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La Fête à MAD: i Decennali
Qui in Raccolta possiamo ora celebrare i “nostri” decennali, nostri del museo e di MAD intendo, legati ad attività collegate sia con le collezioni della Raccolta Manzù che con l’ecomuseo del contemporaneo territoriale che è stato è e sarà ancora MAD.
Comunicato stampa
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Certe combinazioni, certe volte, possono risultare piacevolmente sconcertanti, e “fare” il caso. Come, ad esempio, la ricorrenza dei dieci anni di vita di MAD, il Museo d’Arte Diffusa di Fabio D’Achille &Co. di Latina, che coincide con i dieci anni della Soprintendenza alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Maria Vittoria Marini Clarelli, ultimo degli storici Soprintendenti al museo romano-bucarelliano, e anche, tra due mesi e mezzo, con i miei dieci anni di direzione della collegata Raccolta Manzù, passata or non è molto in quel del Polo Museale Regionale del MiBACT, ma che fino a giugno 2015, comunque, mi troverò a dirigere…
Comunque la si voglia considerare, si tratta di una serie di “decennali”, che, quantunque spalmati tra fine 2014 e prima metà 2015, s’impongono all’attenzione, quantunque territoriale, di chi in questo periodo ne abbia seguito e condiviso percorsi e attività.
Qui in Raccolta possiamo ora celebrare i “nostri” decennali, nostri del museo e di MAD intendo, legati ad attività collegate sia con le collezioni della Raccolta Manzù che con l’ecomuseo del contemporaneo territoriale che è stato è e sarà ancora MAD; ma è chiaro a tutti che, senza l’insostituibile faro e “ombrello” delle politiche culturali di quest’ultimo decennio GNAM, la Raccolta, molto probabilmente, non si sarebbe così aperta nei confronti dell’Altro da sé, confrontandosi con mostre, eventi e laboratori con un’arte contemporanea, quella della “Scuola Pontina” e dei musei di riferimento, Cambellotti, Greco, e Galleria d’Arte Moderna di Latina, ricca di fermenti e di inesauribili risorse, e che ha trovato in Fabio D’Achille e in MAD il suo cantore, così come Alphonse Daudet lo è stato per la terra provenzale… né credo che la figura di Manzù sia mai uscita appannata dalle fugaci “visite” dei giovani ospiti contemporanei; e in più di un’occasione, anzi, si è potuto riscontrare come l’aulica elegia dei bronzi dialoghi alla grande, e con ritrovato vigore, con le molteplici voci di un contemporaneo così “militante”.
Abbiamo, comunque, vissuto, e la vita è storia, sempre, nel farsi ora come nel trascorrere, e, anche, nel poter essere, sempre meglio, sempre più analiticamente, nei suoi pro e nei suoi contro, indagata in proiezione nel corso degli anni a venire. Pertanto, in questi dieci anni MAD ha fatto, fa e farà storia, che in questo caso è, anche, storia dell’arte, così come la Raccolta Manzù. Può essere questa una visione forse eccessivamente antropocentrica, ma anche incontestabilmente pragmatica, e in ogni caso tra le pochissime in grado di consentire agli artisti di oggi di sopravvivere in totale libertà di pensiero e di azione, celebrando in questo la superiorità del territorio sulla metropoli.
Duilio Cambellotti, Emilio Greco, Lorenzo Indrimi, Sergio Ban, ideali capo-fila della Scuola Pontina, non ci sono più, è vero, proprio come Giacomo Manzù: ma l’eco della loro voce è trattenuto dagli steli delle canne palustri, diffuso dal vento, dal sole e dal mare di questo territorio straordinario, che da Enea in qua ha fatto dell’accoglienza e del mito la propria storia, e così intende continuare per il futuro.
Allora, citando i loro nomi alquanto alla rinfusa, Rita De Giorgio, Massimo Palumbo, Plinio Perilli, Lorenzo Indrimi, Sergio Ban, Davide De Filippo, Emilia Isabella, Pino e Rocco Genovese, Claudio Cottiga, Nazareno Flenghi, Piero Sanna, Alberto Timossi, Stefano Trappolini, Marcello Trabucco, Tommaso Andreocci, Claudio Asquini, Ivan Barlafante, Claudio Cantelmi, e ancora le artiste degli otto appuntamenti del MADLAB, tra novembre 2014 e aprile 2015: Stefania Romagna e Inanna Trillis, Antonella Catini, Marianna Galati, Anna Laura Patanè, Aldamaria Gnaccarini, Rosy Losito, Carola Masini, Angela Maria Antuono, “gente di MAD”, sento di dover ringraziare tutti per questi attimi di preziosa condivisione.
Per questo, con Fabio D’Achille vi invito oggi all’ultimo appuntamento MAD presso Raccolta Manzù, con i finissage di Claudio Cantelmi e Angela Maria Antuono, ma soprattutto, parafrasando il titolo Fête à la Joconde utilizzato dagli Italiens che volevano rendere omaggio a Marcel Duchamp nella Parigi degli anni sessanta, Fête à MAD, cui auguriamo lunghissima vita, per l’ultima volta (forse) alla Raccolta Manzù.
(Marcella Cossu)
Comunque la si voglia considerare, si tratta di una serie di “decennali”, che, quantunque spalmati tra fine 2014 e prima metà 2015, s’impongono all’attenzione, quantunque territoriale, di chi in questo periodo ne abbia seguito e condiviso percorsi e attività.
Qui in Raccolta possiamo ora celebrare i “nostri” decennali, nostri del museo e di MAD intendo, legati ad attività collegate sia con le collezioni della Raccolta Manzù che con l’ecomuseo del contemporaneo territoriale che è stato è e sarà ancora MAD; ma è chiaro a tutti che, senza l’insostituibile faro e “ombrello” delle politiche culturali di quest’ultimo decennio GNAM, la Raccolta, molto probabilmente, non si sarebbe così aperta nei confronti dell’Altro da sé, confrontandosi con mostre, eventi e laboratori con un’arte contemporanea, quella della “Scuola Pontina” e dei musei di riferimento, Cambellotti, Greco, e Galleria d’Arte Moderna di Latina, ricca di fermenti e di inesauribili risorse, e che ha trovato in Fabio D’Achille e in MAD il suo cantore, così come Alphonse Daudet lo è stato per la terra provenzale… né credo che la figura di Manzù sia mai uscita appannata dalle fugaci “visite” dei giovani ospiti contemporanei; e in più di un’occasione, anzi, si è potuto riscontrare come l’aulica elegia dei bronzi dialoghi alla grande, e con ritrovato vigore, con le molteplici voci di un contemporaneo così “militante”.
Abbiamo, comunque, vissuto, e la vita è storia, sempre, nel farsi ora come nel trascorrere, e, anche, nel poter essere, sempre meglio, sempre più analiticamente, nei suoi pro e nei suoi contro, indagata in proiezione nel corso degli anni a venire. Pertanto, in questi dieci anni MAD ha fatto, fa e farà storia, che in questo caso è, anche, storia dell’arte, così come la Raccolta Manzù. Può essere questa una visione forse eccessivamente antropocentrica, ma anche incontestabilmente pragmatica, e in ogni caso tra le pochissime in grado di consentire agli artisti di oggi di sopravvivere in totale libertà di pensiero e di azione, celebrando in questo la superiorità del territorio sulla metropoli.
Duilio Cambellotti, Emilio Greco, Lorenzo Indrimi, Sergio Ban, ideali capo-fila della Scuola Pontina, non ci sono più, è vero, proprio come Giacomo Manzù: ma l’eco della loro voce è trattenuto dagli steli delle canne palustri, diffuso dal vento, dal sole e dal mare di questo territorio straordinario, che da Enea in qua ha fatto dell’accoglienza e del mito la propria storia, e così intende continuare per il futuro.
Allora, citando i loro nomi alquanto alla rinfusa, Rita De Giorgio, Massimo Palumbo, Plinio Perilli, Lorenzo Indrimi, Sergio Ban, Davide De Filippo, Emilia Isabella, Pino e Rocco Genovese, Claudio Cottiga, Nazareno Flenghi, Piero Sanna, Alberto Timossi, Stefano Trappolini, Marcello Trabucco, Tommaso Andreocci, Claudio Asquini, Ivan Barlafante, Claudio Cantelmi, e ancora le artiste degli otto appuntamenti del MADLAB, tra novembre 2014 e aprile 2015: Stefania Romagna e Inanna Trillis, Antonella Catini, Marianna Galati, Anna Laura Patanè, Aldamaria Gnaccarini, Rosy Losito, Carola Masini, Angela Maria Antuono, “gente di MAD”, sento di dover ringraziare tutti per questi attimi di preziosa condivisione.
Per questo, con Fabio D’Achille vi invito oggi all’ultimo appuntamento MAD presso Raccolta Manzù, con i finissage di Claudio Cantelmi e Angela Maria Antuono, ma soprattutto, parafrasando il titolo Fête à la Joconde utilizzato dagli Italiens che volevano rendere omaggio a Marcel Duchamp nella Parigi degli anni sessanta, Fête à MAD, cui auguriamo lunghissima vita, per l’ultima volta (forse) alla Raccolta Manzù.
(Marcella Cossu)
11
aprile 2015
La Fête à MAD: i Decennali
11 aprile 2015
arte contemporanea
Location
RACCOLTA MANZU’
Ardea, Via Laurentina, 72, (Roma)
Ardea, Via Laurentina, 72, (Roma)
Orario di apertura
sabato ore 17,00 - 20,00
Vernissage
11 Aprile 2015, ore 17,00
Autore
Curatore