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La lista della spesa
le liste della spesa. In apparenza banali elenchi di merci e prodotti,
questi foglietti irregolari e anacronistici, sono tutt’altro che inerti, anzi, raccontano e
continuano a raccontare le storie minime di chi li ha vergati.
Comunicato stampa
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Sono tanti i rifiuti sui marciapiedi e le vie delle nostre città. Fazzoletti di carta,
ricevute di acquisto, scontrini, gratta e vinci che non hanno vinto, sacchetti di patatine,
volantini pubblicitari, mozziconi, incarti e imballaggi vari. Ma anche in questo triste e
residuo mondo di scarti si possono celare delle piccole gemme, dei semi pronti a
germogliare in una bellezza inaspettata e sorprendente. Tra le cartacce, un occhio
attento riesce a cogliere dei foglietti, dei pezzetti di carta, spesso appallottolati,
ripiegati, stropicciati, ognuno diverso dall’altro, ma tutti legati come perle al
medesimo filo: le liste della spesa. In apparenza banali elenchi di merci e prodotti,
questi foglietti irregolari e anacronistici, sono tutt’altro che inerti, anzi, raccontano e
continuano a raccontare le storie minime di chi li ha vergati. Grafie giovani e tonde,
veloci e nervose, fragili e incerte, ingenue e zoppicanti, dubbiose o decise, danno per
magia un’anima ogni volta diversa alle cose elencate, che divengono dei poetici
testamenti a rovescio dell’essere al mondo, di tante esistenze e dei bisogni quotidiani.
Nel mondo delle cose sono baluardi autografati che restituiscono l’umanità anonima e
appiattita dal consumo di massa, foglietti che ridanno volto, uno qualsiasi, ma uno per
tutti, agli sconosciuti che spingono il proprio carrello tra le corsie, sconosciuti agli
altri e a sè stessi, quando poi si ritirano con la propria spesa dietro la porta di casa.
Questi pezzetti di carta, invece no, restano fuori, rabberciati, improvvisati,
impolverati, lasciati sull’asfalto delle nostre strade a rappresentare dei piccoli fuochi,
anche fatui ed effimeri, ma capaci di scaldare le mani e il cuore di chi li raccoglie e vi
ravvisa un sentimento di vicinanza, di condivisione, un significato che può essere altro
e oltre, cioé un valore artistico.
Nella performance “Sweeping Up” del 1972, uno dei protagonisti dell’arte
contemporanea del Novecento, Joseph Beuys, raccolse con l’aiuto di due studenti la
spazzatura rimasta su Karl-Marx-Platz a Berlino dopo la parata del Primo Maggio e la
sistemò dentro una delle sue celebri vetrine dedicate agli oggetti trovati. L’intento di
Beuys, polemico e politico, era dimostrare la sua insofferenza ai sistemi marxista e
capitalista e la loro contrapposizione (e reciproca contaminazione), attraverso il gesto
dello spazzare, pulire, rinfrescare, eliminare la polvere delle ideologie. Oggi a una
esatta distanza di mezzo secolo, archiviati il totale fallimento del modello comunista
sul piano economico, politico e sociale e quello parziale del capitalismo, quanto meno
sul piano egualitario e ambientale, forse il compito dell’arte non è più quello di
spazzare via, ma di recuperare il recuperabile, di raccogliere i sempre più rari oggetti
ancora in grado di raccontare e di raccontarci della vita degli uomini. Anche attraverso
gli oggetti trovati più umili e insignificanti. Anche attraverso le liste della spesa.
ricevute di acquisto, scontrini, gratta e vinci che non hanno vinto, sacchetti di patatine,
volantini pubblicitari, mozziconi, incarti e imballaggi vari. Ma anche in questo triste e
residuo mondo di scarti si possono celare delle piccole gemme, dei semi pronti a
germogliare in una bellezza inaspettata e sorprendente. Tra le cartacce, un occhio
attento riesce a cogliere dei foglietti, dei pezzetti di carta, spesso appallottolati,
ripiegati, stropicciati, ognuno diverso dall’altro, ma tutti legati come perle al
medesimo filo: le liste della spesa. In apparenza banali elenchi di merci e prodotti,
questi foglietti irregolari e anacronistici, sono tutt’altro che inerti, anzi, raccontano e
continuano a raccontare le storie minime di chi li ha vergati. Grafie giovani e tonde,
veloci e nervose, fragili e incerte, ingenue e zoppicanti, dubbiose o decise, danno per
magia un’anima ogni volta diversa alle cose elencate, che divengono dei poetici
testamenti a rovescio dell’essere al mondo, di tante esistenze e dei bisogni quotidiani.
Nel mondo delle cose sono baluardi autografati che restituiscono l’umanità anonima e
appiattita dal consumo di massa, foglietti che ridanno volto, uno qualsiasi, ma uno per
tutti, agli sconosciuti che spingono il proprio carrello tra le corsie, sconosciuti agli
altri e a sè stessi, quando poi si ritirano con la propria spesa dietro la porta di casa.
Questi pezzetti di carta, invece no, restano fuori, rabberciati, improvvisati,
impolverati, lasciati sull’asfalto delle nostre strade a rappresentare dei piccoli fuochi,
anche fatui ed effimeri, ma capaci di scaldare le mani e il cuore di chi li raccoglie e vi
ravvisa un sentimento di vicinanza, di condivisione, un significato che può essere altro
e oltre, cioé un valore artistico.
Nella performance “Sweeping Up” del 1972, uno dei protagonisti dell’arte
contemporanea del Novecento, Joseph Beuys, raccolse con l’aiuto di due studenti la
spazzatura rimasta su Karl-Marx-Platz a Berlino dopo la parata del Primo Maggio e la
sistemò dentro una delle sue celebri vetrine dedicate agli oggetti trovati. L’intento di
Beuys, polemico e politico, era dimostrare la sua insofferenza ai sistemi marxista e
capitalista e la loro contrapposizione (e reciproca contaminazione), attraverso il gesto
dello spazzare, pulire, rinfrescare, eliminare la polvere delle ideologie. Oggi a una
esatta distanza di mezzo secolo, archiviati il totale fallimento del modello comunista
sul piano economico, politico e sociale e quello parziale del capitalismo, quanto meno
sul piano egualitario e ambientale, forse il compito dell’arte non è più quello di
spazzare via, ma di recuperare il recuperabile, di raccogliere i sempre più rari oggetti
ancora in grado di raccontare e di raccontarci della vita degli uomini. Anche attraverso
gli oggetti trovati più umili e insignificanti. Anche attraverso le liste della spesa.
27
aprile 2023
La lista della spesa
Dal 27 aprile al 06 maggio 2023
arte contemporanea
Location
L’OFFICINA 2
Vicenza, Viale Milano, 60, (VI)
Vicenza, Viale Milano, 60, (VI)
Orario di apertura
16 - 19.30
Vernissage
28 Aprile 2023, 18.30
Autore
Curatore