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La materia e il sogno
A cent’anni dalla morte del filosofo goriziano Carlo Michelstaedter un gruppo di 23 artisti (pittori, scultori, fotografi e poeti), facenti parte dell’Associazione Culturale Prologo, sono stati invitati a presentare delle opere ispirate alla sua figura (vita, opere, pensiero).
Comunicato stampa
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dal catalogo:
Una “Figura volante”, l’immagine definita da pochi segni di matita che seguono una curva disegnata di getto ma con matematica precisione, un segno fresco che traccia quell’accattivante linea melodica che dà alla figura stessa un elegante dinamismo, che la fa opera finita pur nella sua estemporaneità. E’ questo uno dei tanti disegni di un ragazzo che a 18 anni scriveva:
“… l’opera d’arte è la soggettiva riproduzione dello spirito delle cose, riproduzione completamente spontanea ed ispirata. E dicendo spirito voglio dire che il pittore non ci darà il suo oggetto linea per linea, il poeta non si affaticherà a parlarci con dettagli infiniti ma ambidue daranno alla loro opera quel fascino di linee e di parole che loro detta il cuore e che è atto a risvegliare in noi il sentimento che li anima. …”
7 agosto (19)05
Carlo Michelstaedter
Taccuino O, p. 9-10
Ho conosciuto Carlo Michelstaedter per (de)formazione professionale attraverso la sua produzione artistica, ammirando i suoi dipinti e i disegni esposti nella bella mostra “L’immagine irraggiungibile” allestita nel 1992 al Castello di Gorizia il cui importante catalogo a cura di Antonella Gallarotti con un interessante saggio di Daniela Bini, rimane strumento imprescindibile per avvicinarsi a Michelstaedter pittore.
Già all’epoca ciò che mi affascinava era pensare che i taccuini fitti di appunti visivi, le carte sciolte con i disegni a matita e gli acquarelli, i dipinti ad olio tra cui i paesaggi, e quella personale galleria di ritratti di famiglia, delle persone amate e ancora i tanti autoritratti fossero opere di un giovane che a 23 anni diede tragicamente fine alla sua vita interrompendo così drammaticamente il proprio dire attraverso le immagini così come attraverso la parola scritta.
Cosa sarebbe stato? Chi sarebbe diventato Carlo Michelstaedter? Avrebbe coronato il suo sogno di diventare pittore più che letterato e filosofo così come oggi viene ricordato? Chissà se avrebbe continuato a dipingere e a disegnare persuaso che l’arte non fosse mera rappresentazione dei soggetti ma riproduzione dello spirito insito in essi che evoca in chi guarda il sentimento che li anima, come aveva scritto: una visione già illuminata che avrebbe potuto, forse, raggiungere quegli stessi risultati propri delle grandi rivoluzioni espressive delle arti visive contemporanee fino a giungere all’astrazione.
Le domande non potranno che rimanere senza risposta, ovviamente.
Nel 2010, anno del centenario della morte di Carlo Michelstaedter, alcuni pittori, fotografi, scultori che respirano metaforicamente la stessa aria che aveva respirato Carlo, che vivono quello stesso territorio che è punto di incontro di culture e lingue diverse, si muovono intorno alla figura e all’opera dell’illustre intellettuale goriziano che si è guadagnato fama internazionale.
Gli artisti, oggi, sono incuriositi dagli eventi biografici tra cui, è palese, la morte violenta, il gesto estremo di un colpo di rivoltella alla testa non può che colpire (è il caso di dire) per la sua intensa drammaticità; restano affascinati dal pensiero filosofico e dalla forza evocativa della parola scritta o detta, iterata ossessivamente come un mantra, allusa, estrapolata da un pensiero più ampio e quindi manomessa, fatta dialogare con la natura così amata da Michelstaedter; sono attratti dal volto spesso ombroso di Carlo, dalle fotografie e dagli autoritratti, appunto, in cui si vede un giovane dallo sguardo intenso di certo fascino; possono rimanere incuriositi dalle semplici prove di colore ad acquarello lasciate su un foglio… da qui (e da altri misteriosi luoghi) partono gli autori presenti nella mostra “La materia e il sogno”, dalle diverse suggestioni che si fanno fisicamente materia (colore, pietra, metallo) e opera altra, originale, unica. I lavori proposti possono avere fisica plasticità e consistenza o richiamare ad ascetiche trasfigurazioni del corpo; possono evidenziare la complessa, labirintica ricerca dell’essenza del sé che si libera nel sogno. Molte quindi le possibilità, le vie percorse intorno a Michelstaedter.
Soffermandoci davanti ad una tela sopraggiunge un ultimo pensiero, nasce un’altra domanda: e se Carlo non avesse preso quel treno per Firenze ma un treno per Dresda dove proprio nel 1905 veniva fondato il gruppo Die Brűcke, dove si percepivano i primi fermenti dell’Espressionismo forse più vicino al sentire di Michelstaedter? Carlo sarebbe diventato uno dei grandi maestri del ‘900?
La risposta in fondo non è importante. Ancora oggi una guizzante figura volante angelica e diabolica, fisicamente corporea, sognate ed evanescente ad un tempo tutt’altro che leziosa (e quindi per nulla retorica) conserva il suo fascino e la sua poesia.
Tracce per una lettura,
Emanuela Uccello
novembre 2010
Una “Figura volante”, l’immagine definita da pochi segni di matita che seguono una curva disegnata di getto ma con matematica precisione, un segno fresco che traccia quell’accattivante linea melodica che dà alla figura stessa un elegante dinamismo, che la fa opera finita pur nella sua estemporaneità. E’ questo uno dei tanti disegni di un ragazzo che a 18 anni scriveva:
“… l’opera d’arte è la soggettiva riproduzione dello spirito delle cose, riproduzione completamente spontanea ed ispirata. E dicendo spirito voglio dire che il pittore non ci darà il suo oggetto linea per linea, il poeta non si affaticherà a parlarci con dettagli infiniti ma ambidue daranno alla loro opera quel fascino di linee e di parole che loro detta il cuore e che è atto a risvegliare in noi il sentimento che li anima. …”
7 agosto (19)05
Carlo Michelstaedter
Taccuino O, p. 9-10
Ho conosciuto Carlo Michelstaedter per (de)formazione professionale attraverso la sua produzione artistica, ammirando i suoi dipinti e i disegni esposti nella bella mostra “L’immagine irraggiungibile” allestita nel 1992 al Castello di Gorizia il cui importante catalogo a cura di Antonella Gallarotti con un interessante saggio di Daniela Bini, rimane strumento imprescindibile per avvicinarsi a Michelstaedter pittore.
Già all’epoca ciò che mi affascinava era pensare che i taccuini fitti di appunti visivi, le carte sciolte con i disegni a matita e gli acquarelli, i dipinti ad olio tra cui i paesaggi, e quella personale galleria di ritratti di famiglia, delle persone amate e ancora i tanti autoritratti fossero opere di un giovane che a 23 anni diede tragicamente fine alla sua vita interrompendo così drammaticamente il proprio dire attraverso le immagini così come attraverso la parola scritta.
Cosa sarebbe stato? Chi sarebbe diventato Carlo Michelstaedter? Avrebbe coronato il suo sogno di diventare pittore più che letterato e filosofo così come oggi viene ricordato? Chissà se avrebbe continuato a dipingere e a disegnare persuaso che l’arte non fosse mera rappresentazione dei soggetti ma riproduzione dello spirito insito in essi che evoca in chi guarda il sentimento che li anima, come aveva scritto: una visione già illuminata che avrebbe potuto, forse, raggiungere quegli stessi risultati propri delle grandi rivoluzioni espressive delle arti visive contemporanee fino a giungere all’astrazione.
Le domande non potranno che rimanere senza risposta, ovviamente.
Nel 2010, anno del centenario della morte di Carlo Michelstaedter, alcuni pittori, fotografi, scultori che respirano metaforicamente la stessa aria che aveva respirato Carlo, che vivono quello stesso territorio che è punto di incontro di culture e lingue diverse, si muovono intorno alla figura e all’opera dell’illustre intellettuale goriziano che si è guadagnato fama internazionale.
Gli artisti, oggi, sono incuriositi dagli eventi biografici tra cui, è palese, la morte violenta, il gesto estremo di un colpo di rivoltella alla testa non può che colpire (è il caso di dire) per la sua intensa drammaticità; restano affascinati dal pensiero filosofico e dalla forza evocativa della parola scritta o detta, iterata ossessivamente come un mantra, allusa, estrapolata da un pensiero più ampio e quindi manomessa, fatta dialogare con la natura così amata da Michelstaedter; sono attratti dal volto spesso ombroso di Carlo, dalle fotografie e dagli autoritratti, appunto, in cui si vede un giovane dallo sguardo intenso di certo fascino; possono rimanere incuriositi dalle semplici prove di colore ad acquarello lasciate su un foglio… da qui (e da altri misteriosi luoghi) partono gli autori presenti nella mostra “La materia e il sogno”, dalle diverse suggestioni che si fanno fisicamente materia (colore, pietra, metallo) e opera altra, originale, unica. I lavori proposti possono avere fisica plasticità e consistenza o richiamare ad ascetiche trasfigurazioni del corpo; possono evidenziare la complessa, labirintica ricerca dell’essenza del sé che si libera nel sogno. Molte quindi le possibilità, le vie percorse intorno a Michelstaedter.
Soffermandoci davanti ad una tela sopraggiunge un ultimo pensiero, nasce un’altra domanda: e se Carlo non avesse preso quel treno per Firenze ma un treno per Dresda dove proprio nel 1905 veniva fondato il gruppo Die Brűcke, dove si percepivano i primi fermenti dell’Espressionismo forse più vicino al sentire di Michelstaedter? Carlo sarebbe diventato uno dei grandi maestri del ‘900?
La risposta in fondo non è importante. Ancora oggi una guizzante figura volante angelica e diabolica, fisicamente corporea, sognate ed evanescente ad un tempo tutt’altro che leziosa (e quindi per nulla retorica) conserva il suo fascino e la sua poesia.
Tracce per una lettura,
Emanuela Uccello
novembre 2010
11
dicembre 2010
La materia e il sogno
Dall'undici al 24 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
PROLOGO
Gorizia, Via Graziadio Isaia Ascoli, 8/1, (Gorizia)
Gorizia, Via Graziadio Isaia Ascoli, 8/1, (Gorizia)
Orario di apertura
ore 10.00-12.00 / 16.00-19.00
domenica e festività chiuso
venerdì 24 dicembre orario: 10.00-12.00
Vernissage
11 Dicembre 2010, ore 18.00
Autore
Curatore