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La Grande Madre
La Grande Madre è una figura universale, l’eterna fonte di tutto. Tutto partecipa all’eterno cerchio della nascita e rinascita attraverso un incessante processo di trasformazione, filo che collega le opere degli artisti che espongono
Comunicato stampa
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La Grande Madre – Madre Terra, Dea Madre – è una figura universale, l’eterna fonte di tutto. E’ l’archetipo del femminile e ra ppresenta la totalità del cosmo. Tutto partecipa all’eterno cerchio della nascita e rinascita attraverso un incessante processo di trasformazione, filo che collega le opere degli artisti che espongono.
Così, il calore del legno dà vita a una Madre Natura e ad una Dea Terra (Ludovico Colella). Una rete abbandonata viene trasformata in una carta geografica dell’Asia così come un bambù rivestito di tulle diventa espressione di dissenso (Stefania Scattina). Tre tinozze di zinco, tre contenitori, si trasformano in una metafora che invita a una riflessione sull’acqua, celebrata sia nella sua fisicità che nella rappresentazione attraverso macchie di colore (Bianca Maria Neri). Le parole d’amore incise sulle lapidi, in ciò che resta dei cimiteri Ebraici della Polonia, sono segni di espressione di un addio eterno, sono delle lettere d'amore che nutrono l’amore per la vita, in chi le ha scritte e in chi le legge. (Tamar Matza).
Eventi di Peggy Eskenazi
Martedì 14 ottobre 2008, ore 20.30 Yoga - ascoltiamo il nostro corpo
Martedì 21 ottobre 2008, ore 20.30 - La Grande Madre nella tradizione tessile anatolica
Nota biografica (L.Colella)
Cresciuto in un piccolo e affascinante paese delle Puglie, Martina Franca, ove la creatività artigianale di vasi, anfore e piatti decorati lo spinse giovanissimo a cimentarsi anche nell'esecuzione di trulli in miniatura.
A bottega dal famoso scultore Basile imparò a lavorare varie materie con amore e creatività. Gli insegnamenti del maestro si rivelarono preziosi in seguito e lo spinsero ad approfondire alla scuola degli artefici di Brera l'arte del disegno e la specializzazione nel plasmare e modellare la materia.
L'esperienza acquisita gli diede la possibilità di insegnare manualità artistica ai giovani detenuti del Beccaria di Milano suscitando grande interesse con la tecnica del rame sbalzato e le fusioni smaltate. Vive e opera a Milano.
Nota biografica (BM.Neri)
Bianca Maria Neri nasce in Umbria. Dopo aver studiato Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Milano, si trasferisce a Berlino dove conclude il biennio di Scienze Teatrali presso la facoltà di Comunicazione della Freie Universitaet Berlin. Tornata in Italia nel 1987, si stabilisce a Milano dove approfondisce il proprio interesse per la comunicazione scegliendo di esprimersi nella scrittura creativa e nei linguaggi dell’arte figurativa: segue privatamente corsi di tecniche pittoriche (acquerello), plastiche (modellazione dell’argilla) e, presso la scuola degli Artefici dell’Accademia di Brera, di disegno. Espone dal 1999 in diverse occasioni. Nel 2007 ha pubblicato presso la Sedizioni (Milano) un atto unico per il teatro.Vive e opera a Milano.
Nota biografica (S.Scattina)
Stefania Scattina nasce a Catania e si trasferisce a Milano nel 1987 inserendosi nel mondo dell’arte e organizzando eventi e mostre di risonanza internazionale. Da anni opera anche nel sociale occupandosi di disagio adolescenziale. Nella sua attività utilizza i linguaggi della creatività artistica nell’ottica di un progetto interculturale più ampio, finalizzato al miglioramento del benessere psicofisico e al recupero di materiali poveri. Vive e opera a Milano.
Nota biografica (Tamar Matza)
Fotografa, vive tra Milano e la Polonia, nata a Gerusalemme, in una famiglia ebraica di origini sefardite ed ashkenasite. «Della Polonia sentivo poco raccontare, era il Paese da cui proveniva la famiglia di mia madre, era la lingua che non capivo e le storie che non sentivo», racconta, e poi ci è arrivata perché cercava quella vita taciuta, quella lingua che non conosceva, quelle città di cui sapeva solo il nome. «A Cracovia, è da molto tempo che ci sono, da quando la nonna cantava in polacco la ninnananna. Il polacco ancora non lo capivo, ma credo che già allora vedessi la Polonia. Non capivo una parola, ma ascoltavo, e capivo che questa è ancora la sua lingua, che l’ha nel cuore, e che quelle città esistono». Cresce in una famiglia dove si usano quotidianamente 4 lingue - polacco, ladino, inglese ed ebraico, la sua madrelingua, fatto che caratterizza la sua biografia nel segno di apertura e della trasformazione. Si dedica alla fotografia fin dall'adolescenza, una passione che si trasforma in professione. Successivamente, la fotografia si rivela uno strumento di conoscenza di un mondo che Matza non aveva conosciuto, quello della nonna vissuta a Cracovia prima della seconda guerra mondiale.
Matza partecipa alla collettiva con fotografie delle parole incise sulle lapidi, in ciò che resta dei cimiteri Ebraici della Polonia. Segni d'espressione di un addio eterno, lettere d'amore che nutrono l’amore per la vita, in chi le ha scritte e in chi le legge.
Così, il calore del legno dà vita a una Madre Natura e ad una Dea Terra (Ludovico Colella). Una rete abbandonata viene trasformata in una carta geografica dell’Asia così come un bambù rivestito di tulle diventa espressione di dissenso (Stefania Scattina). Tre tinozze di zinco, tre contenitori, si trasformano in una metafora che invita a una riflessione sull’acqua, celebrata sia nella sua fisicità che nella rappresentazione attraverso macchie di colore (Bianca Maria Neri). Le parole d’amore incise sulle lapidi, in ciò che resta dei cimiteri Ebraici della Polonia, sono segni di espressione di un addio eterno, sono delle lettere d'amore che nutrono l’amore per la vita, in chi le ha scritte e in chi le legge. (Tamar Matza).
Eventi di Peggy Eskenazi
Martedì 14 ottobre 2008, ore 20.30 Yoga - ascoltiamo il nostro corpo
Martedì 21 ottobre 2008, ore 20.30 - La Grande Madre nella tradizione tessile anatolica
Nota biografica (L.Colella)
Cresciuto in un piccolo e affascinante paese delle Puglie, Martina Franca, ove la creatività artigianale di vasi, anfore e piatti decorati lo spinse giovanissimo a cimentarsi anche nell'esecuzione di trulli in miniatura.
A bottega dal famoso scultore Basile imparò a lavorare varie materie con amore e creatività. Gli insegnamenti del maestro si rivelarono preziosi in seguito e lo spinsero ad approfondire alla scuola degli artefici di Brera l'arte del disegno e la specializzazione nel plasmare e modellare la materia.
L'esperienza acquisita gli diede la possibilità di insegnare manualità artistica ai giovani detenuti del Beccaria di Milano suscitando grande interesse con la tecnica del rame sbalzato e le fusioni smaltate. Vive e opera a Milano.
Nota biografica (BM.Neri)
Bianca Maria Neri nasce in Umbria. Dopo aver studiato Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Milano, si trasferisce a Berlino dove conclude il biennio di Scienze Teatrali presso la facoltà di Comunicazione della Freie Universitaet Berlin. Tornata in Italia nel 1987, si stabilisce a Milano dove approfondisce il proprio interesse per la comunicazione scegliendo di esprimersi nella scrittura creativa e nei linguaggi dell’arte figurativa: segue privatamente corsi di tecniche pittoriche (acquerello), plastiche (modellazione dell’argilla) e, presso la scuola degli Artefici dell’Accademia di Brera, di disegno. Espone dal 1999 in diverse occasioni. Nel 2007 ha pubblicato presso la Sedizioni (Milano) un atto unico per il teatro.Vive e opera a Milano.
Nota biografica (S.Scattina)
Stefania Scattina nasce a Catania e si trasferisce a Milano nel 1987 inserendosi nel mondo dell’arte e organizzando eventi e mostre di risonanza internazionale. Da anni opera anche nel sociale occupandosi di disagio adolescenziale. Nella sua attività utilizza i linguaggi della creatività artistica nell’ottica di un progetto interculturale più ampio, finalizzato al miglioramento del benessere psicofisico e al recupero di materiali poveri. Vive e opera a Milano.
Nota biografica (Tamar Matza)
Fotografa, vive tra Milano e la Polonia, nata a Gerusalemme, in una famiglia ebraica di origini sefardite ed ashkenasite. «Della Polonia sentivo poco raccontare, era il Paese da cui proveniva la famiglia di mia madre, era la lingua che non capivo e le storie che non sentivo», racconta, e poi ci è arrivata perché cercava quella vita taciuta, quella lingua che non conosceva, quelle città di cui sapeva solo il nome. «A Cracovia, è da molto tempo che ci sono, da quando la nonna cantava in polacco la ninnananna. Il polacco ancora non lo capivo, ma credo che già allora vedessi la Polonia. Non capivo una parola, ma ascoltavo, e capivo che questa è ancora la sua lingua, che l’ha nel cuore, e che quelle città esistono». Cresce in una famiglia dove si usano quotidianamente 4 lingue - polacco, ladino, inglese ed ebraico, la sua madrelingua, fatto che caratterizza la sua biografia nel segno di apertura e della trasformazione. Si dedica alla fotografia fin dall'adolescenza, una passione che si trasforma in professione. Successivamente, la fotografia si rivela uno strumento di conoscenza di un mondo che Matza non aveva conosciuto, quello della nonna vissuta a Cracovia prima della seconda guerra mondiale.
Matza partecipa alla collettiva con fotografie delle parole incise sulle lapidi, in ciò che resta dei cimiteri Ebraici della Polonia. Segni d'espressione di un addio eterno, lettere d'amore che nutrono l’amore per la vita, in chi le ha scritte e in chi le legge.
09
ottobre 2008
La Grande Madre
Dal 09 al 22 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA DI BAGGIO
Milano, Via Pistoia, 10, (Milano)
Milano, Via Pistoia, 10, (Milano)
Vernissage
9 Ottobre 2008, ore 19
Autore