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La Corrida
Un romanzo al ritmo della cronaca contemporanea, immediato e non retorico, come nell’impressionismo delle origini, animato da sentimenti, passioni, stati d’animo, autentici e rivelati da una densa pittura espressionista nel pathos, dai colori, luminosi e magnetici, elegantemente simbolisti
Comunicato stampa
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Ci sono tutti capitoli di un avventuroso, romantico, verista e tragico, ma anche grottesco e ironico, racconto visivo.
Un romanzo al ritmo della cronaca contemporanea, immediato e non retorico, come nell’impressionismo delle origini, animato da sentimenti, passioni, stati d’animo, autentici e rivelati da una densa pittura espressionista nel pathos, dai colori, luminosi e magnetici, elegantemente simbolisti.
Scorre sulle tele il “rosso Radice” de “La Corrida”: titolo della mostra personale di pittura che apre i battenti sabato 25 luglio 2015 ed in corso, nell’incantevole stazione alpinistica piemontese di Macugnaga (VB), nello spazio dell’Ex Baita dei Congressi, sede della Fondazione Gianni e Roberto Radice, fino al 31 agosto 2015.
Protagonista è la danza esistenziale implicita nella tauromachia più celebre e ‘mitica’, a cui l’artista Gianni Radice dedica un corpus unico di opere singolarmente compiute, ma che divengono anche un incalzante polittico monumentale, i cui passaggi precipitano, fra classe, dramma e ironia, nella tragedia finale che tinge di caldi e latini vermigli timbri, le ‘arene’ dello spazio-tempo.
Nell’ultimo canovaccio di Radice, la tragedia congiunta della vanità e del tradimento, è interpretata da tori fieri, eleganti toreri, e da un informe pubblico, retrostante, ma non secondario –anonimo e animato dalla concitata brutale, animosità di fronte alla crudeltà dello spettacolo (“Sugli spalti brulicanti di gnomi, urla e silenzi”): dipinto che, nell’inquadratura fotografica ricorda le ballerine sul palco di Degas) – sullo stesso piano semantico, dove si rompono le distinzioni fra animale e umano (“Soffiava possente nell’arena, sembrava un dio …”), non senza una chiara allusione critica alle contraddizioni ancestrali dell’animo Umano.
Come in altri temi affrontati dal pittore e scultore milanese, in una continuità di stile e contenuti, tale da configurare una vera e propria poetica ( l’illustrazione della vita di Caravaggio, la serie dei ritratti, “I miei Papi”, ecc. ), la pittura diviene una sorta di medium per lo studio psicologico e sociologico di caratteri universali, dove l’Umanità è riconsegnata nelle sue eterne contraddizioni: valori e miserie, coraggio e debolezze, vizi capitali e dolori, e soprattutto “il tradimento”, di cui è da sempre autrice (“E negli occhi spenti , serba il ricordo del tradimento umano …) imprigionata in quegli spazi esistenziali condivisi in egual misura e intensità dalle illusioni della vita e dalle ragioni della morte (si veda il picassiano ritratto cubista del toro in “ Bello era … e ignaro del suo destino di morte”).
L’interpretazione della violenza ‘legittimata’ della Corrida, è agita da un’indissolubile continuità di forma e colore: una sorta di sintesi fra il colore degli affreschi pompeiani e il vigore cromatico deciso di Guttuso, per contorni figurali protagonisti di un macabro spettacolo, ‘abitato’ dall’angoscia solipsistica di Munch e dall’apocalisse universale di Guernica.
I titoli dei dipinti sono tratti dalla omonima lirica della poetessa Caterina Parisi Mehr (1924-2005), a cui l’artista si è ispirato.
Orari di apertura: 11- 12.30 e 15.30-19.00 (ingresso libero).
Info: tel. 02 39214197 tel/fax. 02 325929, Cel.3471230644, e-mail; gioradix@libero.it, web:fondazioneradice.com.
Elena Capone
Un romanzo al ritmo della cronaca contemporanea, immediato e non retorico, come nell’impressionismo delle origini, animato da sentimenti, passioni, stati d’animo, autentici e rivelati da una densa pittura espressionista nel pathos, dai colori, luminosi e magnetici, elegantemente simbolisti.
Scorre sulle tele il “rosso Radice” de “La Corrida”: titolo della mostra personale di pittura che apre i battenti sabato 25 luglio 2015 ed in corso, nell’incantevole stazione alpinistica piemontese di Macugnaga (VB), nello spazio dell’Ex Baita dei Congressi, sede della Fondazione Gianni e Roberto Radice, fino al 31 agosto 2015.
Protagonista è la danza esistenziale implicita nella tauromachia più celebre e ‘mitica’, a cui l’artista Gianni Radice dedica un corpus unico di opere singolarmente compiute, ma che divengono anche un incalzante polittico monumentale, i cui passaggi precipitano, fra classe, dramma e ironia, nella tragedia finale che tinge di caldi e latini vermigli timbri, le ‘arene’ dello spazio-tempo.
Nell’ultimo canovaccio di Radice, la tragedia congiunta della vanità e del tradimento, è interpretata da tori fieri, eleganti toreri, e da un informe pubblico, retrostante, ma non secondario –anonimo e animato dalla concitata brutale, animosità di fronte alla crudeltà dello spettacolo (“Sugli spalti brulicanti di gnomi, urla e silenzi”): dipinto che, nell’inquadratura fotografica ricorda le ballerine sul palco di Degas) – sullo stesso piano semantico, dove si rompono le distinzioni fra animale e umano (“Soffiava possente nell’arena, sembrava un dio …”), non senza una chiara allusione critica alle contraddizioni ancestrali dell’animo Umano.
Come in altri temi affrontati dal pittore e scultore milanese, in una continuità di stile e contenuti, tale da configurare una vera e propria poetica ( l’illustrazione della vita di Caravaggio, la serie dei ritratti, “I miei Papi”, ecc. ), la pittura diviene una sorta di medium per lo studio psicologico e sociologico di caratteri universali, dove l’Umanità è riconsegnata nelle sue eterne contraddizioni: valori e miserie, coraggio e debolezze, vizi capitali e dolori, e soprattutto “il tradimento”, di cui è da sempre autrice (“E negli occhi spenti , serba il ricordo del tradimento umano …) imprigionata in quegli spazi esistenziali condivisi in egual misura e intensità dalle illusioni della vita e dalle ragioni della morte (si veda il picassiano ritratto cubista del toro in “ Bello era … e ignaro del suo destino di morte”).
L’interpretazione della violenza ‘legittimata’ della Corrida, è agita da un’indissolubile continuità di forma e colore: una sorta di sintesi fra il colore degli affreschi pompeiani e il vigore cromatico deciso di Guttuso, per contorni figurali protagonisti di un macabro spettacolo, ‘abitato’ dall’angoscia solipsistica di Munch e dall’apocalisse universale di Guernica.
I titoli dei dipinti sono tratti dalla omonima lirica della poetessa Caterina Parisi Mehr (1924-2005), a cui l’artista si è ispirato.
Orari di apertura: 11- 12.30 e 15.30-19.00 (ingresso libero).
Info: tel. 02 39214197 tel/fax. 02 325929, Cel.3471230644, e-mail; gioradix@libero.it, web:fondazioneradice.com.
Elena Capone
25
luglio 2015
La Corrida
Dal 25 luglio al 31 agosto 2015
arte moderna e contemporanea
Location
FONDAZIONE GIANNI E ROBERTO RADICE
Macugnaga, Via Ludovico Jacchetti, 1, (Verbano-cusio-ossola)
Macugnaga, Via Ludovico Jacchetti, 1, (Verbano-cusio-ossola)
Orario di apertura
11- 12.30 e 15.30-19.00
Vernissage
25 Luglio 2015, 11.00
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