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La Campana si racconta. Autobiografia di Maria Dolens
la mostra ricorda l’80° anniversario della fusione di quella che a tutt’oggi è, con i suoi oltre 300 quintali, la più grande campana al mondo che suoni a distesa
Comunicato stampa
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Più di 160 immagini di diversi formati, una serie di filmati girati dal 1925 ai nostri giorni, una mostra articolata in diverse sezioni, un anniversario che assume anche un’importante valenza umana e politica: questo in sintesi è “La Campana si racconta. Autobiografia di Maria Dolens”, mostra fotografica che si inaugura il 22 settembre presso la Fondazione Opera Campana dei Caduti, Colle di Miravalle a Rovereto.
Curata dal fotografo Paolo Aldi, la mostra ricorda l’80° anniversario della fusione di quella che a tutt’oggi è, con i suoi oltre 300 quintali, la più grande campana al mondo che suoni a distesa: battezzata Maria Dolens perché dedicata alla memoria dei caduti della Grande Guerra, fu realizzata nel 1925 fondendo parti di cannoni di vari eserciti che fino a qualche anno prima avevano bombardato da fronti opposti l’Europa. Da allora la Campana ha vissuto vicende turbinose (fu rifusa nel 1939 e nel 1964, rimase inattiva fra il 1939 e il 1945, come volesse caratterizzare con il suo silenzio la sciaugura di un’altra terribile guerra) ma è anche diventata un simbolo di pace perché da sempre suona per vinti e vincitori e sa raccogliere attorno a sé le bandiere di 85 paesi accostando persino quelle israeliana e palestinese.
La mostra si articola in quattro momenti che caratterizzano altrettanti spazi fra di loro collegati con soluzioni che coniugano spettacolarità e capacità di evocare, di far riflettere, di parlare ai cuori e alle menti.
Si inizia con il “Percorso della coscienza”: i visitatori potranno vedere alle pareti le immagini del fotoreporter Livio Senigalliesi sulle guerre attualmente combattute ma saranno anche costretti a calpestare un tappeto dove sono riprodotte le fotografie di un’umanità vilipesa, di morti e feriti. Si ha così accesso alla grande sala circolare chiamata “Spazio del Simbolo” dove le cento fotografie che illustrano la storia di Maria Dolens provenienti dall’archivio storico e dalla fototeca della Fondazione Opera Campana sono esposte su tavoli attorniate dalle immagini dei cannoni della Grande Guerra. La rampa che porta alla terrazza è la “Salita della Testimonianza” e comprende le riproduzioni in dodici grandi pannelli delle pagine del libro d’onore dei visitatori illustri. La “Linea della Memoria”, infine, gira tutta intorno alla mostra e verrà man mano riempita da quanti, dopo aver visitato la mostra, vorranno scrivere il proprio nome e quello di uno dei dodicimila caduti italiani e austroungarici che riposano nel vicino Sacrario militare di Castel Dante, così simbolicamente adottandolo.
Curata dal fotografo Paolo Aldi, la mostra ricorda l’80° anniversario della fusione di quella che a tutt’oggi è, con i suoi oltre 300 quintali, la più grande campana al mondo che suoni a distesa: battezzata Maria Dolens perché dedicata alla memoria dei caduti della Grande Guerra, fu realizzata nel 1925 fondendo parti di cannoni di vari eserciti che fino a qualche anno prima avevano bombardato da fronti opposti l’Europa. Da allora la Campana ha vissuto vicende turbinose (fu rifusa nel 1939 e nel 1964, rimase inattiva fra il 1939 e il 1945, come volesse caratterizzare con il suo silenzio la sciaugura di un’altra terribile guerra) ma è anche diventata un simbolo di pace perché da sempre suona per vinti e vincitori e sa raccogliere attorno a sé le bandiere di 85 paesi accostando persino quelle israeliana e palestinese.
La mostra si articola in quattro momenti che caratterizzano altrettanti spazi fra di loro collegati con soluzioni che coniugano spettacolarità e capacità di evocare, di far riflettere, di parlare ai cuori e alle menti.
Si inizia con il “Percorso della coscienza”: i visitatori potranno vedere alle pareti le immagini del fotoreporter Livio Senigalliesi sulle guerre attualmente combattute ma saranno anche costretti a calpestare un tappeto dove sono riprodotte le fotografie di un’umanità vilipesa, di morti e feriti. Si ha così accesso alla grande sala circolare chiamata “Spazio del Simbolo” dove le cento fotografie che illustrano la storia di Maria Dolens provenienti dall’archivio storico e dalla fototeca della Fondazione Opera Campana sono esposte su tavoli attorniate dalle immagini dei cannoni della Grande Guerra. La rampa che porta alla terrazza è la “Salita della Testimonianza” e comprende le riproduzioni in dodici grandi pannelli delle pagine del libro d’onore dei visitatori illustri. La “Linea della Memoria”, infine, gira tutta intorno alla mostra e verrà man mano riempita da quanti, dopo aver visitato la mostra, vorranno scrivere il proprio nome e quello di uno dei dodicimila caduti italiani e austroungarici che riposano nel vicino Sacrario militare di Castel Dante, così simbolicamente adottandolo.
22
settembre 2005
La Campana si racconta. Autobiografia di Maria Dolens
Dal 22 settembre al 18 dicembre 2005
Location
FONDAZIONE OPERA CAMPANA DEI CADUTI
Rovereto, Via Miravalle, (Trento)
Rovereto, Via Miravalle, (Trento)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 9-19
Vernissage
22 Settembre 2005, ore 17
Curatore