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La Guggenheim e il suo affetto per gli artisti italiani del suo tempo
Mi sono sempre sorpresa per la continua ricerca di Peggy Guggenheim di nuovi talenti e nuovi artisti emergenti e ho ammirato il suo spirito di collezionista e mecenate, questo pensiero mi ha catturato a tal punto da dedicarLe questa mostra. Floriana Tondinelli
Comunicato stampa
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La Galleria Tondinelli presenta dal 21 dicembre 2009 al 26 gennaio 2010 la mostra La Guggenheim e il suo affetto per gli artisti italiani del suo tempo. Omaggio a 30 anni dalla scomparsa della celebre collezionista americana a cura di Costanzo Costantini e Floriana Tondinelli.
«La mostra vuole essere un omaggio alla collezionista Peggy Guggenheim conosciuta in tutto il mondo, che ha sostenuto le avanguardie artistiche internazionali, attraverso le opere degli artisti italiani che più ha stimato. Cerca di proteggere l’arte del tuo tempo.
Poche, semplici parole riempiono la prima pagina di un diario ritrovato in un piccolo scrigno dopo il naufragio del celebre Titanic. Due iniziali sono incise con maestria: P.G. Suo papà, Benjamin, durante la notte del naufragio, di ritorno negli Stati Uniti, perde eroicamente la vita lasciando alla piccola Peggy un monito che le segnerà il destino. Messaggio che supera il tempo e che trova corrispondenze tra vari appassionati ed esperti d’arte» (Floriana Tondinelli). « [….] Peggy era una mecenate, come lo era l’uomo che ha dato origine a questa parola, quel Gaio Cilnio Mecenate, che proteggeva Orazio e altri poeti latini. Peggy era anche, o lo era diventata talent-scout: scopriva gli artisti, li finanziava, ne comprava le opere, organizzava mostre per loro, li rendeva noti o famosi [….] Peggy Guggenheim è stregata da Venezia, dove era stata la prima volta durante la luna di miele con Laurence Vial, il suo primo marito. Era da un pezzo che sognava di vivere nella città lagunare e verso la fine degli anni Cinquanta realizza il suo sogno, potandovi la sua collezione e installandosi poi a Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande. I primi artisti italiani che vi conosce sono Vedova e Santomaso, ai quali
seguono Consagra, Mirko, Viani, Marino Marini, Crippa, Dova, Tancredi e Edmondo Bacci. Verso questi ultimi due è particolarmente generosa. [….] Per diversi anni Tancredi lavorò in cantina, e fu un gran sollievo quando se ne andò. Per un certo periodo i suoi quadri furono venduti nella stanza che prima serviva da lavanderia...; Il mio secondo protetto fu Edmondo Bacci, un pittore molto lirico, sulla quarantina, le cui opere erano ispirate a Kandinsky. Viveva in modo molto organizzato e con lui tutto procedeva tranquillamente con successo, al contrario di Tancredi [….] Bacci e Tancredi erano i due pittori italiani le cui opere mi piacevano di più diceva Peggy Guggenheim tanto che ne avevo la casa piena, ma ammiro anche il lavoro di Vedova del quale ho due quadri”.
Gli artisti italiani con i quali ebbe rapporti sono molto più numerosi di quelli che Peggy cita nella sua autobiografia. Quasi sicuramente ebbe rapporti, brevi o lunghi, con quelli le cui opere figurano nella sua collezione e che sono Giorgio De Chrico con il quale inaugura la galleria “Art of this Century” con sedici tele metafisiche, Bacci, Dorazio, Afro, Clerici, Sironi, Fontana, Scialoja, Mirko, Arnaldo Pomodoro, Fontana, Nivola, Santomaso, Vedova, Carla Accardi, Gastone Novelli, Costantino Nivola, Bice Lazzari, Armando Pizzinato. [….] Arnaldo Pomodoro ricorda che nei primi anni Cinquanta Peggy acquistò alla Biennale di Venezia una sua scultura.
Peggy Guggenheim Nata nel I898 da una ricchissima famiglia di industriali ebrei americani di origine elevetica, nel I9I9 viene in possesso della sua eredità, abbandona gli studi (leggeva i testi di
Berenson e amava gli artisti del Rinascimento, soprattutto i veneziani) e parte per l’Europa, sulla scia degli scrittori e artisti americani che negli Venti approdavano nel vecchio continente e specialmente a Parigi in cerca di successo, ma che erano diventati quella che Gertrude Stein chiamava la “generazione perduta”. Ma Peggy non si perde, ad onta delle difficoltà che incontrerà sulla sua strada. All’inizio del ’39 apre una galleria a Londra e grazie a Marcel Duchamp si converte all’arte moderna inaugurandola con una mostra di Kandinsky, il creatore dell’arte astratta.
Incomincia a comprare opere di arte moderna. Verso la fine di quell’anno progetta di aprire nella capitale inglese un museo, ma quando tutto è pronto o quasi pronto, il vecchio continente è sul punto di esplodere. Da Londra si sposta a Parigi, dove continua ad acquistare opere d’arte moderna, fra cui lo Bird in space di Brancusi, prende in affitto una galleria in Place Vendome, ma i tedeschi si vanno avvicinando alla città per metterla a ferro e fuoco. Porta la collezione al Museo di Grenoble ma non può esporvela per il timore di rappresaglie da parte del regime di Vichy.
Assalita da un attacco di spleen, nel ‘4I torna a New York, dove, con l’aiuto di Duchamp, Ernst e Breton, può realizzare finalmente i suoi progetti. Apre una galleria dal nome pomposo,”Art of this Century”, ma che si riempie ben presto dei più interessanti artisti del momento. La inaugura con ben sedici tele metafisiche di de Chirico, cui fanno seguito mostre di Pollock, Baziotes, Motherwell, dei surrealisti americani e degli espressionisti astratti, Gorky, De Kooning, Rothko e molti altri.
John Galbraith, richiesto di dire dove avrebbe voluto trascorrere il post-mortem, aveva risposto:..”Non mi dispiacerebbe di trascorrerlo a Venezia”. Peggy Guggenheim, spentasi il 23 dicembre del I979, l’aveva preceduto, andando a fare compagnia a Diaghilev e A Stravinsky» (Costanzo Costantini).
«La mostra vuole essere un omaggio alla collezionista Peggy Guggenheim conosciuta in tutto il mondo, che ha sostenuto le avanguardie artistiche internazionali, attraverso le opere degli artisti italiani che più ha stimato. Cerca di proteggere l’arte del tuo tempo.
Poche, semplici parole riempiono la prima pagina di un diario ritrovato in un piccolo scrigno dopo il naufragio del celebre Titanic. Due iniziali sono incise con maestria: P.G. Suo papà, Benjamin, durante la notte del naufragio, di ritorno negli Stati Uniti, perde eroicamente la vita lasciando alla piccola Peggy un monito che le segnerà il destino. Messaggio che supera il tempo e che trova corrispondenze tra vari appassionati ed esperti d’arte» (Floriana Tondinelli). « [….] Peggy era una mecenate, come lo era l’uomo che ha dato origine a questa parola, quel Gaio Cilnio Mecenate, che proteggeva Orazio e altri poeti latini. Peggy era anche, o lo era diventata talent-scout: scopriva gli artisti, li finanziava, ne comprava le opere, organizzava mostre per loro, li rendeva noti o famosi [….] Peggy Guggenheim è stregata da Venezia, dove era stata la prima volta durante la luna di miele con Laurence Vial, il suo primo marito. Era da un pezzo che sognava di vivere nella città lagunare e verso la fine degli anni Cinquanta realizza il suo sogno, potandovi la sua collezione e installandosi poi a Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande. I primi artisti italiani che vi conosce sono Vedova e Santomaso, ai quali
seguono Consagra, Mirko, Viani, Marino Marini, Crippa, Dova, Tancredi e Edmondo Bacci. Verso questi ultimi due è particolarmente generosa. [….] Per diversi anni Tancredi lavorò in cantina, e fu un gran sollievo quando se ne andò. Per un certo periodo i suoi quadri furono venduti nella stanza che prima serviva da lavanderia...; Il mio secondo protetto fu Edmondo Bacci, un pittore molto lirico, sulla quarantina, le cui opere erano ispirate a Kandinsky. Viveva in modo molto organizzato e con lui tutto procedeva tranquillamente con successo, al contrario di Tancredi [….] Bacci e Tancredi erano i due pittori italiani le cui opere mi piacevano di più diceva Peggy Guggenheim tanto che ne avevo la casa piena, ma ammiro anche il lavoro di Vedova del quale ho due quadri”.
Gli artisti italiani con i quali ebbe rapporti sono molto più numerosi di quelli che Peggy cita nella sua autobiografia. Quasi sicuramente ebbe rapporti, brevi o lunghi, con quelli le cui opere figurano nella sua collezione e che sono Giorgio De Chrico con il quale inaugura la galleria “Art of this Century” con sedici tele metafisiche, Bacci, Dorazio, Afro, Clerici, Sironi, Fontana, Scialoja, Mirko, Arnaldo Pomodoro, Fontana, Nivola, Santomaso, Vedova, Carla Accardi, Gastone Novelli, Costantino Nivola, Bice Lazzari, Armando Pizzinato. [….] Arnaldo Pomodoro ricorda che nei primi anni Cinquanta Peggy acquistò alla Biennale di Venezia una sua scultura.
Peggy Guggenheim Nata nel I898 da una ricchissima famiglia di industriali ebrei americani di origine elevetica, nel I9I9 viene in possesso della sua eredità, abbandona gli studi (leggeva i testi di
Berenson e amava gli artisti del Rinascimento, soprattutto i veneziani) e parte per l’Europa, sulla scia degli scrittori e artisti americani che negli Venti approdavano nel vecchio continente e specialmente a Parigi in cerca di successo, ma che erano diventati quella che Gertrude Stein chiamava la “generazione perduta”. Ma Peggy non si perde, ad onta delle difficoltà che incontrerà sulla sua strada. All’inizio del ’39 apre una galleria a Londra e grazie a Marcel Duchamp si converte all’arte moderna inaugurandola con una mostra di Kandinsky, il creatore dell’arte astratta.
Incomincia a comprare opere di arte moderna. Verso la fine di quell’anno progetta di aprire nella capitale inglese un museo, ma quando tutto è pronto o quasi pronto, il vecchio continente è sul punto di esplodere. Da Londra si sposta a Parigi, dove continua ad acquistare opere d’arte moderna, fra cui lo Bird in space di Brancusi, prende in affitto una galleria in Place Vendome, ma i tedeschi si vanno avvicinando alla città per metterla a ferro e fuoco. Porta la collezione al Museo di Grenoble ma non può esporvela per il timore di rappresaglie da parte del regime di Vichy.
Assalita da un attacco di spleen, nel ‘4I torna a New York, dove, con l’aiuto di Duchamp, Ernst e Breton, può realizzare finalmente i suoi progetti. Apre una galleria dal nome pomposo,”Art of this Century”, ma che si riempie ben presto dei più interessanti artisti del momento. La inaugura con ben sedici tele metafisiche di de Chirico, cui fanno seguito mostre di Pollock, Baziotes, Motherwell, dei surrealisti americani e degli espressionisti astratti, Gorky, De Kooning, Rothko e molti altri.
John Galbraith, richiesto di dire dove avrebbe voluto trascorrere il post-mortem, aveva risposto:..”Non mi dispiacerebbe di trascorrerlo a Venezia”. Peggy Guggenheim, spentasi il 23 dicembre del I979, l’aveva preceduto, andando a fare compagnia a Diaghilev e A Stravinsky» (Costanzo Costantini).
21
dicembre 2009
La Guggenheim e il suo affetto per gli artisti italiani del suo tempo
Dal 21 dicembre 2009 al 26 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA TONDINELLI
Roma, Via Delle Quattro Fontane, 128a, (Roma)
Roma, Via Delle Quattro Fontane, 128a, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 9.30-11.30 e 16.30-19.30.
Solo mattina 24 e 31 dicembre 2009
Chiuso il 25-26-27 dicembre 2009 e il 1-3-6 gennaio 2010
Vernissage
21 Dicembre 2009, ore 18.30
Autore
Curatore