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La Grazia e la Luce. La pala di Senigallia del Perugino. Armonie e discordanze nella pittura marchigiana di fine Quattrocento
La mostra, che rappresenta l’evento espositivo dell’anno non solo senigalliese, ma di tutta la regione Marche, accoglie veri e propri capolavori del Rinascimento italiano: dal Perugino a Giovanni Santi, passando per Carlo Crivelli, Luca Signorelli e molti altri ancora. Al centro del percorso espositivo a Palazzo del Duca si colloca la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Ludovico, Francesco, Pietro, Paolo e Giacomo Maggiore(?) del Perugino, conservata presso la Chiesa delle Grazie di Senigallia, che è stata oggetto di un restauro finanziato da un illuminato gruppo d’imprenditori del territorio marchigiano.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
E’ stata inaugurata il 14 giugno a Palazzo Del Duca di Senigallia su
iniziativa del Comune di Senigallia, della Soprintendenza per i Beni
Storico Artistici ed Etnoantropologici delle Marche e della Diocesi di
Senigallia, l’evento espositivo dell’anno che accoglie veri e propri
capolavori del Rinascimento italiano: dal Perugino a Giovanni Santi,
passando per Carlo Crivelli, Luca Signorelli e molti altri ancora.
Un’altra sede espositiva è stata allestita nella Pinacoteca Diocesana della
città che accoglie opere di importanti artisti che hanno lavorato a
Senigallia tra la fine del Cinquecento e la metà del secolo successivo.
E’ una delle opere pittoriche più belle e misteriose della storia dell’arte italiana.
Si tratta della pala d’altare eseguita da Pietro Perugino, uno dei maggiori
esponenti del Rinascimento italiano, raffigurante la Madonna col Bambino e i
Santi Giovanni Battista, Ludovico, Francesco, Pietro, Paolo e Giacomo
Maggiore(?), conservata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di
Senigallia, dove, sino agli inizi del Novecento, si custodiva anche la Madonna di
Senigallia di Piero della Francesca.
Proprio questo capolavoro del Perugino, restaurato grazie al finanziamento
di un illuminato gruppo d’imprenditori del territorio marchigiano,
rappresenta il fulcro della bellissima mostra La Grazia e La Luce – La pala di
Senigallia del Perugino. Armonia e discordanze nella pittura marchigiana di fine
Quattrocento.
“E’ la prima grande iniziativa dopo la tragedia dell’alluvione che ha colpito questa
città – ha dichiarato il Sindaco Maurizio Mangialardi – un evento che assume un
forte valore simbolico perché dimostra come Senigallia sia nuovamente pronta ad
accogliere turisti e visitatori. Credo sia particolarmente significativo ripartire dalla
cultura, dall’arte e dalla bellezza, valori che ci appartengono e che hanno sempre
fatto della nostra città una meta così tanto apprezzata”.
La tavola del Perugino della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Senigallia,
eseguita nell’ultimo decennio del Quattrocento - opera poco studiata che è al
centro d’indagini diagnostiche e approfondite ricerche storico-critiche - è
affiancata da una serie di opere che la mettono in relazione con la produzione
artistica coeva, di cui è rimasta ampia testimonianza nella regione Marche.
Sono esposte in mostra opere pittoriche di Giovanni Santi, Luca Signorelli,
Timoteo Viti, Lorenzo d’Alessandro, Pietro Paolo Agabiti, Carlo e Vittore
Crivelli, Nicola d’Ancona, Antonio da Fabriano, Bernardino di Mariotto, Stefano
Folchetti, Francesco di Ottaviano, Dionisio e Girolamo Nardini, Pietro Alemanno,
Ludovico Urbani, Marcantonio di Andrea di Bartolo. Pregevoli testimonianze della
straordinaria stagione artistica rinascimentale della fine del XV secolo,
attraversata da reminiscenze del passato e da straordinari slanci verso nuove
forme espressive.
Proprio tra la fine del Quattrocento e l’inizio del secolo successivo vanno
intrecciandosi nelle Marche le più disparate correnti pittoriche. Accanto alle
antiche scuole pittoriche marchigiane coi camerinesi Giovanni Boccati e Giovanni
Angelo d’Antonio, con il sanseverinate Lorenzo d’Alessandro e il fabrianese
Antonio, nel territorio urbinate germogliavano artisti come Evangelista da Pian di
Meleto, Timoteo Viti e Girolamo Genga. Di particolare rilievo l’influsso artistico
dell’immigrazione veneta, rappresentata soprattutto da Carlo Crivelli e da suo
fratello Vittore che nel sud della regione diffusero una forma espressiva fatta di
asprezze formali e di teneri contenuti, che riscosse larga fortuna influenzando un
buon numero di artisti.
Un cenno particolare merita l’Annunciazione di Giovanni Santi che il pittore
urbinate, padre di Raffaello, realizzò per la chiesa senigalliese di Santa Maria
Maddalena, dove rimase per oltre tre secoli sino al tempo delle spoliazioni
napoleoniche. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che Giovanni Santi abbia
lavorato, contemporaneamente al Perugino, per i frati minori dell’Osservanza di
Fano dove il primo eseguì la Visitazione e il secondo l’Annunciazione, prima, e la
tavola della Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Ludovico di Tolosa,
Francesco, Pietro, Paolo e Maria Maddalena, poi..
Un panorama artistico quindi quello marchigiano di fine Quattrocento
estremamente ricco e variegato, che ha spinto Vittorio Sgarbi a dire che Il
Rinascimento è proprio delle Marche più ancora, quasi, della Toscana.
La mostra di Senigallia cercherà di sviluppare questo concetto ponendo al centro
dell’evento espositivo la rappresentazione del sacro e riproponendo il costante
rapporto tra espressione della fede ed efficacia delle figurazioni.
La seconda sezione dell’evento espositivo, allestita nella Pinacoteca Diocesana,
svilupperà il tema mariano, ma con una disamina di opere che la città ha
commissionato e accolto in età roveresca e in quella successiva alla devoluzione
del ducato di Urbino e, quindi, dopo il ritorno sotto lo Stato della Chiesa. Tra le
opere esposte in questa sezione ci sono veri e propri capolavori come la Madonna
del Rosario di Federico Barocci, eseguita tra il 1589 e il 1593 per la
Confraternita dell’Assunta e del Rosario.
iniziativa del Comune di Senigallia, della Soprintendenza per i Beni
Storico Artistici ed Etnoantropologici delle Marche e della Diocesi di
Senigallia, l’evento espositivo dell’anno che accoglie veri e propri
capolavori del Rinascimento italiano: dal Perugino a Giovanni Santi,
passando per Carlo Crivelli, Luca Signorelli e molti altri ancora.
Un’altra sede espositiva è stata allestita nella Pinacoteca Diocesana della
città che accoglie opere di importanti artisti che hanno lavorato a
Senigallia tra la fine del Cinquecento e la metà del secolo successivo.
E’ una delle opere pittoriche più belle e misteriose della storia dell’arte italiana.
Si tratta della pala d’altare eseguita da Pietro Perugino, uno dei maggiori
esponenti del Rinascimento italiano, raffigurante la Madonna col Bambino e i
Santi Giovanni Battista, Ludovico, Francesco, Pietro, Paolo e Giacomo
Maggiore(?), conservata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di
Senigallia, dove, sino agli inizi del Novecento, si custodiva anche la Madonna di
Senigallia di Piero della Francesca.
Proprio questo capolavoro del Perugino, restaurato grazie al finanziamento
di un illuminato gruppo d’imprenditori del territorio marchigiano,
rappresenta il fulcro della bellissima mostra La Grazia e La Luce – La pala di
Senigallia del Perugino. Armonia e discordanze nella pittura marchigiana di fine
Quattrocento.
“E’ la prima grande iniziativa dopo la tragedia dell’alluvione che ha colpito questa
città – ha dichiarato il Sindaco Maurizio Mangialardi – un evento che assume un
forte valore simbolico perché dimostra come Senigallia sia nuovamente pronta ad
accogliere turisti e visitatori. Credo sia particolarmente significativo ripartire dalla
cultura, dall’arte e dalla bellezza, valori che ci appartengono e che hanno sempre
fatto della nostra città una meta così tanto apprezzata”.
La tavola del Perugino della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Senigallia,
eseguita nell’ultimo decennio del Quattrocento - opera poco studiata che è al
centro d’indagini diagnostiche e approfondite ricerche storico-critiche - è
affiancata da una serie di opere che la mettono in relazione con la produzione
artistica coeva, di cui è rimasta ampia testimonianza nella regione Marche.
Sono esposte in mostra opere pittoriche di Giovanni Santi, Luca Signorelli,
Timoteo Viti, Lorenzo d’Alessandro, Pietro Paolo Agabiti, Carlo e Vittore
Crivelli, Nicola d’Ancona, Antonio da Fabriano, Bernardino di Mariotto, Stefano
Folchetti, Francesco di Ottaviano, Dionisio e Girolamo Nardini, Pietro Alemanno,
Ludovico Urbani, Marcantonio di Andrea di Bartolo. Pregevoli testimonianze della
straordinaria stagione artistica rinascimentale della fine del XV secolo,
attraversata da reminiscenze del passato e da straordinari slanci verso nuove
forme espressive.
Proprio tra la fine del Quattrocento e l’inizio del secolo successivo vanno
intrecciandosi nelle Marche le più disparate correnti pittoriche. Accanto alle
antiche scuole pittoriche marchigiane coi camerinesi Giovanni Boccati e Giovanni
Angelo d’Antonio, con il sanseverinate Lorenzo d’Alessandro e il fabrianese
Antonio, nel territorio urbinate germogliavano artisti come Evangelista da Pian di
Meleto, Timoteo Viti e Girolamo Genga. Di particolare rilievo l’influsso artistico
dell’immigrazione veneta, rappresentata soprattutto da Carlo Crivelli e da suo
fratello Vittore che nel sud della regione diffusero una forma espressiva fatta di
asprezze formali e di teneri contenuti, che riscosse larga fortuna influenzando un
buon numero di artisti.
Un cenno particolare merita l’Annunciazione di Giovanni Santi che il pittore
urbinate, padre di Raffaello, realizzò per la chiesa senigalliese di Santa Maria
Maddalena, dove rimase per oltre tre secoli sino al tempo delle spoliazioni
napoleoniche. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che Giovanni Santi abbia
lavorato, contemporaneamente al Perugino, per i frati minori dell’Osservanza di
Fano dove il primo eseguì la Visitazione e il secondo l’Annunciazione, prima, e la
tavola della Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Ludovico di Tolosa,
Francesco, Pietro, Paolo e Maria Maddalena, poi..
Un panorama artistico quindi quello marchigiano di fine Quattrocento
estremamente ricco e variegato, che ha spinto Vittorio Sgarbi a dire che Il
Rinascimento è proprio delle Marche più ancora, quasi, della Toscana.
La mostra di Senigallia cercherà di sviluppare questo concetto ponendo al centro
dell’evento espositivo la rappresentazione del sacro e riproponendo il costante
rapporto tra espressione della fede ed efficacia delle figurazioni.
La seconda sezione dell’evento espositivo, allestita nella Pinacoteca Diocesana,
svilupperà il tema mariano, ma con una disamina di opere che la città ha
commissionato e accolto in età roveresca e in quella successiva alla devoluzione
del ducato di Urbino e, quindi, dopo il ritorno sotto lo Stato della Chiesa. Tra le
opere esposte in questa sezione ci sono veri e propri capolavori come la Madonna
del Rosario di Federico Barocci, eseguita tra il 1589 e il 1593 per la
Confraternita dell’Assunta e del Rosario.
14
giugno 2014
La Grazia e la Luce. La pala di Senigallia del Perugino. Armonie e discordanze nella pittura marchigiana di fine Quattrocento
Dal 14 giugno al 16 novembre 2014
arte antica
Location
PALAZZO DEL DUCA
Senigallia, Piazza Del Duca, 1, (Ancona)
Senigallia, Piazza Del Duca, 1, (Ancona)
Biglietti
Intero 4€
Ridotto 3€ ragazzi tra i 18 e i 25 anni e convenzioni
Gratuito under 18 e over 65
Biglietto cumulativo Mostra + Rocca Roveresca 5€
Acquisto online disponibile su www.liveticket.it
Orario di apertura
dal 14 giugno al 7 settembre
tutti i giorni 17.00-23.00
dall’8 settembre al 2 novembre
lunedì-venerdì 15.00-19.00
sabato e festivi 10.00-13.00 / 15.00-19.00
Autore