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La fotografia che avrei voluto fare. Riflessioni visive di Guido Guidi su Giovanni Gargiolli
Una rilettura di Guido Guidi delle fotografie di Gargiolli, attraverso un riallestimento della mostra “Il viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli. Le origini del Gabinetto fotografico nazionale, 1895-1913”, con nuove associazioni e collegamenti e l’introduzione di fotografie dello stesso autore.
Comunicato stampa
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Dopo l’esperienza del 2013 con la mostra "Cinque paesaggi 1983-1993", torna in ICCD Guido Guidi per una ulteriore riflessione sui possibili nessi tra pratiche e generi fotografici a lungo considerati distinti, come la fotografia di “documentazione” e quella di “ricerca”.
Già in precedenti occasioni, tra le quali la stessa mostra "Cinque paesaggi 1983-1993", l’Istituto ha proposto forme di interazione tra l’archivio storico e il lavoro dei fotografi contemporanei. Con l’invito rivolto a Guido Guidi si entra ora nel vivo della materia: l’autore, insieme ad Antonello Frongia e a Laura Moro, si confronta con la produzione di Giovanni Gargiolli attraverso una riflessione e un riallestimento delle fotografie incluse nella mostra "Il viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli, Le origini del Gabinetto fotografico nazionale, 1895-1913".
La mostra, inaugurata lo scorso 27 novembre, ha affrontato con un approccio filologico la pratica fotografica di Gargiolli, fondatore e primo direttore del Gabinetto fotografico nazionale, cui fu affidato il compito istituzionale di documentare il patrimonio culturale nazionale. Gargiolli, ingegnere, esperto di ottica e di fisica, restituì in immagini essenziali – senza retorica né abbellimenti – dipinti, sculture, affreschi, monumenti, decori, scavi archeologici, paesaggi: un antesignano quindi della fotografia documentaria, il cui lavoro viene analizzato nella mostra e nel catalogo che l’accompagna, ravvisandone il metodo, la visione, il pensiero, la prassi.
Il risultato di questa ricerca mostra come anche nella fotografia dichiaratamente di documentazione, finalizzata a registrare i beni culturali e il loro contesto, sia ravvisabile uno “stile”, più o meno consapevole, che riflette inevitabilmente la cultura e lo sguardo del fotografo.
Con l’intervento di Guido Guidi, all’approccio filologico e critico si vuole aggiungere una rilettura delle stesse immagini con lo sguardo soggettivo di un autore che ha sviluppato un metodo di lavoro “attraverso l’esercizio costante dell’occhio, spesso nell’ambito di incarichi di ‘documentazione’ del territorio e del paesaggio”, come ha ricordato Antonello Frongia.
Questa rilettura – quasi un dialogo di Guidi con le fotografie di Gargiolli – e il “riallestimento” della mostra che ne consegue, saranno argomento di confronto tra i curatori di "Il viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli" (Clemente Marsicola, Benedetta Cestelli Guidi, Francesco Faeta, Stefano Valentini) che spiegheranno le ragioni delle loro scelte.
Già in precedenti occasioni, tra le quali la stessa mostra "Cinque paesaggi 1983-1993", l’Istituto ha proposto forme di interazione tra l’archivio storico e il lavoro dei fotografi contemporanei. Con l’invito rivolto a Guido Guidi si entra ora nel vivo della materia: l’autore, insieme ad Antonello Frongia e a Laura Moro, si confronta con la produzione di Giovanni Gargiolli attraverso una riflessione e un riallestimento delle fotografie incluse nella mostra "Il viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli, Le origini del Gabinetto fotografico nazionale, 1895-1913".
La mostra, inaugurata lo scorso 27 novembre, ha affrontato con un approccio filologico la pratica fotografica di Gargiolli, fondatore e primo direttore del Gabinetto fotografico nazionale, cui fu affidato il compito istituzionale di documentare il patrimonio culturale nazionale. Gargiolli, ingegnere, esperto di ottica e di fisica, restituì in immagini essenziali – senza retorica né abbellimenti – dipinti, sculture, affreschi, monumenti, decori, scavi archeologici, paesaggi: un antesignano quindi della fotografia documentaria, il cui lavoro viene analizzato nella mostra e nel catalogo che l’accompagna, ravvisandone il metodo, la visione, il pensiero, la prassi.
Il risultato di questa ricerca mostra come anche nella fotografia dichiaratamente di documentazione, finalizzata a registrare i beni culturali e il loro contesto, sia ravvisabile uno “stile”, più o meno consapevole, che riflette inevitabilmente la cultura e lo sguardo del fotografo.
Con l’intervento di Guido Guidi, all’approccio filologico e critico si vuole aggiungere una rilettura delle stesse immagini con lo sguardo soggettivo di un autore che ha sviluppato un metodo di lavoro “attraverso l’esercizio costante dell’occhio, spesso nell’ambito di incarichi di ‘documentazione’ del territorio e del paesaggio”, come ha ricordato Antonello Frongia.
Questa rilettura – quasi un dialogo di Guidi con le fotografie di Gargiolli – e il “riallestimento” della mostra che ne consegue, saranno argomento di confronto tra i curatori di "Il viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli" (Clemente Marsicola, Benedetta Cestelli Guidi, Francesco Faeta, Stefano Valentini) che spiegheranno le ragioni delle loro scelte.
12
febbraio 2015
La fotografia che avrei voluto fare. Riflessioni visive di Guido Guidi su Giovanni Gargiolli
Dal 12 febbraio al 13 marzo 2015
fotografia
Location
ICCD – ISTITUTO CENTRALE PER IL CATALOGO E LA DOCUMENTAZIONE
Roma, Via Di San Michele, 18, (Roma)
Roma, Via Di San Michele, 18, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-18
Vernissage
12 Febbraio 2015, ore 17.30
Autore
Curatore