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La Macchina Estrattiva
Con La Macchina estrattiva il PAV prosegue l’indagine sul rapporto antagonista tra attivismo ambientale e politiche neoliberiste su scala globale. La mostra si focalizza sulle forme del colonialismo con cui l’occidente continua a incidere sui destini del mondo, delle culture e della natura.
Comunicato stampa
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La Macchina estrattiva, curata da Marco Scotini, è la nuova mostra con cui il PAV prosegue la propria indagine sul rapporto antagonista tra attivismo ambientale e politiche neoliberiste su scala globale. Facendo seguito a Vegetiation as a poltical agent (PAV 2014) la mostra attuale vuole essere un’indagine ulteriore sulle forme del colonialismo (sia storico che contemporaneo) con cui l’occidente continua ad incidere sui destini del mondo, delle culture e della natura, in maniera ormai irreversibile.
Una tesi condivisa da più teorici (da David Harvey a Saskia Sassen) è quella che vede il sistema finanziario attuale come la seconda fase del capitalismo: definita come “fase estrattiva”. Non più legato esclusivamente alla produttività modernista, ai consumi di massa e alla circolazione delle merci, il nuovo capitalismo si presenta piuttosto come un gigantesco meccanismo di estrazione di valore dall’uomo e dalla natura con una progressiva inclusione di tutte le possibili risorse, che non lascia al suo esterno nessun ambito della vita individuale né dell’ambiente naturale.
Alla nascita di una nuova élite predatrice e corporate fanno da contraltare l’espulsione di migliaia di persone dai loro territori, la crescita di nuove povertà e la massiccia espropriazione dei suoli, delle acque e di tutti gli altri beni comuni, nonché l’espansione sempre maggiore del settore minerario. Il capitalismo estrattivo o l’accumulazione per spoliazione (accumulation by dispossession) secondo Harvey, a dispetto dell’imminente esaurimento dei combustibili fossili, continua a devastare immense aree del pianeta, perpetrando uno scempio programmato nei confronti della natura, replicando pratiche di sfruttamento che ripropongono un nuovo colonialismo, agendo a discapito della dignità e dei diritti delle popolazioni indigene del Nord e del Sud del mondo.
Il modo in cui queste problematiche possono essere affrontate a partire da principi ecologici e non antropocentrici, costituisce il centro teorico di La Macchina Estrattiva, Neo-colonialismi e risorse ambientali. Le opere dei cinque artisti in mostra sono animate da uno spirito attivista e transdisciplinare, volto all’esplorazione dell’ambito ecologico a partire da diverse prospettive d’osservazione di fenomeni come l’inquinamento, la desertificazione, il cambiamento climatico, la privatizzazione delle colture agricole o l’ineguale redistribuzione dei costi e dei vantaggi sottesi alle modificazioni ambientali oggi in atto.
La cartografia di attivismo indigeno, stato di diritto e resistenza ambientalista rintracciata da Ursula Biemann nel progressivo processo di distruzione della Foresta Amazzonica; l’accusa alle politiche economiche all’origine del riscaldamento globale e del cambiamento climatico nelle indagini di Oliver Ressler e Piero Gilardi; così come il fenomeno della desertificazione e dei bacini oceanici al centro delle ricerche di Peter Fend o le manipolazioni genetiche e le culture intensive come estensione del progetto colonialista storico in Pedro Neves Marques intendono proporsi come sostegno artistico, nella lotta contro le imprese multinazionali predatrici, ai nuovi difensori della terra.
La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT e della Regione Piemonte.
All’interno delle iniziative previste per l’approfondimento della mostra La Macchina Estrattiva le Attività Educative e Formative del PAV propongono Gesto d’equilibrio, laboratorio sullo svelamento dello stato di salute del nostro habitat. È possibile trattare, in modo critico ed estetico, il tema del cambiamento climatico e della qualità dell’aria, nostro bene comune primario? Il rilevamento quotidiano dei dati atmosferici monitorati dalle postazioni meteo può seguire la continua trasformazione dello stato ambientale, influenzato da comportamenti orientati più alla produzione che alla qualità della vita. A partire da queste informazioni, il laboratorio solleva una riflessione sull’aria che respiriamo, proponendo una rielaborazione di immagini evocative e brani letterari, col fine di rendere manifeste le diverse interpretazioni del mutevole equilibrio che contraddistingue il nostro delicato ecosistema.
Per partecipare alle attività è necessaria la prenotazione:
011 3182235 - lab@parcoartevivente.it
Una tesi condivisa da più teorici (da David Harvey a Saskia Sassen) è quella che vede il sistema finanziario attuale come la seconda fase del capitalismo: definita come “fase estrattiva”. Non più legato esclusivamente alla produttività modernista, ai consumi di massa e alla circolazione delle merci, il nuovo capitalismo si presenta piuttosto come un gigantesco meccanismo di estrazione di valore dall’uomo e dalla natura con una progressiva inclusione di tutte le possibili risorse, che non lascia al suo esterno nessun ambito della vita individuale né dell’ambiente naturale.
Alla nascita di una nuova élite predatrice e corporate fanno da contraltare l’espulsione di migliaia di persone dai loro territori, la crescita di nuove povertà e la massiccia espropriazione dei suoli, delle acque e di tutti gli altri beni comuni, nonché l’espansione sempre maggiore del settore minerario. Il capitalismo estrattivo o l’accumulazione per spoliazione (accumulation by dispossession) secondo Harvey, a dispetto dell’imminente esaurimento dei combustibili fossili, continua a devastare immense aree del pianeta, perpetrando uno scempio programmato nei confronti della natura, replicando pratiche di sfruttamento che ripropongono un nuovo colonialismo, agendo a discapito della dignità e dei diritti delle popolazioni indigene del Nord e del Sud del mondo.
Il modo in cui queste problematiche possono essere affrontate a partire da principi ecologici e non antropocentrici, costituisce il centro teorico di La Macchina Estrattiva, Neo-colonialismi e risorse ambientali. Le opere dei cinque artisti in mostra sono animate da uno spirito attivista e transdisciplinare, volto all’esplorazione dell’ambito ecologico a partire da diverse prospettive d’osservazione di fenomeni come l’inquinamento, la desertificazione, il cambiamento climatico, la privatizzazione delle colture agricole o l’ineguale redistribuzione dei costi e dei vantaggi sottesi alle modificazioni ambientali oggi in atto.
La cartografia di attivismo indigeno, stato di diritto e resistenza ambientalista rintracciata da Ursula Biemann nel progressivo processo di distruzione della Foresta Amazzonica; l’accusa alle politiche economiche all’origine del riscaldamento globale e del cambiamento climatico nelle indagini di Oliver Ressler e Piero Gilardi; così come il fenomeno della desertificazione e dei bacini oceanici al centro delle ricerche di Peter Fend o le manipolazioni genetiche e le culture intensive come estensione del progetto colonialista storico in Pedro Neves Marques intendono proporsi come sostegno artistico, nella lotta contro le imprese multinazionali predatrici, ai nuovi difensori della terra.
La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT e della Regione Piemonte.
All’interno delle iniziative previste per l’approfondimento della mostra La Macchina Estrattiva le Attività Educative e Formative del PAV propongono Gesto d’equilibrio, laboratorio sullo svelamento dello stato di salute del nostro habitat. È possibile trattare, in modo critico ed estetico, il tema del cambiamento climatico e della qualità dell’aria, nostro bene comune primario? Il rilevamento quotidiano dei dati atmosferici monitorati dalle postazioni meteo può seguire la continua trasformazione dello stato ambientale, influenzato da comportamenti orientati più alla produzione che alla qualità della vita. A partire da queste informazioni, il laboratorio solleva una riflessione sull’aria che respiriamo, proponendo una rielaborazione di immagini evocative e brani letterari, col fine di rendere manifeste le diverse interpretazioni del mutevole equilibrio che contraddistingue il nostro delicato ecosistema.
Per partecipare alle attività è necessaria la prenotazione:
011 3182235 - lab@parcoartevivente.it
25
marzo 2017
La Macchina Estrattiva
Dal 25 marzo al 04 giugno 2017
arte contemporanea
Location
PAV – PARCO D’ARTE VIVENTE
Torino, Via Giordano Bruno, 31, (Torino)
Torino, Via Giordano Bruno, 31, (Torino)
Biglietti
4 euro; ridotto: 3 euro; gratuito: Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65, persone con disabilità
Orario di apertura
venerdì ore 15-18, sabato e domenica ore 12-19
Vernissage
25 Marzo 2017, ore 18
Autore
Curatore