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La Luna e l’agricoltura
Convegno a cura del Presidente, prof. Mario Bagnara. Relatrice Luisa Pigatto, docente di Astronomia Storica dell’Università di Padova, curatrice delle celebrazioni galileiane nel Veneto. Attraverso foto e schizzi di progetto, Margherita Michelazzo presenterà la sua opera “Le lune di Galileo”, visibile per tutto il 2010, nel giardino di Palazzo Brusarosco Zaccaria, sede della Biblioteca.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Posta a Vicenza, nel giardino del prestigioso Palazzo Brusarosco-Zaccaria dove è
intervenuto lʼarchitetto Carlo Scarpa, lʼopera di Margherita Michelazzo, “Le Lune di
Galileo“, continua a suscitate lʼinteresse dei media, degli addetti ai lavori e
particolarmente del pubblico, spinto ad esplorarla e ad interagire con essa, perché
attratto dal suono e dalle “librazioni” di 38 dischi, quasi “danza di gravi”, appesi ad una “teoria
di stringhe” sostenuta da una struttura portante che si presenta come un “pensiero
divergente”, un “paradosso” di 4 archi uniti alle estremità e leggermente rotanti ... raggi di
telescopio a rifrazione ... orbite per le Lune di Giove...
I dischi, trattati con sensibilità pittorica attraverso processi di ossidazione accelerata e/o
rallentata, mostrano una superficie ineguale e rugosa come quella della Luna vista da
Galileo e da lui interpretata con lʼocchio del pittore, attraverso la teoria rinascimentale delle
ombre che ben conosceva.
Di dimensioni come quelle “apparenti” del nostro satellite, con spessori calibrati per ottenere
suoni sussurrati ed armonici, i dischi, meglio delle sfere, interpretano la Luna che si mostra
alla Terra sempre con la stessa faccia. Appesi a cavi di acciaio di varia lunghezza, nella loro
sequela danno lʼidea di una traiettoria epicicloidale ma concava verso il Sole.
La struttura portante, pure in acciaio cor-ten, appare movimentata da sovrapposizioni di
segmento di arco che con lʼeccentricità e lʼinclinazione dei piani, allude alla relatività del moto
lunare, sidereo e sinodico, del disegno dellʼuniverso e forse delle nostre prospettive. 7 metri
è il raggio del cerchio da cui derivano glia archi, numero perfetto per i Pitagorici somma del 3
maschile e del 4 femminile, numero ideale per una struttura che sostiene 38 dischi, 38 Lune
nelle Fasi principali che segnano il tempo della gestazione umana.
Questo nel 2009, anno dellʼAstronomia e della Creatività, a Venezia, dalla Terra che diede
libertà di nascita alle scoperte di Galileo.
Per tutto il 2010, su invito della Biblioteca Internazionale “La Vigna”, con il Patrocinio
del Comune di Vicenza e la straordinaria azione sinergica con imprenditori locali e
professionisti che hanno sostenuto il progetto rendendo possibile la costruzione il
trasporto e l'installazione di un'opera particolarmente impegnativa anche per peso e
dimensione, prima al Lido di Venezia ed ora a Vicenza.
intervenuto lʼarchitetto Carlo Scarpa, lʼopera di Margherita Michelazzo, “Le Lune di
Galileo“, continua a suscitate lʼinteresse dei media, degli addetti ai lavori e
particolarmente del pubblico, spinto ad esplorarla e ad interagire con essa, perché
attratto dal suono e dalle “librazioni” di 38 dischi, quasi “danza di gravi”, appesi ad una “teoria
di stringhe” sostenuta da una struttura portante che si presenta come un “pensiero
divergente”, un “paradosso” di 4 archi uniti alle estremità e leggermente rotanti ... raggi di
telescopio a rifrazione ... orbite per le Lune di Giove...
I dischi, trattati con sensibilità pittorica attraverso processi di ossidazione accelerata e/o
rallentata, mostrano una superficie ineguale e rugosa come quella della Luna vista da
Galileo e da lui interpretata con lʼocchio del pittore, attraverso la teoria rinascimentale delle
ombre che ben conosceva.
Di dimensioni come quelle “apparenti” del nostro satellite, con spessori calibrati per ottenere
suoni sussurrati ed armonici, i dischi, meglio delle sfere, interpretano la Luna che si mostra
alla Terra sempre con la stessa faccia. Appesi a cavi di acciaio di varia lunghezza, nella loro
sequela danno lʼidea di una traiettoria epicicloidale ma concava verso il Sole.
La struttura portante, pure in acciaio cor-ten, appare movimentata da sovrapposizioni di
segmento di arco che con lʼeccentricità e lʼinclinazione dei piani, allude alla relatività del moto
lunare, sidereo e sinodico, del disegno dellʼuniverso e forse delle nostre prospettive. 7 metri
è il raggio del cerchio da cui derivano glia archi, numero perfetto per i Pitagorici somma del 3
maschile e del 4 femminile, numero ideale per una struttura che sostiene 38 dischi, 38 Lune
nelle Fasi principali che segnano il tempo della gestazione umana.
Questo nel 2009, anno dellʼAstronomia e della Creatività, a Venezia, dalla Terra che diede
libertà di nascita alle scoperte di Galileo.
Per tutto il 2010, su invito della Biblioteca Internazionale “La Vigna”, con il Patrocinio
del Comune di Vicenza e la straordinaria azione sinergica con imprenditori locali e
professionisti che hanno sostenuto il progetto rendendo possibile la costruzione il
trasporto e l'installazione di un'opera particolarmente impegnativa anche per peso e
dimensione, prima al Lido di Venezia ed ora a Vicenza.
17
marzo 2010
La Luna e l’agricoltura
17 marzo 2010
arte contemporanea
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
BIBLIOTECA INTERNAZIONALE LA VIGNA
Vicenza, Contrà Porta Santa Croce, 3, (Vicenza)
Vicenza, Contrà Porta Santa Croce, 3, (Vicenza)
Orario di apertura
durante gli orari di apertura della Biblioteca
Sito web
www.margheritamichelazzo.it
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