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La coda dell’Universo
Il titolo sottolinea l’idea di un viaggio tra gli archetipi dell’umanità, un andare e venire da dove si era partiti milioni di anni fa, quando l’uomo iniziò la sua storia evolutiva in Africa, fino ai giorni nostri in cui culture e linguaggi s’incontrano cercando le cose che possono accomunare tutti.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria dell'Istituto dei Portoghesi a Roma ospiterà il progetto artistico "La coda dell'Universo", a cura di Barbara Martusciello e Graziano Menolascina, dal 12 al 29 marzo 2009. Il titolo sottolinea proprio l'idea di un viaggio tra gli archetipi dell'umanità, un andare e venire da dove si era partiti milioni di anni fa, quando l'uomo iniziò la sua storia evolutiva in Africa, fino ai giorni nostri in cui uomini e culture s'incontrano cercando le cose che possono accomunarli.
La mostra è concepita con un doppio allestimento: al primo piano la personale di Agnese Ricchi, con grandi opere montate a parete accompagnate da un video realizzato a quattro mani dalla stessa Ricchi e da Simone Catania.
Agnese Ricchi, artista originale e indipendente, basa da sempre il suo lavoro sulla relazione con i disegni infantili prodotti sia nelle scuole italiane che dai bambini di paesi lontani, molti dei quali in guerra. In ognuno di questi casi l'artista chiama ad esprimersi o vede i suoi piccoli interlocutori farlo su temi particolari, spesso difficili come la paura, la morte, il conflitto; altri più lievi come il gioco, la tradizione, la quotidianità. Nel caso più specifico, che è quello alla base di questa sua personale, Agnese Ricchi ha usato i disegni dei bambini del Camerun, Paese dove è stata con lo scrittore e poeta Ndjock Ngana Yogo Ndjock. Per la prima volta i "piccoli pittori" si sono cimentati con questi strumenti dimostrando una dimestichezza e una spontaneità stupefacente e meravigliosa, ben evidenziata nel video in cui si vede la libertà espressiva esplodere e la veemenza pittorica venir fuori con una naturalezza da "artisti navigati", quasi a confermare la certezza di Joseph Beuys per il quale "ogni uomo è un artista".
Al piano sottostante si schierano i lavori di artisti che a questo progetto hanno aderito con passione e grande generosità. Si tratta di opere installative, ambientate nel particolare spazio sotterraneo dell'Istituto dei Portoghesi, sorta di ipogeo che racchiude e protegge concetti preziosi.
Artisti conosciuti e apprezzati nel panorama internazionale dell'arte come Franco Menolascina, Oliviero Rainaldi, Gianfranco Notargiacomo, che hanno in mostra importanti opere storiche; Maurizio Savini, Silvano Tessarollo con imponenti lavori realizzati appositamente, accanto Fausto Morviducci e Rosmarie Sansonetti, con visionarie messe in opera, contribuiscono all'approfondimento di tematiche
inerenti l'archetipo, il meticciato culturale, il recupero dell'originario, da sempre e diversamente declinate attraverso la loro ricerca. La collettiva pone quindi l'accento sull'importanza del segno - sia esso primigenio, archetipico, infantile, colto, dell'arte - e potenzia l'identità di porsi come pratica relazionale e comunicativa; parallelamente, rafforza l'attenzione sull'incontro con l'altro da sé, sottolineando l'importanza di ogni pratica interculturale e sviluppando un principio di cooperazione e dialogo.
Alcune opere in mostra:
Franco Menolascina, 2005, Matrice Matrigna, tecnica mista, misure variabili;
Fausto Morviducci, 2008, Prigioniero, tecnica mista, misure variabili;
Gianfranco Notargiacomo, Takete, tecnica mista, misure variabili;
Oliviero Rainaldi, 1994, Battesimi Umani, tecnica mista, misure variabili;
Agnese Ricchi, 2009, Makak 1, tecnica mista, cm 130x360;
Agnese Ricchi, 2009, Makak 3, tecnica mista, cm 90x130;
Rosmarie Sansonetti, 2007, Ermafrodito, tecnica mista, misure variabili;
Maurizio Savini, 2005, No direction, tecnica mista, misure variabili;
Silvano Tessarollo, 2008, Pasto Spento, tecnica mista, misure variabili.
La mostra è concepita con un doppio allestimento: al primo piano la personale di Agnese Ricchi, con grandi opere montate a parete accompagnate da un video realizzato a quattro mani dalla stessa Ricchi e da Simone Catania.
Agnese Ricchi, artista originale e indipendente, basa da sempre il suo lavoro sulla relazione con i disegni infantili prodotti sia nelle scuole italiane che dai bambini di paesi lontani, molti dei quali in guerra. In ognuno di questi casi l'artista chiama ad esprimersi o vede i suoi piccoli interlocutori farlo su temi particolari, spesso difficili come la paura, la morte, il conflitto; altri più lievi come il gioco, la tradizione, la quotidianità. Nel caso più specifico, che è quello alla base di questa sua personale, Agnese Ricchi ha usato i disegni dei bambini del Camerun, Paese dove è stata con lo scrittore e poeta Ndjock Ngana Yogo Ndjock. Per la prima volta i "piccoli pittori" si sono cimentati con questi strumenti dimostrando una dimestichezza e una spontaneità stupefacente e meravigliosa, ben evidenziata nel video in cui si vede la libertà espressiva esplodere e la veemenza pittorica venir fuori con una naturalezza da "artisti navigati", quasi a confermare la certezza di Joseph Beuys per il quale "ogni uomo è un artista".
Al piano sottostante si schierano i lavori di artisti che a questo progetto hanno aderito con passione e grande generosità. Si tratta di opere installative, ambientate nel particolare spazio sotterraneo dell'Istituto dei Portoghesi, sorta di ipogeo che racchiude e protegge concetti preziosi.
Artisti conosciuti e apprezzati nel panorama internazionale dell'arte come Franco Menolascina, Oliviero Rainaldi, Gianfranco Notargiacomo, che hanno in mostra importanti opere storiche; Maurizio Savini, Silvano Tessarollo con imponenti lavori realizzati appositamente, accanto Fausto Morviducci e Rosmarie Sansonetti, con visionarie messe in opera, contribuiscono all'approfondimento di tematiche
inerenti l'archetipo, il meticciato culturale, il recupero dell'originario, da sempre e diversamente declinate attraverso la loro ricerca. La collettiva pone quindi l'accento sull'importanza del segno - sia esso primigenio, archetipico, infantile, colto, dell'arte - e potenzia l'identità di porsi come pratica relazionale e comunicativa; parallelamente, rafforza l'attenzione sull'incontro con l'altro da sé, sottolineando l'importanza di ogni pratica interculturale e sviluppando un principio di cooperazione e dialogo.
Alcune opere in mostra:
Franco Menolascina, 2005, Matrice Matrigna, tecnica mista, misure variabili;
Fausto Morviducci, 2008, Prigioniero, tecnica mista, misure variabili;
Gianfranco Notargiacomo, Takete, tecnica mista, misure variabili;
Oliviero Rainaldi, 1994, Battesimi Umani, tecnica mista, misure variabili;
Agnese Ricchi, 2009, Makak 1, tecnica mista, cm 130x360;
Agnese Ricchi, 2009, Makak 3, tecnica mista, cm 90x130;
Rosmarie Sansonetti, 2007, Ermafrodito, tecnica mista, misure variabili;
Maurizio Savini, 2005, No direction, tecnica mista, misure variabili;
Silvano Tessarollo, 2008, Pasto Spento, tecnica mista, misure variabili.
12
marzo 2009
La coda dell’Universo
Dal 12 al 29 marzo 2009
arte contemporanea
Location
IPSAR – ISTITUTO DI SANT’ANTONIO DEI PORTOGHESI
Roma, Via Dei Portoghesi, 6, (Roma)
Roma, Via Dei Portoghesi, 6, (Roma)
Vernissage
12 Marzo 2009, ore 18
Autore
Curatore