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La città provvisoria
Grazie al lavoro degli otto artisti in mostra, Spazio Murat si confronta con la città che muta, con la politica del paesaggio urbano e con le strutture che lo attraversano
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 5 luglio al 5 agosto 2018, Spazio Murat, Piazza del Ferrarese Bari
presenta La città provvisoria, una mostra collettiva ideata da Melissa Destino, curatrice barese ora di stanza a Vienna.
La mostra vuole aprire una riflessione sulla città e su come questo termine individui una nozione che, nel contesto contemporaneo, si rivela essere indeterminata, data l’effettiva difficoltà di definirne i confini.
Grazie al lavoro degli artisti in mostra Ann Agee, Stefano Faoro, Judith Fegerl, Roxane Huilmand, Birgit Jürgenssen, Aglaia Konrad, Inga Meldere, Maruša Sagadin Spazio Murat si confronta con la città che muta, con la città provvisoria, appunto, mostrando come la provvisorietà non rappresenti solo ed esclusivamente un concetto negativo: ciò che è provvisorio e non univocamente definito è anche ciò che è potenzialmente ancora modificabile, trasformabile, sperimentabile, ovvero „in potenza“.
Organizzata e prodotta da Spazio Murat, la mostra è realizzata con il sostegno di due sponsor: Moving Center (nell’ambito del progetto Porte aperte alla cultura) e Bundeskanzleramt Österreich (cancelleria federale austriaca, dipartimento di arte e cultura).
L'inaugurazione è fissata per il 5 luglio alle ore 18, ingresso libero.
La città provvisoria
“Il senso è un’entità inesistente, e, di fatti, mantiene delle relazioni molto speciali con il non-senso”.
Il titolo della mostra si compone di due parole dal significato ambiguo. Il termine “città” individua una nozione che si rivela essere indeterminata: viene ancora utilizzato nel discorso pubblico per la sua capacità evocativa, ma data l’effettiva difficoltà di definire i confini della città, nell’urbanistica contemporanea vengono predilette altre definizioni – come quelle di “conurbazione”, “agglomerato urbano”, “territori urbani”, “città paesaggio”.
Già nel 1933 Félix Guattari postula che la città esiste solamente in quanto fantasma collettivo, un campo di forze diverse. Più tardi, negli anni 70, Guattari e Gilles Deleuze, sostengono che non esiste qualcosa come la città, ma piuttosto un insieme di "équipments" urbani, di infrastrutture in cui l'urbanizzazione e la soggettività si intrecciano. Dunque, in quanto tale, la città è per definizione “provvisoria”. Vengono qui sottese due valenze, in rapporto tra loro dialettico: da una parte l’essere “in potenza” – in divenire, sempre trasformabile, sperimentabile dall’altra l’essere temporaneo, precario.
Nella città che muta si cela un’enorme potenzialità: si possono definire nuove forme di vita, di azione individuale e collettiva. Seppur non si possa uscire dalle dinamiche di potere e di oggettivazione, è possibile lavorare a un tipo di soggettivazione che crei al loro interno uno sbilanciamento; che permetta la “costituzione del sé” in uno spazio comune.
“La città provvisoria” prende in considerazione e indaga questa relazione tra spazio e soggettivazione, esplorando il paesaggio urbano e mettendo a sistema i suoi molteplici strati, sovrapposti e comunicanti.
L'interdipendenza tra spazi e corpi, tra cui emerge la politica, viene qui richiamata in modo simile al meccanismo che ha portato il termine tedesco "Frauenzimmer" a cambiare significato: se nel XV secolo la parola rimandava allo spazio di una stanza–fisica, nel XVII secolo il suo ambito semantico si sposta e inizia a definire invece il soggetto – nello specifico la donna – che abita quello spazio. Proprio questo passaggio linguistico diventa cruciale non solo nel suggerire la mutua relazione tra luogo e individuo, ma anche le modalità di vicendevole affezione, di reciproco cambiamento.
La mostra, che riunisce in un unico luogo “spazi” e dimensioni diversi può essere letta utilizzando la nozione foucaultiana di eterotopìa, uno strumento che mina alla base il linguaggio e spezza ripetutamente definizioni e luoghi comuni: come nelle eterotopìe, La città provvisoria raccoglie più tipologie di luoghi che non sottostanno per vari versi alle forze normalizzanti. É proprio quindi a partire dagli interstizi tra quest’ultime, che l’esposizione prende forma attraverso insiemi di frammenti, variazioni di scala e spazialità.
La città provvisoria ospita il lavoro di sette artisti, che su diversi livelli si confrontano con la politica del paesaggio urbano e con le strutture che lo attraversano, e le cui opere riunite rappresentano una rete di relazioni asimmetriche: sociali, spaziali e affettive. Traiettorie trasversali che sistematizzano diverse necessità del guardare: da lontano (per una visione d’insieme) e da vicino (per esplorare i dettagli), con attenzione e distrazione.
Melissa Destino - curatrice
Melissa Destino (1984, Bari) è una curatrice indipendente, dottoranda presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna nel Dipartimento di Art Theory and Cultural Studies. Lavora presso Galerie Hubert Winter, Vienna.
Ha studiato Disegno Industriale al Politecnico di Bari, Arti Visive allo IADE di Lisbona, Grafica dei Sistemi: Comunicazione e Design per l'Editoria, indirizzo Fotografia dei Beni Culturali all’ISIA di Urbino e Curating Contemporary Design presso la Kingston University, Londra in collaborazione con il Design Museum di Londra. Terminati gli studi ha lavorato presso varie gallerie di arte contemporanea (Office Baroque, Anversa, Sprüth Magers, Londra, Sassa Trülzsch, Berlino) e ha assistito la curatrice Elena Filipovic in diversi progetti editoriali, tra cui “The Artist as Curator”, Mousse Publishing. Ha collaborato con Marinella Senatore nella produzione di “The School of Narrative Dance”, Bruxelles nella cornice della Biennale urbana ParckDesign 2016 sponsorizzata da IBGE e WIELS.
Partner
Moving Center (nell’ambito del progetto Porte aperte alla cultura) e Bundeskanzleramt Österreich (cancelleria federale austriaca, dipartimento di arte e cultura)
Ringraziamenti
The artists, Bundeskanzleramt Österreich, Galerie Hubert Winter,
Estate Birgit Jürgenssen, Temnikova & Kasela,
P•P•O•W
Orari di apertura:
- Dal Martedì al Sabato 11:00 – 20:00
- Domenica 11:00 – 13:00 / 16:00 – 20:00
- Lunedì Chiuso
L’ingresso alla mostra è gratuito
presenta La città provvisoria, una mostra collettiva ideata da Melissa Destino, curatrice barese ora di stanza a Vienna.
La mostra vuole aprire una riflessione sulla città e su come questo termine individui una nozione che, nel contesto contemporaneo, si rivela essere indeterminata, data l’effettiva difficoltà di definirne i confini.
Grazie al lavoro degli artisti in mostra Ann Agee, Stefano Faoro, Judith Fegerl, Roxane Huilmand, Birgit Jürgenssen, Aglaia Konrad, Inga Meldere, Maruša Sagadin Spazio Murat si confronta con la città che muta, con la città provvisoria, appunto, mostrando come la provvisorietà non rappresenti solo ed esclusivamente un concetto negativo: ciò che è provvisorio e non univocamente definito è anche ciò che è potenzialmente ancora modificabile, trasformabile, sperimentabile, ovvero „in potenza“.
Organizzata e prodotta da Spazio Murat, la mostra è realizzata con il sostegno di due sponsor: Moving Center (nell’ambito del progetto Porte aperte alla cultura) e Bundeskanzleramt Österreich (cancelleria federale austriaca, dipartimento di arte e cultura).
L'inaugurazione è fissata per il 5 luglio alle ore 18, ingresso libero.
La città provvisoria
“Il senso è un’entità inesistente, e, di fatti, mantiene delle relazioni molto speciali con il non-senso”.
Il titolo della mostra si compone di due parole dal significato ambiguo. Il termine “città” individua una nozione che si rivela essere indeterminata: viene ancora utilizzato nel discorso pubblico per la sua capacità evocativa, ma data l’effettiva difficoltà di definire i confini della città, nell’urbanistica contemporanea vengono predilette altre definizioni – come quelle di “conurbazione”, “agglomerato urbano”, “territori urbani”, “città paesaggio”.
Già nel 1933 Félix Guattari postula che la città esiste solamente in quanto fantasma collettivo, un campo di forze diverse. Più tardi, negli anni 70, Guattari e Gilles Deleuze, sostengono che non esiste qualcosa come la città, ma piuttosto un insieme di "équipments" urbani, di infrastrutture in cui l'urbanizzazione e la soggettività si intrecciano. Dunque, in quanto tale, la città è per definizione “provvisoria”. Vengono qui sottese due valenze, in rapporto tra loro dialettico: da una parte l’essere “in potenza” – in divenire, sempre trasformabile, sperimentabile dall’altra l’essere temporaneo, precario.
Nella città che muta si cela un’enorme potenzialità: si possono definire nuove forme di vita, di azione individuale e collettiva. Seppur non si possa uscire dalle dinamiche di potere e di oggettivazione, è possibile lavorare a un tipo di soggettivazione che crei al loro interno uno sbilanciamento; che permetta la “costituzione del sé” in uno spazio comune.
“La città provvisoria” prende in considerazione e indaga questa relazione tra spazio e soggettivazione, esplorando il paesaggio urbano e mettendo a sistema i suoi molteplici strati, sovrapposti e comunicanti.
L'interdipendenza tra spazi e corpi, tra cui emerge la politica, viene qui richiamata in modo simile al meccanismo che ha portato il termine tedesco "Frauenzimmer" a cambiare significato: se nel XV secolo la parola rimandava allo spazio di una stanza–fisica, nel XVII secolo il suo ambito semantico si sposta e inizia a definire invece il soggetto – nello specifico la donna – che abita quello spazio. Proprio questo passaggio linguistico diventa cruciale non solo nel suggerire la mutua relazione tra luogo e individuo, ma anche le modalità di vicendevole affezione, di reciproco cambiamento.
La mostra, che riunisce in un unico luogo “spazi” e dimensioni diversi può essere letta utilizzando la nozione foucaultiana di eterotopìa, uno strumento che mina alla base il linguaggio e spezza ripetutamente definizioni e luoghi comuni: come nelle eterotopìe, La città provvisoria raccoglie più tipologie di luoghi che non sottostanno per vari versi alle forze normalizzanti. É proprio quindi a partire dagli interstizi tra quest’ultime, che l’esposizione prende forma attraverso insiemi di frammenti, variazioni di scala e spazialità.
La città provvisoria ospita il lavoro di sette artisti, che su diversi livelli si confrontano con la politica del paesaggio urbano e con le strutture che lo attraversano, e le cui opere riunite rappresentano una rete di relazioni asimmetriche: sociali, spaziali e affettive. Traiettorie trasversali che sistematizzano diverse necessità del guardare: da lontano (per una visione d’insieme) e da vicino (per esplorare i dettagli), con attenzione e distrazione.
Melissa Destino - curatrice
Melissa Destino (1984, Bari) è una curatrice indipendente, dottoranda presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna nel Dipartimento di Art Theory and Cultural Studies. Lavora presso Galerie Hubert Winter, Vienna.
Ha studiato Disegno Industriale al Politecnico di Bari, Arti Visive allo IADE di Lisbona, Grafica dei Sistemi: Comunicazione e Design per l'Editoria, indirizzo Fotografia dei Beni Culturali all’ISIA di Urbino e Curating Contemporary Design presso la Kingston University, Londra in collaborazione con il Design Museum di Londra. Terminati gli studi ha lavorato presso varie gallerie di arte contemporanea (Office Baroque, Anversa, Sprüth Magers, Londra, Sassa Trülzsch, Berlino) e ha assistito la curatrice Elena Filipovic in diversi progetti editoriali, tra cui “The Artist as Curator”, Mousse Publishing. Ha collaborato con Marinella Senatore nella produzione di “The School of Narrative Dance”, Bruxelles nella cornice della Biennale urbana ParckDesign 2016 sponsorizzata da IBGE e WIELS.
Partner
Moving Center (nell’ambito del progetto Porte aperte alla cultura) e Bundeskanzleramt Österreich (cancelleria federale austriaca, dipartimento di arte e cultura)
Ringraziamenti
The artists, Bundeskanzleramt Österreich, Galerie Hubert Winter,
Estate Birgit Jürgenssen, Temnikova & Kasela,
P•P•O•W
Orari di apertura:
- Dal Martedì al Sabato 11:00 – 20:00
- Domenica 11:00 – 13:00 / 16:00 – 20:00
- Lunedì Chiuso
L’ingresso alla mostra è gratuito
05
luglio 2018
La città provvisoria
Dal 05 luglio al 05 agosto 2018
arte contemporanea
Location
SPAZIO MURAT
Bari, Piazza Del Ferrarese, (Bari)
Bari, Piazza Del Ferrarese, (Bari)
Orario di apertura
Dal Martedì al Sabato 11:00 – 20:00
Domenica 11:00 – 13:00 / 16:00 – 20:00
Lunedì Chiuso
Vernissage
5 Luglio 2018, ore 18
Autore
Curatore