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La dolce vita a Venezia
Oltre il negativo del tempo, una serie di scatti fotografici, ambientati a Venezia tra gli anni ’40 e ’70, percorre a ritroso il cammino che dalla memoria porta all’immaginario
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Oltre il negativo del tempo, una serie di scatti fotografici, ambientati a Venezia tra gli anni ’40 e ’70, percorre a ritroso il cammino che dalla memoria porta all’immaginario.
Personaggi celebri, spesso non in favore di camera, rendono disponibile quel residuo di umanità che si nasconde ancora dietro ogni icona.
Fotografie tra scienza e cronaca che trattenendo il precipitato del tempo costituiscono altrettanti strumenti per decifrare il passato.
La mostra La Dolce Vita a Venezia prova a sbirciare tra le quinte neanche troppo dimesse di un periodo del costume italiano divenuto ormai categoria sociologica: la Dolce Vita.
Quella che emerge dalla scelta operata sul materiale dell’archivio Cameraphoto è una Dolce Vita diversa, colta sul fatto, senza trucco, che allo sguardo indiscreto del reporter di turno mostra tutte le sue imperfezioni.
Imperfezioni talmente vitali da spazzar via in un lampo qualsiasi tentativo apologetico nei confronti di quella che Ennio Flaiano, nel suo Diario del 1958, definì “una società sguaiata, che esprime la sua fredda voglia di vivere più esibendosi che godendo realmente la vita“.
A fondamento della stessa critica alla mistica dell’immagine, sviluppata insieme a Flaiano nel film che a questo fenomeno diede il nome,
Federico Fellini pose alcuni anni più tardi il proprio manifesto di artista e di uomo: 8 e ½.
Da ciò l’idea di affiancare agli scatti in mostra, che per loro natura articolano una sorta di antiretorica veneziana della Dolce Vita, alcuni testi tratti proprio dalla sceneggiatura di 8 e ½.
Questo tentativo di rimettere in circolo le diverse prospettive del fenomeno, storica ed artistica, fotografica e cinematografica, con le rispettive contraddizioni, ha lo scopo, in ultima analisi, di rinnovare l’approccio ad un contenuto che, usando una metafora cara a Platone, come un vaso di bronzo percosso dava da troppo tempo la stessa nota.
Personaggi celebri, spesso non in favore di camera, rendono disponibile quel residuo di umanità che si nasconde ancora dietro ogni icona.
Fotografie tra scienza e cronaca che trattenendo il precipitato del tempo costituiscono altrettanti strumenti per decifrare il passato.
La mostra La Dolce Vita a Venezia prova a sbirciare tra le quinte neanche troppo dimesse di un periodo del costume italiano divenuto ormai categoria sociologica: la Dolce Vita.
Quella che emerge dalla scelta operata sul materiale dell’archivio Cameraphoto è una Dolce Vita diversa, colta sul fatto, senza trucco, che allo sguardo indiscreto del reporter di turno mostra tutte le sue imperfezioni.
Imperfezioni talmente vitali da spazzar via in un lampo qualsiasi tentativo apologetico nei confronti di quella che Ennio Flaiano, nel suo Diario del 1958, definì “una società sguaiata, che esprime la sua fredda voglia di vivere più esibendosi che godendo realmente la vita“.
A fondamento della stessa critica alla mistica dell’immagine, sviluppata insieme a Flaiano nel film che a questo fenomeno diede il nome,
Federico Fellini pose alcuni anni più tardi il proprio manifesto di artista e di uomo: 8 e ½.
Da ciò l’idea di affiancare agli scatti in mostra, che per loro natura articolano una sorta di antiretorica veneziana della Dolce Vita, alcuni testi tratti proprio dalla sceneggiatura di 8 e ½.
Questo tentativo di rimettere in circolo le diverse prospettive del fenomeno, storica ed artistica, fotografica e cinematografica, con le rispettive contraddizioni, ha lo scopo, in ultima analisi, di rinnovare l’approccio ad un contenuto che, usando una metafora cara a Platone, come un vaso di bronzo percosso dava da troppo tempo la stessa nota.
14
settembre 2006
La dolce vita a Venezia
Dal 14 settembre al 07 ottobre 2006
fotografia
Location
LA GAIA SCIENZA
Venezia, Via Fratelli Bandiera, 34, (Venezia)
Venezia, Via Fratelli Bandiera, 34, (Venezia)
Orario di apertura
12-14.30 e 18-24
Sabato aperto solo pomeriggio, domenica chiuso
Vernissage
14 Settembre 2006, ore 19.30