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La Collezione Ruini
Un importante nucleo di opere del ‘900, acquisita dal Comune di Pordenone tramite un significativo contributo della Regione Friuli Venezia Giulia nell’ottica dell’apertura della nuova Galleria d’arte Contemporanea
Comunicato stampa
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Prosegue fino al 28 settembre la mostra “La Collezione Ruini”, costituita da un importante nucleo di opere del ‘900, acquisita dal Comune di Pordenone tramite un significativo contributo della Regione Friuli Venezia Giulia nell’ottica dell’apertura della nuova Galleria d’arte Contemporanea
La Collezione, formata dall’ing. Roberto Ruini nel corso della sua vita, grazie ad un costante ed appassionato interesse per l’arte, raccoglie opere di grandi autori che rappresentano molte delle diverse tipologie espressive dell’arte italiana ed internazionale del ‘900 e assieme alla collezione delle opere dello stesso secolo, facenti parte del patrimonio del Civico Museo d’arte, costituisce un importante insieme museale per il Friuli occidentale.
Questa raccolta, formata da 41 opere di 31 artisti di diverse generazioni, si concentra cronologicamente tra il secondo decennio del secolo e la fine degli anni ’60, dove non mancano alcuni protagonisti assoluti di vere e proprie rivoluzioni stilistiche. Rappresenta il gusto di un intelligente collezionista quale fu l'ing. Ruini - discendente da parte di madre dagli Ellero, fondatori di una delle prime banche private di Pordenone -, proprietario di una casa a Castiglione della Pescaia in cui coltivava la sua passione per il verde e per il giardino e residente a Milano dove costituì una ricca biblioteca personale con tutte le prime edizioni del Manzoni e del Leopardi oltre ad una ricca raccolta Bodoniana; coniugò a questo interesse l'amore per l'arte contemporanea italiana e internazionale di cui la sua collezione ne è testimonianza.
Per quanto riguarda la collezione, di grande suggestione sono le opere dei fratelli Alberto Savinio e Giorgio de Chirico, che rivestono di connotazioni metafisiche e surreali i soggetti della storia e della quotidianità, progetto continuato anche da Paul Delvaux. C’è la presenza di un Campigli che ci informa del suo gusto archeologico e di un Sironi incisivo e austero. In bilico tra riproduzione del reale e tensione astratta è l’opera di Usellini, anticipatore del realismo di Guttuso, Levi, Zigaina e Mucchi, sino ai rigori di Tamburi e Gulino. D’altro versante è l’opera geometrica di Magnelli, Crippa e Dova sino all’operare di uno spazialista per eccellenza: Fontana. Aspetti più lirici della pittura del ‘900 ritornano in Toti Scialoja, Cagli e De Pisis. La scintillante tavolozza di segni di Tancredi precorre i migliori sperimentalismi egli anni ’60 sino a giungere a uno dei protagonisti del Pop italiano: Ceroli, lucido e ironico come la pittura di Bruno Caruso. Non mancano nel percorso, con opere posteriori al Cubismo, Picasso e Braque, o il contemporaneo Severini, dimentico del Futurismo e legato al ritorno all’ordine.
La mostra, promossa dal Comune di Pordenone con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Pordenone, è accompagnata da un catalogo curato dalla Direzione del Musei ed edito da Comunicarte edizioni che riporta i contributi critici di Gilberto Ganzer (direttore Civico Museo d’arte, Pordenone), Pia Vivarelli (Università degli studi di Napoli), Alessandro Del Puppo (Università degli studi di Udine), Lorenzo Michelli (Comunicarte, Trieste) oltre alla schedatura scientifica delle opere a cura di Alessandro Del Puppo, Massimo De Sabbata, Maria Elena Versari, Martina Visentin, Raffaella Canci e Valerie Venuti.
La Collezione, formata dall’ing. Roberto Ruini nel corso della sua vita, grazie ad un costante ed appassionato interesse per l’arte, raccoglie opere di grandi autori che rappresentano molte delle diverse tipologie espressive dell’arte italiana ed internazionale del ‘900 e assieme alla collezione delle opere dello stesso secolo, facenti parte del patrimonio del Civico Museo d’arte, costituisce un importante insieme museale per il Friuli occidentale.
Questa raccolta, formata da 41 opere di 31 artisti di diverse generazioni, si concentra cronologicamente tra il secondo decennio del secolo e la fine degli anni ’60, dove non mancano alcuni protagonisti assoluti di vere e proprie rivoluzioni stilistiche. Rappresenta il gusto di un intelligente collezionista quale fu l'ing. Ruini - discendente da parte di madre dagli Ellero, fondatori di una delle prime banche private di Pordenone -, proprietario di una casa a Castiglione della Pescaia in cui coltivava la sua passione per il verde e per il giardino e residente a Milano dove costituì una ricca biblioteca personale con tutte le prime edizioni del Manzoni e del Leopardi oltre ad una ricca raccolta Bodoniana; coniugò a questo interesse l'amore per l'arte contemporanea italiana e internazionale di cui la sua collezione ne è testimonianza.
Per quanto riguarda la collezione, di grande suggestione sono le opere dei fratelli Alberto Savinio e Giorgio de Chirico, che rivestono di connotazioni metafisiche e surreali i soggetti della storia e della quotidianità, progetto continuato anche da Paul Delvaux. C’è la presenza di un Campigli che ci informa del suo gusto archeologico e di un Sironi incisivo e austero. In bilico tra riproduzione del reale e tensione astratta è l’opera di Usellini, anticipatore del realismo di Guttuso, Levi, Zigaina e Mucchi, sino ai rigori di Tamburi e Gulino. D’altro versante è l’opera geometrica di Magnelli, Crippa e Dova sino all’operare di uno spazialista per eccellenza: Fontana. Aspetti più lirici della pittura del ‘900 ritornano in Toti Scialoja, Cagli e De Pisis. La scintillante tavolozza di segni di Tancredi precorre i migliori sperimentalismi egli anni ’60 sino a giungere a uno dei protagonisti del Pop italiano: Ceroli, lucido e ironico come la pittura di Bruno Caruso. Non mancano nel percorso, con opere posteriori al Cubismo, Picasso e Braque, o il contemporaneo Severini, dimentico del Futurismo e legato al ritorno all’ordine.
La mostra, promossa dal Comune di Pordenone con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Pordenone, è accompagnata da un catalogo curato dalla Direzione del Musei ed edito da Comunicarte edizioni che riporta i contributi critici di Gilberto Ganzer (direttore Civico Museo d’arte, Pordenone), Pia Vivarelli (Università degli studi di Napoli), Alessandro Del Puppo (Università degli studi di Udine), Lorenzo Michelli (Comunicarte, Trieste) oltre alla schedatura scientifica delle opere a cura di Alessandro Del Puppo, Massimo De Sabbata, Maria Elena Versari, Martina Visentin, Raffaella Canci e Valerie Venuti.
21
giugno 2003
La Collezione Ruini
Dal 21 giugno al 19 ottobre 2003
Location
CIVICI MUSEI D’ARTE – PALAZZO RICCHIERI
Pordenone, Corso Vittorio Emanuele II, 51, (Pordenone)
Pordenone, Corso Vittorio Emanuele II, 51, (Pordenone)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle ore 15 alle 18 - sabato e domenica dalle ore 16 alle 19