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La lingua dell’affetto, dell’arte e del complotto
Con questa mostra, “Spazio Fisico” presenta giovani graffitisti
Comunicato stampa
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Con questa mostra, “Spazio Fisico” presenta giovani graffitisti. L’occasione è data dal ripensamento, a tredici anni dalla scomparsa di Francesca Alinovi, dell’attualità dell’azione graffitista che dimostra di non essere ancora tramontata ma, anzi, di essere divenuta un modus vivendi, un’espressione giovanile, quasi un linguaggio, uno slang, come scriveva Francesca Alinovi ( da Flash Art Italia, giugno n° 114, 1983) “Lo slang del Duemila; la lingua dell’affetto, dell’arte e del complotto”.
Giancarlo Guidotti
Dall’esperienza, dal viaggio, da quel “mondo artistico suburbano”che Francesca Alinovi ebbe modo di conoscere a New York e dalle scritture coinvolgenti e mai asettiche che ha saputo trasmetterci riguardo a questa sua scoperta, prende le mosse questa mostra/evento che riunisce giovani artisti accomunati dalla passione per il linguaggio dei graffiti.
La cosiddetta Graffit Art riunisce in sé un numero molteplice di contenuti, di artisti, di significati partendo da un graffitismo di tipo “selvaggio”, passando per una certa parentela fra questo tipo di arte e quella dei neoespressionisti (come forma di ritorno postmoderno alla pittura) fino ad arrivare alla raffigurazione di esseri mostruosi, mutanti genetici creati dalle menti di artisti che vivono nell’era delle contaminazioni tecnologiche.
Come i Kids newyorchesi “[…]cresciuti ai margini dell’Eldorado dell’arte, escono dai ghetti della periferia, coi piedi imbrigliati tra i rottami, ma col cervello fatto levitare dalle onde telepatiche d’informazione omnidiffusa che viaggia sotto i cieli di New York. Loro sono il prodotto nuovo di zecca di quello che è il Terzo Mondo americano: alta cultura mescolata a bassa natura, e immenso patrimonio conoscitivo mescolato a un conto zero in banca[…]”. Appunto come loro, dicevo, i “nostri” graffittari, figli dell’Europa Unita, si ritrovano oggi, più o meno, in quella stessa situazione, ma con un’unica grande differenza…mentre la condizione americana dei kids poteva cambiare notevolmente grazie a brillanti e vivaci gallerie (Fashion Moda nel South Bronx, Tony Sharafrazi e la FUN Gallery di Patty Astor a Soho per citarne solo alcune) pare che ai nostri giovani europei siano “vietati” i circuiti “ufficiali” dell’arte ristretti ad un tipo di espressione artistica più colta, elitaria e, a mio avviso, un po’ troppo intelligente…
Da ciò si genera una frattura, cioè esiste un’arte ufficiale che forse soffre di stanchezza , ed un’espressione giovane, gestuale, fresca e molto generosa, quasi alla ricerca di una comunicazione globale.
Gli artisti riuniti in quest’occasione rappresentano il desiderio di portare la Graffit Art (e non solo) all’interno di una realtà diversa (Spazio Fisico) da quella in cui normalmente operano.
Mr Fijodor – Grafitista torinese collabora all’associazione il cerchio & le gocce attiva da diversi anni nel territorio piemontese ed italiano. L’associazione ha iniziato occupandosi di decorazioni murarie e dell’organizzazione di mostre, ora continua a svolgere queste attività a fianco dell’organizzazione di eventi, workshop e attività di diverso genere. Al suo interno collaborano grafici, pittori e artisti di ogni genere che conferiscono uno sguardo molto aperto sul panorama artistico e sociale italiano.
DANI2 – Artista appartenente all’Old School italiana ha lavorato prevalentemente negli anni ’90 operando nell’ ambiente urbano ed esprimendosi attraverso il writings in un lavoro cosiddetto “vandalico”.
EXTRA - Artista urbano e pittore di Murales di origine spagnola, ora vive e opera su suolo bolognese esibendosi in performance ed interventi su suolo pubblico.
Stefano Lerose –Artista modenese di formazione accademica da anni il graffito è la sua “valvola di sfogo”. La galleria gli offre l’occasione di potersi esprimere attraverso un linguaggio “più libero”.
Simone Fazio – Arista modenese espone una serie di opere che indagano i graffiti ed il loro mondo secondo un’ottica da osservatore esterno; egli stesso dice del suo lavoro:
“[…] Ultimamente ho iniziato a prestare molta attenzione alle scritte sui muri: da sempre mi affascina la necessità di comunicazione (spesso violenta e polemica) che queste scritte hanno, e anche loro appartengono a quella sfera del rifiuto dei comportamenti “politically correct” che si possono riscontrare anche nelle mie opere”.
Chiara Messori
Lettura di testi con accompagnamento sonoro a cura di Valeria Rinaldi.
Si ringrazia Luca Panaro per la preziosa collaborazione nell’organizzazione dell’evento.
Giancarlo Guidotti
Dall’esperienza, dal viaggio, da quel “mondo artistico suburbano”che Francesca Alinovi ebbe modo di conoscere a New York e dalle scritture coinvolgenti e mai asettiche che ha saputo trasmetterci riguardo a questa sua scoperta, prende le mosse questa mostra/evento che riunisce giovani artisti accomunati dalla passione per il linguaggio dei graffiti.
La cosiddetta Graffit Art riunisce in sé un numero molteplice di contenuti, di artisti, di significati partendo da un graffitismo di tipo “selvaggio”, passando per una certa parentela fra questo tipo di arte e quella dei neoespressionisti (come forma di ritorno postmoderno alla pittura) fino ad arrivare alla raffigurazione di esseri mostruosi, mutanti genetici creati dalle menti di artisti che vivono nell’era delle contaminazioni tecnologiche.
Come i Kids newyorchesi “[…]cresciuti ai margini dell’Eldorado dell’arte, escono dai ghetti della periferia, coi piedi imbrigliati tra i rottami, ma col cervello fatto levitare dalle onde telepatiche d’informazione omnidiffusa che viaggia sotto i cieli di New York. Loro sono il prodotto nuovo di zecca di quello che è il Terzo Mondo americano: alta cultura mescolata a bassa natura, e immenso patrimonio conoscitivo mescolato a un conto zero in banca[…]”. Appunto come loro, dicevo, i “nostri” graffittari, figli dell’Europa Unita, si ritrovano oggi, più o meno, in quella stessa situazione, ma con un’unica grande differenza…mentre la condizione americana dei kids poteva cambiare notevolmente grazie a brillanti e vivaci gallerie (Fashion Moda nel South Bronx, Tony Sharafrazi e la FUN Gallery di Patty Astor a Soho per citarne solo alcune) pare che ai nostri giovani europei siano “vietati” i circuiti “ufficiali” dell’arte ristretti ad un tipo di espressione artistica più colta, elitaria e, a mio avviso, un po’ troppo intelligente…
Da ciò si genera una frattura, cioè esiste un’arte ufficiale che forse soffre di stanchezza , ed un’espressione giovane, gestuale, fresca e molto generosa, quasi alla ricerca di una comunicazione globale.
Gli artisti riuniti in quest’occasione rappresentano il desiderio di portare la Graffit Art (e non solo) all’interno di una realtà diversa (Spazio Fisico) da quella in cui normalmente operano.
Mr Fijodor – Grafitista torinese collabora all’associazione il cerchio & le gocce attiva da diversi anni nel territorio piemontese ed italiano. L’associazione ha iniziato occupandosi di decorazioni murarie e dell’organizzazione di mostre, ora continua a svolgere queste attività a fianco dell’organizzazione di eventi, workshop e attività di diverso genere. Al suo interno collaborano grafici, pittori e artisti di ogni genere che conferiscono uno sguardo molto aperto sul panorama artistico e sociale italiano.
DANI2 – Artista appartenente all’Old School italiana ha lavorato prevalentemente negli anni ’90 operando nell’ ambiente urbano ed esprimendosi attraverso il writings in un lavoro cosiddetto “vandalico”.
EXTRA - Artista urbano e pittore di Murales di origine spagnola, ora vive e opera su suolo bolognese esibendosi in performance ed interventi su suolo pubblico.
Stefano Lerose –Artista modenese di formazione accademica da anni il graffito è la sua “valvola di sfogo”. La galleria gli offre l’occasione di potersi esprimere attraverso un linguaggio “più libero”.
Simone Fazio – Arista modenese espone una serie di opere che indagano i graffiti ed il loro mondo secondo un’ottica da osservatore esterno; egli stesso dice del suo lavoro:
“[…] Ultimamente ho iniziato a prestare molta attenzione alle scritte sui muri: da sempre mi affascina la necessità di comunicazione (spesso violenta e polemica) che queste scritte hanno, e anche loro appartengono a quella sfera del rifiuto dei comportamenti “politically correct” che si possono riscontrare anche nelle mie opere”.
Chiara Messori
Lettura di testi con accompagnamento sonoro a cura di Valeria Rinaldi.
Si ringrazia Luca Panaro per la preziosa collaborazione nell’organizzazione dell’evento.
23
giugno 2006
La lingua dell’affetto, dell’arte e del complotto
23 giugno 2006
giovane arte
Location
SPAZIO FISICO
Modena, Via San Salvatore, 11, (Modena)
Modena, Via San Salvatore, 11, (Modena)
Vernissage
23 Giugno 2006, ore 21
Autore