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La fine del mondo
Aspettando l’ennesima fine del mondo che per il calendario Maya cadrà il 21.12.12 abbiamo chiesto a tre artisti di fama internazionale di interpretarla. Nasce così la mostra che unisce i lavori di Silvia Levenson, Florencia Martinez e Alessandro Pianca.
Comunicato stampa
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la fine del mondo
La fine del mondo…
perché il sole splende ancora?
Perché gli uccelli continuano a cantare?
Forse non lo sanno che il mondo è finito?
Aspettando l'ennesima fine del mondo che per il calendario Maya cadrà il 21.12.12 abbiamo chiesto a tre artisti di fama internazionale di interpretarla. Nasce così la mostra che unisce i lavori di Silvia Levenson, Florencia Martinez e Alessandro Pianca.
Il sentimento umano che più si addice alle proiezioni catastrofiche è la paura, esorcizzata con il lavoro "Lezioni di volo" della Levenson. L'opera esplora i sentimenti ambigui che derivano dal contrasto fra il desiderio di volare, di saltare nel vuoto alla ricerca ideale di un inizio, e la paura che a volte ci paralizza e ci fa vedere degli ostacoli maggiori delle nostre forze. Una montagna di sedie in ferro a formare una colonna, quasi una rampa di lancio; sicuramente una via d'uscita faticosa e allo stesso tempo tenera nella sua ingenuità. Una volta trovata la via di fuga ecco a noi i kit di sopravvivenza con profumi, creme e antidoti in rapporto alle nostre aspettative più glamour di eternità.
Dall'idea di eternità entriamo nell'installazione "La fine del mondo e il paese delle meraviglie" della Martinez. L’atmosfera surreale è di grande potere evocativo. Ogni situazione, ogni oggetto ci fa rimbalzare come la palla di un gioco senza fine dai nostri ricordi ai nostri sogni, in un bizzarro presente onirico. Idee nuove, che come le pagine di un diario, raccolgono il cammino dell'artista, raccontano dei suoi compagni di viaggio, delle sue emozioni usando come supporto carte degli anni '50, vecchie e ingiallite. Il racconto attuale si fonde con l'inchiostro di una calligrafia di altri tempi, che ha superato la mano che le ha dato forma, facendo emergere tutta la fragilità del tempo che passa. Un segno rimasto che è già in se stesso un'opera d'arte.
Un'interpretazione letterale tutta al positivo e strettamente legata alla sfera sentimentale ed emozionale è la visione della fine del mondo di Pianca. Chissà perché siamo soliti pensare a cose catastrofiche se ci chiedono come vediamo la fine del mondo, mentre spontaneamente usiamo dire "E' la fine del mondo" quando pensiamo a qualcosa di meravigliosamente bello e difficilmente descrivibile a parole che riguarda la nostra sfera più intima. Ed è proprio questa che ha voluto indagare e interpretare Pianca con la serie di lavori sul Bacio. Una visione morbida e calda per descrivere un sentimento eterno e immortale, che resiste a qualsiasi fine.
Niente è cambiato, ed è cambiato tutto.
La fine del mondo…
perché il sole splende ancora?
Perché gli uccelli continuano a cantare?
Forse non lo sanno che il mondo è finito?
Aspettando l'ennesima fine del mondo che per il calendario Maya cadrà il 21.12.12 abbiamo chiesto a tre artisti di fama internazionale di interpretarla. Nasce così la mostra che unisce i lavori di Silvia Levenson, Florencia Martinez e Alessandro Pianca.
Il sentimento umano che più si addice alle proiezioni catastrofiche è la paura, esorcizzata con il lavoro "Lezioni di volo" della Levenson. L'opera esplora i sentimenti ambigui che derivano dal contrasto fra il desiderio di volare, di saltare nel vuoto alla ricerca ideale di un inizio, e la paura che a volte ci paralizza e ci fa vedere degli ostacoli maggiori delle nostre forze. Una montagna di sedie in ferro a formare una colonna, quasi una rampa di lancio; sicuramente una via d'uscita faticosa e allo stesso tempo tenera nella sua ingenuità. Una volta trovata la via di fuga ecco a noi i kit di sopravvivenza con profumi, creme e antidoti in rapporto alle nostre aspettative più glamour di eternità.
Dall'idea di eternità entriamo nell'installazione "La fine del mondo e il paese delle meraviglie" della Martinez. L’atmosfera surreale è di grande potere evocativo. Ogni situazione, ogni oggetto ci fa rimbalzare come la palla di un gioco senza fine dai nostri ricordi ai nostri sogni, in un bizzarro presente onirico. Idee nuove, che come le pagine di un diario, raccolgono il cammino dell'artista, raccontano dei suoi compagni di viaggio, delle sue emozioni usando come supporto carte degli anni '50, vecchie e ingiallite. Il racconto attuale si fonde con l'inchiostro di una calligrafia di altri tempi, che ha superato la mano che le ha dato forma, facendo emergere tutta la fragilità del tempo che passa. Un segno rimasto che è già in se stesso un'opera d'arte.
Un'interpretazione letterale tutta al positivo e strettamente legata alla sfera sentimentale ed emozionale è la visione della fine del mondo di Pianca. Chissà perché siamo soliti pensare a cose catastrofiche se ci chiedono come vediamo la fine del mondo, mentre spontaneamente usiamo dire "E' la fine del mondo" quando pensiamo a qualcosa di meravigliosamente bello e difficilmente descrivibile a parole che riguarda la nostra sfera più intima. Ed è proprio questa che ha voluto indagare e interpretare Pianca con la serie di lavori sul Bacio. Una visione morbida e calda per descrivere un sentimento eterno e immortale, che resiste a qualsiasi fine.
Niente è cambiato, ed è cambiato tutto.
21
dicembre 2012
La fine del mondo
Dal 21 dicembre 2012 al primo febbraio 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA ZAION – LANIFICIO PRIA
Biella, Salita Di Riva, 3, (Biella)
Biella, Salita Di Riva, 3, (Biella)
Orario di apertura
da mercoledì a venerdì
dalle 16.30 alle 19.30
e su appuntamento.
Vernissage
21 Dicembre 2012, ore 18/21
Autore
Curatore