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La liberazione dei nani
Chi sono i nani? Ne incontriamo molti, tutti i giorni, la mattina, allo specchio, quando usciamo di casa, in strada, al lavoro, in televisione. Ci sono molti nani intorno a noi
Comunicato stampa
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Chi sono i nani? Ne incontriamo molti, tutti i giorni, la mattina, allo specchio, quando usciamo di casa, in strada, al lavoro, in televisione. Ci sono molti nani intorno a noi.
Molti sono irritanti, come ci ricorda la canzone di De André, altri sono indispensabili, ci aiutano a vivere, senza di loro la nostra vita non avrebbe senso.
Il nano nella nostra memoria infantile corrisponde al folletto che col suo senso di protezione e la sua dedizione, salva Bianca Neve dalla malignità della Regina. Il nano è quello presente nei giardini delle villette a schiera fotografate da Luigi Ghirri. Ci indica che anche nei luoghi più impensati c'è uno spazio riservato alla fantasia, alla nostra capacità di evadere dal reale, di immaginare altri viaggi e altre storie: vedi il nano del padre di Amelié (nel noto film francese) che "viaggia" per il mondo e invia cartoline al suo proprietario.
Il nano è la parte nascosta e trattenuta in ognuno di noi, quella dedita all'arte, connessa con i nostri desideri, spesso inespressi, covati, fermentati nel corpo e nella mente.
Il nano forse è più vicino all'immaginario femminile.
Parlare di desideri, di pensieri nascosti, ma in movimento continuo è lo spirito di questa mostra che vede affiancarsi i lavori di artiste di Ravenna, più adulte, ad artiste più giovani. Sia le prime ché le seconde hanno studiato e si sono formate, in parte, a Ravenna.
Sono entrambi giovani come percorso. Sappiamo come non sia l'età a rendere un'artista giovane o vecchio, quanto il desiderio di esternare una propria visione del mondo, il proprio modo di percepirlo e sentirlo, in un dato momento.
Tra i nomi in mostra, non ci sono uomini ma donne a parlarci di nani, figli e rivoluzioni, personali o familiari, evoluzioni, movimenti, farneticazioni, paure, involuzioni, elevazioni. Non si tratta di una mostra per donne, ma fatta da donne (con l'eccezione dei giovani attori Matteo Cavezzali e Jean Pelouches). Le donne progettano, creano, producono, negli ultimi anni, più degli uomini. In questa sede non ci interessa sondare se la loro produzione sia megliore o no rispetto a quella maschile, ma, in un certo senso, questa mostra si può definire femminista, perché rivendica alcuni diritti non espressi: il diritto di comunicazione, di ostinazione alla ricerca di uno stato migliore, il diritto di perdita, e il diritto di trattenere quello che ci appartiene di diritto, che riguarda il nostro corpo, le nostre vertigini, paure e fremiti connessi.
Il nano per molte artiste è in certi casi un tesoro da proteggere e difendere, più debole di altri, e proprio per questo indifeso e in cerca di cure. Ma il nano è anche il freak, la paura dentro di noi, il sommerso, ciò che può generare terrore, o dolore, ciò che non si dice, o di cui, in Televisione, si parla troppo. Sono i singoli esseri umani soli, costretti tutti i giorni a fare i conti con una realtà stretta e difficile, un lavoro scomodo, mal pagato e precario, una realtà che non ascolta le loro esigenze, ma è propensa a creare vantaggi per chi nano lo è, spesso solo di statura.
Forse è un caso che espongano solo donne, ma non è un caso che siano di età diverse. Questo confronto è voluto fortemente da Claudia Majoli e Silvia Casavecchia per far si che non cada l'attenzione su fermenti artistici della zona, più e meno giovani, meno famosi, più operosi.
Raniero Bittante è l'artista docente di plastica ornamentale presso l'Accademia di Belle Arti di Ravenna, che ha segnalato le giovani artiste in mostra.
Il TeatrOnnivoro
Il Presidente: Ispirati da Dino Buzzati spacchiamo la società per mostrarvi un grottesco vissuto di lavoro e potere, quindi di sfruttamento. Un nano morale, il lavoratore, rimpicciolisce fino a svanire di fronte al potere simbolico attribuito al ruolo del Presidente (aziendale?). Il potere si incarna nello stipendio, il denaro: la materia per eccellenza, ma anch’esso semplicemente carta, quindi nuovamente simbolo. Se il senso di tutto questo vi sfugge è solo perché ci nuotate in mezzo.
Il TeatrOnnivoro nasce il 29 febbraio dell'anno bisestile 2008 con l'intento di sfamare i satolli di nulla e di offrire un caffè alle ragioni intorpidite. Il Teatronnivoro è costituito da Matteo Cavezzali, Elena Ferri e Jean Pelouches. Aderiamo al manifesto d’intenti dell’associazione culturale OmOnimA Ci opponiamo radicalmente al teatro come clonazione inanimata di scheletri shakespeariani, ma anche alla associazione culturale Omonima teatrando in ricerca di qualcosa. Ci opponiamo radicalmente al teatro come clonazione inanimata di scheletri shakespeariani, ma anche alla sperimentazione come masturbazione impenetrabile.
testo di Loretta Zaganelli
08
novembre 2008
La liberazione dei nani
Dall'otto al 20 novembre 2008
arte contemporanea
Location
EX TRIBUNALE
Ravenna, Via Massimo D'azeglio, 2, (Ravenna)
Ravenna, Via Massimo D'azeglio, 2, (Ravenna)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, venerdì e sabato 10 - 12 / 16 - 19
lunedì, giovedì e domenica chiuso
Vernissage
8 Novembre 2008, ore 18
Autore
Curatore