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La distruzione della quadratura
la musica futurista in una mostra allo spazio LAMeC a cento anni dal “Manifesto dei musicisti futuristi”
Comunicato stampa
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Nel 2009 si è celebrato in molte città d'Italia e d'Europa il centenario del Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti: Vicenza, per dare visibilità e il giusto spazio a uno degli aspetti sinora meno indagati del grande movimento artistico italiano, ha preparato una speciale mostra intitolata "La distruzione della quadratura. Luigi Russolo, Francesco Balilla Pratella e l'avventura della musica futurista". All'inaugurazione, in programma venerdì 30 aprile alle 18 allo spazio LAMeC (piano terreno della Basilica Palladiana), dove è allestita la mostra, saranno presenti i curatori Pietro Verardo e Riccardo Brazzale, Cesare Galla, responsabile delle pagine di cultura e spettacoli del Giornale di Vicenza, ed Eda Pratella, figlia del maestro Pratella. L'appuntamento è a partecipazione libera. L'iniziativa è promossa dall'assessorato alla cultura del Comune di Vicenza, con il concorso della Regione Veneto e in collaborazione con Aim Vicenza, Supermercati Sisa e Intesa Sanpaolo.
La mostra vicentina non arriva in ritardo ma giunge con puntualità poiché il campo di cui si occupa - la musica futurista - ebbe la sua data di nascita un anno dopo il manifesto marinettiano, con uno specifico "Manifesto dei musicisti futuristi", scritto da Francesco Balilla Pratella e pubblicato l'11 ottobre 1910. Nel documento l'autore, in linea con il futurismo di Marinetti, disprezza i conservatori, le accademie, i licei e i critici musicali, nonché tutto l'ambiente vicino all'opera lirica tradizionale incentrato sul divismo, con un attacco, quindi, alla rievocazione musicale classica o antica a favore di nuove e più moderne musiche. A questo manifesto ne segue un secondo "tecnico", redatto l'11 marzo 1911 sempre da Pratella, in cui si teorizza l'uso di un unico "modo cromatico atonale", oltre che una maggiore libertà nell'uso del ritmo, della scrittura polifonica, delle forme e dell'universo timbrico. Proprio su quest'ultimo aspetto arriva l'apporto fondamentale di Luigi Russolo, primariamente pittore, che associa l'esperienza musicale alle nuove conquiste della tecnologia: il motore, l'auto, l'aereo, l'elettricità, la fabbrica, il treno. Con questa visione (ben delineata nel manifesto "L'arte dei rumori") Russolo inventa una serie di strumenti musicali che egli stesso chiama "intonarumori" (il primo è del 1913). Essi, più concretamente, sono delle macchine musicali che riproducono i rumori della vita moderna (chiamati, per questa ragione, rombatori, ronzatori, frusciatori, scoppiatori, ululatori, ecc.): oggi gli originali non esistono più, ma il professor Pietro Verardo, che ha dedicato tutta la sua vita allo studio di questi manufatti, ne ha ricostruito diversi esemplari - che saranno presenti nella mostra vicentina - seguendo i dettami e le stesse indicazioni di Russolo. Allo spazio LAMeC, inoltre, saranno esposte alcune opere pittoriche, disegni, sculture, dovuti ad artisti del calibro di Boccioni, Balla, Licini, Viani, Fumi, Rambelli: tutti personaggi che ruotavano attorno a personalità come Marinetti o, proprio, Francesco Balilla Pratella, il vero, autentico musicista futurista di quegli anni. Ecco che una stanza del LAMeC sarà dedicata alla ricostruzione dello studio di Balilla Pratella, oggi ancora perfettamente conservato nella casa dove vive la figlia Eda a Ravenna. Non mancherà infine una sezione dedicata alla corrispondenza fra i grandi esponenti del futurismo, tra cui Boccioni, Papini, Marinetti e gli stessi Russolo e Pratella.
E il titolo della mostra, "La distruzione della quadratura", è in fondo un omaggio a Pratella (infatti è lo stesso titolo di un suo libro del 1912) e alla sua dissacrante volontà di aderire a un movimento che, tanti anni prima del '68, si mostrava davvero contro ogni accademismo e inquadramento culturale. Insomma, contro ogni quadratura.
La mostra vicentina non arriva in ritardo ma giunge con puntualità poiché il campo di cui si occupa - la musica futurista - ebbe la sua data di nascita un anno dopo il manifesto marinettiano, con uno specifico "Manifesto dei musicisti futuristi", scritto da Francesco Balilla Pratella e pubblicato l'11 ottobre 1910. Nel documento l'autore, in linea con il futurismo di Marinetti, disprezza i conservatori, le accademie, i licei e i critici musicali, nonché tutto l'ambiente vicino all'opera lirica tradizionale incentrato sul divismo, con un attacco, quindi, alla rievocazione musicale classica o antica a favore di nuove e più moderne musiche. A questo manifesto ne segue un secondo "tecnico", redatto l'11 marzo 1911 sempre da Pratella, in cui si teorizza l'uso di un unico "modo cromatico atonale", oltre che una maggiore libertà nell'uso del ritmo, della scrittura polifonica, delle forme e dell'universo timbrico. Proprio su quest'ultimo aspetto arriva l'apporto fondamentale di Luigi Russolo, primariamente pittore, che associa l'esperienza musicale alle nuove conquiste della tecnologia: il motore, l'auto, l'aereo, l'elettricità, la fabbrica, il treno. Con questa visione (ben delineata nel manifesto "L'arte dei rumori") Russolo inventa una serie di strumenti musicali che egli stesso chiama "intonarumori" (il primo è del 1913). Essi, più concretamente, sono delle macchine musicali che riproducono i rumori della vita moderna (chiamati, per questa ragione, rombatori, ronzatori, frusciatori, scoppiatori, ululatori, ecc.): oggi gli originali non esistono più, ma il professor Pietro Verardo, che ha dedicato tutta la sua vita allo studio di questi manufatti, ne ha ricostruito diversi esemplari - che saranno presenti nella mostra vicentina - seguendo i dettami e le stesse indicazioni di Russolo. Allo spazio LAMeC, inoltre, saranno esposte alcune opere pittoriche, disegni, sculture, dovuti ad artisti del calibro di Boccioni, Balla, Licini, Viani, Fumi, Rambelli: tutti personaggi che ruotavano attorno a personalità come Marinetti o, proprio, Francesco Balilla Pratella, il vero, autentico musicista futurista di quegli anni. Ecco che una stanza del LAMeC sarà dedicata alla ricostruzione dello studio di Balilla Pratella, oggi ancora perfettamente conservato nella casa dove vive la figlia Eda a Ravenna. Non mancherà infine una sezione dedicata alla corrispondenza fra i grandi esponenti del futurismo, tra cui Boccioni, Papini, Marinetti e gli stessi Russolo e Pratella.
E il titolo della mostra, "La distruzione della quadratura", è in fondo un omaggio a Pratella (infatti è lo stesso titolo di un suo libro del 1912) e alla sua dissacrante volontà di aderire a un movimento che, tanti anni prima del '68, si mostrava davvero contro ogni accademismo e inquadramento culturale. Insomma, contro ogni quadratura.
30
aprile 2010
La distruzione della quadratura
Dal 30 aprile al 23 maggio 2010
arte contemporanea
Location
BASILICA PALLADIANA
Vicenza, Piazza Dei Signori, (Vicenza)
Vicenza, Piazza Dei Signori, (Vicenza)
Orario di apertura
dal 1° al 23 maggio, dal martedì alla domenica, dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Vernissage
30 Aprile 2010, ore 18
Autore
Curatore