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La filiera alimentare a Garbatella: il vino sfuso
Gli aspetti visuali e organizzativi di una bottega per la vendita di vino sfuso del quartiere romano della Garbatella, che chiude i battenti dopo sessantasei anni di attività. Le immagini di un quotidiano ormai anacronistico costituiscono un messaggio che va al di là del documento di storia locale.
Comunicato stampa
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La mostra presenta grafici e animazioni tridimensionali, video, slide fotografiche, clip cinematografiche e stampe fotografiche a colori.
Il materiale esposto documenta gli aspetti visuali e organizzativi di una bottega per la vendita di vino sfuso che chiude i battenti nella Garbatella storica dopo sessantasei anni di attività.
Le immagini delle vigne, delle interviste con i coltivatori di uva e con i produttori di vino, del trasporto del vino a Garbatella, della bottega con i documenti della sua storia e del continuo entrare ed uscire dei clienti costituiscono un messaggio che va al di là del documento di storia locale. Il giovanissimo Angelo, che conosce personalmente Pasolini, fa la comparsa in Accattone e in RoGoPaG.
Angelo Talevi (Angelino) rileva una attività “vini e olii” al numero 26 di Via Enrico Cravero, per farne una vendita, inizialmente, di vino sfuso.
Questa scelta poggia su basi sociali salde: la popolazione della Garbatella storica non è ancora toccata dall’invasione commerciale dei grandi produttori di birra che si stanno aprendo al mercato internazionale, e il Quartiere non ha ancora supermercati. È l’aprile del Millenovecentosessantasei: si è avviata da poco la saturazione edilizia dei terreni circostanti la Garbatella storica.
Le ville storiche, che Roma Capitale ha cominciato a distruggere alla fine dell’Ottocento, sono già lottizzate, ad esclusione di quelle titolate (Borghese, Sciarra, Pamphili, Torlonia, Savoia) e le grandi speculazioni, sull’onda delle Olimpiadi del 1960, sono fatte.
Anche Garbatella subisce una parziale demolizione che fortunatamente si arresta per merito di qualche tecnico intelligente.
Siamo alla fine del miracolo economico italiano e le grandi città, Roma in particolare, devono rinunciare al loro modello di crescita selvaggia e fanno i conti con piani e infrastrutturazione primaria del territorio.
Alla vendita di vino sfuso si affianca un’osteria: Angelo aggiunge alcuni tavoli sui quali comincia a servire, a supporto del bere, uova sode, affettati, formaggio; gli avventori bevono.
Angelo non fa a tempo a portare un quartino che già se ne ordina un altro. Il vino sfuso viene da una storica cooperativa di produttori: la Cooperativa Produttori di vino di Velletri, COPROVI, oggi sostituita dalla CAVICI.
Le vigne sono sempre le stesse e la qualità è garantita come prima.
Al 1980 la quantità di vino sfuso venduta si è stabilizzata attorno ai 9.000 litri.
Con gli anni, il semplice posto di ristoro viene eliminato e la quantità venduta decresce fino ai 2.000 litri attuali.
Il materiale esposto documenta gli aspetti visuali e organizzativi di una bottega per la vendita di vino sfuso che chiude i battenti nella Garbatella storica dopo sessantasei anni di attività.
Le immagini delle vigne, delle interviste con i coltivatori di uva e con i produttori di vino, del trasporto del vino a Garbatella, della bottega con i documenti della sua storia e del continuo entrare ed uscire dei clienti costituiscono un messaggio che va al di là del documento di storia locale. Il giovanissimo Angelo, che conosce personalmente Pasolini, fa la comparsa in Accattone e in RoGoPaG.
Angelo Talevi (Angelino) rileva una attività “vini e olii” al numero 26 di Via Enrico Cravero, per farne una vendita, inizialmente, di vino sfuso.
Questa scelta poggia su basi sociali salde: la popolazione della Garbatella storica non è ancora toccata dall’invasione commerciale dei grandi produttori di birra che si stanno aprendo al mercato internazionale, e il Quartiere non ha ancora supermercati. È l’aprile del Millenovecentosessantasei: si è avviata da poco la saturazione edilizia dei terreni circostanti la Garbatella storica.
Le ville storiche, che Roma Capitale ha cominciato a distruggere alla fine dell’Ottocento, sono già lottizzate, ad esclusione di quelle titolate (Borghese, Sciarra, Pamphili, Torlonia, Savoia) e le grandi speculazioni, sull’onda delle Olimpiadi del 1960, sono fatte.
Anche Garbatella subisce una parziale demolizione che fortunatamente si arresta per merito di qualche tecnico intelligente.
Siamo alla fine del miracolo economico italiano e le grandi città, Roma in particolare, devono rinunciare al loro modello di crescita selvaggia e fanno i conti con piani e infrastrutturazione primaria del territorio.
Alla vendita di vino sfuso si affianca un’osteria: Angelo aggiunge alcuni tavoli sui quali comincia a servire, a supporto del bere, uova sode, affettati, formaggio; gli avventori bevono.
Angelo non fa a tempo a portare un quartino che già se ne ordina un altro. Il vino sfuso viene da una storica cooperativa di produttori: la Cooperativa Produttori di vino di Velletri, COPROVI, oggi sostituita dalla CAVICI.
Le vigne sono sempre le stesse e la qualità è garantita come prima.
Al 1980 la quantità di vino sfuso venduta si è stabilizzata attorno ai 9.000 litri.
Con gli anni, il semplice posto di ristoro viene eliminato e la quantità venduta decresce fino ai 2.000 litri attuali.
16
maggio 2019
La filiera alimentare a Garbatella: il vino sfuso
Dal 16 al 24 maggio 2019
Location
GALLERIA EMBRICE
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Orario di apertura
Da lunedì a sabato ore 17:30 - 20:30. Domenica chiuso.
Vernissage
16 Maggio 2019, h 18:00 - 22:00
Curatore