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La famiglia, i parenti, gli amici stretti
Una galleria che si assume il compito di essere presente nella vita culturale del paese deve necessariamente documentare i fatti che accadono e che assumono un carattere compulsivo nello sviluppo delle vicende future.
Comunicato stampa
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Lo Studio MeS3 di Livorno propone una mostra sul ventennio politico con particolare riferimento a Silvio Berlusconi.
Una galleria che si assume il compito di essere presente nella vita culturale del paese deve necessariamente documentare i fatti che accadono e che assumono un carattere compulsivo nello sviluppo delle vicende future. La presenza nell’agone politico di Silvio Berlusconi ha cambiato le regole del dibattito e del confronto che fino al 94 erano su registri di apatica ripetitività: vogliamo ricordare che tutte le decisioni erano il frutto di dibattiti incessanti all’interno dei luoghi deputati, sia politici, sindacali che confindustriali.
Con Berlusconi si apre la stagione della presenza del politico nelle televisioni; a scapito dei giornali e del commento autorevole, che diventa autoreferenziale a favore o contro lo stesso Berlusconi, rompendo una tradizione di analisi sempre volta o a suggerire o a emendare, si passa così dalla critica alla contrapposizione di principio, inasprendo talmente i toni che si passa inevitabilmente alla carte bollate , ai processi alla diffamazione.
Certamente il mondo dell’arte non poteva e non può esimersi dal prendete partito in una Italia che ha storie eccellentissime, nonché conclusioni altrettante notissime. Cosicché la Galleria MeS 3 ha guardato dentro la sua pancia e ha tirato fuori tutti quegli artisti che negli anni 1994-2014 hanno esternato opinioni diversissime che hanno inciso sul loro operare con risultati certamente diversi, ma degni di analisi e di attenta critica: insomma sono testimonianze di un ventennio che non si può regolare su paesaggi anemici, teschi di brillanti o installazioni presuntuose che di pre-sunto hanno solo il commento pagato del critico.
Molti ismi o trans hanno solcato il mare dell’arte; qualcuno è miseramente naufragato se come si è verificato non ha lasciato dietro di sé alcun fermento che sia continuato su quel solco; altri hanno compiuto la loro missione di raccattar soldi,compito degnissimo. Infine c’è chi vive ancora di ricordi, naufrago in un’isola deserta, che crede di essere il Gauguin di turno e protesta contro la politica che non fa niente (citazione che si nega nei termini, ma due negazioni fanno un’affermazione). Per cui, concludendo, la politica fa oh se fa!
Artisti espositori:
Gabrio Ciampalini - è l’artista che riproduce occhi che ci vedono, che ci sorvegliano: abituati da ormai troppo tempo a guardare con superficialità, con fretta inutile,quella fretta che “ dismaga la virtù” come disse il gran poeta, non contempliamo più perché è fuori luogo,un atteggiamento docile e produttivo di sensazioni.
Sono le ultime trasparenze qui esposte a invischiarci di più, quel naufragio di resine che le tiene insieme e fuori dall’obsoleta costruzione del quadro, dirette da un regista che sa essere il diavolo custode del fuoco che le fa brillare, e il mago dell’alchimia di un’arte iridescente e mutevole come ogni opera aperta, accusa palese contro la perdita di religiosità della società e i suoi modi di essere superficiali, ineducati e irrispettosi, e insieme lirico riscatto, assoluzione.
Antonio Loré – della “famiglia” dei figurativi alla Guttuso, denuncia un mondo femminile umiliato nei campi di concentramento, nelle favelas brasiliane: un mondo che ha strappato minuti alla vita delle donne. Esse malgrado tutto sono riuscite a mantenere la loro dignità, insieme al ruolo che hanno saputo conquistarsi al di sopra di tutto e di tutti. La rappresentazione cruda delle vessazioni subite risolve una denuncia che Antonio ha verificato nei suoi numerosi viaggi in quei luoghi, dove lo spirito si annebbia, come una micragnosa accoglienza italiana riguardante gli sbarchi dei battelli della speranza.
Franco Quaresimin – Dell’insegnamento di un grande Michelangelo è la ricerca di un Eros pudico, già predestinato, di stampo giansenista, dove l’uomo è così com’è: né eroico, né passivo. In Franco la ricerca del successo economico passa attraverso un confine tra l’aridità di sentimenti e una sordità verso i bisogni del bene comune. L’amore è una mano tesa, concetto ripetuto nelle sue opere in maniera ossessiva e dolorosa, alla maniera in cui nella Sistina la mano di Dio dà vita ad Adamo. Sarà una vita di sacrifici, di sofferenze, ma degna di essere vissuta.
Laura Venturi - Il labirinto non è solo gioco di rinvio e di specchio, ma sogno, incubo, teatro enigma, opacità, moltiplicazione, smarrimento, scacco, chiusura, solitudine, cecità, ma anche liberazione. Il labirinto è la coscienza nell’indecifrabilità del suo spessore, che l’artista cerca di esplorare nella sua interezza.
Nelle opere presentate la sua ricerca dei valori trova espressione nell’implosione di un mondo interiore di cui l’artista prende coraggiosamente atto e che si ingegna a ricomporre, consapevole che la sua ricostruzione non significa ricerca di armonie perdute, ma permanenza dei contrari, sussistenza di conflitti, rinnovo di tensioni. È dal 1994 , infatti, che Laura dispone delle sue certezze nel mondo politico, un viaggio di introspezione nella sua interiorità e, per induzione, nel più profondo, a esplorare le zone nascoste della diffidenza, capace di risolvere le molte domande che la pittrice ha posto prima di tutto a se stessa.
Maurizio Piccirillo - il poeta del frattale che è sostenuto e s’accompagna con una concezione interdisciplinare e multisensoriale dell’arte. La multisensorialità si pone come dialogo nuovo con un pubblico che va emotivamente coinvolto e guidato nella compartecipazione di un ruolo diverso di fruire l’arte. Ruolo sempre più lanciato verso il connubio arte/ricerca tecnica e orientato all’indagine profonda dell’essere (sein) e dell’esserci (da sein).
La vita, l’amore, i valori della famiglia e l’incomunicabilità del nostro mondo sono i temi centrali della poetica dell’artista che sonda e rende con metafore eccezionalmente crepuscolari dell’uomo “cosciente”, che si nutre, vede, sente, riconosce, condivide: tutte azioni alimentate da una forza interiore, originata da una sensibilità educata all’osservazione e all’ascolto.
Paride Bianco - In una mostra a tema come questa non disdegna la rivisitazione del figurativo in chiave ironica, pur essendo un grande astrattista e interprete del sentimento religioso attraverso un linguaggio unico che gli è proprio, l’ostatismo, che non procede per metafore, non tende alle essenze, non propone concetti, ma agisce a livello semantico e di significanti che l’artista fa emergere da un calco, interrogando gli anfratti e i grumi della superficie, combinati in elementi oggettivi reali. Sente il bisogno di rendere omaggio a una figura politica che abbia pervaso gli ultimi vent’anni. E questi è Berlusconi che non ha mai incontrato elementi ostativi che in qualche maniera gli avrebbero posto sul percorso oggetti di ripensamento e di riflessione. “Berlusconi ferito e le pie donne” è Il titolo esplicativo di un’opera dove la religiosità si coniuga con la coralità del gruppo delle figure femminili.
Una galleria che si assume il compito di essere presente nella vita culturale del paese deve necessariamente documentare i fatti che accadono e che assumono un carattere compulsivo nello sviluppo delle vicende future. La presenza nell’agone politico di Silvio Berlusconi ha cambiato le regole del dibattito e del confronto che fino al 94 erano su registri di apatica ripetitività: vogliamo ricordare che tutte le decisioni erano il frutto di dibattiti incessanti all’interno dei luoghi deputati, sia politici, sindacali che confindustriali.
Con Berlusconi si apre la stagione della presenza del politico nelle televisioni; a scapito dei giornali e del commento autorevole, che diventa autoreferenziale a favore o contro lo stesso Berlusconi, rompendo una tradizione di analisi sempre volta o a suggerire o a emendare, si passa così dalla critica alla contrapposizione di principio, inasprendo talmente i toni che si passa inevitabilmente alla carte bollate , ai processi alla diffamazione.
Certamente il mondo dell’arte non poteva e non può esimersi dal prendete partito in una Italia che ha storie eccellentissime, nonché conclusioni altrettante notissime. Cosicché la Galleria MeS 3 ha guardato dentro la sua pancia e ha tirato fuori tutti quegli artisti che negli anni 1994-2014 hanno esternato opinioni diversissime che hanno inciso sul loro operare con risultati certamente diversi, ma degni di analisi e di attenta critica: insomma sono testimonianze di un ventennio che non si può regolare su paesaggi anemici, teschi di brillanti o installazioni presuntuose che di pre-sunto hanno solo il commento pagato del critico.
Molti ismi o trans hanno solcato il mare dell’arte; qualcuno è miseramente naufragato se come si è verificato non ha lasciato dietro di sé alcun fermento che sia continuato su quel solco; altri hanno compiuto la loro missione di raccattar soldi,compito degnissimo. Infine c’è chi vive ancora di ricordi, naufrago in un’isola deserta, che crede di essere il Gauguin di turno e protesta contro la politica che non fa niente (citazione che si nega nei termini, ma due negazioni fanno un’affermazione). Per cui, concludendo, la politica fa oh se fa!
Artisti espositori:
Gabrio Ciampalini - è l’artista che riproduce occhi che ci vedono, che ci sorvegliano: abituati da ormai troppo tempo a guardare con superficialità, con fretta inutile,quella fretta che “ dismaga la virtù” come disse il gran poeta, non contempliamo più perché è fuori luogo,un atteggiamento docile e produttivo di sensazioni.
Sono le ultime trasparenze qui esposte a invischiarci di più, quel naufragio di resine che le tiene insieme e fuori dall’obsoleta costruzione del quadro, dirette da un regista che sa essere il diavolo custode del fuoco che le fa brillare, e il mago dell’alchimia di un’arte iridescente e mutevole come ogni opera aperta, accusa palese contro la perdita di religiosità della società e i suoi modi di essere superficiali, ineducati e irrispettosi, e insieme lirico riscatto, assoluzione.
Antonio Loré – della “famiglia” dei figurativi alla Guttuso, denuncia un mondo femminile umiliato nei campi di concentramento, nelle favelas brasiliane: un mondo che ha strappato minuti alla vita delle donne. Esse malgrado tutto sono riuscite a mantenere la loro dignità, insieme al ruolo che hanno saputo conquistarsi al di sopra di tutto e di tutti. La rappresentazione cruda delle vessazioni subite risolve una denuncia che Antonio ha verificato nei suoi numerosi viaggi in quei luoghi, dove lo spirito si annebbia, come una micragnosa accoglienza italiana riguardante gli sbarchi dei battelli della speranza.
Franco Quaresimin – Dell’insegnamento di un grande Michelangelo è la ricerca di un Eros pudico, già predestinato, di stampo giansenista, dove l’uomo è così com’è: né eroico, né passivo. In Franco la ricerca del successo economico passa attraverso un confine tra l’aridità di sentimenti e una sordità verso i bisogni del bene comune. L’amore è una mano tesa, concetto ripetuto nelle sue opere in maniera ossessiva e dolorosa, alla maniera in cui nella Sistina la mano di Dio dà vita ad Adamo. Sarà una vita di sacrifici, di sofferenze, ma degna di essere vissuta.
Laura Venturi - Il labirinto non è solo gioco di rinvio e di specchio, ma sogno, incubo, teatro enigma, opacità, moltiplicazione, smarrimento, scacco, chiusura, solitudine, cecità, ma anche liberazione. Il labirinto è la coscienza nell’indecifrabilità del suo spessore, che l’artista cerca di esplorare nella sua interezza.
Nelle opere presentate la sua ricerca dei valori trova espressione nell’implosione di un mondo interiore di cui l’artista prende coraggiosamente atto e che si ingegna a ricomporre, consapevole che la sua ricostruzione non significa ricerca di armonie perdute, ma permanenza dei contrari, sussistenza di conflitti, rinnovo di tensioni. È dal 1994 , infatti, che Laura dispone delle sue certezze nel mondo politico, un viaggio di introspezione nella sua interiorità e, per induzione, nel più profondo, a esplorare le zone nascoste della diffidenza, capace di risolvere le molte domande che la pittrice ha posto prima di tutto a se stessa.
Maurizio Piccirillo - il poeta del frattale che è sostenuto e s’accompagna con una concezione interdisciplinare e multisensoriale dell’arte. La multisensorialità si pone come dialogo nuovo con un pubblico che va emotivamente coinvolto e guidato nella compartecipazione di un ruolo diverso di fruire l’arte. Ruolo sempre più lanciato verso il connubio arte/ricerca tecnica e orientato all’indagine profonda dell’essere (sein) e dell’esserci (da sein).
La vita, l’amore, i valori della famiglia e l’incomunicabilità del nostro mondo sono i temi centrali della poetica dell’artista che sonda e rende con metafore eccezionalmente crepuscolari dell’uomo “cosciente”, che si nutre, vede, sente, riconosce, condivide: tutte azioni alimentate da una forza interiore, originata da una sensibilità educata all’osservazione e all’ascolto.
Paride Bianco - In una mostra a tema come questa non disdegna la rivisitazione del figurativo in chiave ironica, pur essendo un grande astrattista e interprete del sentimento religioso attraverso un linguaggio unico che gli è proprio, l’ostatismo, che non procede per metafore, non tende alle essenze, non propone concetti, ma agisce a livello semantico e di significanti che l’artista fa emergere da un calco, interrogando gli anfratti e i grumi della superficie, combinati in elementi oggettivi reali. Sente il bisogno di rendere omaggio a una figura politica che abbia pervaso gli ultimi vent’anni. E questi è Berlusconi che non ha mai incontrato elementi ostativi che in qualche maniera gli avrebbero posto sul percorso oggetti di ripensamento e di riflessione. “Berlusconi ferito e le pie donne” è Il titolo esplicativo di un’opera dove la religiosità si coniuga con la coralità del gruppo delle figure femminili.
10
maggio 2014
La famiglia, i parenti, gli amici stretti
Dal 10 maggio al 28 giugno 2014
arte contemporanea
Location
STUDIO D’ARTE MES3
Livorno, Via Giuseppe Verdi, 40, (Livorno)
Livorno, Via Giuseppe Verdi, 40, (Livorno)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-12.30 e 16.00-19.00
Vernissage
10 Maggio 2014, ore 18.00
Autore