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La lanterna magica
Una raccolta di diverse immagini dipinte a mano, stampate e fotografate per la proiezione tramite la lanterna magica, il cinema casalingo dei secoli passati.
Comunicato stampa
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I moderni mezzi visivi come il proiettore di diapositive, cinematografico o il beamer hanno come diretta antenata la lanterna magica. La più antica descrizione di una lanterna magica risale al 1646, ma esperimenti relativi alla proiezione di immagini risalgono a tempi antecedenti e già Leonardo da Vinci dovrebbe aver tentato esperimenti al proposito.
I riconosciuti inventori della lanterna magica sono il fisico olandese Christian Huygens ed il danese Thomas Walgenstein. Essi svilupparono quasi contemporaneamente attorno al 1660 un apparecchio con una combinazione di lenti convesse per la proiezione di immagini. Mentre l'ottico don Matteo Campani in Italia l'avrebbe costruita nel 1678. La fonte di luce usata era una lampada ad olio e le immagini venivano dipinte sul vetro con dei colori translucidi.
Alcuni anni prima il padre gesuita Athanasius Kircher (1601-1680) la incluse nel libro Ars Magna Lucis et Umbrae e suscitò scalpore infondendo paura con rappresentazioni demoniache. Invitava i suoi spettatori in stanze oscurate e mantenendo l’apparecchio nascosto, con l’appoggio di suoni sinistri e commenti spaventevoli, dipingeva, come si suol dire, il “demonio sulla parete” e in questo modo propagava ai presenti di rinunciare alla decadenza morale e di convertirsi. Di questo periodo risale il nome, oggi in disuso, di „lanterna spaventosa“.
Queste proiezioni prodotte da una fonte luminosa tremolante e accompagnate da un sottofondo musicale e parlato, tramite l’imbonitore, provocavano sugli spettatori un enorme fascino e inizialmente, all’oscuro dei processi fisici di cui si basava la tecnica, la maggioranza credeva di aver a che fare con la stregoneria e la magia.
Nel XVIII e XIX secolo l’uso della lanterna magica si estese anche ad altri campi. Si sviluppò come apprezzato mezzo di comunicazione per i venditori ambulanti e ciarlatani durante le sagre e le feste cittadine. A poco a poco anche la scienza mostrò interesse e la adoperò per conferenze, descrizioni di viaggi e rapporti di scienze naturali.
Con l’invenzione della fotografia le diapositive rimpiazzarono i disegni colorati e permisero riproduzioni del paesaggio interamente “fedeli”. La lanterna magica perse così il suo inspiegabile incanto e fu persino commercializzata quale giocattolo per l’infanzia.
Dr. Elisabeth Peer (traduzione Giorgio Salaorno)
I riconosciuti inventori della lanterna magica sono il fisico olandese Christian Huygens ed il danese Thomas Walgenstein. Essi svilupparono quasi contemporaneamente attorno al 1660 un apparecchio con una combinazione di lenti convesse per la proiezione di immagini. Mentre l'ottico don Matteo Campani in Italia l'avrebbe costruita nel 1678. La fonte di luce usata era una lampada ad olio e le immagini venivano dipinte sul vetro con dei colori translucidi.
Alcuni anni prima il padre gesuita Athanasius Kircher (1601-1680) la incluse nel libro Ars Magna Lucis et Umbrae e suscitò scalpore infondendo paura con rappresentazioni demoniache. Invitava i suoi spettatori in stanze oscurate e mantenendo l’apparecchio nascosto, con l’appoggio di suoni sinistri e commenti spaventevoli, dipingeva, come si suol dire, il “demonio sulla parete” e in questo modo propagava ai presenti di rinunciare alla decadenza morale e di convertirsi. Di questo periodo risale il nome, oggi in disuso, di „lanterna spaventosa“.
Queste proiezioni prodotte da una fonte luminosa tremolante e accompagnate da un sottofondo musicale e parlato, tramite l’imbonitore, provocavano sugli spettatori un enorme fascino e inizialmente, all’oscuro dei processi fisici di cui si basava la tecnica, la maggioranza credeva di aver a che fare con la stregoneria e la magia.
Nel XVIII e XIX secolo l’uso della lanterna magica si estese anche ad altri campi. Si sviluppò come apprezzato mezzo di comunicazione per i venditori ambulanti e ciarlatani durante le sagre e le feste cittadine. A poco a poco anche la scienza mostrò interesse e la adoperò per conferenze, descrizioni di viaggi e rapporti di scienze naturali.
Con l’invenzione della fotografia le diapositive rimpiazzarono i disegni colorati e permisero riproduzioni del paesaggio interamente “fedeli”. La lanterna magica perse così il suo inspiegabile incanto e fu persino commercializzata quale giocattolo per l’infanzia.
Dr. Elisabeth Peer (traduzione Giorgio Salaorno)
08
luglio 2009
La lanterna magica
Dall'otto luglio al 25 novembre 2009
fotografia
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
MUSEO DELLA FARMACIA
Bressanone, Via Ponte Aquila, 4, (Bolzano)
Bressanone, Via Ponte Aquila, 4, (Bolzano)
Orario di apertura
Nei mesi estivi di luglio e agosto il Museo della Farmacia di Bressanone sarà aperto tutti i giorni, esclusa la domenica. Da lunedì a venerdì rispettivamente dalle ore 14.00 alle 18.00 e sabato dalle ore 11.00 alle 16.00.