Reni.
Parma e Modena sono l’arte e il collezionismo dei principi mecenati.
E infine ci sono le due capitali del Regno: Napoli e Palermo. C’è la Napoli degli Aragona e dei Borbone, di Caravaggio e di San Gennaro, dei Lazzari e di Masaniello; la Palermo di Federico Imperatore, del Feudo, dei Baroni riottosi, dell’autonomia continuamente affermata e continuamente contrastata.
LE SEZIONI
La sezione dedicata a Roma, curata da Antonio Paolucci con Alessandra Rodolfo, porta in dote una cinquantina di opere a raccontare i venticinque secoli della città eterna, pagana e cristiana, attraverso i temi dell’antichità e dell’autorità religiosa. Dai miti della Roma arcaica, simboleggiati dal celebre dipinto di Rubens con Romolo e Remo allattati dalla Lupa, ai protagonisti della Roma classica con i ritratti e i busti degli imperatori e i rilievi della. Colonna Traiana, alle nitide vedute della Città eterna nei quadri di Wan Vittel e nelle incisioni di Piranesi. La Roma cattolica, rappresentata dai Triregni papali, dai busti del Bernini di Paolo V e dell’Algardi di Innocenzo X Pamphilj, ritrae nella serie dei pontefici la stagione del grande barocco, per chiudere con il gesso ottocentesco della Religione Cattolica del neoclassico Antonio Canova.
Firenze è la lingua italiana di Dante, Petrarca e Boccaccio, è il collezionismo dei Medici, la Corte illuminata di Lorenzo il Magnifico (in mostra nel celebre ritratto del Fiammingo), è la culla del Rinascimento con Brunelleschi, Masaccio e Donatello, la nuova scienza astronomica di Galileo e, ancora, fra Sette e Ottocento, la città d’arte per eccellenza, cantata in tutta Europa nei diari dei favolosi Gran Tour. La sezione, curata da Cristina Acidini e Maria Sframeli, ricostruisce il cammino verso l’Unità italiana partendo dal patrimonio lasciato dai grandi poeti fiorentini del Trecento, per chiudersi su un’immagine simbolo del Risorgimento, La Ragazza che cuce il tricolore di Odoardo Borrani.
Da capitale del ducato sabaudo a prima capitale italiana, la Torino che ospita i festeggiamenti per il Centocinquantenario incarna in mostra lo spirito risorgimentale che portò il Paese all’Unità. Per la cura di Carla Enrica Spantigati, la sezione ripercorre nel segno delle arti la lunga epopea dinastica dei Savoia, la religiosità, la politica d’immagine, le imprese editoriali e il collezionismo, fino alle grandi architetture che celebrarono, nella regìa di Juvarra, il passaggio da ducato a regno nel 1713. Il Piemonte, immortalato nelle evocative immagini pittoriche delle Alpi, rammenta anche le innovazioni conferite all’Italia dall’antica tradizione scientifica e militare delle sue accademie. Le ultime tele di Bossoli e Tetar van Elven riportano Torino protagonista del Risorgimento.
Genova, ricchissima e bellissima, evocata nei diari di celebri viaggiatori tra cui Gustave Flaubert che nel 1845 paragonò il suo fascino a quello di Costantinopoli, ripercorre in mostra, a cura di Piero Boccardo, la sua età d’oro come capitale finanziaria e dell’arte, nell’Europa della Controriforma e degli Assolutismi. Una trentina di opere scelte, tra cui preziose tele di Rubens, Strozzi, Van Dyck, Veronese, danno immagine alla storia della città, dalla nascita della Repubblica, con il Ritratto di Andrea Doria nelle vesti di Nettuno del Bronzino, fino all’epopea garibaldina.
Testimonianze artistiche delle molte culture di Palermo, tra il Medioevo e l’età moderna, scandiscono il cammino della città, in bilico tra l’autonomia rivendicata e contrastata. Con riferimento agli studi compiuti durante il Risorgimento dallo storico palermitano Michele Amari, la sezione curata da Vincenzo Abbate apre sul mito dell’età normanno-sveva, nel segno della convivenza dei popoli, con preziosi manufatti autoctoni e d’importazione islamica e la tela ottocentesca di Giacomo Conti raffigurante la corte di Federico II. In chiusura il tema dei Vespri siciliani (nel dipinto di Michele Rapisardi) è collegato direttamente all’epopea garibaldina: la rivolta del popolo al sopruso angioino nel 1282 rappresenterebbe la prima presa di coscienza del sentimento indipendentista.
L’identità di Napoli, capitale storica dell’Italia meridionale, sede di una grande corte regale, emerge sfaccettata in mostra nelle raffigurazioni del potere sovrano, con i molteplici modelli di autorapprentazione e, per contrasto, nelle vivide immagini della sua plebe nei dipinti di Cerquozzi, Giordano, Traversi, Miola. A cura di Pierluigi Leone De Castris, attraverso circa cinquanta opere, la città, i colori, i Santi, la storia rivelano tutte le contaminazioni artistiche di un porto mediterraneo aperto all’Europa e all’Oriente, quanto mai amato, come meta privilegiata del Grand Tour e raffigurato in brillanti vedute tra Sette e Ottocento.
Seconda città dello Stato Pontificio, Bologna, celebre per il prestigio della sua Università, porta in mostra la ricca tradizione pittorica delle corti padane nelle tele del Correggio e del Dossi, illustrando la riconquista vaticana di Giulio II nel 1506, con opere di Guercino, Fontana, Bagnocavallo, Ludovico e Annibale Carracci. L’esposizione, curata da Andrea Emiliani e Michela Scolaro, riconosce nell’ideale classico che attinge alla memoria rinascimentale di Raffaello fino alle espressioni neoplatoniche di Guido Reni, un modello di unificazione della pittura italiana.
Nell’ambito dei territori emiliani, una sezione specifica della mostra è dedicata ad alcune importanti opere d’arte esemplificative delle prestigiose collezioni degli antichi ducati di Parma e Modena.
Internazionale e moderna, Milano ritrova nell’immagine dell’Italia preunitaria il ruolo sancito dalla storia di grande centro propulsore dell’arte, del pensiero politico e dell’economia. Una selezione di opere importanti, a cura di Pietro Marani, illustra i momenti salienti dell’epopea lombarda, mettendone in luce la doppia vocazione intellettuale e imprenditoriale. Dai cantieri rinascimentali del Duomo e della Certosa di Pavia, con le testimonianze lasciate alla Corte Sforzesca da Leonardo da Vinci e Donato Bramante, la mostra racconta la spiritualità spagnola nella Milano dei Borromeo e il nuovo fervore illuminista nella Milano austriaca e napoleonica. Il celebre Bacio di Francesco Hayez simboleggia, infine, l’eroismo delle Cinque Giornate che diedero avvio al Risorgimento.
Venezia si rappresenta in mostra nell’immagine riflessa del proprio mito, celebrato dall’arte attraverso i secoli, fin quasi a fondere la proiezione simbolica della città con i momenti più gloriosi e drammatici della sua storia. La sezione, curata da Giandomenico Romanelli, rappresenta alcuni momenti cruciali nella lunga storia di autonomia politica e istituzionale di Venezia e della sua Repubblica e ricompone le diverse anime di un luogo non luogo, tra immagini pittoriche evocative e realistiche. Le icone della Repubblica, con i ritratti di Tiziano e il Leone marciano di Carpaccio, si alternano alle celebri raffigurazioni della città del Canaletto e alle visuali nostalgiche del Guardi, per riemergere nei colori del Tiepolo e nelle sculture del Canova.
IL PROGETTO ALLESTITIVO
L’idea base del progetto di allestimento è quella di non alterare lo straordinario spazio architettonico della citroniera e della scuderia, realizzandolo idealmente all’aria aperta, con il proposito di trasferire in uno spazio esterno (ma chiuso) ciò che abitualmente è collocato in spazi interni: le opere d’arte.
Lo spazio esterno idealizzato, creato dall’architettura e dall’allestimento, diviene paesaggio, natura, aria aperta, valori aggiunti e anch’essi bellezza d’Italia. Il carattere di spazio esterno è sottolineato dalla presenza a terra di un manto erboso, a sua volta naturalmente cosparso di foglie.
All’interno del percorso assumono importanza cruciale la luce e il senso del tempo: un tempo unitario ed assoluto, non alterato dai limiti e dai confini storici, che ha un proprio valore di superamento e allineamento delle differenze cronologiche e storiche delle opere in mostra. Il trascorrere del tempo, cadenzato dal susseguirsi delle stagioni, è suggerito dal variare della colorazione e della tipologia di erba e foglie lungo il percorso.
La dimensione sovratemporale unificante corrisponde fisicamente a una dimensione sovraspaziale dell’allestimento: le sezioni della mostra saranno infatti percepite come un percorso unico. Come supporto delle opere si è voluto riproporre un muro in mattoni a vista, che ben si lega con l’idea di luogo aperto, dove sarà anche possibile perdersi. Ai muri è affidata anche la funzione di spiegare con scritte calligrafiche le opere in mostra.
Non si tratta quindi di mura di una città ma di uno spazio ideale: un muro in costruzione che arriva a rappresentare la nascita dell’identità italiana e della bellezza stessa, un muro che unisce anziché dividere.
Nell’imponente cornice delle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria, oltre 350 opere tracciano un percorso che va dall’antichità alla vigilia del 1861 attraverso le principali "capitali culturali" pre-unitarie: Torino, Firenze, Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Parma, Modena, Napoli e Palermo. La mostra propone l’immagine delle diverse città -culture, tradizioni e ricchezze storico-artistiche- viste da grandi artisti che hanno fatto la storia: Giotto, Beato Angelico, Donatello, Botticelli, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Correggio, Bronzino, Tiziano, Veronese, Rubens, Tiepolo, Canova, Hayez, Parmigianino, Velazquez, Bernini e tanti altri. Dal percorso emerge e si afferma il profilo di un’arte e di uno stile italiano.
LA MOSTRA
Torino, Firenze, Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Parma, Modena, Napoli e Palermo: ognuna delle principali “capitali culturali” preunitarie è stata ed è in diverso modo rappresentativa dei differenti destini e delle particolari identità delle corti e delle città italiane. Chiunque abbia anche solo sfogliato un manuale di storia o di storia dell’arte sa che tali città hanno conosciuto vicende antiche e gloriose, ognuna segnata da specifici caratteri distintivi che hanno poi contribuito alla formazione culturale e artistica nazionale. Alla vigilia del 1861 si erano date un'auto-rappresentazione che univa vicende storiche, fenomeni letterari ed artistici, temperamenti dei popoli, destini, attese e speranze che sarebbero poi scaturiti all’appuntamento dell’Unità nazionale.
La mostra, allestita alle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria, vuole dare immagine alle Italie che la Storia chiamò a diventare Italia. Il nostro è il Paese delle “differenze”. Oggi, nel tempo della globalizzazione, ci accorgiamo che le “differenze” sono una ricchezza, un moltiplicatore di energie, di suggestioni, di risorse. La mostra ci porterà indietro nel tempo a rappresentare l’orgogliosa consapevolezza delle “differenze” che i popoli d’Italia avevano di se stessi alla vigilia del 1861.
Oltre 350 opere d’arte provenienti dai musei d’Italia, del mondo nonché da collezioni private racconteranno alla Venaria Reale l’identità delle principali "capitali culturali" italiane. Ogni capitale sarà rappresentata da opere d’arte, documenti ed oggetti in un certo senso identitari, in grado cioè di significare e di ricostruire il profilo storico e i termini delle auto-rappresentazioni.
Torino è l’Armata, la Metallurgia, la Corte.
Firenze è la fondatrice della lingua e delle arti con Dante, Giotto, Donatello, Botticelli, Michelangelo.
Roma è la gloria dell’Antichità classica e dell’Autorità religiosa: due elementi unificanti destinati a tenere insieme la nuova Italia.
Milano è Leonardo da Vinci, è la religiosità dei Borromeo, è l’Illuminismo, è il dialogo costante e fecondo con l’Europa.
Venezia è la grande pittura di Tiziano e di Veronese, è il profumo d’Oriente, è il mito del Buongoverno e della città inimitabile.
C’è poi Genova, ricchissima e bellissima, capitale finanziaria nell’Europa della Controriforma e degli Assolutismi, la città che ha saputo trasformare il profitto bancario nei Rubens, nei Van Dyck, nei palazzi più belli della Cristianità.
Bologna, la seconda città dello Stato Pontificio, è il prestigio della sua Università ed è l’ideale classico che da Raffaello arriva a Guido Reni.
Parma e Modena sono l’arte e il collezionismo dei principi mecenati.
E infine ci sono le due capitali del Regno: Napoli e Palermo. C’è la Napoli degli Aragona e dei Borbone, di Caravaggio e di San Gennaro, dei Lazzari e di Masaniello; la Palermo di Federico Imperatore, del Feudo, dei Baroni riottosi, dell’autonomia continuamente affermata e continuamente contrastata.
LE SEZIONI
La sezione dedicata a Roma, curata da Antonio Paolucci con Alessandra Rodolfo, porta in dote una cinquantina di opere a raccontare i venticinque secoli della città eterna, pagana e cristiana, attraverso i temi dell’antichità e dell’autorità religiosa. Dai miti della Roma arcaica, simboleggiati dal celebre dipinto di Rubens con Romolo e Remo allattati dalla Lupa, ai protagonisti della Roma classica con i ritratti e i busti degli imperatori e i rilievi della. Colonna Traiana, alle nitide vedute della Città eterna nei quadri di Wan Vittel e nelle incisioni di Piranesi. La Roma cattolica, rappresentata dai Triregni papali, dai busti del Bernini di Paolo V e dell’Algardi di Innocenzo X Pamphilj, ritrae nella serie dei pontefici la stagione del grande barocco, per chiudere con il gesso ottocentesco della Religione Cattolica del neoclassico Antonio Canova.
Firenze è la lingua italiana di Dante, Petrarca e Boccaccio, è il collezionismo dei Medici, la Corte illuminata di Lorenzo il Magnifico (in mostra nel celebre ritratto del Fiammingo), è la culla del Rinascimento con Brunelleschi, Masaccio e Donatello, la nuova scienza astronomica di Galileo e, ancora, fra Sette e Ottocento, la città d’arte per eccellenza, cantata in tutta Europa nei diari dei favolosi Gran Tour. La sezione, curata da Cristina Acidini e Maria Sframeli, ricostruisce il cammino verso l’Unità italiana partendo dal patrimonio lasciato dai grandi poeti fiorentini del Trecento, per chiudersi su un’immagine simbolo del Risorgimento, La Ragazza che cuce il tricolore di Odoardo Borrani.
Da capitale del ducato sabaudo a prima capitale italiana, la Torino che ospita i festeggiamenti per il Centocinquantenario incarna in mostra lo spirito risorgimentale che portò il Paese all’Unità. Per la cura di Carla Enrica Spantigati, la sezione ripercorre nel segno delle arti la lunga epopea dinastica dei Savoia, la religiosità, la politica d’immagine, le imprese editoriali e il collezionismo, fino alle grandi architetture che celebrarono, nella regìa di Juvarra, il passaggio da ducato a regno nel 1713. Il Piemonte, immortalato nelle evocative immagini pittoriche delle Alpi, rammenta anche le innovazioni conferite all’Italia dall’antica tradizione scientifica e militare delle sue accademie. Le ultime tele di Bossoli e Tetar van Elven riportano Torino protagonista del Risorgimento.
Genova, ricchissima e bellissima, evocata nei diari di celebri viaggiatori tra cui Gustave Flaubert che nel 1845 paragonò il suo fascino a quello di Costantinopoli, ripercorre in mostra, a cura di Piero Boccardo, la sua età d’oro come capitale finanziaria e dell’arte, nell’Europa della Controriforma e degli Assolutismi. Una trentina di opere scelte, tra cui preziose tele di Rubens, Strozzi, Van Dyck, Veronese, danno immagine alla storia della città, dalla nascita della Repubblica, con il Ritratto di Andrea Doria nelle vesti di Nettuno del Bronzino, fino all’epopea garibaldina.
Testimonianze artistiche delle molte culture di Palermo, tra il Medioevo e l’età moderna, scandiscono il cammino della città, in bilico tra l’autonomia rivendicata e contrastata. Con riferimento agli studi compiuti durante il Risorgimento dallo storico palermitano Michele Amari, la sezione curata da Vincenzo Abbate apre sul mito dell’età normanno-sveva, nel segno della convivenza dei popoli, con preziosi manufatti autoctoni e d’importazione islamica e la tela ottocentesca di Giacomo Conti raffigurante la corte di Federico II. In chiusura il tema dei Vespri siciliani (nel dipinto di Michele Rapisardi) è collegato direttamente all’epopea garibaldina: la rivolta del popolo al sopruso angioino nel 1282 rappresenterebbe la prima presa di coscienza del sentimento indipendentista.
L’identità di Napoli, capitale storica dell’Italia meridionale, sede di una grande corte regale, emerge sfaccettata in mostra nelle raffigurazioni del potere sovrano, con i molteplici modelli di autorapprentazione e, per contrasto, nelle vivide immagini della sua plebe nei dipinti di Cerquozzi, Giordano, Traversi, Miola. A cura di Pierluigi Leone De Castris, attraverso circa cinquanta opere, la città, i colori, i Santi, la storia rivelano tutte le contaminazioni artistiche di un porto mediterraneo aperto all’Europa e all’Oriente, quanto mai amato, come meta privilegiata del Grand Tour e raffigurato in brillanti vedute tra Sette e Ottocento.
Seconda città dello Stato Pontificio, Bologna, celebre per il prestigio della sua Università, porta in mostra la ricca tradizione pittorica delle corti padane nelle tele del Correggio e del Dossi, illustrando la riconquista vaticana di Giulio II nel 1506, con opere di Guercino, Fontana, Bagnocavallo, Ludovico e Annibale Carracci. L’esposizione, curata da Andrea Emiliani e Michela Scolaro, riconosce nell’ideale classico che attinge alla memoria rinascimentale di Raffaello fino alle espressioni neoplatoniche di Guido Reni, un modello di unificazione della pittura italiana.
Nell’ambito dei territori emiliani, una sezione specifica della mostra è dedicata ad alcune importanti opere d’arte esemplificative delle prestigiose collezioni degli antichi ducati di Parma e Modena.
Internazionale e moderna, Milano ritrova nell’immagine dell’Italia preunitaria il ruolo sancito dalla storia di grande centro propulsore dell’arte, del pensiero politico e dell’economia. Una selezione di opere importanti, a cura di Pietro Marani, illustra i momenti salienti dell’epopea lombarda, mettendone in luce la doppia vocazione intellettuale e imprenditoriale. Dai cantieri rinascimentali del Duomo e della Certosa di Pavia, con le testimonianze lasciate alla Corte Sforzesca da Leonardo da Vinci e Donato Bramante, la mostra racconta la spiritualità spagnola nella Milano dei Borromeo e il nuovo fervore illuminista nella Milano austriaca e napoleonica. Il celebre Bacio di Francesco Hayez simboleggia, infine, l’eroismo delle Cinque Giornate che diedero avvio al Risorgimento.
Venezia si rappresenta in mostra nell’immagine riflessa del proprio mito, celebrato dall’arte attraverso i secoli, fin quasi a fondere la proiezione simbolica della città con i momenti più gloriosi e drammatici della sua storia. La sezione, curata da Giandomenico Romanelli, rappresenta alcuni momenti cruciali nella lunga storia di autonomia politica e istituzionale di Venezia e della sua Repubblica e ricompone le diverse anime di un luogo non luogo, tra immagini pittoriche evocative e realistiche. Le icone della Repubblica, con i ritratti di Tiziano e il Leone marciano di Carpaccio, si alternano alle celebri raffigurazioni della città del Canaletto e alle visuali nostalgiche del Guardi, per riemergere nei colori del Tiepolo e nelle sculture del Canova.
IL PROGETTO ALLESTITIVO
L’idea base del progetto di allestimento è quella di non alterare lo straordinario spazio architettonico della citroniera e della scuderia, realizzandolo idealmente all’aria aperta, con il proposito di trasferire in uno spazio esterno (ma chiuso) ciò che abitualmente è collocato in spazi interni: le opere d’arte.
Lo spazio esterno idealizzato, creato dall’architettura e dall’allestimento, diviene paesaggio, natura, aria aperta, valori aggiunti e anch’essi bellezza d’Italia. Il carattere di spazio esterno è sottolineato dalla presenza a terra di un manto erboso, a sua volta naturalmente cosparso di foglie.
All’interno del percorso assumono importanza cruciale la luce e il senso del tempo: un tempo unitario ed assoluto, non alterato dai limiti e dai confini storici, che ha un proprio valore di superamento e allineamento delle differenze cronologiche e storiche delle opere in mostra. Il trascorrere del tempo, cadenzato dal susseguirsi delle stagioni, è suggerito dal variare della colorazione e della tipologia di erba e foglie lungo il percorso.
La dimensione sovratemporale unificante corrisponde fisicamente a una dimensione sovraspaziale dell’allestimento: le sezioni della mostra saranno infatti percepite come un percorso unico. Come supporto delle opere si è voluto riproporre un muro in mattoni a vista, che ben si lega con l’idea di luogo aperto, dove sarà anche possibile perdersi. Ai muri è affidata anche la funzione di spiegare con scritte calligrafiche le opere in mostra.
Non si tratta quindi di mura di una città ma di uno spazio ideale: un muro in costruzione che arriva a rappresentare la nascita dell’identità italiana e della bellezza stessa, un muro che unisce anziché dividere.
17
marzo 2011
La Bella Italia. Arte e identità delle città capitali
Dal 17 marzo all'undici settembre 2011
arte antica
arte moderna
arte moderna
Location
REGGIA
Venaria Reale, Piazza Della Repubblica, 4, (Torino)
Venaria Reale, Piazza Della Repubblica, 4, (Torino)
Biglietti
Tutti i biglietti consentono l’ingresso ai Giardini e Potager Royal
La bella Italia
* Intero: 12,00 euro
* Ridotto: 8,00 euro (over 65, under 18 anni e disabili accompagnati)
Orario di apertura
Orari dal 17 marzo al 2 giugno, e dal 19 settembre al 20 novembre 2011:
Lunedì: dalle ore 9 alle 16
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì: dalle ore 9 alle 18
Sabato: dalle ore 9 alle 21.30
Domenica: dalle ore 9 alle 20
4) Orari dal 3 giugno al 18 settembre, e dal 22 novembre 2011: Lunedì: chiusura (tranne eventuali giorni Festivi, che hanno gli stessi orari della domenica)
Martedì, mercoledì
Vernissage
17 Marzo 2011, dalle ore 9.30 alle 12.30 preview per la stampa su accredito
Sito web
www.italia150.it
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore