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La bella pittura
Momenti esaltanti della nostra arte pittorica, impersonata, anche da artisti del calibro di Sironi, Oppi, de Pisis, Levi, Gentilini, Campigli, Morandi, Savinio, oltre che degli stessi de Chirico e Carrà: ogni artista è documentato in mostra da alcune opere tra le più rappresentative della propria ricerca…
Comunicato stampa
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L’eclettismo di Balla, l’ansia esistenziale di Modigliani, la statura “nazionale” di Felice Carena, il divisionismo e il prefuturismo di Boccioni, l’elaborazione neoclassica, purista e metafisica di Casorati, la rigorosa esperienza di Severini, tra classicismo, neoimpressionismo e cubismo,la vena rivoluzionaria tra azione e rivoluzione di Soffici, l’allucinato primitivismo di Rosai, la complessa sensibilità di Ferruccio Ferrazzi tra ideale classico e ansia di modernità. Sono alcuni dei momenti della grande stagione creativa dell’arte italiana della prima metà del Novecento fatta rivivere con accurata selezione di opere dalla mostra “La bella pittura. 1900 – 1945” allestita nella Pinacoteca Provinciale di Potenza, promossa dall’Amministrazione Provinciale nell’ambito dei progetti del Polo della Cultura con l’impegno di offrire al territorio – come sostiene con calore il presidente Vito Santarsiero – “opportunità di approfondimento culturale su artisti e periodi storici del secolo appena concluso”. Un impegno coerente, che fa seguito a mostre che hanno ottenuto grande successo, come le retrospettive dedicate a Giorgio de Chirico e Carlo Carrà.
Momenti esaltanti della nostra arte pittorica, impersonata, anche da artisti del calibro di Sironi, Oppi, de Pisis, Levi, Gentilini, Campigli, Morandi, Savinio, oltre che degli stessi de Chirico e Carrà: ogni artista è documentato in mostra da alcune opere tra le più rappresentative della propria ricerca tenendo conto dell’ambito in cui si sviluppava lo studio e l’approfondimento dell’arte nei primi decenni del secolo, sul piano dei contenuti, tra l’idea del classico (e quindi talvolta anche del suo rifiuto) e l’urgente avanzare della modernità e, sul piano più strettamente tecnico, attraverso una disciplina da bottega che imponeva all’artista l’apprendimento dei mezzi espressivi.
La rassegna potentina – come ci suggerisce la coordinatrice della mostra, Laura Gavioli, nelle pagine di presentazione del bel catalogo edito da Marsilio – “vuole provocatoriamente, anche nel titolo, evidenziare i valori della pittura, recuperare il senso della qualità dell’opera e restituire al visitatore quel piacere dell’occhio che accompagna l’intelligenza della forma, piacere ormai negato dalle recenti ricerche dell’arte sempre più chiuse dentro schemi univoci e conformistiche propensioni del mercato”. Sessanta dipinti e oltre trenta disegni, provenienti da musei e da importanti collezioni private, scelte da un comitato scientifico formato da Gianfranco Bruno, Stefano Fugazza, Paolo Baldacci, Luca Massimo Barbero, Marco Moretti, Daniela Fonti e Sileno Salvagnini, che si è avvalso della fondamentale partecipazione al progetto degli Archives Légale Amedeo Modigliani di Parigi e Livorno e del suo responsabile Christian Parisot, compongono questa affascinante esposizione, che impone una sosta davanti a ciascun capolavoro, ad iniziare da un Modigliani per la prima volta esposto in Italia, il “Ritratto di Hanka Zborowska”, olio su tela del 1919, mai esposto in Italia, e giunto nel capoluogo lucano espressamente da New York, via Bari, scortato dai carabinieri del nucleo tutela del patrimonio artistico pugliese, che da solo rappresenta un valido motivo per visitare la mostra.
Di Modì ci sono anche altre due opere: “Giovane seduta” del 1905 e lo straordinario disegno “Ritratto d’uomo con sigaretta”, del 1917, proveniente dalla mostra della Collezione Guggenheim di Venezia. E il percorso espositivo prosegue con quadri stupendi, come il “Ritratto di Roesler Franz” di Balla, il “Ritratto della madre” e Gisella” di Boccioni, una bellissima “Natura morta” di Severini, “Le uova sul cassettone” di Castrati, l’ “Autoritratto con la rosa” (1923) del Pictor Optimum, “Arcadia” (1923-24) di Carlo Levi, due bellissimi de Pisis (“Omaggio a Fragonard” e “Foglia nella tempesta”, rispettivamente del ’28 e del ’40). Di Ubaldo Oppi viene esposta un’opera tra le più significative, “I chirurghi”, datata 1926; mentre chiudono la rassegna un “Autoritratto” di Gentilini, due quadri di Savinio (“Prometeo”, 1929, e “Colloquio – Oreste e Pilade”, 1932) e un bel “Paesaggio” dipinto da Giorgio Morandi nel 1942.
Una mostra, dunque, molto godibile, che immerge il visitatore nella rassicurante atmosfera di una “bella pittura” destinata, nel volgere di qualche decennio a far posto a nuove (e talora più tormentate) ricerche formali, che caratterizzeranno la seconda metà del Novecento. Una sintesi rappresentativa di quella stagione creativa rivive oggi negli ambienti, meritoriamente recuperati dalla Provincia di Potenza, che secondo i progetti di Piacentini e Quaroni, dovevano essere destinati ad accogliere, in un’articolata struttura manicomiale, nel Rione Santa Maria, le “agitate”; si tratta senza dubbio della migliore produzione pittorica italiana del secolo scorso, che attraversa tutti i fermenti culturali e sociali e assorbe la ventata di rinnovamento che rigenera la cultura europea dell’epoca.
MICHELE DE LUCA
Momenti esaltanti della nostra arte pittorica, impersonata, anche da artisti del calibro di Sironi, Oppi, de Pisis, Levi, Gentilini, Campigli, Morandi, Savinio, oltre che degli stessi de Chirico e Carrà: ogni artista è documentato in mostra da alcune opere tra le più rappresentative della propria ricerca tenendo conto dell’ambito in cui si sviluppava lo studio e l’approfondimento dell’arte nei primi decenni del secolo, sul piano dei contenuti, tra l’idea del classico (e quindi talvolta anche del suo rifiuto) e l’urgente avanzare della modernità e, sul piano più strettamente tecnico, attraverso una disciplina da bottega che imponeva all’artista l’apprendimento dei mezzi espressivi.
La rassegna potentina – come ci suggerisce la coordinatrice della mostra, Laura Gavioli, nelle pagine di presentazione del bel catalogo edito da Marsilio – “vuole provocatoriamente, anche nel titolo, evidenziare i valori della pittura, recuperare il senso della qualità dell’opera e restituire al visitatore quel piacere dell’occhio che accompagna l’intelligenza della forma, piacere ormai negato dalle recenti ricerche dell’arte sempre più chiuse dentro schemi univoci e conformistiche propensioni del mercato”. Sessanta dipinti e oltre trenta disegni, provenienti da musei e da importanti collezioni private, scelte da un comitato scientifico formato da Gianfranco Bruno, Stefano Fugazza, Paolo Baldacci, Luca Massimo Barbero, Marco Moretti, Daniela Fonti e Sileno Salvagnini, che si è avvalso della fondamentale partecipazione al progetto degli Archives Légale Amedeo Modigliani di Parigi e Livorno e del suo responsabile Christian Parisot, compongono questa affascinante esposizione, che impone una sosta davanti a ciascun capolavoro, ad iniziare da un Modigliani per la prima volta esposto in Italia, il “Ritratto di Hanka Zborowska”, olio su tela del 1919, mai esposto in Italia, e giunto nel capoluogo lucano espressamente da New York, via Bari, scortato dai carabinieri del nucleo tutela del patrimonio artistico pugliese, che da solo rappresenta un valido motivo per visitare la mostra.
Di Modì ci sono anche altre due opere: “Giovane seduta” del 1905 e lo straordinario disegno “Ritratto d’uomo con sigaretta”, del 1917, proveniente dalla mostra della Collezione Guggenheim di Venezia. E il percorso espositivo prosegue con quadri stupendi, come il “Ritratto di Roesler Franz” di Balla, il “Ritratto della madre” e Gisella” di Boccioni, una bellissima “Natura morta” di Severini, “Le uova sul cassettone” di Castrati, l’ “Autoritratto con la rosa” (1923) del Pictor Optimum, “Arcadia” (1923-24) di Carlo Levi, due bellissimi de Pisis (“Omaggio a Fragonard” e “Foglia nella tempesta”, rispettivamente del ’28 e del ’40). Di Ubaldo Oppi viene esposta un’opera tra le più significative, “I chirurghi”, datata 1926; mentre chiudono la rassegna un “Autoritratto” di Gentilini, due quadri di Savinio (“Prometeo”, 1929, e “Colloquio – Oreste e Pilade”, 1932) e un bel “Paesaggio” dipinto da Giorgio Morandi nel 1942.
Una mostra, dunque, molto godibile, che immerge il visitatore nella rassicurante atmosfera di una “bella pittura” destinata, nel volgere di qualche decennio a far posto a nuove (e talora più tormentate) ricerche formali, che caratterizzeranno la seconda metà del Novecento. Una sintesi rappresentativa di quella stagione creativa rivive oggi negli ambienti, meritoriamente recuperati dalla Provincia di Potenza, che secondo i progetti di Piacentini e Quaroni, dovevano essere destinati ad accogliere, in un’articolata struttura manicomiale, nel Rione Santa Maria, le “agitate”; si tratta senza dubbio della migliore produzione pittorica italiana del secolo scorso, che attraversa tutti i fermenti culturali e sociali e assorbe la ventata di rinnovamento che rigenera la cultura europea dell’epoca.
MICHELE DE LUCA
10
ottobre 2003
La bella pittura
Dal 10 ottobre 2003 al 17 gennaio 2004
arte moderna e contemporanea
Location
PINACOTECA PROVINCIALE
Potenza, Via Lazio, (Potenza)
Potenza, Via Lazio, (Potenza)
Orario di apertura
martedì/venerdì 9.00-13.30/16.00-21.00
sabato-domenica 9.00-13.30/16.00-21.30
Lunedì mattina chiuso pomeriggio 16.00-21.00
Sito web
www.provincia.potenza.it